Strip
serie
985, 10/10/2020 - Ha in mente qualcosa
985
10 . 10 . 2020

Non ita semper erit

Destini bizzarri si incrociano sotto la pioggerellina ottobrina: come io e Cymon qui di fianco che la settimana scorsa abbiamo parlato in stereofonia di viaggi nel tempo, ovvero di opere di finzione che trattano i viaggi nel tempo (così suona meno da psicopatici). Non succede quasi mai che i nostri Zeitgeist siano allineati, ma quando succede... devono essere tempi davvero eccezionali.
Ottobre è ancora buono per inerpicarsi tra la vegetazione mediterranea su e giù da punte rocciose a picco sul mare: con il bonus di incontrare pochi altri pellegrini lungo la via, e di poter mettere a frutto l'abbigliamento tecnico assemblato con cura nel corso di un annetto o due.
Ma ottobre è buono anche per starsene tappati dentro, nelle nostre fortezze domestiche a prova di agenti biochimici alieni (?), a replicare quelle stesse escursioni per terreni accidentati nella simulazione chiamata Death Stranding.

I nostri giorni trascorrono così, ma “Non ita semper erit”, non sarà sempre così. Un monito e un auspicio al tempo stesso, che proviene dagli Antichi ma è quantomai rilevante oggi. Non sarà sempre così, nel bene e nel male.
Le fortune e gli imperi nell'industria del Divertimento Elettronico sono effimeri, sorgono e crollano nello spazio di un mese: soltanto la volta scorsa citavamo Genshin Impact, e a distanza di soli sette giorni la sua popolarità è esplosa.
Genshin Impact sembra Zelda: Breath Of The Wild, però brutto.
Davvero non serve dire altro per inquadrare questo gioco (ovviamente sì, alla fine l'ho provato). E poi ci sono tutte queste meccaniche basate sulla psicologia del gioco d'azzardo messe lì apposta per incatenare centinaia di milioni di persone a questi personaggini pucciosi, a queste cameriere in lingerie maliziosa, a queste armi con le statistiche sempre migliorabili.
Ad libitum.
Ma le basi sono quelle di Zelda BOTW, ed è un confronto molto didattico perché ci permette di apprezzare ancora di più, se mai fosse possibile, il capolavoro di Nintendo, il gioco del decennio. La precisione dei controlli, il dettaglio delle animazioni, tutto è talmente superiore in Zelda da farci impazzire di frustrazione: Genshin Impact è come la ragazza nuova che hai conosciuto che ti ricorda il grande amore perduto, e più si impegna e più rende incolmabile la differenza con quel grande amore perduto.
Solo che Zelda non è perduto, puoi tirarlo fuori adesso e giocarci invece di giocare a questa porcata cinese!

Genshin Impact è un buco nero voracissimo capace di inghiottire tutto il tempo che sei disposto a concedergli. È un gioco affamato d'amore, ma non se lo merita.

Lo-Rez: arte, storia, web design
10 . 10 . 2020

Toccare con mano

"Guarda questo server" è una frase che le generazioni più recenti non afferrano. Di solito per loro il concetto di server è una porzione di risorse che a sua volta si appoggia su una serie di macchine che stanno da qualche parte nel pianeta dove si pagano poche tasse o dove fa molto freddo (o sott'acqua, vedete un po' voi). Se anche vi capitasse di raggiungere questi posti lontani potreste si guardare delle macchine e probabilmente vi trovereste davanti delle lucine come Neo e Godel nella strip, ma non sarebbe il vostro server perché il vostro server è virtuale. Il vostro server è in cloud. Il vostro server ha finito di soffrire. (no, non è vero, non si finisce mai di soffrire, in informatica).
Sono della generazione che ha passato la fase "il cloud è solo il computer di qualcun'altro" con tutto il carico di scetticismo, tradizionalismo e irriducibilità che comporta. Nell'informatica purtroppo le cose funzionano così: trovi una tecnologia e subito gli si crea intorno una crosta croccante di messianesimo che la vende come la soluzione definitiva di tutti i problemi che non avevi prima al giorno prima. Questo ovviamente, di reazione, sviluppa un sistema che la scredita fino alla radice (all'integralismo si può opporre solo l'integralismo) e quindi crea un ecosistema dove l'adozione è a molteplici velocità. Passata l'onda di marea pubblicitaria gli effettivi meriti della nuova tecnologia si insinuano nell'uso comune, affiancano quella vecchia, la migliorano. Tempo ancora alcuni anni la gente crede che le cose si siano sempre fatte in un certo modo. Sono sicuro che anche qui su FTR ci sono degli articoli più o meno critici sul tema. Amazon AWS, la prima grande infrastruttura sul tema per gli end-user, è nata nel 2006, cinque anni dopo di noi. Quando io e Lo-Rez decidemmo il nostro primo hosting ci fecero additare una macchina con delle caratteristiche eccetera eccetera in un certo luogo fisico. Oggi le interfacce dello spazio su cui ci poggiamo sono piene di acquetta, a ricordarci che la tecnologia è fluida.

La console war procede spedita. Ogni tanto mi capitano sotto mano articoli che mettono in dubbio il design fisico della PS5. Sony non ha mai brillato nel battere il ferro, ma quello che questi articoli maggiormente sembrano dirmi è "la PS5 è un oggetto fisico, puoi toccarla" che è quasi opposto a quello che sta accadendo con XBOX, che fa vedere il suo cubottolo sempre di rado. Avevo parlato benino del design di PS5, devo dire però che mi ha stufato in fretta. Le sue sorelle maggiori, con quell'aspetto a metà tra il radiotore e il lettore CD anni 90, oggi possono ancora dire qualcosina, invece. In ogni caso, spero siamo tutti d'accordo, lo dico di nuovo, che non si compra una console per arredare casa.

Nel radar delle serie TV entra di prepotenza questo nella categoria GRANDE TERRORE. Avreste dovuto, ma se non avete mai letto la saga delle guardie di Pratchett sappiate che forse è l'apice dell'ironia del bizzarro scrittore inglese, superiore anche alla più nota epopea di Scuotivento. I libri però sono intrisi di una tale logica capovolta (quella per cui, per esempio, l'importante è controllare che i ladri abbiano regolare licenza piuttosto che arrestarli) che non so quanto si avrà voglia di implementarla piuttosto che fare la solita vicenda fracassona fantasy per la salvezza dell'universo. Intendiamoci, potrebbe essere divertente anche così, ma niente a che vedere con l'opera originale.

In realtà, a parte le cose che guarderemo e a parte le cose che, ahimè, non possiamo guardare più (sappilo, Arrow, manchi) stiamo anche guardando cose di un certo livello, principalmente da quando abbiamo deciso di non guardare più Netflix Original (ma quanti siamo?). Sicuramente un editoriale ne salterà fuori, vedremo se farne due.

L'ottobre si è fatto uggioso, siamo tornati a prendere in mano i plaid in cui avvolgerci, sempre tormentati dall'eterno dilemma: come facciamo a tenere le mani al caldo e digitare sulla tastiera/usare il pad contemporaneamente? Che ci crediate o no questi, prima del 2020, erano problemi centrali della nostra vita. Oggi, mi sa, abbiamo un po' qualcosina altro per la testa

“Only twenty minutes to sleep / But you dream of some epiphany / Just one single glimpse of relief / To make some sense of what you've seen”

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