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serie
1182, 12/10/2024 - Taylor Version
1182
12 . 10 . 2024

(Taylor's version)

Noialtri che stiamo assisi su questo trono chiamato FTR, in una Fortezza della Solitudine difesa da Asceti Impenetrabili sull'Isola Che Non C'è... noterete che in ventitre anni non abbiamo mai detto d'essere immuni al fascino della celebrità.
Ci siamo vantati di tante cose, ma di questa no. La celebrità mi affascina: e non parlo del culto di una persona famosa (?!), o nemmeno di coltivare con essa una relazione parasociale come ci permettono i Social Media odierni.
A me, per fortuna, interessa solo la fenomenologia della celebrità: come nell'incubo agghiacciante di Perfect Blue (1997), come le cantanti di fama interplanetaria di Macross o Gundam, come le star vecchie e nuove di C'era Una Volta... a Hollywood (2019), come l'ètoile del balletto di Black Swan (2010), o come i campioni mondiali di League Of Legends trasfigurati in eroi anime nei video musicali per il torneo mondiale...

Quest'ultima del video musicale che funge da inno per il torneo annuale di League Of Legends è ormai una tradizione di cui parliamo puntualmente anche qui su FTR. Non ce ne frega nulla degli, ehm, esport, né di League Of Legends, però siamo sensibilissimi alla buona arte super-spettacolare a cui ormai ci hanno abituato queste produzioni. Sono gli stessi di Arcane, dopotutto.
E inoltre su queste pagine League Of Legends ci fa drizzare le nostre lunghe orecchie anche per un altro motivo: le K/DA. Il gruppo, ehm, k-pop che non esiste, o meglio che esiste solo virtualmente, ma in realtà anche fisicamente su un palco con certi artifici tecno-sociali... è tutto molto complicato, e noialtri siamo vecchi e non pretendiamo di afferrare tutto.
Conosciamo le K/DA solo attraverso i loro video musicali, e tanto ci basta. Oltretutto mi pare che la favoleggiata quinta componente che si è unita al gruppo, la Magical Girl™ (!!!) Seraphine, che non esiste nemmeno lei (e all'inizio non esisteva nemmeno nel gioco di League of Legends) ma forse in realtà c'è una cantante cinese che le presta le sue performance nel mondo fisico ... ecco, questa Seraphine sembra una versione molto orientale di Taylor Swift.

Ecco, forse qui noialtri abbiamo una cosa per Taylor Swift?!
(Senz'altro da quando è diventata la colonna sonora ufficiale di un certo personaggio di The Bear, soprattutto in una certa puntata che è la miglior puntata di una serie televisiva che sia mai stata fatta nella storia dell'umanità.)
Non siamo i soli, a quanto pare: e ovviamente come dicevo è solo la celebrità stessa che ci interessa, quella polverina fatata che sbrilluccica come un'aura mistica attorno alla figurina minuscola di un essere umano in carne e ossa al centro di un palco visto a duecento metri di distanza, e che la trasfigura in una creatura mitologica come una dea discesa dall'Olimpo.
(Parlo strettamente di fama planetaria, sia chiaro: il cielo ci scampi dagli attorini effimeri di casa nostra, che hanno vita più breve delle farfalle.)
Del resto, questo stesso FTR si basa sulla premessa che i personaggi famosi dei videogiochi (più la sorella di Lara Croft, ché lei stessa ci sembrava inarrivabile) vivono di un'esistenza autonoma e interpretano soltanto i loro ruoli nei giochi, come attori nei film.

Ecco, direi che con questo abbiamo confessato tutto. La seduta psichiatrica è conclusa. Quanto ai giochini stessi, sento che dovrei dire qualcosa di Metaphor: ReFantazio.
Glielo devo, se non altro per il titolo folle come solo i giappi sanno fare. Non mi piace.
È un gran RPG giapponese, ma non mi piace. A me in fondo piacciono quelli vecchi, e quelli nuovi molto meno. Anche l'arte, che è stata tanto decantata per le pesanti influenze di Hieronymus Bosch, Gustav Klimt e altra arte “alta”, non mi piace. Perfino i menu, altrettanto celebrati, li ho sempre trovati confusionari e kitch sin dai tempi di Persona.
E io mi considero un sommelier delle interfacce utente: quella di Final Fantasy XII, lo ripeto ancora una volta, mi muove tuttora alle lacrime se ripenso all'esperienza tattile dei suoi menu dei negozi (???). E ad esempio in tempi recenti mi ha impressionato moltissimo la UI di Final Fantasy XVI: una delle vette assolute di eccellenza che tocca questo titolo, per altri aspetti di qualità molto altalenante.
No, Fantazio, non mi hai catturato: se penso all'RPG che vorrei, penso piuttosto a una cosa così, che attendo con passione febbrile. Oppure, tra i titoli già usciti, preferisco cose piccine come Bloomtown.

Sto scrivendo molto su queste colonne, ultimamente. Sarà il cambio di stagione che mi mette smania. E si avvicina il momento dell'anno ideale per immergersi ancor di più nelle storie gotiche che piacciono a noi, e quest'anno credo proprio che ci immergeremo fino ai capelli: ho anche in mente di realizzare un'illustrazione super-ambiziosa per le mie misere forze residue... vedremo tra un paio di settimane se ce la farò.

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12 . 10 . 2024

Svegliarsi da principi

Swift è un sacco di cose e tutte le volte che sento questa parola mi si riempie la testa di battute cretine. Ho deciso quindi di prendere il significato di swift più vicino a noi, ovvero lo Swift linguaggio usato per gli iPhone, e farci una battuta cretina. Dopo questa però basta, lo prometto. Anche se vi consiglio di provare un vecchio cardigan per fare la polvere. Funziona bene quasi quanto uno Swifter.

Ninendo aveva un bisogno compulsivo di fare un nuovo scherzo al mondo del giornalismo mondiale e così, mentre tutti si aspettavano che uscisse con la Switch2 ecco che lei si presenta con una sveglia brutta. Un oggetto che deve essere stato necessariamente pensato dal nipote di qualche dirigente dell'azienda lasciato solo in una sala riunioni con dei pennarelli. Non solo questa sveglia starà malissimo su qualunque comodino voi abbiate, ma oltretutto essa è dotata di un sensore che analizza il vostro movimento. Ciò significa che, quando sarà l'ora di svegliarvi, innanzitutto farà partira una canzone dei videogiochi che sicuramente amate, ma che rapidamente vi verrà in odio, dopodiché, mentre ancora vi tormentate nel letto cercando di alzarvi, farà suoni buffi in corrispondenza di tutte le volte che vi rigirerete nel letto. Infine, quando ormai alla fine prenderete il coraggio e vi alzerete farà suona trionfalmente la fanfara...
MA A QUESTO PUNTO PERCHE' INVECE DI ALARMO NON LA AVETE CHIAMATA DIRETTAMENTE L'INFERNO IN TERRA IN UNA FORESTA DI SPINE MENTRE PIOVE VARECHINA?
A parte il mio particolare rapporto con la sveglia e il design, l'uscita di Alarmo è stata seguita da pesanti critiche, non relative al fatto che si tratta di un oggetto proprio cretino, ma perché quelli che l'hanno comprato (voglio dire, gente che l'ha comprato, pensatevi) si sono lamentati perché il sensore che avrebbe dovuto guidare la loro sveglia si è fatto ingannare dal loro gatto, dalla loro fidanzata o da qualsiasi altra cosa si muovesse in casa loro al momento del risveglio.

E' una questione tecnica piuttosto interessante. Alarmo dovrebbe rilevare i vostri movimenti e interpretarli. Quello che gli pare difficile fare è distinguere i movimenti a cui dovrebbe effettivamente reagire da tutti gli altri movimenti che avvengono nella stanza. Pensare a una soluzione per un problema di questo tipo in termini computazionali è piuttosto complicato, ma la soluzione c'è altrimenti: sarebbe infatti un'ottima applicazione dell'IA. L'IA, che non è il vostro prossimo romanziere preferito, ma un grosso motore di pattern matching, dovrebbe essere in grado, opportunamente addestrata, di distuinguere i movimenti che le interessano dagli altri e quindi riportare l'user experience corretta. Perché dentro Alarmo non c'è IA abbastanza per fare questo? Forse perché ci sarà in un secondo momento, man mano che l'oggetto giungerà alla maturità, oppure non c'è in realtà oggi possibilità di mettere le possibilità computazionali di una IA in un oggetto così piccolo e economico e anche demandarle a un cloud retrostante non permette le prestazioni che sono in questo caso necessarie. Quanto è ingombrante l'IA? Ma anche: quanto vogliamo che l'IA possa essere inscatolata e lasciata disponibile a un utente senza il controllo di chi la ha creata? Sono problemi non da poco e, se ci pensate, rendono allettante l'idea non tanto vendere l'IA in quanto servizio, ma vendere quello che produce. Ecco che si capisce da dove viene il modello di business che spinge tante aziende grosse a investire affinché tutti gli studi sugli LLM e cose correlate diventano solo rubinetti per creare cose mediocri, che però sono più monetizzabili di tante altre cose.

Come abbiamo promesso settimana scorsa facciamo oggi gli auguri a Prince of Persia. E' difficile dire oggi quanto enorme sia stato l'impatto di questo videogioco che è uscito già di diverse decine di anni avanti rispetto a quelli che erano suoi contemporanei. Come sapete uno degli scopi di FTR è raccontarvi il vecchiume dal punto di vista di chi c'era e io c'ero, anche se ero piuttosto piccolo, quando PoP cominciò a diffondersi. Parliamo di un gioco da limiti stringenti, che andava concluso in un'ora in cui alcuni livelli erano delle vere e proprie corse contro il tempo e in cui il personaggio aveva dei comandi allo stesso tempo fluidi ma complessi come un qualsiasi Soul-Like moderno. In un certo senso Prince of Persia mostrò al mondo che si potevano creare dei videogiochi che si allontanavano da quello che più naturalmente ispirava l'architettura che li partoriva e che animazioni credibili e pochi comandi potevano portare una fascinazione duratura, tale da far spendere lacrime e sangue per riuscire a raggiungere l'amata principessa nei termini dell'ora. Certo, non era un gioco che raccontasse una storia complicata eppure alcuni tocchi come il proprio alter ego dello specchio da sconfiggere hanno creato dei personaggi più tondi di tanta roba che si trova in giro tutt'oggi.

Siamo in chiusura. Scrivo questo editoriale ancora in ripresa dalla lunga e molto bella giornata di Stranimondi di ieri, manifestazione che ormai ha dieci anni, ma che è sempre uno sguardo affascinante sul mondo dell'editoria, dei libri e di tutto ciò che è creatività. Lo ribadisco più volte nella speranza che voi pochi coniglietti, passando da Milano, troviate modo di visitarla. Chissà mai che non ci si veda là l'anno prossimo.

“Our fear, it lines his pockets, love, so take that rage and bottle up / And put a drop into his cup of wine (Oh-oh-oh-oh) / You don't need him, you don't need me / With that poisoned bottle, you'll be free / But be damn sure you don't mix it up with mine" (Oh-oh-oh-oh)”

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