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956, 29/02/2020 - Emoticons
956
29 . 02 . 2020

Il panico nelle strade

Nelle strade c'è il panico ormai, e ancora una volta la prescienza sovrannaturale di questo sito si è manifestata nel modo meno opportuno: la strip di settimana scorsa si intitolava “Generatore di Panico“, ma scusate, non l'abbiamo fatto apposta.
Questa settimana FTR è datato 29 febbraio, il giorno strano che non dovrebbe esistere... vedremo come va.

Sono davvero rare le occasioni che ci danno modo di compiacerci di essere degli sfigati videogiocatori: normalmente siamo considerati dei poveri sventurati, che consumano i giorni chiusi nel buio di una stanzetta solitaria, a ingobbirsi e impallidire.
In effetti, quarantena o no per noi non cambia molto.
Noialtri siamo professionisti dell'evitare contatti umani... abbiamo vite interiori molto intense, come dice Neal Stephenson; abbiamo riserve inesauribili di libri film e giochi per stare chiusi in casa da qui all'eternità (i più sfortunati tra noi hanno anche i cartoni giapponesi); e abbiamo passato metà della nostra vita preparandoci a questo momento, il Collasso della Civiltà.
Conosciamo a menadito decenni di materiale sulle apocalissi zombie, e come sopravvivere ad esse.

Non per dire, ma la prima regola sarebbe evitare i supermercati.

Se uno avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria, consiglierei di guardare Anna and the Apocalypse: un film di cui non fornisco nemmeno un link perché dà il meglio di sé se lo spettatore non ha la minima idea di cosa aspettarsi. Molto istruttivo.
E tra qualche settimana arriverà The Last Of Us II, per permetterci di ricreare (anche) dentro le nostre case la sensazione di angoscia nell'essere circondati da persone infettate da un fungo assassino. Ma per allora rischia di essere la realtà quotidiana. Ridondante!

Infine mi piace ricordare quello che anche Hideo Kojima ha notato: questa settimana cadeva la data in cui si svolgono gli avvenimenti di Akira (1988). I cartelli a inizio film annunciano che mancano 147 giorni alle Olimpiadi di Tokyo 2020, proprio come ora. Ma la manfestazione è a rischio a causa di eventi incontrollabili, e il panico dilaga nelle strade. Proprio come ora!

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29 . 02 . 2020

Bisesto!

Le chat aziendali sono una pratica relativa moderna. Prima che l'internet diventasse pervasiva e cose come Whatsapp penetrassero a tutti i livelli della società arrivando a tumadre l'idea di usare la parola scritta in un dialogo ibrido sincrono-asincrono era vista con sospetto, quando non evidente sintomo di asocialità. C'erano buoni motivi perché le cose rimanessero così, ma poi sappiamo come è andata sull'internet e allora oggi anche la chat può essere considerata strumento di lavoro. Strumento paradossale, perché fugge alla formalità della mail come alla sua ufficialità, ma comunque veicola magari anche attività che necessitano una certa attenzione. E anche se le chat si fanno di lavoro non mancano delle faccine, perché le faccine non vengono più considerate uno sfizio, ma parte integrante dello strumento. Già nei secoli passati, quando le faccine erano proprio fatte con i due punti e le parentesi, era mia idea che in realtà rappresentassero l'ammissione di un limite, da parte della maggior parte della popolazione, incapace di esprimere con chiarezza il sentimento che mette in ciò che dice trovandosi di fronte la parola scritta. Oggi devo dire che spesso è la necessità di brevità a renderle utili, perché in effetti non si può sempre cercare la frase corretta e equilibrata. Non parliamo poi di quando si deve usare una lingua diversa dalla nostra.

Settimana scorsa ho accettano a Dreams, ma la verità è che ho solo cercato di dare sfogo a una frustrazione tutta personale. E' da u po' di tempo che vorrei lanciarmi di nuovo sulla realizzazione di un videogioco, non un videogioco che abbia delle aspettative di successo, ovviamente, ma almeno un progetto di tipo informatico che mi possa impegnare la mente. In particolare, mischiando a questo un'altra ossessione di questa fase della mia vita, credo che non siano ancora sfruttati abbastanza i videogiochi basati sulla blockchain. La Blockchain è un ambiente blindato e sicuro in cui le identità sono stabilite e ed è favorita, al massimo la collaborazione e la distribuzione su rete dell'attività. Ha anche una moneta corrente che può aiutare a pesare con efficacia le azioni delle persone senza ricorrere a degli arzigogoli esterni. Si tratta di un ambiente perfetto per sviluppare interazioni cervellotiche.
Quest'estate vi avevo parlato di Xaya. Lo studio che ne ho fatto è stato interessante e mi ha permesso di capire numerose cose in vari ambiti però sinceramente la comunità, soprattutto di sviluppatori, l'ho trovata spenta (forum completamente vuoto, per esempio) e non mi ha stimolato ad approfondire troppo le ricerche. Quello che cerco è qualcosa del genere, ma con un po' più vitalità.
Intendiamoci, so perfettamente che il mercato dei giochi su blockchain esiste già e che ci sono anche dei progetti interessanti e piuttosto grossi a riguardo, ma a me interessa, come potete ben intuire, l'altro fronte, ovvero quello composto da personaggi cervellotici che creano sistemi maniacalmente complessi e poi li mettono a disposizione di persone altrettanto frustrate.
Potrebbe sembrarvi strano avere aspirazioni del genere, ma vi ricordo che quando ero molto giovane giravano tranquillamente per la rete i MUD, dei giochi di ruolo completamente testuali sviluppati su protocollo telnet, con tanto di comunità, admin, open world e sistemi che si evolvevano nel tempo sulla base dell'azione degli utenti. Tutte cose realizzate in modo a dir poco barocco per aggirare i limiti di un'internet che oggettivamente non valeva un millesimo di quella che è oggi.
Ecco, se oggi qualcuno fosse così folle da pensare che un MUD potrebbe avere successo non penso avrebbe grandi dubbi a metterlo sulla blockchain dove verrebbero facilmente replicate tutte le strutture che erano già necessarie al tempo, ma con l'aggiunta di altri altrettanto importanti aspetti (poi c'è il MUD che ho provato a sviluppare io, un progetto di cui sono tutt'oggi orgoglioso per quanto fosse contorto. Sarà capitato che vi abbia parlato anche di quello, ma non voglio divagare).
Quello che sto cercando non è appagamento estetico. L'appagamento estetico ormai mi arriva con un qualsiasi gioco orientale installato su cellulare, con abbastanza art manga da riempire due fiere di fumetti e animazioni da 60MB l'una per un attacco. E, di contro, un gameplay risicato che si riduce dopo poche ore in paga-o-prega. Io sto cercando dinamiche puramente nerd, quell'ambito che già da tempo, da queste pagine, dichiaro morto.

Bene ragazzi, come avrete notato anche questa settimana sono stato ligio alla linea editoriale di FTR e non ho parlato di niente che riguardi il mondo reale. E' sempre più difficile perché il mondo reale si è fatto piuttosto complicato, complicato in una maniera che, purtroppo, lambisce alcuni ambiti della fantascienza catastrofica che renderebbero seducente raccontarne. Questo però è FTR, è fatto così, vi ricorda che l'ha fuori c'è anche altro e ci sarà sempre. Dopotutto siete voi i primi ad aver cercato una via di fuga, cliccando sul suo indirizzo.
E poi, diciamocelo, per noi rimanere in casa non è mai stato poi questo gran problema. Io ho tirato di nuovo fuori la Playstation.

“Scegli il vestito migliore per il matrimonio / Del tuo amico con gli occhi tristi / Vai in palestra a sudare la colpa / Chiedi un parere anonimo e alcolista / Trovati un bar che sarà la tua chiesa / Odia qualcuno per stare un po' meglio / Odia qualcuno che sembra stia meglio / E un figlio di puttana chiamalo fratello”

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