Il Nuovo Vero e Divino Ultraman
Forse siete di quelli che si accorgono del meteo soltanto nel weekend: in questo caso oggi avrete notato cieli azzurrissimi e un sole implacabile e i fiori bianchi dei pruni... si chiama Primavera, è una cosa che fa la natura di solito in questo periodo.
Un meteo così fa venir voglia anche ai conigli più pigri di uscire a fare un po' di Death Stranding nella Vita Reale™.
Il problema è che, al confronto, la Vita Reale offre solo una pallida imitazione delle sensazioni che ci fa provare il Maestro Kojima: il suo è un gioco inesauribile che incita al pensiero creativo, l'ho finito tutto quanto ma soltanto in questi giorni ho sentito dire che se pisci contro la moto (o tiri una granata di pipì contro il camion), rendi il mezzo repellente ai fantasmi per un po'.
Una alternativa divertente a disintegrare le povere ombre a colpi di gavettoni al sangue, proiettili al sangue, o coltellino magico.
Nel frattempo anche Cymon ci sta facendo la cronaca delle sue scarpinate solitarie, e ci tiene a sottolineare di essere un Ingegnere d'Acciaio tutto d'un pezzo che invece di rilassarsi alle terme con Mama pensa solo a costruire strade e ponti.
Tutto questo parlare di fluidi corporei (?!) mi fa tornare alla mente due dei film più impressionanti dell'annata cinematografica appena trascorsa: Blonde (di cui abbiamo già detto tanto) e Babylon.
Vomito, piscio, sangue, saliva, lacrime: entrambi questi titoli non si tirano indietro davanti a nulla (il secondo poi va anche oltre).
Qualche settimana fa ho stilato una mia classifica dei film migliori dell'ultimo anno. Ma a quell'elenco devo aggiungere un'altra opera che ha coronato la mia annata cinematografica. Un film che: a) è tanto più incredibile quanto più ci lasciamo cogliere di sorpresa, e b) sì, è dotato anch'essa di Signor(ina) Orientale dai Capelli Corvini™, che ci offre una interpretazione, ehm... gigantesca (!), in un certo momento del film.
Shin Ultraman.
Un film girato in un modo che non si direbbe possibile, e poteva riuscirci solo un giapponese completamente pazzo.
Un film sul rapporto tra l'umano e il divino, tutto esposizione, tutto struttura e niente cuore: perfetto così.
Tenacia nerd
La prima volta che parlai su questa colonna di Gunslinger Girls era il 2005, ai tempi ero così ingenuo da fare receditoriali senza neanche finire gli anime che stavo guardando. Gunslinger girls non poteva non attirarmi, trattasi di anime in cui delle preadolescenti che hanno subito vicende terribili che le hanno portate in fin di vita vengono letteralmente usate per essere trasformate in cyborg killer da un'organizzazione governativa italiana dedita alla lotta al terrorismo secessionista della lega Nord (questa cosa continua a divertirmi a dirla da 18 anni).
Ai tempi non ero ancora il dotto esegeta che sono ora (leggasi "non mi atteggiavo a...") però a istinto già sapevo davanti a cosa mi trovavo. Non è un caso se, nel 2011 in proposito di Madoka Magica, tirai fuori quel titolo per un ardito parallelo. Mi era già evidente che Gunslinger Girls era un anime di Maghette (secondo i risultati di Brandeburgo di cui parlavo settimana scorsa) tra i più ben fatti, per l'epoca, carico di quella disillusione ai tempi innovativa, ma oggi terreno comune su cui lavorano diversi autori.
E' il 2013 quando poi faccio uno di quei salti che rappresentano un atto d'amore non comune e mi prendo l'intera serie di manga. La serie però è una di quelle sfortunate edizioni che a volte capitano qua nel bel paese, infatti si interrompeva al 10 volume dei 15 effettivamente esistenti. Per un po' mi illudo che la pubblicazione andrà avanti, ma questo non accade. Non essendo un assiduo frequentatore di fumetterie né un reale lettore di manga man mano che il tempo passa perdo di vista le fortune delle ragazzine killer, in un certo senso, si può ben dire che mi arrendo, questo fino a quando, estate scorsa, non mi sono imbattuto in un'edizione più recente e completa della saga. Senza la minima esitazione ho acquistato i cinque numeri mancanti, facendo impazzire i più ossessivo-compulsivi di voi componendo una serie centauro mezza in una maniera e mezza nell'altra, dopodiché, per ovvie ragioni, intraprendo la lettura dall'inizio, con i miei ritmi che sono molto miei ovvero sono lenti, con un vezzo da sommelier che, a sua volta, potrebbe farvi venire il nervoso se non fosse che sono solo fatti miei. La grande cavalcata lungo i quindici volumi (intramezzata da altre cose che un giorno vi dirò) si è conclusa un paio di settimane fa. Un'avventura di lettore che è stata una vera e propria epopea, allietata dalla bellisima opening dell'anime e anche insaporita dalle riflessioni che si possono fare su come la non-Italia rappresentata sia cambiata in questi quasi vent'anni e come certi bonari cartelli inneggianti al federalismo in quel fumetto siano cartelli oggi reali e come le recrudescenze che nel racconto portano poi certe idee a degenerare in violenza in realtà non fossero (e non sono) così distanti dalla realtà.
Ha meritato tutto questo travaglio Gunslinger Girls? Sapete, io dei manga sono sempre un po' sospettoso. Trovo spesso l'arte disegnata giapponese un po' confusa e anche il modo in cui è portata avanti la narrazione farraginosa. Non di rado trovo che la rielaborazione in anime di certe opere le migliori, leghi meglio gli eventi e li renda più chiari. La verità dei fatti è che nei primi volumi di Gunslinger Girls il tratto dà qualche problema, con dei personaggi che sono facilmente confondibili, con quei nomi pseudoitaliani che italiani non sono e che non hanno avuto nemmeno il coraggio di italianizzare nell'adattamento (tra Giuse e Gioseffo mi sembrava semplice la soluzione, eh), anche con quei baloon tutti loro che sembrano fatti apposta per ingannare. GG in particolare, poi, è in gran parte una storia procedurale in cui di volta in volta una o più ragazzine vengono coinvolte in un caso che le porta a un'indagine e poi, usualmente, a compiere un massacro con delle mitragliatrici. Per quanto il quadro politico sia potente non parliamo di una storia che si sostiene su un grande intrigo, anche i cattivi vengono tirati fuori dal cappello funzionalmente alle vicende, senza andare a dipingerne uno (se non Dante, sul finale, che però è un vero e proprio agente del caos) che si elevi fino alla qualità di nobile mastermind.
Per uno scherzo del destino, però, sono proprio i cinque volumi che a lungo non ho potuto leggere a ribaltare queste considerazioni. Perché Gunsling Girls non è tutto qui e la sua devastante crudeltà (che comunque vedrete profusa per tutta l'opera) ha un senso profondo, è un nodo di dolore sotteso alla battaglia o forse è un nodo di dolore che è il senso stesso della battaglia, anche quando la battaglia, nel suo degenerare diventa assurda.
Non possiamo parlare di una storia di manipolazione. Il cinismo che in Gunslinger Girls porta l'ente del benessere sociale a sfruttare delle bambine è di un grado ben più elevato perché quello che manipola è direttamente la carne, con un distacco quasi psicopatico che viene solo in parte calmierato dalla psicologia delle bambine stesse, alterata per non provare paura e non provare dolore (ma tristezza, quella si). Questa manipolazione, alla fine, è il patto faustiano che condanna tutti i protagonisti, qualsiasi sia il loro grado di coinvolgimento e qualsiasi sia il loro grado di senso di colpa e prima ancora che ci pensi la trama a punirli arriva a punirli il lettore, smettendo di concordare con la loro azione, anche mentre monta sempre più terribile e mostruoso il male che combattono. Il bello di Gunslinger Girls è che lui sì è devastante, come cercavamo in Lycoris Recoil, è fatto apposta per mettere a disagio. E questo disagio è l'impalcatura che sostiene tutto, quel rapporto di amore morboso e disperato tra fratelli e bambine che non è amore né da un lato né dall'altro, ma è allo stesso senso amore (ed è proprio finire l'opera a farlo capire) perché solo amore e odio possono nascere dalla disperazione.
Dicono che l'Età d'oro delle serie TV ha realizzato molti sogni nerd, ma naturalmente non è vero. Ci ha provato, goffamente, ogni tanto, ma non ha ottenuto granché. Stavo rileggendo Gunslinger Girls mentre guardavo The Bad Guy, serie italiana prodotta da Amazon sulla mafia, con un taglio un po' più stralunato di quello che di solito siamo abituati a vedere. Questa giustapposizione mi ha fatto pensare a quale opera terribilmente coraggiosa sarebbe una serie TV italiana tratta da questa storia, con le ragazzine veramente ragazzine (come usiamo fare nelle serie noi italiani), quel velato pietismo pedagogico da cui non ci possiamo esimere che viene subdolamente avvelenato dal meccanismo stesso della storia fino a sconvolgere tutti, scandalizzare tutti, disgustare tutti. Ovvio, nessuno sarà mai folle da intraprendere un'impresa del genere, né io sono qui che l'aspetto. Però pensate a quante strade non prendiamo tutt'oggi, che siamo convinti di poter fare qualsiasi cosa, eppure sarebbero lì da intraprendere. Certo, non le prendiamo perché ci metterebbero a disagio, non le prendiamo perché non vogliamo sentirci a disagio. Eppure il disagio è quella condizione in cui realmente riusciamo a capire cosa non va in noi e nel mondo che ci circonda.
Cymon: testi, storia, site admin“Without a premonition / Could you tell me where we stand? / I'd hate to lose this light / Before we land / And when I feel like I can feel once again / Let me stay a while / Soak it in a while / If we can hold on we can fix what is wrong / Buy a little time / For this head of mine / Haven for us / Before we let euphoria”