Strip
serie
1138, 18/11/2023 - Il cavo POXI
1138
18 . 11 . 2023

Melonpan e highball

Di ritorno dal paese dove non esistono i cestini dei rifiuti per le strade, dove i videogiochi si chiamano “TV Games” e comunque esistono solo Nintendo e i giochini per cellulare, dove “il treno di Hello Kitty” non è un giocattolo ma un servizio reale e concreto che collega aeroporti e stazioni, mi sto esponendo al sole per riparare il mio ritmo circadiano interrotto.

Non vuol dir molto, che sono tornato: come mi rammaricavo le volte scorse, questa rete internazionale di computer ha annullato tempi e distanze, e non c'è più posto per i romantici ottocenteschi come me che vorrebbero vergare missive e dispacci con penna e calamaio.
Ma di sicuro vuol dire qualcosa per me, posso assicurare. Stavolta la sensazione di straniamento è stata doppia perché mi sono ritrovato quasi per caso a percorrere esattamente la stessa identica strada riprodotta in Yakuza Like A Dragon: quella che credevo fosse solo una licenza artistica molto pittoresca si è invece disvelata ai miei occhi increduli, reale e concreta, fin nel dettaglio delle onnipresenti insegne col granchio rosso, e dei tizi sul ponte vestiti con strani costumi.
La realtà supera la fantasia. E già la fantasia non si era affatto contenuta, bisogna dire.

La missione del mio Viaggio™ somigliava molto alle premesse di The Hunger Games, se non proprio di Battle Royale (2000), meno il dettaglio dei combattimenti all'ultimo sangue. (Le donne letali in completo da marinaretta e zaino di Pompompurin invece c'erano.)
Ma di questo ovviamente non ci occuperemo qui.

Qui invece ci occuperemo di videogiochi, perché al mio rientro nel flusso delle notizie quotidiane sono stato assalito dalle violente polemiche sorte intorno alle nomine per i Game Awards 2023.
In particolare c'è tutto un dibattito molto interessante sulla definizione di giochi indie... No, sto scherzando, non me ne frega nulla. C'è di mezzo Dave The Diver, sempre lui, il mio gioco dell'estate e a quanto pare anche quello di molti giornalisti che hanno votato queste nomine.
No, se proprio devo farmi il sangue cattivo appena tornato, e svegliarmi insonne a leggere la gente che si urla addosso, allora preferisco scagliarmi anch'io contro la nomina di Spider-Man 2 a gioco dell'anno. Abbiamo già parlato l'anno scorso di come queste votazioni siano lo specchio impietoso e deprimente del giornalismo videoludico. Sono l'immagine plastica di un'industria incapace di giudicare se stessa.
Se Spider-Man 2 è un gioco dell'anno 2023, significa che la critica ha abdicato al suo ruolo, e si accontenta di puntare col ditino pacioccoso il giocazzo del momento. Del resto, il formato stesso di questi “Oscar Videoludici” (ha! lo dico solo per farvi imbestialire) è nebuloso: si suppone che il gioco dell'anno debba essere un gran successo di pubblico? Oppure ce ne freghiamo del pubblico, visto che i voti li dà la critica? Chi lo sa! Ma soprattutto, chissenefrega! A quanto pare, per votare questi titoli non occorre avere una mente pensante.

Basta così, non posso arrabbiarmi che poi devo prendere la melatonina per tener lontani i lupi inquieti del jet lag.
Un po' mi mancano il melonpan e gli highball, e anche il brivido esistenziale di trovarsi soli dall'altra parte del mondo, sperduti dentro una delle strutture architettoniche più complesse mai realizzate dal genere umano (lo dicono i professori), con Hello Kitty come unica guida.

Lo-Rez: arte, storia, web design
18 . 11 . 2023

Se non sai andare lontano

Quando alcune settimane fa scrissi dell'insinuante ascesa degli handheld o ibridi nel mondo del videoludo casalingo pensai che stavo solo riportando una curiosità, una nota di colore. Il susseguirsi delle notizie di questi giorni, invece, mi fa pensare che il crepuscolo della console tradizionale sia sempre più vicino e, in fondo, avremmo anche potuto accorgersene.

Playstation, per esempio, ha deciso di coprirsi di ridicolo commercializzando Playstation Portal e la sua utenza, ancor più buffona, ha deciso di far continuare il circo comprandolo in massa. Playstation Portal è un oggetto che ti permette di giocare in remoto (nel senso tenendolo in mano) con la tua Playstation, costa insomma come una console, ma è poco più di un controller. Gli articoli pià accondiscendenti nei confronti di Sony parlano di profondi studi di usabilità e dei comportamenti dei videogiocatori intrecciati con un susseguirsi di colpi di genio che avrebbero portato alla sua creazione. No, la verità è che Playstation ha scoperto che Nintendo Switch aveva ragione, ma è riuscita a correre ai ripari solo a posteriori.
Che cos'è, Playstation Portal, se non la possibilità di trasformare la tua console casalinga in una Switch? Una Switch può stare sul suo stand collegata al tuo grosso TV oppure può essere sganciata da quello e usata soltanto rannicchiati nel proprio letto. E' esattamente quello che fa Playstation Portal. Si, direte voi, ma con la potenza di calcolo Playstation. Si, rispondo io, con il prezzo di una Playstation a cui dovete aggiungere al buio 200 euro.

Non bastasse questo Steam ha lanciato il Deck OLED più o meno nello stesso periodo. Questa cosa dell'OLED sembra, a detta di Steam, un gamechanger ed è una cosa su cui sono tutti d'accordo. Cioè, quando Nintendo annunciò la Switch OLED tutti pensarono che fosse un upgrade un po' floscio per la console, ma cosa volete, nel frattempo deve essere cambiato qualcosa nell'umidità dell'aria.

Non vorrei sembrarvi, usando un termine un po' vecchio, un nintendaro, uno che si crogiola nell'adorazione della grande N e crede che la sua parola sia Verbo. Come sapete io mi sono sempre ritenuto un PCista, figlio della MASTER RACE, il fatto che abbia un 3DS è solo accessorio anche perché è a prendere polvere da anni. Mi sembra però che in questo caso si tratti di dare a Cesare quel che è di Cesare. Nintendo da anni sa di non poter rincorrere il mercato sul fronte della potenza di calcolo, le sue ultime tre console sono state tutte dei salti nel buio di design. Ha centrato il bersaglio due volte su tre e non solo per successi di vendita, ma anche per queste piccole cose per cui hanno costretto gli altri attori del settore a cambiare il loro modo di pensare. Non è oggettivamente meglio degli altri perché in termini di resa visiva e quant'altro i suoi limiti si sentono molto spesso, il caso più recente quello di Hogwarts Legacy, ma sicuramente non ha degli idioti a fare i progettisti.

Adesso che questa rivoluzione della console in mano sembra ormai qualcosa di concreto, come da tradizione, a posteriori, possiamo chiederci perché le cose vadano in questa direzione e, come da tradizione, riflettendoci, la vera domanda è perché non ce ne siamo accorti prima.
Considerando quello che nominalmente dovrebbe essere il mercato target dei videogiocatori, ovvero i giovani e i giovanissimi, la soluzione della console in mano è quello che aspettavano da anni. Intanto ormai non è così banale che un ragazzino abbia a disposizione una televisione. E' tramontata l'epoca di chi aveva una televisione in ogni stanza e se c'è un qualche adulto in casa è molto probabile che sia lui a occuparla, seduto davanti al divano a guardare film e sport. Questo è vero dalla notte dei tempi, ma intanto abbiamo anche abituato le nuove generazioni a tenere in mano il loro schermo di riferimento. Anche quando ero giovane io, sebbene il problema della TV esistesse e fosse serio, mai avrei creduto di poter avere la stessa esperienza di gioco tenendo in mano la console. I giovani d'oggi, invece, fanno tutto con uno schermo in mano. Hanno abdicato al possesso di un PC per passare al tablet e su questo tablet non solo fanno tutte le navigazioni informatiche che vogliono, ma ci guardano anche i loro serial di dubbio gusto di Netflix. Come per me, ragazzino degli anni 80, lo schermo era imprescindibilmente quello della televisione così per loro lo schermo è quello del tablet. Da lì ad arrivare a una Steam Deck, a pretendente un Playstation Portal o a decidersi di farsi la Switch il passo è più che breve.
Quindi la maestosità della grafica fotorealistica e spettacolare che ci promette l'attuale generazione videoludica dovrebbe mortificarsi negli otto pollici così come avviene col grande cinema guardato con lo schermo in grembo mentre si è a letto? I cultori della visione perfetta ci dicono che uno schermo otto pollici a poche decine di centimetri dal naso dà lo stesso risultato di uno schermo da 60 a qualche metro, anzi, lo schermo di 60 non solo dovete comprarlo, ma dovete anche metterlo in una stanza adatta, mentre di un paio di ginocchia su cui poggiare il tablet siamo dotati più o meno tutti.

La televisione è condannata a scomparire dalle nostre case. E' un oggetto goffo e ingombrante. Non la faremo scomparire noi delle vecchie generazioni perché proviamo un pigro piacere a scioglierci su un divano sotto la benevola luce azzurrina di un episodio di Colombo, ma il cambiamento sembra inevitabile e procede a grandi passi. Considerando tutto ci sono cambiamenti peggiori.

“Mai le dirò (le dirò, le dirò, le dirò) / Che muoio per lei, no (le dirò, le dirò, le dirò) / La tratterò male (le dirò, le dirò, le dirò) / E mi amerà”

Cymon: testi, storia, site admin