Viaggio o vacanza
Forse avete un fungo nel cranio che vi sta uccidendo lentamente. O forse no!
Ma anche senza una motivazione così forte, l'estate di per sé è un tempo che ci spinge a fare delle scelte. Sono giorni scapestrati in cui la mattina è spazzata da una buriana tremenda, e poi a mezzogiorno già si aprono squarci di un azzurro così saturo che il paesaggio sembra un preset di Adobe Lightroom scelto da un dilettante. Quella brezza e il sole e i giorni vuoti che giocoforza tutti prima o poi abbiamo ci spingono a fare una scelta: può esser viaggio oppure vacanza.
Ma qualcosa dev'essere.
Altrimenti finiremo anche noi per esser “dotato di esistenza solo negli scritti, e sempre intento a formulare sentenze che hanno il tono remoto delle parole supreme, quasi che le mie dita fossero già serrate dal guanto di pietra della morte”.
Il cambiamento non è una scelta (conclude il Ladro di Orchidee dopo lunga riflessione sul percorso evolutivo di questi fiori). In questi termini, il cambiamento è inevitabile: non abbiamo bisogno di impararlo da Zelda Tears Of The Kingdom, anche se la sua lezione è senza dubbio più piacevole di tante altre.
Tutto cambia sempre, e dunque anche per noi come per Yeats “ogni cosa bella che abbiamo visto assume il pathos della fragilità”, nelle nostre vacanze e nei nostri viaggi o anche solo nella nostra vita.
Tra le cose belle che abbiamo visto non includeremo oggi i videogiochi, perché questo sarà l'Ultimo Editoriale prima del Grande Baratro Estivo... e come da tradizione ventennale dovremo dedicarlo a tutt'altri argomenti.
Tra le cose belle che abbiamo letto, ad esempio, continua ad esserci la serie della Tomba Sigillata di Tamsyn Muir: sono dei libri, non so se avete presente. Ne ho già parlato l'anno scorso, e quest'anno è uscito il terzo di quattro libri, quello con un titolo che in italiano suona buffo (e che forse si poteva rendere meglio con un po' di ingegno, ma è già troppa grazia che sia stato pubblicato nella povera Italietta, non oso spingermi a chiedere di più).
E poi c'è almeno un libro che è già scritto in italiano e non ha bisogno di passare attraverso l'ordalia pericolosissima di una traduzione: quel Ferrovie del Messico su cui si sono tanto scannate le, ehm, riviste letterarie. Aspetto e spero, verrà il suo momento.
Ma se invece volessimo alzare gli occhi dall'ebook e posarli su un altro schermo piatto, ma retroilluminato e molto più grosso? In tal caso, bé, certamente potrei mettervi in guardia dalla serie sullo Strigo: le mie aspettative, lo dissi all'epoca, non hanno mai superato il livello di Hercules, o al massimo di Xena la Principessa Guerriera... eppure anche così la delusione è bruciante. The Witcher poteva essere sano divertimento pomeridiano da tenere in sottofondo mentre fate i compiti e mangiate la merenda: invece è una porcata tale da rivaleggiare quasi con quell'altra serie campionessa delle porcate... quasi.
Ma no, no! Non posso cader vittima dell'acrimonia proprio oggi che stiamo per congedarci. È sacro dovere di FTR lasciarvi con un talismano di verità o bellezza per affrontare senza di noi quel che resta dell'estate.
Non ha né verità né bellezza, ma ad ogni modo ci sarebbe l'illustrazione che vedete qui al posto della consueta strip.
Se scartabellate per l'archivio cercando le puntate Chiuso per Ferie, troverete una ventina di illustrazioni per altrettante estati, che messe in fila fanno un diario piuttosto commovente delle nostre ossessioni del momento: quest'anno non dico che mi sono trovato davvero nella situazione del povero Neo, e certamente non ho visto conigli bianchi spaparanzati in cima a prendere il sole... però l'arrampicata non l'ho provata soltanto dentro Zelda, questo sì. Il circoletto verde invece sì, è proprio quello che misura la resistenza di Link, e che condiziona tutta l'esplorazione del vastissimo e mirabolante mondo di Hyrule, dalle viscere tenebrose della terra fino alle assolate isole nel cielo.
Che sia viaggio o vacanza, quando questo tempo estivo inizierà il declino... allora (forse) ritorneremo per iniziare un nuovo anno.
Lo-Rez: arte, storia, web design“Avaro di me stesso quanto può esserlo un bifolco dei propri soldi; incatenato dalla paura; reticente in amore; felice di recitare la parte del torero, ma senza mai trovarmi di fronte a un toro vero, e quella del don Giovanni, ma senza conquiste né sfide al Commendatore; ormai dotato di esistenza solo negli scritti, e sempre intento a formulare sentenze che hanno il tono remoto delle parole supreme, quasi che le mie dita fossero già serrate dal guanto di pietra della morte.”
Quest'anno montagna
Siamo arrivati come ogni anno all'immagine estiva che annuncia il nostro meritato riposo. Meritato sì, perché comunque nelle ultime quaranta settimane circa, come di consueto, non ci siamo fatti mancare una volta e quindi è anche ora che impariate a stare per un mese senza di noi.
Quest'anno montagna perché questo sembra dirci l'immagine estiva ma anche perché, se effettivamente questi giorni saranno usati per chiudere una volta per tutte l'avventura di Death Stranding, più di montagna si parlerà che di altro. Tutto si può dire di Death Stranding (e abbiamo già detto la maggior parte, direi), ma non che non trasmetta un certo desiderio di montagna, con le sue sfide su e giù per i pendii, i suoi paesaggi mozzafiato e le sue vette innevate. Nel suo mondo certo meglio andare a passeggiare in cerca di una baita (o di un prepper) piuttosto che andare al mare dove tanto c'è solo catrame.
L'altra coda che Death Strading fa molto bene è farci vivere questi tempi di tempeste terribili e nubifragi con un sapore tutto diverso, perché la pioggia e il maltempo è qualcosa che nel gioco ti ossessiona e le supercelle ci sono sì, ma fanno piovere a terra pesci e ti trascinano su campi di battaglia lontani. Quello che sta accadendo nel mondo è diversamente terribile, non più non meno, ma dopo il trionfo dei corrieri in tempo di lockdown sembra che anche gli eventi climatici estremi siano una profezia realizzata dal gioco di Kojima. Tanto per rimanere sempre allegri. (ovviamente dei rumors di Death Stranding 2 non parlo perché sapete com'è, it's Kojima, per i primi cinque, sei anni di sviluppo ci sono solo indovinelli criptici)
Direi che lasciamo i videogiocatori più cutting-edge e attenti alle novità in buona compagnia, visto che Baldur's Gate 3 è finalmente tra noi. Non credo ve ne parlerò molto, sapete che io ho problemi con gli RPG duri e puri. E' ben vero ce la prima volta che lo trattammo su queste pagine, nel lontano 2020, presi in mano Pillars of Eternity e ci buttai dentro un sacco di ore, ma anche in quel caso non finii il gioco nel momento in cui divenne un momentino sfidante e quindi anche quell'avventura è lasciata in sospeso. Sugli RPG occidentali condivido l'idea di Lo-Rez che l'arte sia così così e, lasciatemi dire, anche la narrazione. Il bello degli RPG è viverli, quando poi si cerca di estrapolare una storia da questa vita ci si accorge che è molto meno divertente di un romanzo, perché, in un certo bizzarro modo, è "vita vera" vissuta secondo il capriccio degli eventi, senza un autore a tenerli sul binario migliore. Baldur's Gate mi ha sempre dato questa sensazione: un'ambientazione imponente, un mondo dove vorresti viverci, ma mai una storia che vorresti ascoltare. E la storia è importante.
Con nuove storie torneremo di ritorno dalle vacanze, saranno libri, saranno serie TV, saranno film o magari anime. Ho completato il rewatch di Symphogear, me ne sono stupito io stesso medesimo, giusto, eppure anche a rivederlo confermo tutto il bene che ne dissi negli anni passati. Senza affondare nelle paludi più cupe dei mahoshojo, in un certo senso Symphogear è stato il vedo erede di Sailor Moon e ha degnamente preso lo scettro. Sailor Moon di cui si continuano a produrre cose, sebbene lo abbia perso un po' di vista.
Non di sole ossessioni note però verremo a riempire le pagine, quando torneremo, certamente useremo queste settimane di pausa per scoprire nuove ossessioni, come cantavano i Subsonica e visto che nessuno, ma proprio nessuno, può fermarci, temo ve le beccherete in mezzo alla fronte.
Cymon: testi, storia, site admin“Io sono l'entità estintiva”