Tanti buoni sentimenti
Esordiamo nel nuovo anno con una pillola di saggezza, impartita da Gödel al suo giovane allievo nella rassicurante intimità della sala server (o sala macchine, per chi si sente romanticamente Scotty).
Che idee rivoluzionarie, che si coltivano qui su FTR... in spregio al 2018 restiamo piccoli punk anticonformisti! Il nostro Neo dopo 15 anni che è stato assunto è ancora sotto la tutela del suo mentore, ha ancora qualcosa da imparare dal suo primo maestro... è semplicemente impensabile in quest'epoca superficiale, in cui persino i giovani apprendisti Jedi non hanno bisogno in realtà di imparare un c***, e anche l'Ultimo dei Coglioni può padroneggiare la Forza dopo un quarto d'ora di utilizzo.
Forse pensavo di essermi scrollato finalmente di dosso un po' di Guerre Stellari, entrando nel 2018, e invece sono ancora qui, scioccato dall'ultimo episodio. Ma non voglio più parlarne qui, l'ho già fatto abbastanza: mi limiterò a proporvi una selezione delle recensioni del film che ho più apprezzato. Sono diametralmente opposte nel giudizio, perché davvero si tratta di un film maledetto: quella di Marcella Leonardi (poetessa del Cinema) e quella di Michael Heilemann (forse il maggior fanatico vivente di Guerre Stellari).
Ci sarebbe una tradizione che rispettiamo sin dalla fondazione di questo sito nel 2001: tirare le somme dell'anno appena trascorso, limitatamente al settore del divertimento elettronico. D'altra parte i giochi più belli del 2017 si trovano tutti già catalogati nella cronaca settimanale di queste pagine, per cui oggi non ci saranno sorprese, ma solo le mie consuete ossessioni.
NieR:Automata mi ha sconvolto come non credevo più possibile, e non sono il solo dato che ha ottenuto un successo commerciale del tutto imprevedibile. Ma questo Action-RPG Giapponese con i chara-design di Akiko Yoshida (e la migliore inquadratura sotto la gonnella di tutti i tempi) nasconde sotto apparenze scialbe un'anima ardente e fragile. Più, la colonna sonora più bella degli ultimi 20 anni, che non guasta mai.
Il boss finale segreto di questo gioco pazzesco sono i titoli di coda: basta come esempio di genialità? Se non basta, posso aggiungere che la sfida è decisamente improba per un solo giocatore, ma durante lo scontro è possibile accettare l'aiuto di altri giocatori che l'hanno finito prima di noi, e che combattono al nostro fianco esclamando un loro motto personalizzato. E la canzone finale in questi momenti si trasforma in un coro a più voci (composto dagli sviluppatori del gioco). Ma questa collaborazione ha un prezzo: per poter donare il proprio aiuto a un altro giocatore sconosciuto e casuale, dopo aver finito il gioco a nostro volta dobbiamo scegliere di cancellare il salvataggio e azzerare quindi tutti i nostri progressi.
NieR:Automata ci insegna il valore del sacrificio introducendo una componente di solidarietà umana, commovente, in un gioco esclusivamente single-player: se non è Grazia questa.
Poi c'è stata tanta altra roba notevole in questo 2017 ricchissimo. Hollow Knight è un altro giochino piccino ma con un cuore grandissimo. Anche lui ha remato controcorrente rispetto allo Spirito dei Tempi attuali, con il suo rifiuto categorico della simultaneità, per raccontare invece una storia tutta retrospettiva e nostalgica sugli splendori perduti del passato. Altro che Twitter, miserabili coglioni.
E poi Persona 5, il ritorno del Grande Videogioco Giapponese come li facevano una volta. Anche questo ci offre motivo di speranza in un mondo sempre più arido: l'obiettivo del gioco è redimere chi ha sbagliato, non farlo fuori (e farsi la professoressa del liceo, ma non divaghiamo).
Infine non posso dimenticare, in un anno pieno di sorprese, la sorpresa più gradita: Golf Story per Nintendo Switch (e purtroppo solo per quello). Ne parlerò meglio in futuro, se questo 2018 avrà un futuro.
Lo-Rez: arte, storia, web designLa Befana è della Spectre
I saputi del mondo del lavoro dicono che l'inglese non è più la lingua più importante per trovare un buon impiego e bisognerebbe, invece, inchinarsi ai dominatori del mondo, cinesi e russi, per andare a fare i soldi. Peccato che magari uno non dovrebbe avere una visione mondiale-mondiale del mondo del lavoro, ma una visione mondiale in cui il mondo è circoscritto a quelle nazioni in cui non sarebbe poi così male campare. In quelle (che sappiamo bene o male quali sono) l'inglese rimane preponderante. Non parliamo poi dell'IT dove comunque quella specie di slang tecnico beltalowda che gira per gli ambienti ha una radice (dicono) anglosassone. In ogni caso imparare una nuova lingua può essere sempre un buon proposito per l'anno nuovo (sempre che non li troviate insopportabili, come capita a me). Personalmente, sono tornano in quella fase del ciclo in cui cerco di capire qualcosa di più del giapponese. Per farlo sto usando Duolingo. Duolingo è un'ottima App, come tutte le App di lingue non basta per imparare una lingua, manca tutto l'impianto grammaticale che è più o meno necessario, ma almeno ti permette di prendere dimestichezza con un po' di vocabolario e alcune forme idiomatiche comune con un'interfaccia accattivante e un aggressivo sistema di punteggi. Peccato sia ancora piuttosto poco social, ma chissà che non si evolva.
Se però col cinese e il russo siete proprio in fissa e siete a Milano date un'occhiata al Huawei Experience Store che sembra avere un'interessante offerta di corsi gratuiti, che però non so come funzionano.
I grandi della Terra cercano di spingere avanti l'orologio dell'Apocalisse a grandi, ottuse spallate, ultimamente, ma noi abbiamo sempre saputo che l'estizione con la E maiuscola verrà dal nostro mondo, che è sempre stato endemicamente cialtrone e che nonostante questo appare sempre più invasivo. Le Grandi Case produttrici di processori hanno ammesso in questi giorni due falle potenzialmente devastanti nel silicio che distribuiscono da una decina d'anni cosa che ha gettato nel panico il popolino, ma che non ha nemmeno lasciato indifferente il popolo dei tecnici.
Come per tutte le altre falle che si sono presentate in questi tempi, valgono sempre alcune precisazioni doverose.
Il mondo della sicurezza informatica è pignolo by design. Quando dichiara una falla di sicurezza, anche grave, non è che dichiara che esiste un modo preciso per fare una certa cosa. Quello che fa è rilevare che, potenzialmente, esistono delle vie tramite cui si possono raggiungere certi risultati. Questo è il motivo per cui non parliamo mai di vulnerabilità come breccia tramite cui acquisire qualcosa di importante, ma come situazione di contorno che ci permette di arrivare dove non dovremmo. Da lì sta alla fantasia del potenziale hacker ottenere effettivamente dei dati. Quelli che sintetizzano con "ti entrano nel computer" di solito non hanno capito un ciuffolo di quello che sta succedendo.
Per una nota tranquillizzante una nota un po' più inquietante: non esiste modo di stabilire se qualcuno abbia usato queste falle negli ultimi dieci anni (potenziamente potrebbe averle potute usare su computer che sono stati già buttati via!). Sarebbe bello se un grande magnate un giorno saltasse fuori davanti a tutti e dichiarasse di avere fatto i soldi perché aveva visto una vulnerabilità informatica. Purtroppo difficile credere che possa capitare.
La cosa che però sicuramente colpisce di più l'attenzione stavolta è che sembra che le potenziali fix al problema potrebbero abbattere le prestazioni di certe macchine in certi contesti (ancora, usare termini relativi all'inevitabile a me da sempre fastidio, è una cosa da studiare caso per caso). Potremmo avere un vero e proprio downgrade del pianeta con effetti anche sul medio termine piuttosto affascinanti. Oppure, fatto ancora più inquietante, potremmo avere vaste aree che decidono di non mettere i sistemi in sicurezza pur di mantenere la propria capacità di calcolo e quindi avere delle macchie in cui un certo tipo di utenti potrebbero decidere di penetrare. Non sono scenari apocalittici, ma sono sempre un passo in più verso quel panorama Gibsoniano in cui l'informatica risulta una scienza empirica in cui chi ha il giusto istinto può arrivare dove vuole.
Le falle architetturali gravi e radicate nei sistemi in questi ultimi anni sono state molteplici, decisamente più di quante ci si aspetterebbe. Ormai il bollettino dei grandi eventi di questo genere è piuttosto fitto e questo non è qualcosa che possa far piacere. Il buco in SMB1.0 di qualche mese fa ha portato a una vera e propria epidemia di cryptolocker (che forse ha anche aiutato il mercato bitcoin tutt'oggi rampante). Questo buco forse è troppo raffinato per avere uno sfruttamento esteso, ma se dietro l'angolo ci fosse qualcosa di veramente dannoso capace di fare veramente danni? Quello che mi preoccupa non è tanto quest'eventualità, che in fondo ho sempre saputo plausibile, quanto il fatto che nessuno, in nessun contesto sta ragionando su come correre ai ripari. L'internet è una, se si rompe quella non esiste una rete di backup. E le cose che ormai riescono a lavorare senza l'internet sono sempre meno e sempre più difficili da tenere in piedi.
Questo per farvi cominciare l'anno con ottimismo
Cymon: testi, storia, site admin“I think it's impossible to really understand somebody, what they want, what they believe, and not love them the way they love themselves.”