Strip
serie
1165, 25/05/2024 - Serengeti
1165
25 . 05 . 2024

Il crepuscolo degli dei

La primavera fa i capricci. Porta pioggia, ma noi oramai vogliamo solo prati assolati come in Tutti Insieme Appassionatamente.
Ci sono prati assolati e contadinelle austriache col grembiule ricamato anche in Little Goody Two Shoes, il giochetto di cui parlavamo poco tempo fa. Un gioco assai perverso, che continua a ipnotizzarmi con le sue trame sinistre.

Come Heidi, se in ogni capretta si nascondesse il Demonio.

Sfuggire ai crescenti sospetti del villaggio, procurarsi le bizzarre offerte sataniche, gestire ben tre diversi potenziali interessi romantici lesbici, il tutto come orfanelle povere in canna che devono sgobbare per procurarsi i pretzel e i lebkuchen di cui vivere (i mestieri sono minigiochi arcade pixellosi)... è un gioco che mette addosso l'ansia come in un survival horror, e non aiuta che le parti più d'azione abbiano controlli imprecisi e assai frustranti.
Ma poi l'arte è meravigliosa, le scene d'intermezzo in stile anime sembrano sigle di cartoni animati degli anni '80, e le musiche sono memorabili. Little Goody Two Shoes è un gioco imperfetto fatto con tanto cuore e dipinto in ogni suo scorcio fiabesco con amorevole cura: tutto sommato una bella favola.

Voglio dedicare ancora spazio qui ai giochi con un cuore: sono l'antidoto migliore al vuoto di tanti altri giochi che invece sono come Assassin's Creed: Quello Con i Ninja. La Natura, si dice, ha orrore del vuoto: sarà per questo che troviamo tanto repellente il filmato promozionale di quel gioco, come dicevamo settimana scorsa.
Un vuoto di emozioni, ma innanzitutto un vuoto artistico. Ma come mai mi fa tanta rabbia? E allo smalto dei denti poi chi ci pensa, con tutti questi rigurgiti acidi...?
Mi fa rabbia perché a pochi giorni di distanza siamo stati tutti testimoni che un altro modo di intendere il videogioco è possibile. Il gioco come opera piuttosto che come prodotto: è tanto semplice!
E stavolta non mi riferisco ai poveri piccoli indie, che sono lì e lo sappiamo. Ci sono anche certi Gioconi Grossi che nonostante le dimensioni sono riusciti a custodire una scintilla di Grazia: come Elden Ring.
Anzi, di più: l'espansione di Elden Ring. Tre minuti di visioni agghiaccianti, allestite da una mano sontuosa che per composizione e gusto metafisico ricorda i quadri di Hieronymus Bosch o di Beksinsky. Non servono parole, né narrazione per raccontare il mondo di Elden Ring: sono sufficienti pochi quadri appena animati per evocare interi mondi, cosmologie e miti.
Abbiamo già detto a suo tempo quanto Elden Ring riesca ad essere mitopoietico pur nel suo ermetismo estremo. Un'opera chiusa in un mutismo ostinato, che nonostante le analisi congiunte di oltre venti milioni di giocatori non ha svelato nulla o quasi dei suoi segreti. Eppure è un'opera dal respiro vastissimo, che ha toccato nel profondo dell'anima tanti di quei giocatori pur facendo a meno di una narrazione tradizionale.
E così questo “DLC” si apre con una figura enigmatica che dovrebbe essere Marika (ma c'è chi dubita perfino di questo), raffigurata a piedi nudi (e-ehm!) mentre estrae a forza la Grazia (HA!) da cui scaturisce l'Ordine Aureo, e intorno si ergono schiere di corpi contorti a formare la corteccia dell'Albero Madre... un mito della creazione, questo lo avvertiamo a sensazione anche senza capirci nulla.
Così si fa un trailer promozionale. Del nuovo antagonista, Messmer, conosciamo soltanto il nome: non ha detto una parola, non sappiamo cos'abbia fatto davvero o quali siano le sue intenzioni... e non lo sapremo mai per intero; però ha avuto nondimeno una presentazione potentissima, che ha toccato le corde ancestrali del nostro animo. Lo odiamo già tantissimo, e già pregustiamo con masochistico piacere le centinaia di sconfitte che ci infliggerà prima che riusciamo a prevalere.
(Non io, che non lo giocherò, ma insomma mi sto immedesimando.)

Un trailer così, si capisce che è stato fatto da esseri umani.
Cosa rara, di questi tempi.

Lo-Rez: arte, storia, web design
25 . 05 . 2024

Google è rotto

L'altro giorno stavo facendo una ricerca su google un po' particolare, non perché cercassi qualcosa di strano, ma perché stavo cercando qualcosa di preciso. Ve la riporto per la scienza, non è né importante né interessante sapere perché la facevo. Cercavo "gite in barca sul Po in epoca fascista", volevo insomma sapere come era il turismo fluviale quando c'era Lui. Non volevo informazioni generiche sul fascismo, sul Po o sulle gite in barca, volevo quella cosa lì.
Innanzitutto sappiamo tutti che Google ignora le keyword a cui non sa rispondere, un'assurdità commerciale che è già la rovina del concetto di motore di ricerca. La prima paginata di risultati quindi riguarda gite in barca, per la precisione pubblicità di gite in barca. In alcuni casi, non tutti, parliamo di gite in barca in Italia, ma in generale la prima cosa che Google vuole è vendermi qualcosa, qualcosa di vagamente attinente a quello che sto cercando. Ok, i primi risultati sono tutt'oggi evidenziati come sponsorizzati, ma i risultati non si fermano lì. Il web, che Google stessa tutt'oggi dichiara essere la summa della conoscenza umana e un luogo dove apprendere, è un suk in cui tutti vogliono i tuoi soldi, anche se in realtà stai cercando di andare a studiare i geroglifici della tomba del faraone.
Cerchiamo di saltare il piccolo spazio pubblicità ed ecco che Google decide, di volta in volta, cosa mostrarmi: eccoti delle pagine sul fascismo, piacciono a tutti le pagine sul fascismo. Eccoti delle pagine sul Po, tutte rigorosamente riguardanti eventi degli anni più recenti. Eccoti di nuovo delle pagine su gite in barca.
Direte voi: hai chiesto qualcosa di particolare. Vero. Però una volta mi sarei accontentato di scoprire in che pagine le parole "fascimo" "gita in barca" e magari "Po" o "fium" si trovassero tutte assieme. Vista la vastità (presunta) dell'internet sicuramente in qualche pagina devono esserci questi termini, vista la loro eterogeneità comunque, con la ricerca che ho fatto, sarei stato curioso di vedere il loro contenuto. Bene, di queste pagine non c'è traccia e in un certo senso la paura è che non è che Google non me le volesse restituire, ma che proprio non le abbia trovate.
Internet si sta restringendo, una volta la gente costruiva contenuti perché gli andava e li metteva nei posti più improbabili, google li indicizzava e li teneva lì. Gente improbabile che scrive cose improbabili. Il signor Trinchetto Luciano avrebbe potuto letteralmente vivere in un battello fluviale degli anni 20 e decidere di mostrarlo al mondo in dieci foto fatte male su un sito internet. Quel risultato sarebbe uscito dalla mia ricerca e, a suo modo sarebbe stato interessante. Oggi il signor Trinchetto Luciano condividerebbe le stesse foto su un social che a sua volta non pensa di dover condividere le informazioni, quindi queste andrebbero mal indicizzate da qualche parte e irrecuperabili. Intanto, il sito da lui fatto vent'anni fa avrebbe ora chiuso senza suo interesse così da impedire di raggiungere quei dati che, sempre vent'anni fa, ci dissero sarebbero stati disponibili per sempre.

Ok, Google fa fatica a correlare le informazioni che gli ho fornito e non c'è più quella grande nuvola di parole che fa sì il dato emerga da solo. Sapete cosa c'è? La soluzione a questo problema è proprio lei, l'intelligenza artificiale che tanto perculiamo. L'unione di queste informazioni è semantica ed è esattamente questo tipo di analisi quello che gli LLM come vengono detti può favorire. Prendo allora un elenco di motori di ricerca guidati dall'IA e gli chiedo spavaldamente informazioni su quello che cerco. Secondo voi le ho trovate?
Ok, per quello che ho chiesto io la tecnologia forse non è ancora arrivata, ma quello che irrita è l'arroganza con cui ti viene proposta. I risultati, per la maggior parte, sono gli stessi di google ovvero dei siti per fare viaggi fluviali. Nessuna IA riesce a capire che se chiedo qualcosa in periodo fascista farmi trovare risultati con data 2023 o 2024 non ha molto senso e mettersi a parlare del fascimo in generale ti fa sembrare proprio come lo scolaretto delle medie che non ha studiato. L'apoteosi è l'IA che mi racconta di due "piccole compagnie fluviali" che durante il fascimo si opposero al regime. Due aziende a conduzione famigliare dai grandi trascorsi partigiani. Salvo che le due aziende sono in verità compagnie internazionali, entrambe fondate non prima degli anni 70.
L'unica IA ONESTA, udite udite, è quella che mi dice di non avere abbastanza dati per rispondere alla domanda.

Il modo in cui accediamo ai dati dell'internet è una delle basi di come viviamo l'internet stessa. Siamo passati attraverso varie fasi e forse si, la golden age è stata proprio la prima stagione di Google, dove ricevevamo l'esperienza che ho descritto sopra. Ormai questo sistema si è dissolto tacitamente senza che ce ne importasse granché e non è stato sostituito da nulla. L'IA potrebbe essere il prossimo step, ma ormai potrebbero non esserci più informazioni interessanti da recuperare e allo stesso tempo anche quest'ultima non sembra interessata a ottimizzare i campi dove veramente avrebbe uso. FTR è un luogo dove siamo abituati a descrivere la decadenza della società, in grande e in piccolo. Questa decadenza secondo me è piuttosto rilevante perché è un po' il tramonto del sogno della conoscenza illimitata e condivisa. I contenuti dell'internet sono sempre meno preziosi e sempre meno rintracciabili, voi potete dire che c'è sempre wikipedia, ma wikipedia è una fonte con un taglio e i suoi problemi interni, non è quella sfaccettatura di soluzioni che l'internet era una volta. Abbiamo già, da tempo, perso qualcosa. Qualcosa che avevamo guadagnato, in realtà, in tempi abbastanza recenti. Eppure quello che più mi da fastidio è che sembra che non sia successo.

“Yo soy una mujer real / (Zorra, zorra, zorra) / Y si me pongo visceral / (Zorra, zorra, zorra) / De zorra pasaré a chacal / Te habrás metido en un zarzal / Soy una zorra de postal / Estoy en un buen momento / Solo era cuestión de tiempo / Voy a salir a la calle a gritar lo que siento / A los cuatro vientos”

Cymon: testi, storia, site admin