Caro regista
Ora che i cenoni sono finiti negli stomaci, ora che il panettone ai fichi caramellati ripieni di cioccolato e il maialino laccato di miele con speck e mele sono stati ingurgitati, ora che Snoke è morto affettato come un idiota, ora che le lucine dentro e fuori le case brillano soltanto di nostalgia irriducibile, ormai prossime allo spegnimento definitivo, ora che Luke è crepato di vecchiaia seduto nel portico di casa sua come i vecchi, e la sua gemella se n'è andata in un trafiletto nei titoli di coda, ora che non ci sono più i film degli anni '80, e a noialtri avanza forse una fetta di spongata e mezzo barattolo di mostarda di mele cotogne, ora che i nerd non esistono più e i geek si sono arresi allo Spirito dei Tempi, ora che i Cavalieri Jedi e anche i Sith si sono estinti... il futuro appartiene a chi è ancora qui: ragazzini confusi e pieni di disagio, senza una guida, persi nella nebbia grigia dell'inverno appena iniziato.
La volta scorsa, reduce dalla visione dell'Ottavo Episodio di Guerre Stellari, ho dichiarato la mia resa: sono solo film,e come tali vanno presi.
I primi sintomi di questa guarigione dall'ossessione li ho avuti forse quando mi sono presentato alla visione de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato senza conoscere a menadito la genealogia completa del nano Gimli.
Chiedo perdono! Però no, non me ne importa niente.
Questa nuova Forza che ho scoperto dentro di me mi ha permesso di passare indenne attraverso un'esperienza sconvolgente come la visione de Gli Ultimi Jedi: nessun problema, bro! Fai pure quello che ti pare con la saga cinematografica che tanto amiamo.
Io in fondo credo di capirti, regista dell'Episodio VIII: sei un entusiasta proprio come noi, appartieni alla nostra generazione, quella che ha ereditato il mondo, e quando hai avuto per le mani Guerre Stellari ti è scoppiato il cuore. Ci hai buttato dentro tutte le suggestioni della tua infanzia, come un'astronave spaccata in due in silenzio al rallentatore come se fossimo nella galassia di Gundam o Capitan Harlock; o come un capitano lesbica coi capelli viola vestita male che sembra prelevato dalla plancia del Galaxy Express 999.
Lo so, è quello che avrei fatto anch'io (con le mie personali ispirazioni, s'intende). E dunque mi ritengo fortunato perché ci sono stati dei momenti, durante questo film che dura centomila ore, in cui la tua sensibilità si allinea con la mia, e allora mi hai fatto vedere delle cose bellissime e poetiche: tutta l'isola dei Jedi è una tavola di Doré, il drago marino che guizza per un istante è la quintessenza di Boris Vallejo, di Frank Frazetta e dei mini-fumetti dei Masters of the Universe che si trovavano nella scatola dei pupazzetti di He-Man. E poi Snoke nella sua sala del trono circondato dalle sue guardie è la scenografia più bella degli ultimi anni, è fatta della materia del mito che resiste nei decenni.
Quindi grazie, mi accontento così.
Poi mi sono dovuto sorbire le obbligatorie varianti etniche nel loro vagabondare superfluo su un pianeta casinò tematicamente stonatissimo: ma sì, l'intenzione era ottima, c'è tanto bisogno di predicare l'empatia per il prossimo, e in linea con il tema generale della fine di tutti gli eroi vecchio stile... ma stona lo stesso.
Gli hai tirato proprio un bello scherzone a quell'antipatico di JJ Abrams: col tuo film infilato in mezzo tra i suoi gli hai prima demolito completamente tutte le premesse che aveva costruito lui, di fatto resettando la situazione e i personaggi al punto di partenza, e poi lo lasci in braghe di tela per il gran finale, senza un cattivo vero, senza un eroe irruento e scapestrato (perché bisogna sempre ubbidire a Capelli Viola, è per il tuo bene, bambino), senza un grande guerriero dei buoni perché Guerra Non Fa Nessuno Grande™ (che poi già lo sapevamo)... hai condannato il Nono Episodio a reggersi sulle spalle di due mocciosi poco svegli indecisi su cosa fare da grandi, smarriti nel relativismo morale della nostra epoca che non ammette lati Chiari e Scuri, né Buoni e Cattivi, né Eroi e Gente Mediocre, e che funzionano bene come personaggi soltanto quando sono insieme (e tu li hai stupidamente divisi).
Ci hai dato un film che è una fan-fiction sospesa a metà tra i bimbi degli anni '80 e la generazione hipster: già che c'eri, una volta deciso che te infischi della coerenza di quarant'anni di storie (ma mi sta bene, lo ripeto!), perché non spingere il pedale fino in fondo, perché non regalarci l'immagine di Luke che solleva con la Forza il suo X-Wing parcheggiato sott'acqua da trent'anni, stavolta con la disinvoltura del Maestro, avvolto come Kenshiro barbuto nel suo mantello, e si allontana verso il tramonto di due soli?
Così anch'io sarei potuto morire in pace.
Cicli e ingranaggi
E' un meccanismo che si può quasi dire frusto, quello che fa sì che dopo l'editoriale di Natale, quello melenso e pieno di buoni sentimenti, debba venire l'editoriale di capodanno che è sempre un po' una somma di quello che è accaduto durante l'anno e una lista di buoni propositi per l'anno a venire. Beh, ok, non è che FTR si senta legato a fare l'una e l'altra cosa eh, ma come ormai avrete capito, nella nostra vecchitudine, la celebrazione old-style un po' ci affascina. E poi denigrare, ignorare e rifiutare le festività secondo X motivi è ormai diventato così mainstream che fare gli auguri è la vera ribellione.
Naturalmente, nella nostra Grande Azienda, non si ha molta percezione di tutto ciò. Ovviamente una società IT deve essere 24:7 e quindi ci vuole comunque qualcuno che al 31 dicembre controlli che i sistemi non saltino per aria. E di spirito natalizio neanche se ne parla. E' già tanto che quest'anno si sia investito qualcosa per le lucine, che però sono solo nel tenebroso ufficio del direttore e quindi, più che far festa, fanno più commemorazione delle divinità ctonie.
Che anno è stato? Sicuramente l'uscita della Switch ha dato una scossa al mondo del videoludo, ma ancor più dell'uscita della console l'uscita delle super-IP che le sono legate, ovvero Zelda e Supermario. Sotto molti di punti di vista è una storia già vista e rivista, ma ormai è abbastanza evidente che la Storia dei Videogiochi è qualcosa di Stabile e quindi non avremo più svolte epocali per un po', checché se ne dica. I visori sono stati un mezzo fallimento, ma in realtà lo sono stati meno di quanto si potesse pensare. Non sono diventati il device mai-più-senza, ma molti li hanno provati e molti li possiedono, sono tecnologicamente accessibili a tutte le tasche a tutte le possibilità di gioco, sono venuti per rimanere. Considerando che il modo di vedere il gioco non cambiava dagli anni 60 direi che è un buon risultato.
Per quello che riguarda i giochi che hanno segnato quest'anno ci sarebbero sicuramente dei titoli da estrarre dal cilindro, ma non mi sento più nella posizione di poter essere io a tirarli fuori. La mia bussola per seguire il mercato è così arrugginita che ogni tanto riesco a rincorrere qualche cometa, ma mai avrei più il coraggio di darmi alla mappatura in grande dell'universo.
Dal punto di vista cinematografico abbiamo avuto un po' tutte le più importanti serie di fantascienza del passato riproposte: Alien, Blade Runner, Guerre Stellari, uno Star Trek in TV. Non è andata nemmeno così male, nel computo generale (ma non andrà mai bene, per gli inaciditi come noi). Gli universi fumettosi sono andati avanti, ma quelli in verità sono ormai dei rumori di fondo che non vale nemmeno la pena di tracciare.
Per quello che riguarda le serie TV... ecco, io l'ho già detto e non ho mica paura di ripeterlo, siamo entrati ufficialmente nell'Età Oscura, quell'orribile momento in cui compiacere il pubblico twittante è divenuto più importante che scrivere una buona storia. Quel momento in cui il pubblico è divenuto una massa talmente vasta che nemmeno più c'è bisogno di dargli una buona storia. Correndo dietro a molte delle mode dell'anno mi sono ritrovato deluso molto spesso e soprattutto ho cominciato a riconoscere dei diffusi malcostumi. Era naturalmente meglio quando noi appassionati di serie TV eravamo un'emarginata minoranza in concorrenza con massaie appassionate di Derrick, in fondo ha sempre funzionato così. C'è di buono che questo sito è stato costruito, con lungimiranza, in tempi non sospetti, e tutt'oggi rappresenta un ottimo rifugio per chiunque non si senta più in accordo con lo spirito del tempo.
Non ci sarà, in questo frammentato editoriale, uno spazio per il summing up delle mie esperienze personali, ovviamente. Non so se vi siete mai accorti di come i vostri autori siano in realtà molto riservati per quello che riguarda ciò che è la loro vita. Ci sono stati diversi progetti, quest'anno, si sono imparate cose nuove, si viene stimolati in sempre nuove maniere. Alla veneranda età di 38 anni riuscire a dire tutto questo più che un lusso è un'insperata conquista quindi non credo ci sia bisogno di dire altro. Ce n'è abbastanza per un brindisi.
Cymon: testi, storia, site admin“Quand stev la in Honduras stev' rind a na capann..”