Prologo
Piove solo in Death Stranding, mentre da questa parte splende un sole estivo come si deve, accompagnato però quest'anno da una brezza tanto piacevole quanto inusuale (almeno in questa palude che chiamo casa).
Senza dubbio anche questo venticello fresco si rivelerà essere tutt'altro che innocente: come l'inquadratura sulla luna piena nel prologo di un film dell'orrore, come gli uccelli che si zittiscono all'improvviso... ma nel frattempo stendiamoci al sole e lasciamoci sterilizzare dai suoi raggi UV, che friggono i microbi nostri nemici!
La scorsa settimana strillavo di terrore al pensiero della Nuova Generazione videoludica che incombe sulle nostre vite. Il mio problema è che i costi di produzione diventano sempre più insostenibili per gli studi, e questo spegnerà qualsiasi velleità di tentare idee nuove o strane nei grandi titoloni Tripla-A.
Non occorre essere preveggenti: succede già da un pezzo. Vedi Ghost Of Tsushima, il Medioman che non serve a nessuno.
E va bene i giochini indie, gli aperitivi con il gambo di sedano... ma a volte perfino io desidero un bel cesto di patatine salate e unte.
Ma quindi non c'è speranza? Vedremo mai altri indie tripla-A oltre a Death Stranding? Che ne so, io sono un uomo semplice.
Sony che produce Death Stranding è come Netflix che produce un film di Martin Scorsese: si riempiono le tasche con ben altra roba, e poi ogni tanto si fanno fare un trofeo dal Grande Artista, solo per vantarsi con gli amici.
Ma a proposito di Netflix, può darsi che vengano in nostro soccorso i servizi su abbonamento anche per i giochi... oppure no: quelli vanno bene per i soliti giochini indie, ma io voglio il titolone Tripla-A, che difficilmente verrà dato via in mezzo a tutti gli altri nell'abbonamento senza costi aggiuntivi. A meno che non si vogliano impreziosire questi abbonamenti con delle grandi esclusive, come Netflix appunto...
Ma è estate, fa caldo, non pensiamoci troppo. Cerchiamo di farci bastare quello che la natura ci offre: questa settimana è stato presentato ufficialmente Far Cry 6, un altro Giocazzo Mondiale che non inventerà nulla. Ma pazienza, ci faremo bastare questo filmato dei titoli di testa (attenzione, non il trailer).
Arte fenomenale, un'apertura degna dei migliori James Bond, un budget solo per fare i titoli che tantissimi altri videogiochi possono soltanto sognare.
Ormai da tanti anni è questo che soprattutto mi interessa nell'industria dell'intrattenimento elettronico. Filmati e poster promozionali. Si sogna come si può.
Torre di guardia
Di Tower of God non dovrei parlarvi ancora perché la sua prima stagione non esaurisce affatto la sua trama em poiché è ancora possibile che sia continuatom di solito preferisco aspettare di avere a disposizione tutta la storia prima di dedicarmici.
La realtà dei fatti però è che la parte più interessante relativa a questo progetto non è tanto la sua storia, ma la sua produzione. Il progetto infatti nasce come fumetto online (aaaw) sudcoreano (lo trovate qui e forse anche del formato webtoons dovremmo parlare). Crunchyroll, probabilmente il massimo distributore occidentale di anime, decide poi di metterci i soldi e ne affida la riduzione a uno studio giapponese. Ne risulta un anime di 13 episodi, dal disegno un po' grezzo, quasi anni ottanta, in cui viene rappresentato un mondo fantasy piuttosto privo di regole, in cui creature di qualsiasi genere vengono ammassate, compresi anche personaggi che potremmo vedere bene nel nostro tempo/spazio e alcune derive di stampo strettamente fantascientifico. Del suo universo non si capisce molto, tutto si svolge all'interno della torre. Quello che sembra è che nessuno ha, da molto tempo, la possibilità di vedere il cielo vero e il potere ruota intorno a Jahad, che della torre è re, e le sue principesse, non figlie sue di sangue, ma scelte come emanazione della sua autorità. Salire in cima alla torre sembra l'unico modo per potersi dire realmente "arrivati" e sebbene molti farebbero tutto per riuscirci il nostro protagonista, in realtà, non ci tiene granché se non fosse che farlo è l'unico modo per rivedere Rachel, la ragazza di cui è innamorato, che lo ha "salvato" da una specie di grotta dove viveva in perfetta solitudine.
Tower of God, insomma, è un anime che non si spende tantissimo in dettagli, il suo world building sembra coerente, ma trae forza dall'essere tutto solo accennato. In realtà quello che interessa all'autore è mostrare l'ascesa alla torre, le dinamiche tra i suoi bizzarri personaggi, gli intrighi che si dipanano a vari livelli. Sicché fa tutte queste cose con grande intelligenza la trama è molto godibile da seguire, ci si affeziona ai protagonisti e ogni tanto si rimane anche sorpresi dai colpi di scena. Rimane un'opera consigliata, tutto sommato, anche se ovviamente il giudizio rimane sospeso in attesa che la sua storia abbia (sempre che l'abbia mai) una degna conclusione.
Come ho detto in apertura, però, è la sua produzione (e in generale il progetto Crunchyroll Originals) il vero evento, perché, sebbene è vero che i coreani già da molto contribuiscono alla macchina creativa dell'animazione giapponese, è uno dei primi tentativi che fanno degli occidentali di prendere il controllo della situazione. Visto che questo è un sito di videogiochi sapete perfettamente quanto sia difficile strappare ai giapponesi il controllo delle cose giapponesi e il motivo principale di questo è che il mercato giapponese è de facto autarchico, nel senso che anche senza bisogno di dazi, imposizioni politiche, censure o strategie, molto semplicemente, ci sono vastissimi ambiti in cui i giapponesi non consumano niente che non sia giapponese. Una base interna così stolida e irriducibile è stata, in molti ambiti, un vantaggio anche a livello globale.
Ecco spiegato perché c'è molta curiosità intorno a quali siano le performance di ToG in Giappone. Intendiamoci, a parte alcuni dettagli risibili l'anime non ha nulla di non giapponese, è difficilissimo dire che venga da altre fonti anche perché Crunchyroll, intelligentemente, a parte i soldi ha lasciato che tutto venisse comunque dall'Asia. Le informazioni che arrivano, però, dicono che, sebbene il fumetto sia stato un successo web devastante etcetera etcetera e sebbene in nord America il prodotto sia spinto tantissimo con risultati, il ritorno dal Giappone sia tiepido.
Questo ritorno tiepido, però, potrebbe non servire a decretarne l'insuccesso, proprio perché, forse per la prima volta, ci troviamo davanti a un prodotto che non ha bisogno di sfondare lì, ma cerca fortuna altrove.
Dal mio punto di vista questo è tutto molto stimolante. Io non sono mai stato acriticamente per abbattere barriere, credo che l'assoluta testardaggine con cui i giapponesi continuano a produrre secondo loro gusto sia una delle cose che più abbia salvato il mondo della loro animazione dal crollo della qualità imperante che vediamo ovunque, però mi intriga l'idea che alla lotta si unisca del sangue fresco, gente che comunque, pur non avendo gli occhi a mandorla, conosce il mercato per averlo usato, in rivendita, per molti anni e quindi probabilmente eviterà errori grossolani.
Anche Netflix, in questi anni, ha fatto alcuni timidi passi verso il mondo dell'animazione giapponese, sia con prodotti importanti, sia con più bizzarre commistioni. Sinceramente non ho mai avuto la curiosità di vedere niente, perché alla fine il flusso di anime è talmente vasto che mi sembra che questi prodotti vi si perdano abbastanza facilmente. Ogni tanto ho avuto modo di vedere il Netflix-effect, con aree della mia bolla informativa che non si erano mai occupati di anime che improvvisamente ne parlavano "perché stava su Netflix", ma mi sono sembrate vampe abbastanza brevi. Oltretutto Netflix, al contrario di Crunchyroll, proprio a causa del suo essere così supino a un certo fandom, probabilmente non riesce veramente a comprendere il mondo dell'animazione giapponese. Se hai deciso di metterti al servizio dei finti nerd di fronte a certe cose rischi di bruciare.
Infine, per chiudere, other news ancora relative al tema: Knights of Sidonia, anime per cui ci siamo sperticati qui nel corso degli anni, riceverà un film conclusivo. Avremmo voluto più serie, le avremmo volute magari un po' prima, ma direi che questo non guasta la nostra gioia.
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