Strip
serie
495, 01/01/2011 - LSD
495
01 . 01 . 2011

Una nuova stirpe

Ricominciamo con qualcosa che sembra un brusco risveglio. Apriamo per la prima volta gli occhi da questo lato del 2011, e troviamo china su di noi la sagoma in ombra di Clara, retroilluminata da bagliori accecanti da ospedale o da sala degli interrogatori di un cattivo di Star Trek. È pur sempre una bella sagoma, tanto che potremmo quasi credere di trovarci nella continuazione di un sogno, dopotutto abbiamo visto Inception da non molto e poi... insomma, siamo nella tana del Bianconiglio, che alla faccia della fiaba per bambini è un notorio consumatore di droghe allucinogene.
Propositi per il 2011: 1) non scrivere mai fan-fiction su questo fumetto. Ehm... ma veniamo a noi.
Quando ho pubblicato l'editoriale di settimana scorsa (o meglio l'ho affidato al dolce abbraccio materno del Rabbitbot che gestisce questo sito, il quale ha poi messo in moto tutti gli ingranaggi per garantire che allo scoccare della Mezzanotte l'editoriale venisse pubblicato), quando l'ho pubblicato dicevo ero molto dubbioso: sarò stato troppo autobiografico? Troppo insopportabilmente poetico? Dannazione, non sarà meglio cancellare e riscrivere tutto? In verità, rileggendolo mi è sembrato meno drammatico di come lo ricordavo. Il fatto è che queste feste tendono ad avere strani effetti sull'umore. Ad ogni modo, scripta manent e non rinnego proprio nulla di quanto ho scritto: dopotutto questo sito Non Lo Facciamo Per Voi™, né nel 2010 né nel 2011.

Questo è l'editoriale in cui, per tradizione ormai centenaria, ci dondoliamo sulla nostra poltrona davanti al camino e ripensiamo all'anno videoludico appena trascorso, per illuminarlo con la nostra infinita saggezza. Sennonché, stavolta c'è un problema. L'anno in questione non è appena trascorso, per quanto mi riguarda: sono ancora confinato al 2010 nel momento in cui scrivo queste righe con la piuma d'oca dei miei trisavoli. Questo sfasamento temporale tra me e voialtri è necessario, perché nei giorni a cavallo del capodanno sarò impossibilitato a scrivere l'editoriale e quindi devo anticipare.
Comunque, poco importa: dubito che capiteranno eventi videoludici sconvolgenti in questi ultimi giorni dell'anno (!). Per rinfrescarci la memoria sarà il caso di consultare qualcuna delle innumerevoli classifiche che i siti del settore stanno preparando in questo periodo, tipo quella dei nostri soci di Multiplayer.it. E qui cominciano i casini: non è mica facile stabilire tanto per cominciare quali giochi appartengano al 2010, piuttosto che al 2009 o al 2011. Ad esempio, Final Fantasy XIII è stato (non credo di sorprendere nessuno) il mio Final Fantasy Dell'Anno 2009, in quanto uscito in Nippolandia in dicembre, eppure mi viene proposto ancora quest'anno, quando è uscito nello sfigato Occidente. Oppure Assassin's Creed 2: io me l'ero tenuto in serbo l'anno scorso perché aspettavo l'uscita della versione PC, e invece tutti i siti del settore paiono considerarlo ormai storia passata, tanto è vero che mi propongono Assassin's Creed 2 e mezzo, ovvero Brotherhood.
Insomma, chissenefrega. Stabilire chi è uscito quando mi importa poco. E allora mi sento di confermare i miei presagi, e Assassin's Creed 2/Brotherhood è il titolo che più mi ha intrattenuto nell'ultimo anno. La direzione artistica, che per me è sempre l'aspetto principale, è non solo molto ben curata ma anche originale e dotata di grande personalità. I menu e le interfacce ultramoderne mescolati con le lussureggianti architetture rinascimentali fanno un gran effetto. La storia è presentata in maniera altrettanto interessante, soprattutto per il modo brusco in cui comincia e finisce... la sceneggiatura e la regia sono abbastanza insulse, ma non è troppo importante.
Altri titoli si sono distinti per l'amorevole cura e i mille miliardi di euro spesi nella realizzazione: su tutti Starcraft 2, che però non riesce a portarsi via il mio cuore a causa della sua eccessiva somiglianza con Starcraft 1. Anche Red Dead Redemption e Super Street Fighter IV (il joystick!!!) si sono guadagnati almeno un ricordo su queste pagine. Però...

Però quest'anno non appartiene a nessuno di loro. Quest'anno appartiene a una nuova stirpe di prodotti di intrattenimento elettronico. Sono giochini piccoli e cattivi, aggressivi e arroganti anche quando sono appena nati e pesano un grammo. Sono giochetti fast-food, a volte non sono neppure interi ma pezzetti di altri giochi, come la maionese da mettere sul panino. Sono roba che costa pochi euro, che si scarica da internet più o meno come si scarica tutto il resto, ma con un'interfaccia molto più comoda e senza il brivido emozionante di scoprire che nel .RAR c'è un virus o un film porno al posto di quello che ci aspettavamo.
I ragazzini li chiamano DLC, soprattutto su console, ma da tempo ormai sono arrivati anche su PC grazie a Steam (e a Games for Windows). Quest'anno appartiene a loro. A vincere il mio cuore sono stati soprattutto Lara Croft and the Guardian of Light, Meatboy, Shank, gli aggiornamenti di Team Fortress 2 (l'Australian Christmas!).
Tempi duri per chi ha il culto della Scatola e del Manuale a colori.

Lo-Rez: arte, storia, web design
01 . 01 . 2011

Millenovecentonovantaventuno

C'era uno spettacolo di Guzzanti, nel 1999, in cui il comico si chiedeva se l'uomo fosse pronto al nuovo millennio. Poiché la risposta risultava no allora per evitare che si entrasse invece di far scattare l'anno 2000 si procedeva con un conteggio che prevedeva il millenovecentonovantadieci e così via. Oggi, ragionando così, è il primo giorno del millenovecentonovanta e ventuno.
Ovviamente contare gli anni così non è plausibile, si porrebbe un problema di codifica dati che farebbe sembrare l'Y2K Bug una pulizia cache del browser. Ma il quesito rimane: l'uomo è pronto al nuovo millennio?
La nostra esperienza multimediale è oggi stata aumentata dal mitico cinema treddì, una cosa che in realtà è una tecnologia anni 80, solo riproposta senza i vetrini colorati (che oltretutto rendevano gli occhialini terribilmente più trendy). Le nostre interfaccie sono diventate tutte-tacccc', altra cosa che bene o male viene dagli anni '90, dove però non ebbero grande successo per scarsa ergonomicità. Intanto però i nostri skateboard continuano ad avere le rotelle e l'unica differenza è che adesso, quando su uno schermo li vogliamo senza, invece che cancellarle dai fotogrammi con un pennarello colorato creiamo skateboard, attore, sfondo e comparse con Blender.
Ma in fondo le rivoluzioni non sono mai legate ai numeri e sono raramente brusche. Forse il problema è che il nostro "futuro" è stato disegnato in un'epoca in cui si correva a velocità folle e quando poi abbiamo cominciato ad andare al passo ovviamente tutti gli obiettivi calcolati là sono andati a carte quarantotto. O forse il futuro è fatto per non esistere e allora è proprio tenendolo lontano da noi che lo terremo in vita. Perché di tutto quello che è la nostra esistenza il 10 per cento è realtà e il 90 per cento è illusione. Tipo il capodanno.
Lo so che in questi giorni avete visto in giro il solito consueto dissacrante carosello di persone che se la prendono con le festività. che non le vorrebbero, che vi danno degli ipocriti se le festeggiate e cose del genere. Non sono discorsi che mi piacciono, mi sembrano il solito sport di andare contro le cose per partito preso, praticato oltretutto senza credere nemmeno in quello che si dice (cosa che rende l'atteggiamento pure estremamente ridicolo). Al massimo, come FTR, sapete che abbiamo dimostrato sempre una certa "apatia" nei confronti degli auguri, uno scarso desiderio di fare le strip con la gente che indossa il cappello rosso e cose del genere. Ma questo rientra in tutto un altro contesto, quello che vi vogliamo dire non è che non dovete festeggiare il Natale, ma che di certo sarebbe curioso se pensaste di venirlo a festeggiare qui, un posto che ha decisamente altre finalità.
Io però, rispetto a tutta la struttura e la carovana di questo periodo, mi sto scoprendo sempre più insensibile, invece, al capodanno perché veramente mi è sempre più difficile vederlo come qualcosa che finisce contrapposto a qualcosa che comincia. Non riesco a vederlo come netta cesura di niente, non divide nulla da null'altro, non spezza nessuna routine. Quello che ho fatto venerdì sarà esattamente quello che andrò a fare lunedì e anche se passerò il prossimo mese a litigare col calendario per smetterla di scrivere 10 in fondo non penso che questa variazione astronomica avrà un qualche influsso sulla mia vita.
VI ricordate? Un po' di anni fa facevo in questo momento l'almanacco di tutte le uscite dell'anno precedente, ma lo facevo anch'io consapevole che in realtà era una cosa falsata, perché andava a porre una parete divisoria nel bel mezzo di un flusso in divenire e infatti erano molti i titoli, gli eventi, le cose che dovevo decidere se mettere da una parte o dall'altra rispetto alla cesura e senza che esistesse una logica ferrea per farlo, perché di cesura arbitraria si trattava.
Ma l'almanacco esisteva perché spesso il Capodanno è un momento per tirare le somme. E' un'altra cosa che non mi riesce e qui interviene il mio lato più ingegneristico. Per tirare le somme di una cosa devo vederne l'inizio e vederne la fine, altrimenti la valutazione è necessariamente falsata. Dovrei tirare le somme delle cose che finiscono il 31 Dicembre 2010 (praticamente nessuna) e che sono iniziate l'1 Gennaio 2010 (nessuna ancora). Altre modo di valutare non lo vedo. E valutare così significa non valutare niente.
Poi, una volta tirate le somme, arriva il momento dei buoni propositi. Altra pratica che trovo barocca. A volte ho paura che la gente faccia buoni propositi a Capodanno per non doverne fare per il resto dell'anno. Ma un buon proposito non viene perché giri una pagina del calendario, un buon proposito viene perché hai deciso che è il momento di cambiare qualcosa in te. Allora preferisco che questo momento possa avvenire un po' ovunque, non necessariamente il primo gennaio.
Non voglio che questo vi sembri un editoriale ombroso. Non lo è. Una festa è sempre una festa, perché si sta assieme agli amici, perché si beve, si balla e si fa gli scemi. E' bello vivere una festa sempre e in ogni caso. Quello in cui però non mi trovo è il corollario, il contorno, le strutture costruite intorno alla festa, i ragionamenti che da questa derivano.
Quindi non vi augurerò Buon Anno. In fondo già beccarvi il mio Buon Natale è stato uno stralusso. Però vi voglio augurare un buon futuro. Un futuro che arrivi anche solo a settimana prossima. O al mese prossimo. O a quel momento che vi interessa. Poi se vi servirà, vi augurerò ancora un altro po' di buone cose, e così via. E' questo che mi piace. Mi piace pensare che gli auguri si possano distribuire anche in confezioni diverse da 365 giorni l'una.

Cymon: testi, storia, site admin