Ossitocina sintentica
Stavolta abbiamo scelto di non gettare un ponte tra l'anno vecchio e il nuovo con la Continuità delle strip, come l'anno scorso, per le ragioni ben note ai più.
E stavolta non commetteremo nemmeno l'errore di affidare il futuro che verrà alle manine pacioccose di un pupazzo costruito in laboratorio dagli scienziati dell'Impero (Disney), come l'anno scorso.
No, quest'anno ci ha cambiati, asciugando fino all'ultimo filo di grasso della massa corporea di questo Coniglio, rendendolo una macchina spietata ed efficiente. Quest'anno il Mondo si è dovuto conformare controvoglia, e tra molti sacrifici, alla vita che molti di noi avevano scelto già da tempo... solo molto, molto peggiore, e così ci sentiamo un po' tutti quanti come se avessimo finalmente il tempo di guardare tutti gli anime che abbiamo sempre voluto, per poi scoprire che gli anime non ci piacciono più.
Come stringere il joypad con i guantini senza dita, sigillati nella salopette felpata da gamer, reclinando la sedia da gamer, aggiustando l'angolo dei nostri schermi multipli da gamer, per poi scoprire che non c'è nessun gioco che abbiamo voglia di giocare.
Questo è l'anno dei film non usciti. L'anno monotematico che ha condannato l'umanità a parlare solo delle stesse cose, una noia unica propagata anche attraverso videochiamate intercontinentali, senza scampo. Ma sta a noi ribellarci, se davvero lo vogliamo. E tornando ai film, ci sono comunque più bei film già usciti di quanti non faremo in tempo a vederne nel resto delle nostre vite.
Per i giochi invece non sarei così sicuro: anzi, direi proprio di no, a giudicare dalla qualità e quantità dei titoli usciti negli ultimi anni. L'industria del divertimento elettronico è ormai una cornucopia quantomai inesauribile nelle sue elargizioni.
Forse da queste pagine non si direbbe, ossessionato come sono su pochi chiodi fissi che mi consumano l'anima. Perché in fondo il mio Gioco dell'Anno, se vogliamo proseguire la banalità di questa tradizione anche qui su FTR, è ancora e sempre Death Stranding, uscito su PC.
Non sono il solo a coltivare questa ossessione malsana: anche testate prestigiose (?) come PCGamer o i Golden Joystick Awards hanno assegnato il primato assoluto al gioco del Maestro. Vi invito a leggere l'articolo perché fornisce motivazioni non scontate, al di là dell'eccellenza tecnica e della rilevanza a dir poco profetica assunta da Death Stranding proprio in questo anno.
Le gambe di Sam Porter Bridges, ciascuna di esse, sono la meccanica di gioco più rivoluzionaria degli ultimi anni: le prendiamo in prestito per affrontare un viaggio colmo di fatica e solitudine, con il cuore pesante e le lacrime facili. Ci aggrappiamo agli ologrammi di benvenuto come naufraghi che stanno affogando in un oceano vasto e indifferente, consegnamo pacchi su pacchi di ossitocina sintetica, quella che i nostri corpi in astinenza da abbracci non riescono più a produrre da soli.
Pigiamo con abbandono su quel tasto Like, resi euforici dalla gratuità della riconoscenza, mentre attraversiamo un ponte costruito da benefattori sconosciuti con grande sacrificio, nomi disincarnati con cui non possiamo comunicare in altro modo.
Death Stranding è un inno a tutto quello che i videogiochi non ci possono dare. Ma lui ci prova lo stesso, con tutto il cuore.
La gloria di Death Stranding è tale da sopraffare persino il Videogioco per antonomasia: se è vero che il mio corpo è composto al 70% da Final Fantasy, infatti, non posso proprio ignorare che quest'anno è uscita la prima parte del remake di Final Fantasy VII. È inevitabile che per me questo nome debba vincere tutto, sempre, ma non riesco davvero a considerarlo un gioco fatto e finito. Sia perché resta pur sempre un rifacimento pedissequo di un gioco già fatto, e poi perché ne rappresenta solo una minima parte. Tutto ciò non gli ha impedito di ricevere comunque grandi premi, ma in questa materia io devo ascoltare le ragioni del cuore.
E poi suppongo di dover celebrare i meriti di Cyberpunk 2077, chissenefrega in che anno rientra, per via di una sua qualità preziosissima di questi tempi. Perché Cyberpunk 2077, nonostante tutto, è capace di ordire l'incantesimo più potente di tutti: portarci via, a comando, in un altro mondo lontano da qui.
Se invece devo prendere sul serio questo teatrino delle Classifiche di Fine Anno, allora devo ammettere che ci sono due titoli di fattura eccelsa che si meritano il riconoscimento più alto. Uno è Hades, l'altro è 13 Sentinels.
A distanza seguono Yakuza: Like A Dragon e, mi dicono (anzi mi urlano), The Last Of Us Parte II.
Possiamo ben vedere dunque che l'annata è stata ricca: oltre ai giochi che ho citato ce ne sono tanti altri che hanno avuto se non altro il pregio di intrattenere, forse perfino di far Sognare ad Occhi Aperti, tantissime persone. Ce n'è per tutti i gusti, forse come mai prima d'ora. Questo futuro, se non altro, è radioso.
Il calendario dell'avvento
Natale è quel periodo in cui l'anziano lavoratore ottiene dei giorni di ferie, ma (soprattutto quest'anno) non sa che farsene. Così, come risvegliandosi da un iniquo torpore, il videogiocatore in lui trova lecito buttare letteralmente via del tempo con dei giochini. Questo, nell'attuale era della mercificazione del tutto, porta a curiosi passatempi.
Lasciamo stare Pillars of Eternity e le sue cinquanta ore di gioco. Siamo al terzo atto e le cose hanno ripreso a farsi tostarelle, con necessità di trucchi infami per far fuori certi party di mostriciattoli. Con quello non mi metto a passare più di un'ora al giorno, ormai il metabolismo è quello che è. Quali sono allora i passatempi degli anni '20 a cui possiamo dedicarci?
Possiamo decidere, per esempio, che non vogliamo giocare a un gioco, ma vogliamo solo pasticciare e allora ci viene in aiuto Epic che, per questo natale, ha deciso di regalare un gioco al giorno per tutti i quindici giorni finali del 2020. Ormai Epic non regala più triplaA random perché ormai la sua fetta di mercato se l'è presa, ma non siamo qui a cercare di ottenere capolavori, lo sfizio è proprio avere una cosa al giorno da installare, magari per scoprire che tra tutto il marasma che viene pubblicato a ogni livello c'è persino qualcosa che può attirare la nostra attenzione.
L'iniziativa prende il via con Cities: Skylines che però ho saltato perché, nella mia incommensurabile pigrizia, ho cominciato a dedicarmi a questo circo dal giorno seguente. Giorno in cui però era messo a disposizione Oddworld: New'n'Tasty che già avevo a disposizione su Steam. Oddworld è un platform atipico che nei tempi che furono furoreggiò tanto da meritarsi di arrivare, di remake in reboot, ai giorni nostri. Personalmente non l'ho mai amato perché ho trovato il suo ritmo di gioco un po' troppo frammentato per un platform e allo stesso tempo non ho mai avuto molto feeling con la sua ambientazione. Non riesco a vederci molto oltre, appunto, il suo valore storico.
Finalmente, al terzo giorno, posso far partire il download di The Long Dark. TLD appartiene a un genere che ai tempi in cui giocavo io non esisteva, ovvero quello dei survival, quella serie di giochi in cui la fame uccide più del cacodemone. E' un genere con cui tutt'oggi faccio fatica a interfacciarmi perché, volutamente, ti lascia un po' a te stesso, proprio come farebbe la natura. The Long Dark, rispetto ad altri titoli che ho provato, mostra però alcuni vantaggi, ovvero una vera trama e dei veri obiettivi che non ti lasciano completamente spaesato. Sono morto di stenti in mezz'ora di gioco, naturalmente, ma l'impressione che ne ho ricevuto è che se ne potrebbe uscire, se ci si mettesse il giusto impegno.
Il giorno dopo arriva Defense Grid: The Awakaning, forse il gioco migliore del gruppo. Parliamo di un Tower Defense, una di quelle robe che hanno spopolato nei secoli passati e più recentemente hanno trovato spazio soprattutto sui telefonini. Defense Grid non fa niente per uscire dal suo genere, ma tutto quello che fa lo fa benissimo in termini di strategie proposte e gameplay. E' un gioco divertente senza per questo dover lasciar vincere il giocatore grazie a un bilanciamento molto raffinato. Cura, insomma, quegli aspetti che ormai maggiormente vengono trascurati nei giochi di una certa fascia.
A lui seguono due FPS molto diversi: Alien: Isolation e Metro 2033, due titoli che ai tempi della loro uscita hanno guadagnato l'attenzione di un certo numero di utenti. Gli FPS, soprattutto quelli un po' meno sparacchiosi, sono un genere che ormai non mi ammalia più. Alien non l'ho neanche provato, mentre Metro si propone come un gioco che vuole darti costantemente e incessantemente la sensazione della morte che arriva male ma male. E' una scelta che può anche pagare per un certo tipo di giocatori, ma ha bisogno di un certo impegno per essere apprezzata.
Tropico 5, invece, è un gioco a cui, udite udite, avevo già dedicato alcune ore dopo averlo acquisito su Steam. E' un gestionale con un'atmosfera molto simpatica, che però non mi ha dato niente. Il problema, principalmente, è che non ho mai avuto realmente la sensazione di avere influenza sull'andazzo della partita. Mi sono ritrovato a seguire gli obiettivi come un impiegato di banca, senza prendere reali decisioni. Capirete che dopo un paio di scenari questo mi ha fatto salire una certa noia, che mi ha convinto ad abbandonarlo.
Arriviamo quindi a Inside che ha delle fortissime Another World vibes una roba che se siete delle ultime due o tre generazioni di videogiocatori non so se potete capire. E' un platform atipico in cui l'importante è andare a destra con protagonista un ragazzino che cerca di sfuggire a dei non ben determinati inquietanti personaggi che si dilettano in controllo della mente e altre turpi attività. Il gioco pone di volta in volta nuovi enigmi da risolvere utilizzando l'essenziale sistema di controllo. La stampa lo ha incensato come capolavoro ecc. ecc. opera d'arte ecc. ecc. e sotto molti versi è vero, la cura dei dettagli dell'ambientazione come anche le problematiche che di volta in volta propone, mai uguali, lo rendono un gioco in cui è stato sicuramente infuso del Vero Amore. Purtroppo però quest'idea indie molto moderna di lasciare la trama in sospeso e proporla solo via scenari evocativi è qualcosa che a me provoca un blocco. Dopo la quarantesima schermata in cui siamo andati a destra ho cominciato a provare il vuoto di non avere altro scopo che andare a destra e mi è sembrato che la grandiosità degli scenari, in questo senso, sia buttata via proprio perché non racconta niente di solido.
Darkest Dungeon è uno dei titoli più particolari del mucchio e non l'ho provato, ma mi riprometto di farlo, prima o poi. My Time in Portia invece è il tipico gioco alla Animal Crossing dove devi costruire la tua fattoria e diventare qualcuno in una comunità di personaggi evidentemente sotto l'effetto di pesanti droghe. Anche in questo caso ho avuto un po' di timore di mettermici quindi l'ho evitato. Se però vi manca tutto questo genere, a guardare il trailer, sembra proporre uno schema di gioco molto vario e profondo. Ho deciso di non installare nemmeno Night in the Woods che oltretutto già avevo su itch.io, un gioco che non sono riuscito a capire dai trailer e che in cui un giorno dovrò mettermi, purtroppo però questo giorno non è oggi.
Stranded Deep invece è un altro survival in early access. L'ho installato per noia (tutto questo calendario dell'avvento, lo avrete capito, è dipeso dalla noia), ma subito sono rimasto indispettito da alcuni aspetti ancora un po' troppo early per i miei gusti e quando ho cercato di remare fino alla spiaggia mi sono incagliato. Non credo lo aprirò più.
Solitairica invece è quella cosa brainless che, volendo, potresti giocare senza accorgertene tutta la vita. E' un solitario sotto forma di RPG, con un paio di aspetti rogue. E' un solitario, rimani tutte le volte a chiederti: vinco per fortuna o posso diventare bravo a giocare? però intanto i personaggi di contorno sono simpatici e alla fine la meccanica divertente. Attenzione di non buttarci l'esistenza per sbaglio.
Torchlight II, invece, è un buon anti-stress se stai giocando Pillars of Eternity. E' un hack&slash (la serie nasce come semiclone di Diablo) con una deliziosa grafica fumettosa e animazioni muscolari. ogni tanto lo faccio partire per il piacere di picchiare dei nemici, invece di dover stare sempre decine di minuti a calcolare statistiche solo per infastidirli un po'. E' sicuramente uno dei titoli migliori, per fattura.
Chiude l'offerta Jurassic World: Evolution, il gestionale di Jurassic Park. L'idea mi piace tantissimo, ho letto di alcuni aspetti intriganti, ma, ahimè, a parte questi le recensioni parlano di una realizzazione approssimativa. Forse un giorno gli concederò una possibilità, nella più becera ignoranza. Chi vivrà vedra.
Bene conigli, questo 2021 lo ho voluto aprire parlando di tanti videogiochi, dimostrandovi come oggi si possa passare il tempo anche senza videogiocare davvero, ma ancora col cuore di Veri Videogiocatori. Probabilmente nessuno di questi titoli verrà più aperto ora del mese prossimo, ma non possiamo mai dire, le vide del divertimento elettronico sono tortuose e spesso inconoscibili.
Cymon: testi, storia, site admin“Piango al tecno / io piango al tecno / non sei con me / l'acqua cade al rave”