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serie
996, 26/12/2020 - Cultural Appropriation
996
26 . 12 . 2020

Neon fucsia

Lo spirito di Yule ci sarà ancora ma di sicuro lo vedono in pochi, come i bambini con IT: in genere ci si limita a strafogarsi di panettone alle pere essicate e cioccolato fondente 70% pucciato in crema chantilly con contorno di zenzero candito caramellato, circondati da un salotto accogliente soffuso di una calda luce Norman-Rockwelliana che accentua il contrasto con quello che c'è fuori, con i nuvoloni bassi che corrono veloci spinti da un vento furioso che ci sputa in faccia una pioggia ghiacciata mista alle ultime foglie marce. E nessuno in giro.

Facciamo splendere le lucine a più non posso, fino a rivaleggiare con il Diwali, ma sono lucine vecchia maniera, niente a che fare con i neon fucsia/ciano di Night City.
La settimana scorsa abbiamo cantato un Cantico di Natale per quei miserabili elfi chini a sgobbare sul nostro giocattolo, e noi che gli urliamo dietro crudeli come la padrona del negozio di Last Christmas (2019), che chiama “Elfo!” con una voce carica di disprezzo la sua (incredibilmente) dolcissima e imbranata commessa part-time.
A parte quello, a parte che il gioco è rotto, a parte che la qualità grafica ha un suo prezzo... devo ammettere che Night City è proprio bella. È proprio bello camminare per le strade con le pozzanghere in ray-tracing e i punk conciati in modo molto cyber, ascoltare distrattamente brandelli di conversazioni e pubblicità in giapponese nonostante non siamo in Giappone. È proprio bello spippolare come piccoli grandi maghi del Computer su quelle interfacce disegnate da urlo, veramente una UI bellissima come non ne vedevo dai tempi di, ehm, Death Stranding qualche mese fa.
Cyberpunk 2077 ci risucchia dentro Night City in buona parte grazie alla visuale in prima persona: proprio l'elemento su cui ero più diffidente, ancora scottato dai ricordi di certe mostruosità viste nei vecchi RPG per computer in soggettiva.
E invece funziona. Eccome!
Basta guardare uno dei video promozionali per fugare ogni dubbio: questa è roba forte, non proprio uno spinotto da infilarsi direttamente nel cervello ma quasi, ci stiamo quasi arrivando. Il segreto è muoversi continuamente, infondere ogni scena di un dinamismo straordinario: noi nei panni di V ci stravacchiamo su un divano e ci tuffiamo in piscina e spariamo e montiamo sulle prostitute robotiche e cantiamo su un palco a un concerto gremito e ci giriamo sul cuscino a guardare Judy che ci sorride...
Judy la barista del nostro cuore. Quella che non la dà quasi a nessuno. Ci voleva coraggio, dopo The Witcher e le sue fantasie adolescenziali sul bombarsi qualsiasi donna che respira, a invertire la rotta in questo nuovo gioco e proporre sì dei potenziali obiettivi romantici desiderabilissimi, ma che quasi sempre ti spezzano il cuore. Prendersi le delusioni d'amore (anche) a Night City è la nuova frontiera dell'esperienza videoludica. Oppure chiedete il rimborso anche per questo.

No, no, solo Buoni Sentimenti oggi: e allora voglio lodare anche qualcosa che davvero non mi ero mai sognato di lodare fino a poco tempo fa... il doppiaggio italiano. Non fa schifo! Davvero siamo entrati nel futuro: dopo Death Stranding (ri-ehm) anche quest'altro titolone non ci fa vergognare dell'italico idioma. Finalmente gli editori si sono decisi a mettere in campo professionalità adeguate anche per la nostra misera Itaglietta. Personamente sono sempre riluttante, ma è bellissimo avere l'opzione.
E dunque sul finire del 2020 “il numero degli oggetti fatati al mondo è diminuito di uno”, Cyberpunk 2077 è uscito e si è fatto reale in mezzo a noi. Preferivamo sognarlo, visto come è venuto fuori, ma pazienza: il ragazzo ha talento, dategli tempo.
Se l'avete.

Lo-Rez: arte, storia, web design
26 . 12 . 2020

Al diavolo, auguri

Una volta ogni tot anni penso sia giusto dedicare l'editoriale di natale agli auguri perché non possiamo fare finta che il natale non esista, nemmeno qui. Il natale è tantissime cose (anche l'incoronazione di Carl... ah ah ah, che ridere) ed è anche la festa dei giocattoli e i videogiochi sono anche loro giocattoli. Il natale, a suo modo, è da sempre anche la nostra festa, la nostra festa di nerd cresciuti e inaciditi, ma che ancora proviamo quello strano brivido, quando abbiamo davanti una scatola, è la festa di chi aspetta il corriere da Amazon e poiché ha pagato in un momento sensibilmente differente dalla consegna a suo modo crede che qualcuno gli stia facendo un regalo. Il Natale è liturgia. Nel mondo dei videogiochi, qualunque sia la tua scadenza, puoi sempre trascinarla fino a Natale, ma non puoi mai andare oltre, poco importa se Natale è entro dieci giorni o tra tre mesi. Così puoi avere il tuo 25 Dicembre a parlare della nuova Console War, con tutte le scatole nuove, calde calde, che ti aspettano sotto l'albero, oppure puoi ritrovarti come gli sviluppatori di Cyberpunk. Quando ho parlato di Cyberpunk l'ultima volta ammetto che forse ho un pochino minimizzato la questione, che non era ancora esplosa in tutta la sua clamorosità. I ragazzi della CDProject se la stanno vedendo brutta anche in quei posti invisi al natale, ma sempre importanti come il portafogli. Continuo però a rimanere della mia idea, passata la tempesta il gioco sopravviverà e sopravviverà anche l'azienda, non penso però che nei loro uffici se ne stiano tutti tranquilli sorseggiando caffé davanti ai notiziari che spalano letame su di loro sicuri che tutto finirà per il meglio. Diciamo che, di tanti posti dovrei essere adesso, quegli uffici non mi allettano particolarmente.
Il Natale è videogiochi anche per noi che non giochiamo più, perché alla fine un po' finisci in ferie e allora riesci anche a buttarti in qualche videogioco senza troppi rimorsi di coscienza. Le varie piattaforme di distribuzione di gaming online, poi, visto che sono abituati a fare regali più o meno interessanti tuttto l'anno, qui continuano a farli, ma con un fiocco rosso intorno. Mi sto sacrificando per voi seguendo da vicino i regali della piattaforma Epic. Niente di eclatante, ma titoli che non sono proprio da buttare via. Quando sarà completata l'operazione voglio fare un editoriale a riguardo.
Natale è pure serie TV, ma non nel senso che guardiamo più serie TV, anzi, se devo dire la verità guardandomi intorno non mi sembra di vedere niente di interessante da guardare tranne Expanse, che con questa quinta stagione si è un po' rimesso in carreggiata, però Natale è serie TV perché è da sempre dentro le serie TV. Non importa che tu sia dottore, poliziotto, detective privato supereroe o semplice ragazzina stressata che non riesce a tenersi il fidanzato. A un certo punto dell'anno ti ritroverai con tutti i personaggi intorno ad allestire un enorme albero e sebbene, per il grosso dell'episodio, la continuity della tua storia continuerà a pretendere la tua attenzione, finirai comunque con addosso un orribile maglione pieno di orribili disegni a sorseggiare qualcosa di ridicolmente zuccherato in un atmosfera satura di blooming. Il Natale delle serie TV (tendenzialmente americane) di certo non è il natale che viviamo noi nelle famiglie italiane, probabilmente non è nemmeno esattamente il natale che effettivamente si vive in America, ma a suo modo è comunque un rituale con le sue tradizioni e la sua impronta, solo appartenente a un luogo che forse esiste o forse no. Abbiamo finito persino noi col rispettarlo.
Natale è essere online, recuperare tutti i propri contatti di tutti i propri social e far piovere notifiche ovunque, a volte addirittura tornando a parlare con persone che non si sono sentite per il resto dell'anno. No, non è ipocrita, non bisogna mai sottovalutare l'occasione quando si parla di rapporti umani. A volte sentire una persona che non si sente più da molto tempo solo perché ci arriva un motivo dall'esterno è un buon motivo per sentirla, è un tentativo di rinsaldare una connessione che sarebbe ottuso lasciarci scappare. Anche a quello, forse, serve il Natale.
Natale sono skin di personaggi improbabili vestiti di rosso, sfondi di cellulare con fiocchi di neve, suonerie di sonaglietti, natale sono immagini di renne. L'avete mai vista una renna voi? Da vicino? Sapete quanto è enorme una renna? Ma a voi sembrano animali cucciolosi solo perché, appunto, usate le loro immagini solo a Natale e le avete sempre imbrigliate alla slitta di Babbo Natale. E, mi raccomando, ricordatevi che le renne di Babbo Natale sono sempre felicissime di lavorare per lui, sia mai che qualcuno finisca col dire che le sfrutta.
Lo so che manca ancora qualche mese al compleanno, ma questo è comunque il 19esimo Natale che FTR c'è. Abbiamo dato sempre l'impressione di essere quel tipo di gente online a cui di certe feste non frega niente. Forse è così. Ma magari forse no.

“Now I Have A Machine Gun. Ho Ho Ho”

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