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serie
1093, 17/12/2022 - Alunno Godel
1093
17 . 12 . 2022

Sette secondi

Gli Ingegneri delle Tenebre™, si sa, restano giovani molto a lungo.
Poche rughe in faccia, e un cuore elastico che spasima per poco, uno spirito che si accende facilmente... bastano le Lucine Colorate festive, di cui abbiamo cantato spesso negli editoriali di questo periodo. Oppure basta una scintilla di Grazia, quella qualità elusiva e impalpabile che se c'è fa un capolavoro e se non c'è si nota subito.

Death Stranding è indubbiamente un'opera infusa di Grazia, accesa di Grazia come un albero di natale in fiamme: e così il suo seguito, che tanto mi ha commosso la settimana scorsa.
Tanto mi ha entusiasmato l'annuncio del Maestro da eclissare tutti gli altri annunci notevoli fatti ai Game Awards 2022. Se l'industria del divertimento vuole ambire alla maturità deve avere le sue serate di gala, dicevamo, e deve anche costruirsi un culto delle personalità più rilevanti: Kojima è la stella più luminosa, per un certo savoir fare che lo distingue da altri geni maniacali che lo hanno preceduto, ma che sono rimasti relegati nell'ombra del loro garage... magari hanno guadagnato abbastanza da riempire quel garage di Ferrari, ma nondimeno sono sempre rimasti defilati dalle scene mondane.
Il Maestro ha fatto un intervento breve ma gli è bastato per rubare la scena a tutti quanti, con una battuta sulla Pandemia e sugli sforzi che ha fatto nella scrittura di DS2 per limitare la sua proverbiale prescienza ed evitare al mondo nuovi disastri.
E poi Kojima mi fa morire per il sorrisetto da vecchio volpone pervertito che sfoggia sempre nelle foto con le attrici famose.

La settimana scorsa ha sancito in maniera, ehm, plastica anche un avvicendamendo a suo modo storico. Storico per la mia storia personale, intendo.
La stessa serata dei Game Awards infatti ha visto salire sul palco due giochi giganteschi, che da sempre competono per il mio cuore: Death Stranding (e Metal Gear Solid prima di esso) e l'amore di una vita, Final Fantasy.
Dobbiamo notare nostro malgrado che ha vinto Death Stranding.
Di Final Fantasy XVI sono a parlare oggi, una settimana dopo. Sei la mia seconda scelta, amore, ma non è colpa tua: è solo colpa mia. Tu ti sei presentato in pompa magna con un filmato promozionale impressionante, con tutte le cosine al posto giusto, e a ragione hai riscosso un grande successo di pubblico, che fa ben sperare per un futuro radioso della tua dinastia trentennale.
Ma stavolta non c'è intesa, come dicevo. Servono sette secondi, ci dice la biochimica, per innamorarsi di una persona, oppure no.
I chara-design mi dicono poco, e anche la scena di assedio notturna con cui si apre (sembra) il gioco riesce solo a darmi nostalgia per ben altre scene di assedio d'apertura, come quella con il bombardamento pesante dalle aeronavi di Final Fantasy XII, o quella del XV.
Ma basta, non voglio infierire oltre: il gioco sarà meraviglioso, il team di sviluppo rappresenta il meglio del meglio che può offrire l'isola nipponica, e la gente lo adora già ben più degli ultimi titoli della serie. Lo giocherò fino a consumarlo, con passione devota.
Ma il mio cuore stavolta è altrove.

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17 . 12 . 2022

Le follie dell'imperatore

La verità è che avremmo un po' tutti bisogno di saltare giù di più dai banchi reggendo righelli, ci darebbe quella prospettiva di vita che non abbiamo. E non è che non lo facciamo perché abbiamo paura di slogarci una caviglia, non lo facciamo perché non abbiamo capito quanto potrebbe esserci utile. E poi, caso fosse che non risulti utile a noi, in ogni caso credo serva a Rohan. Avete ben poche scuse per tirarvi indietro.

C'è un articolo abbastanza interessante sulla rappresentazione femminile su TGM. Lo segnalo, ma non credo di voler aggiungere altro. Sapete bene che secondo il mio parere l'educazione sul tema nel mondo dei videogiochi è disastrosa e ogni passo avanti è bene accetto, ma faticoso. Le varie polemiche qui riportate non ci dicono niente di nuovo, ma fare il punto sulla situazione, ogni tanto, è utile.

In quanto a polemiche e lotte social, però, forse oggi è più caldo il tema del Twitter e di cosa gli sta facendo Elon Musk. Cerchiamo di mettere tutti i puntini sulle i. Io tifavo per l'Elon Musk di SpaceX. Tifavo per l'Elon Musk di Tesla. Non esprimevo giudizi su come gestiva le aziende, ma sentivo il bisogno della sua esistenza in progetti del genere. In entrambi i casi ci si trovava davanti a imprese che avevano delle prospettive di rischio insormontabili, secondo buon senso. Per affrontarle bisognava essere puramente pazzi ed essere coscienti di andare in perdita. Quella pazzia, se effettivamente oggi in entrambi i campi vediamo risultati, è servita.
Ma la pazzia è pazzia, la cifra umana è differente da quelli che possono essere i risultati d'impresa ottenuti. Non è assolutamente chiaro perché Musk si sia imputato per comprare Twitter, quello che però ha scoperchiato è una specie di distopia in cui lui ha l'assoluta libertà di fare quello che vuole delle persone che lavorano nell'azienda e dell'interfaccia nonché degli utenti, il che contro ogni ragionevole buon senso. Se, nel medio termine, Musk riuscirà a tenersi il suo giocattolo e gestirlo come vorrà senza una punizione dal sistema assisteremo all'incirca a quello che abbiamo visto nella politica americana. Anche lì credevamo dovessero esserci dei confini impossibili da attraversare, anche lì pensavamo che il meccanismo fosse ingegnerizzato in modo tale da punire l'eccesso. In realtà quello che c'è sempre stato è stato un mito che questo potesse accadere e appena qualcuno è risultato abbastanza ottuso da non farsi convincere dai miti abbiamo visto che il massimo sistema di sicurezza a nostra disposizione era un foglio a quattro con scritto "fai il bravo" appeso a un muro. Non è servito.
Nel capitalismo non crediate che le cose vadano diversamente. Si è sempre pensato che ci fossero cose che i tycoon non potessero fare e se le avrebbero fatte ne sarebbero risultati puniti. Musk in questi ultimi mesi ha avviato feroci e incontrollate caccie alle streghe tra i suoi dipendenti, contorto e distorto il sistema di certificazione delle utente, ultimamente ha anche deciso di dichiarare guerra all cross-linking dalle altre piattaforme. Tutte queste cose si trovano nel cesto delle azioni che dovrebbero portare a una punizione divina, ma forse ormai una persona come lui è così oltre il concetto di capitalismo che potrebbe farla franca. E anche tenersi il Twitter. Cambiandolo chissà come.

Il secondo aspetto del problema è che abbiamo bisogno di Twitter. Non tanto nei termini di noi piccole persone che vogliono dire una battuta salace di qualche genere. Abbiamo bisogno di Twitter perché si è incastrato nel sistema di comunicazione pubblico comune alle persone. E' diventato un canale diretto con cui informare la stampa, è divenuto un modo per ottenre feedback, è parte integrante dell'immagine di molti personaggi pubblici. Abbiamo sbagliato noi (l'abbiamo fatto spesso) a credere che fosse un qualche tipo di agorà neutra su cui ci potevamo basare per un certo tipo di dialogo. Twitter è sempre stato un'azienda, un'azienda controllata da persone, eppure noi gli abbiamo dato via via più potere sul mondo della comunicazione, spesso per pigrizia, a volte con malizia, in generale credendo di poterlo assimilare all'internet, quel folle mito mai realizzato della piazza comune su cui l'informazione fluiva libera. L'internet degli antichi era così, ma nel suo crescere tutta l'informazione libera che produceva non poteva essere dominata. Tutti gli strumenti che abbiamo scelto per organizzarla, fossero questi motori di ricerca, siti portale o social network, sono sempre stati in mano a persone, nel senso di proprietari che magari avevano degli obiettivi completamente diversi dai nostri. Abbiamo già visto vicende sudice che però sembravano rientrare in quegli sgarri da cui il sistema ci avrebbe difeso, ci siamo detti che se certi comportamenti fossero andati oltre l'ingranaggio stesso gli avrebbe puniti. Ora invece Musk sta portando la cosa al livello successivo e sembra che non ci sia un arbitro per fischiare fallo. Ribadiamolo per l'ennesima volta come abbiamo fatto spesso in questi mesi: viviamo, purtroppo, tempi interessanti.

Chiudiamo in gioia. Epic ha ripreso i give away giornalieri di natale. Vacche magrine, per ora, ma probabilmente si sforzerà di darci il triplaA della vigilia. Ho installato un paio di titoletti, ultimamente, per superpigrizia, ma non so se è scoppiato l'amore. Verranno le ferie di natale e quando hai proprio un'intera settimana libera un po' di voglia di giocare ti viene, magari mi impegno da qualche parte e vi faccio sapere.

“Ci sono stati vescovi patarini, vescovi begardi, persino vescovi valdesi. Ma non ci sono mai stati inquisitori eretici, né ci saranno mai!”

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