Cronache del ghiaccio e del fuoco
Cieli azzurri e tanto sole, non ci avrete! La Natura ci chiama, ma noi inseguiamo la Grazia.
E perfino oggi, a fatica, troveremo un momento per fare quello che soltanto noialtri due autori in tutto il mondo possiamo fare: una nuova puntata di FTR. Non è molto, ma è qualcosa.
Il Direttore nella strip di oggi sembra aver colto in pieno lo spirito del nuovo Diablo IV, che ha abbandonato gli arcobaleni e i nonni gentili del III per ritornare allo stile truculento e incattivito dei primi due: per la cronaca, ricordo di aver stretto tra le manine pacioccose e un po' sudate la scatola di cartoncino lucido di Diablo II, proprio in questo giorno, mille anni fa. Ne ammiravo i bassorilievi sulla copertina, ma non era quello a farmelo sembrare un oggetto tanto prezioso... la riverenza che mi incuteva quel teschio rosso proteso tra le tenebre era tutta nel gioco, e nel passaparola che lo aveva ingigantito a proporzioni colossali, mitologiche. Una tradizione orale diffusa tra i bimbetti di allora, per lo più scollegati dalla grande rete: eravamo una sparsa dinastia di solitari uniti da legami più sanguigni di un cuoricino su Instagram.
La scorsa volta ho celebrato, per quanto mi è stato possibile, la nascita del nuovo rampollo di casa Final Fantasy, il decimosesto del suo nome.
Sì, lo so, sono stato un po' freddino, e questo Giovane in Fiamme col gilé di cuoio aperto sul petto villoso ancora fatica a rapirmi il cuore e portarmi via per sempre. Ma il gioco è solido e turgido, e ha la forza in certi frangenti di elevarsi fino alle vette sublimi che solo Final Fantasy può raggiungere.
Dire se abbia conquistato il suo popolo è, curiosamente in questa epoca di statistiche istantanee, molto difficile. Si tratta dell'esclusiva PS5 che ha venduto di più finora, ma al tempo stesso i numeri assoluti sono inferiori a quelli di altri grandi trionfi di pubblico... e dunque dobbiamo constatare con amarezza che l'esclusività ha danneggiato il gioco, precludendogli quel plebiscito che si meritava.
Si sa, le esclusive sono una crudeltà insensata.
Le esclusive sono una violenza inutile contro i poveri teneri videogiocatori, che non aspettano altro che di poter tenere tra le mani il nuovo nato di Final Fantasy e cullarlo dolcemente, fregandosene delle manovre di potere dell'Industria.
Sony è, naturalmente, la principale colpevole: la possiede un hybris da casa cinematografica d'altri tempi, che la porta a inseguire il Colossal a tutti i costi, come Cleopatra (1963). Nella grande sfida giudiziaria di cui ce ne frega una cippa, e di cui spero di non parlare mai, sono emersi oggi dei numerelli molto interessanti sui costi di sviluppo, sui tempi e sulle persone che servono per fare un The Last Of 2, un Horizon Forbidden West.
Sono numeri impressionanti, ma molto simili alle stime che circolavano da tempo; sono numeri che impongono vendite stratosferiche, pena il fallimento. Per questo anche di fronte ai milioni di Final Fantasy XVI c'è sempre trepidazione, c'è il terrore sotterraneo di non farcela più a sostenere questo modello commerciale... o forse no: dopotutto Elden Ring e Harry Potter hanno venduto 40 milioni in due, alla faccia di chi profetizzava che il futuro dell'industria appartiene solo ai Giochi Multiplayer come Servizi.
Ma fa caldo, il sole batte e noialtri qui siamo solo piccoli coniglietti batuffolosi: non veniteci a chiedere di questioni difficili, che i numeri ci fanno girare la testolina.
Mi sento solo di aggiungere una considerazione su Nintendo, che sarà pure una fortezza impenetrabile di asceti millenari, ma è comunque della partita. Il nuovo Zelda ci ha mostrato cosa può essere il videogioco moderno quando non è gravato dall'onere di una grafica fotorealistica in alta risoluzione. Intanto costa molto meno, o perlomeno libera vastissime risorse per fare altro, e andare in pari è molto più abbordabile. E quegli anni-uomo che risparmi puoi dedicarli, in parte, a fare un bel gioco...! Chi l'avrebbe detto? Puoi ad esempio infondere i tuoi modesti goblin con un'Intelligenza Artificiale sorprendente, che ti fa quasi sentire in colpa quando li riempi di mazzate, ma proprio una roba dell'altro mondo, che non s'è mai vista negli altri Grandi Giocazzi Popolari.
E così puoi persino permetterti di fare un gioco che funziona per davvero senza rompersi subito, un gioco fatto e finito come si faceva una volta.
Oh cieli, come stiamo invecchiando!
Lo-Rez: arte, storia, web design“Scrivimi un messaggio /
Se la notte è scura /
Se hai paura”
Il vecchio nuovo west
Trigun è un anime del 1998. Per quello che riguarda la storia degli anime in Italia appartiene a quella che possiamo chiamare l'MTV era, ovvero quel periodo di passaggio in cui la maggior parte del materiale giapponese importante smise di passare da Mediaset (e dalle televisioni locali) e approdò invece sull'allora giovane network allora dedito alla musica e alla gente giovane. Fu probabilmente il momento in cui tutti prendemmo coscienza che gli anime era un po' più di prodotti riempitivi per bambini per il pomeriggio, ma una galassia creativa piena di sfumature. Fu forse anche il momento in cui la smettemmo di chiamarli cartoni animati e decidemmo di chiamarli anime.
Non guardai Trigun all'epoca, ai tempi guardare anime era impegnativo (trovare la serata in cui lo facevano, tenersi liberi, trovare una televisione dove non ci fossero già i tuoi genitori) e il progetto non mi affascinava particolarmente, lo saltai senza grande rammarico e pazienza. Da allora sono successe una tale infinità di cose che è anche difficile oggi ragionare sulla possibilità di recuperarlo.
Trigun Stampede è stato invece uno degli anime principali di questo 2023. E' ufficialmente un reboot della vicenda originale che viene riletta con alcune modifiche sostanziali e, soprattutto, una tecnica realizzativa tutta nuova. Per chi non conosce né l'uno né l'altro la trama è piuttosto semplice: Vash è un pistolero scavezzacollo che non vuole usare la pistola, ma che è perseguitato dalle autorità che lo accusano di essere il tifone umano e di portare distruzione ovunque va. In realtà quello che domina la sua vita è il conflitto con il fratello, che si fa chiamare Millions Knives e che invece, da bravo villain che si rispetti, ha in effetti propositi apocalittici.
Trigun Stampede è stato realizzato tutto al computer. E' una cosa che per molti anni ci ha fatto storcere a tutti il naso, perché molto spesso la tecnica digitale si è sostituita al disegno più per tagliare i costi che per aumentare la qualità dell'opera. Adesso però, siamo forse pronti a dire che un certo metodo realizzativo è maturo perché l'anime è una gioia per gli occhi, pieno di linee morbide e corpi pieni. Ogni tanto si ha un po' la sensazione di trovarsi davanti alla sequenza di intermezzo di un videogioco, ma comunque di un videogioco molto molto bello e realizzato molto molto bene. Anche gli oggetti meccanici come astronavi e città sono piene di dettagli con delle texture piuttosto pregiate.
Nel momento in cui i difetti della tecnica digitale sembrano essere stati risolti ecco che possiamo godercene appieno i pregi: Trigun Stampede riesce infatti a essere incredibilmente cinematografico, con campi lunghi e piani-sequenza che ovviamente questa tecnica rende molto più semplici. La sua regia è incredibilmente matura e ogni tanto ci sorprende con qualche colpo di classe. In generale sembra proprio di avere davanti una versione "adulta" di quello che era il Trigun del '98, anche la opening è una canzone molto orecchiabile che potrebbe benissimo stare anche fuori dal mondo anime e gli scenari sono tutti resi con grande intensità.
La storia, forse, se vogliamo essere sinceri, non ha ricevuto lo stesso upgrade. Ci sono un po' troppi flashback di ragazzini maltrattati e un po' troppi tropes legati a Million Knives e alle sue azioni. Ai tempi tutto questo poteva essere ancora abbastanza fresco, ma nei venticinque anni trascorsi anche il modo di raccontare gli anime ha avuto una maturazione e ha esplorato un po' più strade, che qui invece proprio non si vedono. E' vero però che la serie si chiude in cliffhanger, promettendoci una seconda stagione che invece sarà genuinamente scritta oggi per il pubblico dell'oggi e che, ampliando di molto lo scenario, è promettente.
Un altro aspetto di Trigun che forse un po' si è perso è quell'amore per il citazionismo western che era un po' la sua cifra ai tempi dell'originale (e che faceva il paio con quello di Cowboy Bebop). Stampede è in generale un prodotto un po' meno giocoso anche se il suo protagonista è rimasto un pezzo di pane, quindi un po' più concentrato sui suoi obiettivi.
Trigun Stampede è considerato uno degli anime migliori del 2023, a ragione. Se anche non riuscirà a raccontare niente di incredibilmente nuovo è un grande divertimento e una gioia per gli occhi. I personaggi hanno un carisma senza tempo e il pianeta deserto offre sempre nuovi panorami impressionanti. E' consigliato come sarà consigliata la seconda stagione che è già stata confermata. Potrebbe essere l'inizio di un mondo nuovo per la realizzazione degli anime. Speriamo che questa tecnica si affianchi senza sostituire in toto quella usata usualmente, ma se gli autori hanno più frecce al loro arco noi non possiamo essere che contenti.
Cymon: testi, storia, site admin“God was ruler / Though his funeral lengthened / Though his mourners thickened / Magic never fled / Though his shrouds were hoisted / The naked God did live / Though his words were twisted / The naked Magic thrived / Though his death was published / Round and round the world / The heart did not believe”