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serie
846, 23/12/2017 - A sua immagina
846
23 . 12 . 2017

Generazioni

Questo nuovo episodio di Guerre Stellari somiglia a una ventunenne molto graziosa che ti manda (a te ultratrentenne) una raffica continua di messaggini con le foto dei piatti che mangia. Va bene divertirsi per un po', ma siamo così convinti di voler costruire una relazione stabile su queste basi?

...Sì!

Al diavolo i vecchi e la vecchiaia, non siamo più qua in pantofole la Vigilia a guardare le Guerre Stellari di vostra nonna, neanche fossero le sbiadite foto di famiglia.
Ci mancava solo che Kylo si mettesse a pisciare sulla reliquia della tunica di Obi-Wan, facendo nel contempo l'elicottero col suo spadone laser: mai si era visto in quest'epoca un film tanto iconoclasta.

A distanza di due anni, a mente fredda (e dopo numerose sedute dallo psicologo), posso concludere che il mio risentimento per Ep.VII deriva dal fatto che è un film molto carino, ma senza la minima scintilla della Grazia capace di trascendere il momento e di entrare nei Cuori & nei Ricordi. Entrava solo nei portafogli, con la consumata malizia di un truffatore professionista.
Questa è una colpa ben più grave di un film semplicemente venuto male, come ad esempio il famigerato Episodio I: qui stiamo parlando di gente estranea che ha costruito un film senza alcun impulso creativo o ispirazione, mossa soltanto dalle direttive di un consiglio di amministrazione impegnato ad aumentare il valore delle azioni Disney: un comportamento non molto diverso da quello che animava l'eroe nazionale Alfonso Brescia, che nel 1978 (!!!) buttava fuori in fretta e furia un Battaglie negli Spazi Stellari coi costumi cuciti da sua madre, sperando di catturare qualche soldo facile sfruttando il fomento delle masse fresche della visione dell'originale Guerre Stellari (1977).

Dopo queste premesse, non potevamo che sederci sulla poltroncina con una certa inquietudine, quasi certi che quando le luci si fossero spente in sala saremmo stati brutalmente seviziati da questo circo del Superfluo, che come un mostro metafisico di Stephen King contorce i nostri ricordi più cari contro di noi, e se ne nutre.
Dopo circa 2 minuti e una gag che non sarebbe fuori posto in un Cinepanettone nostrano, mi sentivo morire dentro... e invece poi è accaduto un piccolo miracolo natalizio, e una Nuova Speranza è germogliata perfino di tra il gelo e lo smog e i cuori di pietra dell'umanità nell'anno 2017.
L'iconoclastia selvaggia di questo Episodio VIII, che si sbarazza con una gioia selvaggia di quarant'anni di tradizioni per inseguire un Suo personale destino, per cercare il Suo posto nel mondo (come fanno i suoi protagonisti, con tanta retorica), mi ha aperto gli occhi.

Guerre Stellari: Episodio VIII è stato la mia personale Principessa Padme, è stato i Sabbipodi che massacrano brutalmente i miei affetti più cari, danno alle fiamme la mia dimora ancestrale e mi spingono infine lontano, là fuori nel mondo, tra le braccia del Lato Oscuro della Forza.
Ho smesso di essere un geek (nerd non lo sono mai stato, mi spiace). Sono guarito dall'ossessione.
Già un anno fa, su queste stesse pagine a proposito di Rogue One scrissi una cosa che mai e poi mai avrei pensato di scrivere: che è solo un film.

Non me ne frega più niente: È SOLO UN FILM.

Sono stanco di prendermela. Alla mia età devo comnciare a scegliere le mie battaglie. Anni di soprusi, di sfregi, di sistematica demolizione della cultura con cui sono cresciuto mi hanno ridotto a questo: mi arrendo. Avete vinto, va bene? Sono solo film.
E dunque con questo rinnovato sentimento posso cominciare finalmente ad apprezzare questo nuovo Guerre Stellari, a fare Ooohhh! insieme a tutti gli altri bambini quando succede qualcosa di esilarante (e succede spesso).
Ha ragione Yoda. Il Maestro Yoda non delude mai: è ancora il più saggio di tutti. Bruciamo tutto, e proviamo finalmente a fare qualcosa di nuovo, a divertirci come pare a noi.

Dopo l'ipocrisia di Ep.VII ci voleva una scintilla per riaccendere il fuoco di Guerre Stellari: bisognava fare qualcosa di inconcepibile, qualcosa di tanto straordinario che non riesco quasi a formulare il concetto: un film nuovo. Bello, ma diverso. Un film nuovo. Fatto da tizi sconosciuti, o anche famosi, ma basta che siano posseduti dalla Grazia ineffabile, e purtroppo rarissima. Hermann Melville, uno toccato dalla Grazia in Moby Dick, credeva che la smisurata ambizione del progetto creativo può elevare il suo creatore (fosse anche uno venuto dal niente) alla statura dei giganti. E allora perché no: Rey sarà la nostra musa. La musa per una nuova generazione di eroi, di film, di spettatori, di tutto. È successo con Mad Max: Fury Road. Può succedere ancora. Fa parte del ciclo della vita e della morte, che unisce tutte le cose come una strana Forza. Abbiamo una Nuova Speranza: niente più Cloni.

Come Luke, anche noi guardavamo ancora all'orizzonte dopo tutti questi anni, trasognati nel tramonto di due soli, persi nel ricordo del momento più alto della storia del Cinema. Invece dovevamo stare concentrati sul qui-e-ora. Morire per rinascere. Il bello viene adesso.

Lo-Rez: arte, storia, web design
23 . 12 . 2017

Silent night

E così siamo arrivati anche quest'anno all'editoriale di Natale, che cade il giorno prima della vigilia e che sto scrivendo, colpevolmente in ritardo, quando ormai è quasi vigilia piena. Il Natale, una volta, non era qualcosa che si potesse trascurare nel mondo dei videogiochi. Non solo le uscite importanti si concentravano intorno a questa data, ma è indubbio che, relativamente alla nostra infanzia, abbiamo tutti uno o più ricordi di Natale legato ai videogiochi, perché per molti di noi i videogiochi sono stati il regalo più atteso. Così come ha sempre un gran fascino l'eterna tribolazione di bimbo che cerca di installare la nuova console oppure capire il funzionamento del nuovo gioco recuperato mentre intorno a lui si agita la buriana dei festeggiamenti classici, con le zie che ti chiedono come vai a scuola, i cuginetti che non vedi mai che ti vogliono picchiare e tutto il resto. Possiamo avere un atteggiamento scostante nei confronti del Natale in sé, insomma, come lo abbiamo nel confronto di tutte le celebrazioni, ma Natale e videoludo significano comunque emozione.

Negli ultimi anni, secondo me, questa stretta correlazione è venuta un po' a mancare. Un po' il mercato dei videogiochi è divenuto più adulto, nel senso che molti videogiocatori hanno trent'anni e non hanno bisogno di aspettare Natale per aprire il salvadanaio, anzi. Poi, con il digital delivery e tutto il resto, è sempre più difficile associare il videoludo ai pacchi sotto l'albero. I videogiochi hanno perso la loro seppur effimera fisicità, diventando difficili da contestualizzare in un momento conviviale come le feste. In particolare quest'anno, poi, siamo al culmine di una generazione e con lo Switch ormai bello che in giro non esiste una console war che possa accendere la festa, un carburante di cui certo anni precedenti si sono ben giovati.

Le tradizioni cinematografiche, invece, sono un po' più rispettate. Ok, i meme su quelli che aspettano Guerre Stellari invece di Natale hanno già rotto i cosiddetti, ma Natale è da sempre il momento del blockbuster, del film per la famiglia su cui si sono spesi milioni di dollari, l'evento che deve unire tutti. In realtà le reazioni a The Last Jedi appaiono, per quel che riporta la stampa, fortemente divisive e questo mi lascia piuttosto perplesso. Tutti quelli che si ergono oggi a difesa del canon e vorrebbero derubricare quest'ultima opera mi chiedo dove fossero, due anni fa, quando uscì quel reale scempio del Risveglio della Forza. Che fossero anche loro a esultare con tutti gli altri? Allora comincio a chiedermi se la gente non stia cercando Star Wars in un mucchio di luoghi sbagliati e quindi finisca con l'avere giudizi erratici. Si dovesse verificare che è così, forse dovrei delle scuse alla produzione Disney di questa trilogia. Di certo sono ben lontani dall'aver fatto un truly Star Wars product, ma se hanno cercato di inseguire dei desideri e dei gusti così confusi è evidente che non potevano anche tenere conto del mio integralismo e irredentismo.
Io sono il primo a credere che questo Star Wars demolisca molti degli aspetti genuini di Star Wars, sono i due punti che ho sottolineato con maggior vigore nella recensione precedente. Ma sono punti in linea con il Risveglio della Forza, quindi evidentemente la gente in questo film ha visto qualcosa di ulteriore. La mia paura è che il problema sia che questo film ha una trama qualcosa che le menti dei poveri post-nerd di questa infausta generazione non riescono a gestire. Li lascerò a scannarsi dove sono, che io avrei ancora da recuperare diversi episodi di Rebels e andare all'Esselunga a prendere i Rollinz (per ora da Topolino purtroppo è arrivata la vecchia patata, ma anche Jango Fett, che è un personaggio che aveva un suo perché).

L'editoriale natalizio non vuole allontanarvi troppo a lungo dai vostri cari perciò finisce qui, vi auguro tante belle cose perché ormai sono un vecchio col plaid e saltare gli auguri quasi stona.

“If the stars should appear one night in a thousand years, how would men believe and adore; and preserve for many generations the remembrance of the city of God which had been shown! But every night come out these envoys of beauty, and light the universe with their admonishing smile.”

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