Stress
Timor Panico: il migliore amico del Sistemista. O almeno uno che non lo abbandona mai. Anche se è un po' difficile figurarsi uno come il buon vecchio panzone Bob che si fa prendere dallo stress, uno che ha una sedia sdraio come postazione di lavoro.
Perfino noialtri, che siamo Esseri Perfetti e non miseri umani, nell'alto dei nostri castelli sulle nuvole certe sere ci sentiamo un po', come dire, stressati per un motivo o per l'altro.
Eppure direi che nessuno di noi, per fortuna, si avvicina agli iperbolici livelli di stress che assediano costantemente il protagonista di Uncut Gems.
Un film ansiogeno, claustrofobico, girato tutto a un centimetro da facce che sbraitano e dai soprammobili che ingombrano gli interni, tutto di sghimbescio e fuori fuoco, tipo lo stile di Wong Kar-Wai ma molto più grezzo. Con una colonna sonora di rumori martellanti fastidiosissimi, che sovrasta i dialoghi e ti fa venire il nervoso solo ad ascoltarla. Di gran lunga il film dell'anno (non so di preciso quale).
Voglio dire, Parasite è bello bello eccetera, ma mi ha impressionato meno. Oltretutto il circo costruito attorno a questo film mi fa scattare dentro ancora una volta quella strana sensazione che noialtri proviamo a volte, quando la nostra passioncina di nicchia viene invasa da una popolarità improvvisa che la manda in vacca.
Perché ovviamente io seguo e apprezzo il cinema coreano senza bisogno che me lo vengano a dire degli stupratori hollywoodiani che cercano di ripulirsi la coscienza. Ci tenevo a specificarlo.
Ma almeno questo Parasite ha il merito di aver fatto riscoprire al mondo il capolavoro di questo regista, che è Memorie di un Assassino (2003). (Oppure ne ha avuto il torto, se appunto questo genere di cose vi fa andare in bestia perché siete gelosi delle vostre passioncine.)
E insomma mi sa che questo editoriale non sarà nulla di più di un mucchio di collegamenti a questo o quel film. Però almeno sono film belli.
Il mondo pare raggelato nel timor panico, irriso da un sole troppo primaverile che sembra splendere solo per fare un dispetto. Non si parla più di videogiochi: le grandi uscite ricominceranno non prima di marzo, e nel frattempo non vedo nulla di nota.
Baby Yoda, ma che caspita stai combinando?
Per i giorni chiusi in casa
A volte in azienda, sembra che certi manager siano interessati solo a mostrare il panico. Perché il panico, in fondo, è segno che ci tengono a quello che stanno facendo, è segno di devozione all'azienda. Se vai veramente in panico, se ti sudano le manine, se non riesci più a dormire allora puoi dimostrare al management che per te non è più solo lavoro, ma che è una missione. E al management piace che ci sia qualcuno che crede nella missione. Mentre quelli della missione urlano, comunque, di solito ci sono anche quelli che lavorano solo e risolvono i problemi. Manica di vigliacchi insensibili.
Mi è capitato, nelle ultime settimane, di incappare in Dreams, piattaforma PS4 dalle velleità creative. Ho da sempre un debole per le sandbox, ho sempre avuto un debole per le scorciatoie che ti possono permettere di creare videogiochi. Come al solito su questo prodotto ci sono i soliti due atteggiamenti contrastanti, da una parte quelli che credono sia solo un passatempo, senza capacità di realizzare qualcosa di buono e quelli che invece sono convinti possa portare alla realizzazione di un vero videogioco. Una volta avrei sostenuto il progetto nell'ottica di veder emerge dei gameplay innovativi oppure veder prendere delle direzioni coraggiose. Oggi, per quello, abbiamo già tutto l'indie che viene prodotto quindi non è più così importante. Allora forse quello di cui abbiamo bisogno è altro: come vengono realizzati i giochi indie? E' possibile riuscirci anche mantenendo un minimo di vita sociale, tipo anche solo una vita che comprenda lavarsi? Gli autori devono sempre giungere al margine della follia per darci qualcosa? Qui a FTR, ovviamente, amiamo esaltare questo tipo di etica, in cui l'artista devoto ci dona la sua carne e il suo sangue e diventa opera, dove il videogioco è solo il termine di un racconto sontuoso. Ma, sotto sotto, noi siamo anche ingegneri e gli ingegneri vogliono sapere di più della fattibilità di questo mondo.
Quando ci trovavamo nell'età dell'Oro e ti veniva un'idea anche solo di un tizio in un labirinto se volevi arrivare alle folle dovevi mettere in conto due anni di sviluppo di un team di dieci persone per il solo motore grafico treddì. Oggi non è più così, prodotti come Unity o l'Unreal Engine sono, out of the box, tutto quello che ti serve per ottenere risultati professionali (e sono usati per ottenere risultati professionali) e questo non spacciandosi come sandbox, ma mostrandosi unicamente per quello che sono, ovvero librerie base. Se ai nostri tempi, in cui eravamo tutti in fregola per interagire, avessimo avuto oggetti del genere, sarebbero state chattate su irc interminabili per ottenere il sacro graal del gameplay. Oggi, purtroppo, l'utenza normale non si sente più stimolata a partecipare a queste avventure e sebbene è vero anche che l'utenza professionale si è fatta un po' più eterogenea un po' mi manca quel sano carrozzone di dilettanti allo sbaraglio che eravamo (ma voi ve lo ricordate quando qua lavoravamo con RPGMaker2000?).
Sto accumulando receanime da fare che però non posso fare perché gli anime, invece di finire, piantano tutto a metà e rimandano a quando (se) faranno una seconda stagione. Questo è l'unico reale peggioramento che abbiamo avuto negli anni nel mercato dell'intrattenimento giapponese. Una volta avevi i tuoi bei prodotti che cominciavano e finivano, bene/male/forte/debole, ma finivano. Oggi, complice il fatto che tanto un progetto è spalmato su tutti i media, non sai mai se avrai un reale finale di qualcosa o soltanto il teaser di una storia che non vedrai mai. Non voglio qui raccontarvi di che titoli stiamo parlando, però al momento ho un paio di storie notevoli su cui vorrei racontarvi tutto con la consueta profondità d'analisi e mi spiace veramente non siano complete. Teniamo duro.
Il periodo della primavera è sempre difficile, soprattutto quando inizia a Febbraio. Le notizie di cose grosse rallentano e bisogna aspettare che la gente ritorni a credere all'estate per avere qualcosa di buono di cui parlare. Avremo qualcosa da dire su certe serie TV, una certa in particolare, ma a questo punto tanto vale aspettare che si arrivi in fondo. Questa è la consueta formula con cui cerco di chiudere un editoriale in fretta, consueto editoriale mordi e fuggi senza contenuti interessanti. Lo so che magari proprio in questi giorni qualcosa di lungo e interessante da leggere è quello che vi interessava, soprattutto qualcosa di leggero e staccato dal mondo reale come FTR, ma purtroppo non siamo esattamente attrezzati per le urgenze.
Cymon: testi, storia, site admin- Temo di essere un uomo pratico - replicò il medico con burbero umorismo - e non mi preoccupo molto di religione e filosofia.
- Non sarete mai un uomo pratico fino a che non lo farete.