Le maree del tempo
E però è un buon allenamento per l'arrampicata, Gödel!
Una palla di pongo da strizzare come se stessi strozzando un gattino, utilissima per rinforzare le articolazioni della mano che altrimenti useresti solo per sfiorare la tua tastiera meccanica con un tocco leggerissimo... e invece quelle dita ti servono per aggrapparti a una dannata caccola blu larga appena tre centimetri e posizionata sadicamente appena più in là di quanto dovrebbe... Cosa non si fa per sentirsi Tom Cruise diretto da John Woo in Mission Impossible!
(Anche se tu sei sospeso a mezzo metro da terra su un materasso giallo, con la gente intorno che ti guarda e ride.)
Ma basta parlare di noi. Ci sarebbero anche i videogiochi, in questo inizio estate né troppo caldo né troppo freddo.
Voglio riprendere il concetto dell'editoriale scorso, una cosa che di solito non si fa negli articoletti che trovate in giro, che sono fatti per esistere da soli nel nulla cosmico, per strapparti un clic rapace e poi lasciarti fuggire inorridito quanto ti accorgi su che razza di sito-cloaca sei capitato. Ma questo sono io che scrivo una settimana dopo l'altra, e i pensieri che mi passano per la testa si formano lentamente, tra mille distrazioni.
E dunque arrivavo alla banale considerazione che il nuovo Zelda è così grande (il più grande) perché prende tutto il capitale umano e la tecnologia sviluppati in quarant'anni, e invece di dissiparlo tutto per fare Il Graficone™ lo investe in... tutto il resto.
E allora, messi di fronte all'alternativa, all'improvviso capiamo quanto i dialoghi con le teste ricostruite in 3D di attori famosi, tutti ad-lib e motion-capture completamente doppiati, siano una prigione...! Questi mercanti da cartone animato che squittiscono suoni inintelligibili sono finalmente liberi di esprimersi, e quanto sono espressivi! Chiacchierano con Link del tempo che fa, del panorama che li circonda, commentano quel che compra e vende, e insomma sembrano molto più vivi di quel che ti aspetteresti da un giocattolo per bambini.
Non che io disprezzi interamente il Graficone™, è chiaro: Léa Seydoux e Norman Reedus che lacrimano fronte contro fronte commuovono me come tutti, e ha ragione il Maestro Kojima a metterli nel suo gioco... ma è sempre bello avere un'alternativa.
Si stima che il modello 3D di Aloy in Horizon, con la peluria da pesca sulle guanciotte illuminata in backscattering e mille miliardi di poligoni per i capelli e quel tocco pittorico da Vermeer (dopotutto i suoi creatori sono fiamminghi) che smorza la Uncanny Valley in maniera perfetta e deliziosa... tutto questo da solo costa circa mezzo milione di dollari.
Zelda ci spalanca una finestra su quel che ci perdiamo, quando l'Industria si ostina a percorrere una strada e una soltanto.
Ma io oggi volevo parlare di altro. Dell'alternativa, appunto, che oltre a Zelda è rappresentata (in misura assai più modesta) anche dai famosi Giochini Indie.
Per una gioisa congiuntura astrale (o una agghiacciante simmetria cosmica), sono usciti quasi insieme due giochini tanto simili eppure tanto diversi: Dredge e Dave The Diver.
Due giochi di pesca e di economia che gira intorno alla pesca, ma con approcci diametralmente opposti: da una parte il mare come oscuro specchio senza fondo di orrori cosmici lovecraftiani, e dall'altra il mare turistico e rilassante di un sommozzatore cameriere part-time in un ristorante di sushi in spiaggia (!).
Entrambi i titoli eseguono alla perfezione quel che si sono prefissi, e l'accoglienza del pubblico è stata Estremamente Positiva™. Che bella favola! In più sono proprio quel che ci vuole per fomentare quest'euforia estiva che ormai ci ha preso.
Di Dave The Diver in particolare bisogna apprezzare quanto sia videogioco: cioé quanto gioiosamente si abbandoni alle convenzioni eterne del Videogioco. Tutto, dai menu agli effetti sonori alle meccaniche alla filosofia di fondo è informato dalle tradizioni di quarant'anni di videogiochi. Nessun tentativo di emulare la realtà o di farti vivere una coinvolgente avventura cinematografica: no, questo è 100% videogioco da cima a fondo, sia quando spari con la fiocina nelle profondità marine in 2D, sia quando smanetti freneticamente tra i menu gestionali del ristorante di sushi.
Ogni tanto ci vuole.
Off stage
E' naturalmente un episodio di vita vissuta quello raccontato da Godel. Ho questo antistress recuperato a un corso alcune settimane fa e avendolo intorno non posso fare a meno di strizzarlo tanto che l'ho anche rotto un pochino. Il problema è che si, a seguito di una giornata di strizzate abbastanza poderose, mi sono alzato la mattina dopo che avevo la mano tutta anchilosata e ci ho messo anche diverse ore per capirne il motivo. Fortuna che esiste FTR in cui possiamo riversare tutte queste beghe esistenziali come nel pensatoio di Silente così da evitare che ci tormentino oltre un certo limite!
Settimana scorsa non ero veramente qui mentre si operava l'aggiornamento della pagina di FTR. Quelli che, come me, sono fan di Pokerface penseranno subito male e crederanno che abbia finto l'aggiornamento per avere un alibi durante un qualche omicidio. Invece la verità è che ero al MystFest a Cattolica. Quest'anno nessuna celebrazione personale (Dio non voglia), fatto sta però che ormai ho inserito nelle mie routine il pellegrinaggio esitvo alla manifestazione, sia per incontrare un sacco di gente simpatica, sia per sentirmi un po' scrittore e anche per avere qualche buono spunto assistendo ai vari eventi presenti. Il Mystfest però temo sia qualcosa di molto, molto lontano da questo sito, FTR flirta da sempre con la letteratura, ma in verità non parliamo molto di libri (ne parliamo certamente meno di quanto potremmo) e anche il gusto cinematografico espresso dalla rassegna cattolichina non ci è sempre vicino (anche se bisogna riconoscergli di aver proposto quest'anno nientemeno che Profondo Rosso in 4K e Videodrome). Come se non bastasse, poi, ci sono quelle robe lì che la gente va a trovare a Cattolica: il sole, il mare, la luce e l'aria aperta che proprio non ci riguardano.
Questo è il motivo per cui non vi parlo molto dell'evento, pur apprezzandolo personalmente assai.
Verrebbe da dire che ormai è estate e a nessuno frega più niente dei videogiochi, ma una delle conseguenze di aver abolito le grandi fiere così da poter fare annunci a cavolo è che abbiamo perso completamente il bioritmo della stagione e adesso i giornalisti stanno in ansia tutto l'anno perché non hanno idea di come e quando usciranno notizie. E' anche per questo, secondo me, che nell'ultima settimana si sono rincorse qua e là clamorose notizie di una Switch2, notizie che riporto con un certo imbarazzo perché sono così nebulose che anche solo a parlarne sembra che si stia facendo dispetto alla realtà.
La prima cosa che mi ha colpito sentendo parlare di Switch2 è che mi sono reso conto che Switch è un progetto di sette anni fa e non me ne ero quasi accorto. Se ci pensate sette anni per una console sono un tempo clamorosamente lungo eppure non ce ne siamo mai lamentati, certo non ce ne siamo lamentati come per l'ultimo tratto delle ere di Playstation4 e XBOX360. La Switch non ha mai fatto dell'hardware cutting edge la sua bandiera e quindi il fatto che quello sia oggi obsoleto non è così clamoroso, lo era già un pochino ai tempi dell'uscita. Anche così però ci si dovrebbe aspettare che una console abbia una certa stanchezza dopo tanto tempo, senza il fisiologico peso degli anni. E' così per Switch? Non lo saprei dire, tutte le volte che parliamo della console Nintendo è perché supporta qualche uscita clamorosa come Zelda, ma sappiamo bene che le uscite clamorose vivono spesso a prescindere dal loro supporto hardware, se fosse uscito Zelda una volta che tutte le Switch fossero state già da tempo rottamate avremmo trovato legioni di nerd a rovistare nelle discariche per tirarle fuori e poterci giocare. Sicuramente ha giovato a Nintendo la scelta di tirarsi fuori dalla Console War, la gente che usa Switch non ha nessuno con cui confrontarsi, è chiusa nella sua bolla, ha un'unica fede fuori dal tempo. Nessuno lo rincorre e lui non deve rincorrere nessuno. Una vita così rilassata ti mantiene giovane.
Adesso invece si parla di Switch2. Cosa dobbiamo aspettarci? Un hardware un pochino migliorato direi che è il minimo, ma vedremo se gli uomini della N vorranno nuovamente spingere sui controller e sull'esperienza di gioco o stavolta decideranno più placidamente di seguire il solco già tracciato. Quello che certo NON ci aspettiamo è che questa nuova uscita abbassi in qualche modo i prezzi della prima Switch. Quello sia mai.
Gli editoriali estivi, si sa, durano quello che durano perché vogliono lasciarvi il tempo di abbronzarvi (AH AH AH) e sbronzarvi (eh eh eh) quindi tolte queste quattro facezie che ci siamo dette penso che possiamo anche darci l'arrivederci a settimana prossima. Ora di allora confidiamo di aver accumulato tanta nuova conoscenza da condividere (se no ci toccherà improvvisare).
Cymon: testi, storia, site admin“She, queen of the kings, runnin' so fast, beatin' the wind / Nothin' in this world can stop the spread of her wings (hey) / She, queen of the kings, broken her cage, threw out the keys / She will be the warrior of North and Southern Seas”