Strip
serie
757, 12/03/2016 - Termidoro
757
12 . 03 . 2016

Corsi e ricorsi

Anche nella strip di oggi ritroviamo Gödel, Ingegnere delle Tenebre di professione, che tormenta la povera piccola Clara con le sue ossessioni tecnologiche. Forse si tratta di una sottile vendetta perché lei, nonostante questa storia continui da anni, non accenna minimamente ad accoglierlo tra le sue grazie.
Può sembrare incredibile, ma a volte capita.

Questa settimana vorrei lasciare da parte l'argomento videoludico per mettere in rotazione un altro tema ben più raro sulle mie colonne: i cartoni animati giapponesi.
Tutto cambia ma il livello di sfiga si mantiene costante, insomma.
Ho smesso da anni di guardare i cartoni animati perché ho raggiunto l'Illuminazione, meditando un giorno sotto un fiore di loto dorato, e ho finalmente capito che: stavo perdendo tempo. Ho provato con tanta buona volontà, ma proprio non ce la faccio a considerarlo un investimento produttivo delle ore che ci sono concesse a questo mondo. Nella mia personale scala di valori, i cartoni giapponesi sono superati anche da mezz'ora di pratica ad eseguire shoryuken con il mio joystick arcade.

Fatta questa doverosa premessa... ho visto One-Punch Man. Figata!

Ehm. Il fatto è che i moderni servizi di online streaming on-demand as a service HD Social Community rendono disgustosamente semplice perdere tempo guardando i cartoni animati. Semplice quasi quanto guardare la TV, ora che ci penso... ma non divaghiamo, certe ipotesi non si possono nemmeno prendere in considerazione nell'anno 2016.
Ad esempio nella povera Italia c'è VVVVID (aggiungete o togliete qualche “V” a piacere). Lo apprezzo perché è un servizio furbo, nato dalla presa di coscienza che era ridicolo ostinarsi a vendere per posta due episodi su DVD a 30 euro a un anno di distanza dall'uscita nipponica, quando uno poteva scaricarseli gratis in Alta Definizione il giorno dopo la trasmissione originale.
Tutto questo per dire che sì, in barba all'Illuminazione ho ceduto anch'io, e i moderni servizi di cui sopra mi hanno fatto regredire allo stato di ameba, ipnotizzandomi davanti a uno schermo, sbavante, decerebrato, come non mi succedeva da moltissimi anni ormai, da quando guardavo la TV.
Corsi e ricorsi della storia. Bisogna che tutto cambi perché tutto resti com'era.

Certo che questi cartoni animati giapponesi ispirano tanta filosofia! Ma arrivando al dunque, questo One-Punch Man è il cartone del momento, quello di cui parlano tutti i bimbi a scuola. Mi scende una lacrimuccia a pensare che ha raccolto l'eredità dei DragonBall e dei Kenshiro dei nostri tempi, eppure è così, e ce lo meritiamo. Ogni generazione ha diritto al suo cartone giapponese: One-Punch Man è figlio di questi tempi. Cinico, ironico, apatico, disilluso. Disegnato in maniera notevolissima.
Dal punto di vista narrativo si tratta di una meraviglia: semplicemente non dovrebbe funzionare. Come si fa a mantenere l'attenzione per tanti episodi quando il protagonista è divinamente forte fin da subito, è capace di annientare qualunque avversario con un solo pugno, è invulnerabile a qualsiasi attacco e non ha punti deboli?
Questo tizio è come Superman senza Clark Kent, senza la criptonite, senza uno straccio di avversario più temibile di un criceto in letargo.
E invece la storia funziona. Infrange tutte le regole narrative e funziona benissimo, per ragioni che non sto a spiegare qui, ma che risultano evidenti fin dai primi minuti se solo cedete all'impulso di guardarlo.
In fondo è così facile.

Lo-Rez: arte, storia, web design
12 . 03 . 2016

Bocca cartonata

Visto che quest'anno ho bigiato il Gamesweek la mia coscienza nerd mi ha convinto quantomeno a presentarmi al Cartoomics e visto che vi sono appena tornato ho pensato bene di dedicargli l'editoriale della settimana.

Rispetto al Gamesweek il Cartoomics è una fiera più interattiva, nel bene e nel male. E' più interattiva perché, a mio aprere ci sono più cose interessanti da vedere e un universo più variegato da esplorare, ma è più interattiva anche perché vi si possono riversare dentro quantità spropositate di denaro, ritornando a casa quindi carichi di borse con la coscienza che si cheta a stento.
Anche dal punto di vista generazionale, è un ambiente più confortante. Il Gamesweek ormai viaggia allegramente su una età media dei partecipanti intorno a 15-16 (MENO DELLA META' della mia), mentre Cartoomics, pur piegando verso i ventenni, ospita ancora torme di ottuage... beh, persone sopra i trenta. Da un lato, molti di questi sono padri che vi portano i figli, dall'altro sono veri nerd che sono maturati. Credo che il ricambio generazionale, nel fandom, sia un po' più lento che nei videogiochi, non tanto perché non ci siano più giovani che vi si appassionano, ma perché i vecchi sembrano meno propensi ad abbandonarlo e quindi continuano a presentarsi anno dopo anno (magari aumentando gli strati di makeup per apparire credibili.

E' stata comunque una bella fiera, ne sono stato molto soddisfatto. Cartoomics non ha la velleità di essere un evento di riferimento, perché se volesse dovrebbe entrare in concorrenza con Lucca, cosa decisamente improponibile, ma ha fatto diverse mosse astute. Innanzitutto il concetto di mercato è molto più diluito che in altri anni, ci sono ancora innumerevoli stand dove buttare via sol... acquistare pregevoli opere, ma non danno l'impressione di essere pignone intorno a cui gira tutto il resto. Erano, anzi, intervallati da numerose zone di decompressione, costituite dai vari spazi di dibattito, mostre e altre attività non di vendita.
Si è dedicata un'intera area, molto vasta, al fantasy in quasi tutte le sue forme. Anche questo mi è sembrato furbo, perché il fantasy, soprattutto in Italia, ha un suo pubblico piuttosto fedele e appassionato, che si merita un luogo d'incontro di prestigio e perché questo porta con sé diverse situazioni folkloristiche che fanno molto fiera. Questo spazio ha forse portato via un po' di aria al mondo più strettamente dedicato ai giochi da tavolo, che ho visto un po' ai margini, soffocato, privo della centralità che avevo notato altri anni.
Veramente poco senso ho visto nelle iniziative dedicate ai videogiochi. Le aeree dedicate erano ingabbiate e davano proprio l'impressione di corpi estranei e gli stand erano molto "timidi". C'erano alcuni interessanti stand dedicati al retrogaming, ma per il resto sembrava proprio che il mondo videoludico dovesse "fare presenza" visto che ci trovava a un evento nerd, ne avrei forse fatto volentieri a meno.

A prova di quanto la fiera mi sia piaciuta la quantità di denaro che ho cacciato fuori. Ho recuperato così due Tutto-Ratman che mi mancavano e il cofanetto di Star Rats perché, come sapete, la fregola Starwarsiana continua a bruciare. A questi ho aggiunto lo specialone PK del ventennio che dovrebbe essere la ristampa di qualcosa che comunque non ho. Sul fronte comics ho preso Kingsman perché mi è piaciuto tanto il film (un po' come feci ai tempi con Kickass, dove comunque la pellicola mi aveva esaltato meno). Per soddisfare l'anima jap mi sono portato a casa la serie completa di Chevalier d'Eon perché si e un libro su come disegnare i manga perché un giorno magari ve lo spiego. Non è mancata neanche la spesa gadget, ora ho una borsa da PC dell'Umbrella corporation e un boccale di Feudalesimo e Libertà.

Fortuna ste cose si fanno una volta l'anno

“In countries where a harsh climate or niggardly soil forbade the cultivation of the vine, [Osiris] taught the inhabitants to console themselves for the want of wine by brewing beer from barley.” James Frazer - Il ramo d'oro

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