Strip
serie
998, 09/01/2021 - Techwear Zelda
998
09 . 01 . 2021

Yin e Yang

Oggi il lettore astuto noterà qualcosa di diverso dalla solita strip: un'illustrazione un po' così, fine a se stessa, nella tradizione delle pagine “omake” nei manga giapponesi... o almeno credo, perché io questa tradizione la conosco solo attraverso uno dei webcomic nostri progenitori, Megatokyo, che li faceva ogni tanto nella notte dei tempi.
L'abbigliamento tecnico mi ossessiona da un po', e ho pensato che si addicesse particolarmente a Link, l'eroe di Zelda, visto il mestiere che fa: ma questa è un'immagine di Link ben diversa da quello sgorbio nanerottolo che compare nelle nostre strip!

All'alba del nuovo anno, in mezzo a tutto un fiorire di classifiche & bilanci dell'anno passato, anche FTR ha onorato la tradizione di pubblicare il suo almanacco del 2020.
Ne è emerso un grande ottimismo per il futuro radioso verso cui i popoli e le genti tutte sono in cammino! Davvero quest'anno abbiamo avuto tutto: dalle megaproduzioni in stile Cleopatra di Elizabeth Tailor ai giochini piccini ma con tutte le cosine al loro posto, con tanto cuore e talento.
Nell'ultima categoria rientra quello che per molti videogiocatori è stato il gioco più bello dell'anno: Hades. Non ne abbiamo parlato qui nel corso del 2020 perché, dal canto mio, ero troppo abbacinato dalla gloria eterna di Death Stranding per pensare ad altro... ma merita, merita come tutti i precedenti giochi di Supergiant Games.
I precedenti giochi, quelli sì, sono stati nominati ripetutamente su queste colonne, soprattutto in virtù della loro arte straordinaria (ma va'!). E questo Hades non fa eccezione: direzione artistica molto solida, ma anche il ritorno di un doppiaggio fenomenale unito a una sceneggiatura curatissima. Questi due elementi, voci meravigliose e battute scritte benissimo, sono davvero una gioia per le orecchie.
Ogni volta che parla Megera sono brividi che ti sconvolgono fin nelle viscere.
Stavolta, oltretutto, i tizi di Supergiant Games hanno azzeccato anche la giocabilità, e questo Hades è davvero un gioiello perfetto in ogni sua parte. Le corse per fuggire dall'Ade durano una mezz'oretta circa, e inducono dipendenza come le patatine salate e unte. A contorno, il gioco offre numerose occasioni di coltivare relazioni sociali con i pittoreschi personaggi che popolano l'oltretomba e l'Olimpo della mitologia greca, oltre che di addobbare la dimora del Principe e potenziare lui e le sue armi.
La trama accoglie la ciclicità intrinseca nel genere (quello dei rogue-like) e ne fa il suo punto di forza: tutto si ripete sempre uguale ma al tempo stesso tutto cambia, ogni volta in impercettibili dettagli che accumulandosi finiscono per cambiare le vite di questi personaggi, le loro relazioni e loro stessi.

E fin qui siamo stati bravi bambini, elogiando ciò che tutti elogiando. Ma cosa sarebbe FTR senza quel pizzico di perversione da sfigati? Noialtri riusciamo a trovare il modo di restare sfigati irrecuperabili anche ora che la società ha assimilato i videogiochi e i cosiddetti “nerd” sono indistinguibili da tizi qualunque.
E dunque a me piace 13 Sentinels: Aegis Rim. George Kamitami e i suoi Vanillaware sono un'altra casa di videogiochi con una sua personalità inconfondibile, proprio come i Supergiant Games suddetti: basta guardare uno screenshot per riconoscere immediatamente un qualsiasi loro gioco.
Ogni loro gioco è una canzone d'amore a uno specifico sottogenere (super-sfigato ovviamente): e con 13 Sentinels si sono superati, cantando dei liceali piloti di robot giganti.

Infine devo prendere atto che anche nel nuovo anno io e il vicino di colonna qui a fianco continuiamo ad essere come Yin e Yang, la nemesi uno dell'altro. Cymon infatti ha commentato uno per uno tutti i giochi in regalo per le feste sull'Epic Store (sembra il titolo di un video di uno streamer popolare tra gli undicenni).
Ovviamente io ho trovato interessanti tutti i giochi che lui ha saltato a piè pari, e viceversa.
L'unica intersezione tra i nostri insiemi disgiunti è forse Inside. Lo giocai a suo tempo trovandolo molto carino, e credo che valga la pena di investire qualche ora per arrivare in fondo perché gli ultimi 15 minuti sono una BOMBA BOMBA BOMBA!!! Una roba che se fosse stata in un film di Carpenter degli anni '80 oggi saremmo ancora qui a organizzare cineforum.

Lo-Rez: arte, storia, web design
09 . 01 . 2021

Quel certo non so che

Nello spietato mondo degli anime moderni in cui riesci a malapena a vederti una stagione di 24 episodi prima che il progetto fallisca e ti costringa ad andare a vedere come va a finire nel manga, il mondo di A Certain Magical Index è una corazzata che stupisce per longevità e solidità, sebbene la sua notorietà non abbia scavalcato i confini dei semplici appassionati come altri big del settore. Al di là delle light novel da cui ha avuto origine e il conseguente manga, il progetto, visto "at-large" comprende infatti tre serie complete andate in onda tra il 2008 e il 2019, un film, uscito nel 2013 distribuito dalla Warner, uno spin-off, Railgun, praticamente con la stessa dignità della serie originale, che ha avuto a sua volta tre stagioni (2009-2020) e un altro spinoff, Accelerator, che ha avuto, per ora, una sola stagione nel 2019. Parliamo, in sintesi, di un sacco di roba e questo sacco di roba è il motivo per cui non avete avuto receanime per un bel po', perché io me la sono vista tutta.

Lo scenario (parlare di trama sarebbe riduttivo) è il seguente: Academy City è una città piuttosto particolare situata in Giappone, composta unicamente di scuole e, conseguentemente, abituata solo da studenti e insegnanti. Vera e propria città della scienza è anche ricca di laboratori di ricerca avanzate concentrati soprattutto sugli ESP, ovvero coloro che hanno poteri speciali (di qualsiasi genere). Molti degli abitanti (studenti) di Academy City sono ESP e la loro catalogazione si basa su una scala da 1 a 5. I livello 1 praticamente è come se non avessero potere, i livelli 5 invece sono dei semi-dei.
In questo contesto così rigorosamente scientifico si inserisce... la magia! Il protagonista di Index è infatti Touma, un level 0 (senza poteri) che è però dotato di una mano capace di annullare qualsiasi potere. Un bel giorno sul balcone di Touma piomba Index, una ragazzina a cui la chiesa anglicana ha fatto memorizzare 103.000 libri proibiti, rendendola un prezioso strumento nella lotta politica tra istituzioni magiche. Si, nonostante ci troviamo in una città piena di supereroi di stampo scientifico non solo la magia esiste, ma è anche controllata dalle varie chiese sparse per il mondo e legata a doppio filo alla politica delle loro nazioni. Vi sia chiaro, quando parliamo di "controllata dalle varie chiese" prendetela nel modo più creepy possibile, oppure potreste avere scompensi nel trovarvi davanti suore cattoliche 14enni in minigonna armate di alabarda.

Lo schema di Index, quindi, è un po' il caro vecchio rodato schema Lamù. Un personaggio sfigato, ma dal cuore d'oro che si vede piombare in casa una creatura soprannaturale che lo trascinerà nei guai. Guai che però, in questo caso, risultato parecchio seri e vanno da numerosi tentativi di fine del mondo alla Terza Guerra Mondiale.

Non crediate però di poter ignorare gli ESP di Academy City. In particolare Railgun, la level 5 che finirà con l'avere una serie tutta sua, ha vaste capacità di controllare l'elettricità, una cotta per Touma e, tra le altre cose, 10.000 e passa cloni rimasti a piede libero dopo il fallimento di un sanguinoso esperimento. Dal punto di vista "sociale" è un personaggio un po' più completo di Touma, perché la sua forza sta anche nel gruppo di amiche che la sostengono e che spesso fanno deragliare le vicende quasi verso il shojo o il più tenero slice of life, dimenticandosi che la ragazza può abbattere un palazzo lanciando una monetina.

Perché uno dovrebbe guardarsi l'intero corpus di quest'opera così imponente? E' una domanda a cui non ho una risposta precisa, credo che la forza del progetto Certain in tutti i suoi aspetti sia aver acquisito tutte le lezioni degli anime e a suo modo averle reinterpretate creando quasi uno scenario da fumetto americano, con personaggi prodotti in serie e capaci di sostenere storie tutte loro intrecciandosi in una continuity un po' confusionaria, ma divertente. Sembra quasi che gli autori abbiano sì cercato di approfittare del grande impatto mondiale che hanno avuto i film Marvel sul panorama mondiale (come ha fatto anche My Hero Academia), ma l'abbiano anche completamente interiorizzato riscrivendolo da zero "così come dovrebbe essere in un anime". Ecco allora la tipica ambientazione liceale esplodere in una città-liceo ed ecco i superpoteri non hanno più una qualche "sacralità", ma sono affibbiati a studenti che li usano liberamente. Il tutto sotto l'occhio di una società spietatamente cinica, che usa tutti (con predilezione per i tenerosi bambini) come cavie per esperimenti invariabilmente crudeli, volti ad acquisire un potere superiore (usualmente il level 6, che poi si può tranquillamente identificare come potere divino, sia nella classica accezione giapponese di kami, ovvero essere superiore che trascende la realtà, sia in una accezione religiosa a piacere, visto che a un certo punto persino il Papa si mette a lanciare fireball).

Le varie serie poi hanno una varietà, nel ritmo realizzativo, che fa sì che anche attraversando l'intero corpus non vengano a noia. Index nasce con dei piccoli story arch di alcuni episodi che, una volta accumulati abbastanza personaggi, evolvono in story arch collegati l'uno all'altro in un'escalation verso un grande conflitto, un immenso racconto epico, quindi. Railgun parte molto leggera, con numerosi episodi che sembrano quasi i filler di qualcos'altro, delicati slice of life in cui la nostra Mikasa scopre l'amicizia (a volte morbosa) e una certa sicurezza di sé, ma nella seconda stagione, con la riproposizione allargata del suo story arch presente in Index, crea sostanzialmente un'unica storia estremamente cupa e forse la narrazione più bella di tutto il materiale disponibile. In generale, si afferma come serie puramente fantascientifica, in cui i cattivi sono scienziati pazzi e il ritmo, scandito dalle storie del suo intero "team" ha comunque una cadenza meno sincopata. La breve run di Accelerator sfrutta il bellissimo cattivo proposto nelle altre serie, ora semi-convertito al lato buono, ma in realtà, nella sua idea di linea d'azione, ancora malvagio. La storia che affronta è un po' fracassona, ma divertente.

Concludendo tutto ciò che inizia con Certain è "comfort food" anime, potete approcciarlo con la stessa leggerezza con cui potete approcciare un fumetto di supereroi senza troppe pretese introspettive. Vi troverete di tutto, dalle gag scollacciatelle di Touma che invariabilmente entra sempre in stanze piene di ragazzine nude ai più strampalati personaggi magici anime che possano venirvi in mente. Dagli stramaledetti discorsi per redimere il cattivo che Touma non riesce mai a esimersi dal fare allo sviluppo di Railgun che riesce allo stesso tempo a essere un tomboy, una ragazzina ancora infantile e un supereroe, senza che questi aspetti entrino in conflitto, ma anzi facciano godere lo spettatore della ricchezza delle sue varie sfaccettature.

“Is it that you get the power, then you choose to protect someone else? No! We first want to protect someone, that’s why we try to get stronger in the first place.”

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