Vacanza, non viaggio
Forse, o Lettore Plurale, sei di quelli che se non fanno una villeggiatura in un posto diverso da casa loro non si sentono in ferie.
Ma appropriarsi delle bellezze del mondo con voracità è un'inutile violenza: viaggiare frettolosi e distratti da un Punto d'Interesse a un altro su una mappa, finendo per vedere e fare sempre le stesse cose di tutti gli altri turisti.
Viaggiare così è un'inutile violenza tanto nel Mondo Reale quanto nei videogiochi open-world. Inutile perché non ci lascia niente, violento perché consuma davvero troppe risorse.
Abbiamo parlato fino alla nausea (cioé poco!) dell'ultimo Assassin's Creed e di quelli che lo hanno preceduto, indicandolo come la radice di tanti mali che affliggono il settore videoludico: Giocazzi Popolari giganteschi che costano tantissimo e devono vendere per forza tantissimo, altrimenti Ubisoft rischia di finire pancia all'aria, e per non scontentare nessuno finiscono per scontentare un po' tutti.
Giochi “larghi un chilometro e profondi un centimetro”, che ti danno una protagonista furtiva però anche un guerriero energumeno, che ti lasciano libero di vagare qua e là però ti riempiono la mappa di segnalini, che ti chiedono di collezionare cento codini di porcello della giungla però se non vuoi anche no, perché tanto non serve a niente. Giochi che per riempire il vuoto di una mappa piena di nulla l'hanno disseminata di materie prime ed equipaggiamenti, e poi ci hanno chiesto di usarli per costruire altra roba e ci hanno fatto vedere dei numeri per chiederci di farli salire sempre più, in una spirale che nelle intenzioni dei designer doveva mungere dopamina dalle nostre ghiandole... e invece ci annoia e basta.
A viaggiare per mondi virtuali fatti così proviamo solo lo spleen come cittadini dublinesi, l'orror vacui e l'ennui. Altro che Wanderlust!
Ma forse questo Giappone feudale ricostruito al centimetro può menare per il naso i vecchiacci che la sera svengono sul divano e non vogliono accendere il cervello, gli ex giocatori ormai pensionati che giocano qualcosina ogni due anni?
Noi siamo quei vecchiacci, eppure no, niente da fare: questa roba ci dà la nausea dopo un'ora. E un Horizon invece? Quella cavernicola pel di carota possiamo sopportarla già un po' meglio, in virtù di scenari e mecha-design che ci riempiono di, erm... sense of wonder? Ma pochino, eh! Diciamo un soggiorno da due notti e poi a casa.
E così arriviamo a un'altra Grande Esclusiva™ del Monopolista di Mercato: Ghost of Yotei, presentato in questi giorni in pompa magna.
Meno si parla di questo gioco, meno si scava nei suoi meccanismi, e più fa bella figura: ogni approfondimento è controproducente. Questa onryu assetata di vendetta, mezza ronin e mezza kunoichi, si veste di sete lussureggianti e colori incantevoli, ma è solo apparenza.
Sotto al vestito niente.
Anche questo è un gioco dove si combatte perché sì, perché nei videogiochi bisogna combattere, lo sanno tutti. Però i nemici sono educati, anche quando ti accerchiano aspettano il loro turno per farsi affettare, come al banco salumeria.
Ma in questo caso mi dà meno fastidio... perché mi ricorda la scena iniziale sulla spiaggia di Shurayukihime 2, dove la nostra Lady Snowblood affronta venti poliziotti che si tengono alla larga come cani intimoriti, solo per cadere uno ad uno sotto la sua katana. Che film memorabile!
E non sto divagando, non stavolta: perché questo Ghost of Yotei si mostra se non altro voglioso di omaggiare pedissequamente tutta la tradizione cinematografica dei film di samurai, proponendo addirittura un “filtro Kurosawa” (bianco e nero graffiato e tantissimo vento!), un “filtro Kitano” (fango ovunque e fontane di sangue a ogni colpo), tra gli altri... Farai anche schifo, Ghost of Yotei, ma come si fa a non volerti bene?
Ecco, questa è la scintilla che fa la differenza, nel piattume di questi open-world senza più ispirazione (addirittura stessa trama e stessa ambientazione, nel caso di Assassin's Creed Shadows!). Questo Yotei punta tutto sull'estetica, sulla direzione artistica, sullo stile. E a giudicare da quanto è stato mostrato, quel che offre ha un valore puramente estetico che non mi lascia indifferente.
Immagina, o Lettore Plurale, di accendere lo schermo gigante che hai in salotto, tapparti le orecchie con le cuffie e accendere l'aria condizionata... e lasciarti risucchiare in un isolotto nipponico feudale dove tutto è bello in modo impossibile. Cavalli al galoppo su prati fioriti, boschi autunnali, rocce e cascatelle shintoiste, vesti sgargianti, legno e porcellana dipinti, e tutto percorso da un vento gonfio e impetuoso, una presenza tangibile e costante, tutto ora illuminato ora adombrato da un tempo atmosferico sempre mutevole... Chi lo vuole il Viaggio Rapido che ti teletrasporta da un segnalino all'altro, privandoti di questi panorami?
Nessun ministero del turismo sarebbe capace di mentire tanto spudoratamente. Nessun influencer truccherebbe a tal punto le foto delle sue vacanze. Ma un videogioco sì: la tecnologia moderna unita a una montagna di soldi e lavoro può rivelarci una bellezza ultraterrena, una grazia inumana.
Tutto confezionato in un'esperienza di gran lusso, da resort 5 stelle, opulenta ed ispirata fin nei menu e nelle interfacce di gioco tutte illustrate.
Vacanza, non viaggio. Una violenza che facciamo solo a noi stessi.
Lo-Rez: arte, storia, web designViaggi e miraggi
Se c'è una stagione adatta alle allucinazioni questa è di per certo l'estate. Tutta quella luce, che finisce col farti vedere anche le cose che non ci sono, quel calore che manda il tuo cervello in pappa, quella sensazione di irrefrenabile gioia che prende sempre tutti intorno a te, ma non te, tanto da farti credere che si sia tutti preda di una follia collettiva. E poi si, naturlamente i posti di lavoro che si svuotano a causa delle ferie eppure tu sei al lavoro come sempre e da una parte è tutto come al solito, dall'altra parte è tutto diverso. E quel dipendente morto schiacciato da una stampante, improvvisamente riprende a vagare per il corridoio, chiedendo lamentosamente di cambiare il toner.
Non facciamoci però prendere dal panico, c'è anche un mondo là fuori che non è stato ancora bruciato dalla luce, ma non lo raggiungeremo. Sono molte le cose che dovrei fare, ma che non ho ancora fatto e non so ancora se farò, come tipo giocare a Death Stranding 2, oppure andare al cinema a vedere Superman o anche farmi Netflix per vedere KPOP Demon Hunters. Ah-ah! Credevate che non mi fossi accorto della sua esistenza? Certo che lo so che esiste, ma perché aprire bocca prima di aver toccato con mano? Il problema che ho di già, con KPop Demon Hunters è che è esattamente lì, in cima alla cuspide tra il capolavoro inarrivabile e la cagata assoluta. Ogni volta che vedo dei contenuti relativi entrambe le vibes, equamente, mi raggiungonoe ciò significa che una mia recensione, in entrambi i casi, sarebbe molto divertente. Ma come ho detto non è ancora tempo nemmeno per quello.
Parlando, di contro, delle piattaforme che posseggo, negli ultimi mesi ho visto fin troppo nominare nei flussi di news mainstream (infettate da tutto il male che infesta la comunicazione moderna) Crunchyroll e non lo considero un buon segno. Una volta il mercato degli anime era un mercato di nicchia alimentato da un calderone inestinguibile dato dal mercato interno giapponese. In pratica i giapponesi se ne sbattevano di noi e producevano come matti, mentre personaggi come appunto Crunchyroll andavano a prendere quello che zampillava fuori dal calderone e lo portava a noi poveri falliti. Oggi il mercato degli anime è invece globale e la solita Netflix, desiderosa di trascinarlo nell'età oscura assieme alle serie TV, si atteggia un po' ovunque dicendo che è diventata piattaforma principessina per il media. Intanto la gente comincia a dire che gli piace più la roba doppiata che subbata, intanto Crunchyroll stessa vuole usare l'IA per i sottotitoli, intanto comincia a frammentarsi il mercato cosicché, per esempio, io che per ora ho deciso di usare solo vie oneste, non ho ancora visto Gundam Gquuuuuux e mi sono perso un altro paio di cose su cui avevo messo gli occhi. Non è un discorso del "si stava meglio quando si stava peggio", è proprio la sensazione che presto ci saranno decisioni da prendere per andare in certe direzioni e molto probabilmente andremo nelle direzioni sbagliate. Per ora è solo una sensazione, anche schivando tutti gli isekai con titoli assurdamente lunghi ho una watchlist di titoli che ritengo di qualità, ma ho una sensazione, qui, sul fondo dello stomaco, che non mi piace per nulla.
Già che siamo in argomento ho finito la seconda stagione di Tower of God. Della prima stagione abbiamo parlato qui. Questa seconda ha avuto un po' meno risonanza, nonostante evidentemente Crunchyroll cerchi di venderlo come il suo titolo ammiraglio (perché da lui prodotto). Ai tempi avevo parlato di questa serie per la sua notevole intelligenza, in certi aspetti. Tale intelligenza è ancora lì, anche in questa seconda stagione, ma sotto altri versanti è evidente che stiamo raggiungendo certi limiti per una storia che non è stata progettata con tutti i crismi. Da una parte abbiamo un worldbuilding un po' assurdo, ma lodevole, con le sette principesse, le dieci famiglia, carte, ori e primiere patte nonché il rapporto tra il protagonista e Rachel che è un unicum, per come è posto, nella narrativa ed è degno di attenzione. Dall'altra parte c'è un evidente desiderio, da parte della produzione, di fare di quest'opera il nuovo Dragonball, con un protagonista all'apparenza sfigato che sconfigge tutti i nemici e dei nemici sempre più forti e assurdi che compaiono a ciclo continuo sul suo cammino. Il problema di fondo è che Tower of God è piuttosto incoerente nel suo aspetto visuale, con un blending un po' raffazzonato di fantasy, fantascienza, quotidianità e tanto altro. Anche Dragonball mixava le cose un po' alla stessa maniera, ma mentre era evidente lì il lavoro di armonizzazione fatto passo passo che le cose venivano introdotte qui è tutto un po' buttato in maniera meno ricercata e se vuoi effettivamente puntare in alto in certi campi questo è imperdonabile. La seconda stagione vede un'evoluzione del protagonista, una pletora assurda di nuovi personaggi buoni e cattivi, giusto un passettino in alto verso la torre. Purtroppo, come è già successo ora, temo che molti di loro li dimenticherò, se avrò bisogno di aspettare altri cinque anni per una terza stagione.
L'editoriale è finisciuto, cercate di stare attenti ai miraggi, bevete tanta acqua, non uscite nelle ore più calde, non lasciate la Switch2 sotto il sole, che si rovina.
Cymon: testi, storia, site admin“I stand this morning with a difficult message. I believe we are in crisis. The distance between what is said and what is known to be true has become an abyss. Of all the things at risk, the loss of an objective reality is perhaps the most dangerous. The death of truth is the ultimate victory of evil. When truth leaves us, when we let it slip away, when it is ripped from our hands, we become vulnerable to the appetite of whatever monster screams the loudest.
This chamber’s hold on the truth was finally lost on the Ghorman Plaza. What took place yesterday — WHAT HAPPENED YESTERDAY ON GHORMAN WAS UNPROVOKED GENOCIDE! YES! — GENOCIDE! — AND THAT TRUTH HAS BEEN EXILED FROM THIS CHAMBER! AND THE MONSTER SCREAMING THE LOUDEST? THE MONSTER WE’VE HELPED CREATE? THE MONSTER WHO WILL COME FOR US ALL SOON ENOUGH IS EMPEROR PALPATINE!”