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1044, 18/12/2021 - Sinestesie
1044
18 . 12 . 2021

Una cosa bella

Ma quelle gelide mattinate di sole dopo una nevicata notturna hanno un effetto collaterale: la nebbia. E così questa settimana siamo affondati nella nebbia e nella brina come se fossimo tutti Angeli che vivono nelle nuvole... se non fosse che rimaniamo incattiviti come bestie, soprattutto ora che la frenesia prefestiva ci consuma.

Il mondo reale però deve cedere posto oggi più che mai ai reami fatati della Fantasia, perché c'è ancora una raffica di annunci fatti ai The Games Awards 2021 di cui non abbiamo avuto tempo di parlare settimana scorsa.
Quello che ha aperto lo spettacolo è un trailer fatto della materia di cui son fatti i sogni. Gli incubi, per la precisione.
Hellblade II farà anche alzare i sopraccigli con la sua assenza di gioco giocato vero, ma anche chissenefrega: c'è fame di questi giochi che sono prima di tutto esperienze emozionanti, ora che la tecnologia finalmente non ci pone più limiti. Sono anch'io videogiocatore da trent'anni, con permesso, e ho lavorato di mano sul mio joystick producendo BIP-BIP-BOP per innumerevoli ore e giorni: ma ogni tanto mi va bene anche cambiare. Potete consumarvi le dita sulle meccaniche perfette di Super Mario World, e ognuno ha diritto di svagarsi come riesce, e anche di ossessionarsi per quello che capita; ma alla fin fine tutti gli esseri umani adorano farsi raccontare storie, anche senza smanettare levette.
Essere una sciamana malata di mente che sente le voci nella testa e guida una tribù di selvaggi attraverso fango e rocce gelate per ammazzare mostri orrendi che forse non esistono: questa è un'opportunità che nell'anno 2021 ci offrono soltanto i videogiochi (con gli stramaledetti Metaversi ancora di là da venire eccetera).
La scena mostrata in questo trailer è un unico piano sequenza, come insegna il Maestro Kojima, ed è questo uno dei pochi indizi che ci ricordano che forse stiamo ancora guardando un videogioco: perché per il resto si tratta di una forma di arte astratta che ha ben poco a che fare con le sue origini fatte di pigolii elettronici e tastini da pigiare fortissimo. Le voci nella testa in stereofonia, che ci sussurrano cose orribili, inducono ansia già solo in questi pochi minuti, figuriamoci per un gioco intero; e l'atmosfera è sconvolgente.
Questo è un gioco che potrebbe essere tante cose, e forse non è nemmeno più un gioco: vedremo, se ci saremo ancora. È sempre bello avere la speranza di essere sorpresi dal futuro.

Nella strip di oggi l'anima sempre poetica di Clara (e la sua cultura umanistica) la fanno parlare di “commoventi sinestesie”: chissà che non sia così anche per questo gioco-non-gioco, che cerca di emozionare passando dai polpastrelli.

Per il resto devo citare DokeV, è più forte di me. Il nuovo video musicale k-pop ci urla forte e chiaro che no, non siamo noi Maschi Caucasici Adulti™ il pubblico a cui è indirizzata questa roba; ma ciò non ci impedisce di desiderarlo lo stesso! La nostra consolazione è che probabilmente il gioco farà un po' schifo, come succede in genere con questi prodotti.
E poi ci sarebbe un nuovo Guerre Stellari, ma oramai siamo stati bastonati troppo duramente da Disney per avvicinarci ancora speranzosi e fare le fusa alla mano del padrone: stiamo a vedere da molto, molto lontano.
Infine mi ha molto colpito la pubblicità di Arc Raiders: devo preoccuparmi? Uno sparatutto gratis? Dov'è la saggezza della mia vecchiaia? Eppure quei campi medi e lunghi su panorami coloratissimi, quegli effetti video anni '70, quella direzione artistica hanno fatto breccia nel mio cuore.
Quasi mi dispiace che non lo giocherò mai, ma mi accontento di guardare l'arte promozionale e di sapere che una cosa bella esiste nel mondo, anche se io non l'avrò mai.

Lo-Rez: arte, storia, web design
18 . 12 . 2021

Il rosso e il blu

Su FTR abbiamo sempre parlato colpevolmente poco di League of Legends. Colpevolmente non tanto per i Riot ci pagano e quindi staremmo rubando loro i soldi (ma magari signora mia), ma perché il fenomene è particolarmente vasto e strettamente videoludico quindi sembrerebbe quasi che meriterebbe una finestra settimanale. Invece LoL (e Fortnite, per certi versi) ci sono passati a lato, perché la loro fortuna e la loro stessa struttura economica è stata fatta per aggirare il mercato propriamente detto. Mentre i giochi triplaA e il gioco online invecchiava sui MMORPG loro sono quel qualcosa di nuovo che sta cambiando le carte in tavola (industrialmente parlando) nel settore.

Lo scopo principale di LoL non è mai stato quello di essere considerato il gioco più importante del pianeta o il più giocato, lo scopo principale di LoL è prendersi un pubblico, affezionatissimo, e chiuderlo dentro la sua scatola. Dopo, su quel pubblico, giocare con il marketing ingame. In pratica non si tratta di acquisire più clienti possibile, ma acquisirne una certa quota, ben addestrata, e massimizzare il risultato su di loro. Perché uno gioca a LoL gratis e poi investe nel gioco (o in tutto il lure che è cresciuto intorno a esso) con delle transazioni che per i plutocrati che lo governano sono a costo praticamente zero. Sembra un'idiozia, detta così, invece funziona. Funziona così tanto che a un certo punto questa gente si è trovata con così tanti soldi che ha dovuto spalarne un po' fuori dalla finestra per capire dove era finito il divano. Quei soldi buttati fuori dalla finestra sono accidentalmente diventati il budget per creare Arcane, che possiamo tranquillamente considerarlo uno dei nuovi punti di riferimento dell'animazione moderna. Ma, ve lo ricordo, loro volevano solo capire dove fosse finito il divano.

Arcane è un cartone animato (vi vedo, con le unghie sulla scrivania) per adulti (non nel senso di hentai) su nove episodi di quaranta minuti (EH?) basato sui personaggi di League of Legends (alcuni, dei suoi 140epassa) prodotto da Netflix e distribuito di recente worldwide. Al di là delle ragioni scherzose che possiamo addurre per l'investimento, forse potete vedere Arcane anche come un cavallo di troia per far aumentare nel mondo occidentale la coscienza di cosa LoL sia. Il giardino di League of Legends, infatti, è popolato principalmente di utenti orientali che, si sa, sono ottimi se si vuole cogliere frutti e sono anche in numero abbondante però sapete com'è, non è che ai Riot farebbe poi così schifo avere a disposizione anche l'altra metà del pianeta.

Di tutti i presupposti da cui parte Arcane, quello che subito ha avuto la mia simpatia è uno di quelli che ogni tanto si usano in queste operazioni e che incontrano sempre il mio favore: prendere uno dei personaggi più iconici della serie come Jinx, che comunque è un villain abbastanza dichiarato, e scavare nella sua storia fino a trasformarlo in qualcosa di più tondo, portando anche lo spettatore a provare empatia nei suoi confronti, senza però farlo uscire dal suo ruolo.
Quando Arcane parte e ti ritrovi la storia raccontata in un punto temporale in cui sia Jinx (Powder) che Vi sono ragazzine personalmente ho provato una certa perplessità. Avendo a disposizione solo nove episodi (anche se con tanto minutaggio) trovavo piuttosto curioso che un terzo venissero sacrificati per fabbricare la backstory. La realtà dei fatti, però, è che non poteva bastarci qualche piccolo (e stucchevole) flashback di Powder per entrare col giusto ritmo nella vicenda, avevamo bisogno di fare di lei un personaggio, seguirne la storia, emozionarci per la sua tragica conclusione. Solo in questo modo, avendola ben presente esattamente come si ha presente una protagonista, avremmo potuto processare correttamente il personaggio di Jinx che ovviamente arriva particolarmente complicato, supportato da Silco che, a sua volta, è il tipico villain con un codice che per quanto sia il peggio per peggio, non riesci proprio a trovare disgustoso.

In questo dispiego di grandi personaggi esteticamente bellissimi e moralmente bassissimi in fondo gli orientali (ormai non si può più dire "i giapponesi") sono maestri perché vige ancora nella loro costruzione del racconto che la storia prima debba essere bella e imponente e poi debba essere sottomessa al giudizio morale (quello che, come occidentali, stiamo perdendo). Quindi è vero, Silco è un personaggio mostruoso, la stessa Jinx è una psicopatica (dichiarata), persino Sevika alla fine è un rozzo thug, ma tutti sono fatti per ottenere l'approvazione dello spettatore perché poiché parliamo di base di un videogioco, lo spettatore deve volersi immedesimare anche nei cattivi perché è quello che fa una volta davanti al PC (di questi detti uno solo è un eroe reale di LoL, eh, ma il discorso è generale).

In fin dei conti Arcane non può che essere basato sull'idea che i personaggi cattivi funzionino. Perché, a conti fatti, l'impalcatura di base non è che sia niente di trascendentale, con gli upper e i downer che si combattono, la città della scienza fondata sui bassifondi del crimine, i ricchi contro i poveri. Questi sono meri topos su cui però scorre il conflitto personale tra Vi e Jinx e il loro irriconciliabile rapporto tra sorelle. Questo, se vogliamo, è quello che più si può "vendere" al di là del videogioco, perché è un gioco di sentimenti universale, molto ben reso.
Se però quello che vi interessa è come Arcane può sedurvi come nerd, beh, è un po' come giocare Final Fantasy VII senza i combattimenti casuali, è una commistione di tecnologia, magia, architetture decopunk/steampunk rimestate con suggestioni demoniache da cinema horror. Il carisma degli eroi di LoL è pilastro del suo marketing e qui quel carisma viene riportato intatto, anche grazie alla grande tecnica realizzativa, che è una commistione di grafica tredì, cellshading e alcuni tocchi puramente a mano per quello che riguarda fumo, luce e ogni fenomeno che in puro 3D si sarebbe dovuto rendere con un particle system, che ho trovato particolarmente azzeccati, il tutto con un grande accento sull'espressività dei volti.
Forse, l'unico appunto che mi sento di fare, è che l'evoluzione di Jayce è un po' cringe con il suo essere il più grande scienziato del pianeta che però per passatempo batte il ferro e quindi è una specie di mister Universo e dal nulla decide di andare in giro di persona a prendere la gente a martellate, unicamente, ovviamente, per seguire il suo personaggio videoludico.

In conclusione Arcane è proprio un bel prodotto, un prodotto per tutti, che esce da quella che sarebbe potuta essere la logica di un anime, un prodotto tamarro perché giova di un videogioco che ovviamente è potuto crescere in maniera erratica senza dover sottostare all'economia del racconto, un prodotto ruffiano, perché è da quando canticchiamo le K/DA che sappiamo quanto in generale i designer dietro a LoL siano persone malvage, capaci di menare i nostri cuori in giro per l'immaginario, probabilmente al solo scopo di ottenere i nostri soldi.

“ Your words up on the wall as you're praying for my fall / And the laughter in the halls and the names that I've been called / I stack it in my mind and I'm waiting for the time / When I show you what it's like to be words spit in a mic / Tell you you're the greatest / But once you turn they hate us / (Huh) / Oh, the misery / Everybody wants to be my enemy ”

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