Tempi interessanti
Finiranno i giorni in cui la prima notizia è “Persona cade in bici per evitare un gatto“... ma non oggi.
Oggi ci troviamo a metà del guado, nelle acque chete e anche un po' paludose della bonaccia pre-natalizia: un avvento un po' in anticipo, un tempo di attesa prosaico e miserando, quando tutto quello a cui possiamo aspirare è qualche nuovo annuncio di giochi grossi. Gli annunci principali ci saranno ai Game Awards 2023, che son buoni solo a quello (non parliamo delle premiazioni, per l'amor dei cieli!). Con l'eccezione di uno solo, un gioco troppo grosso perché una cornicetta come la serata losangelina possa contenerlo. In effetti è il gioco più grosso di tutti i tempi: di più, è il prodotto d'intrattenimento che ha incassato di più nella storia.
GTA VI. C'è gente che si esalta per 'sta roba nemmeno fossero finiti in tasca loro, quegli incassi. Io martedì mi limiterò ad osservare da dietro i cespugli, brucando l'erbetta, per poi ritirarmi a dormire nella nostra tana da conigli come al solito.
Ma voi giovani esaltatevi per bene, mi raccomando.
L'annuncio del “Trailer 1”, ovvero la pubblicità di una pubblicità, è tipo la cosa più vista dall'umanità: questi fenomeni mi fanno sempre tornare alla mente Metal Gear Solid 2 (2001), nel quale il Maestro Kojima anticipava una rete globale di informazione completamente saturata da contenuti farlocchi generati dalle intelligenze artificiali per soggiogare l'umanità.
La civiltà che si spegne non in un botto ma in un brusio.
È un'intuizione folgorante, che ha anticipato la realtà di una ventina d'anni: è tutta questione di larghezza di banda, e stiamo vivendo un guerra fredda dell'informazione in cui le superpotenze non rincorrono (solo) armamenti atomici ma l'attenzione collettiva dell'umanità, per saturarla e soffocarla.
La combinazione di social network + IA generative esiste da pochi mesi ma si è già rivelata devastante: non possiamo più prendere per vero né una fotografia né un video e neppure un video in diretta, perché la tecnologia per contraffarli è alla portata di tutti. E neppure un messaggio, o una conversazione, o un intero social network composto in apparenza da migliaia di persone: potrebbero essere tutti bot, come in questo esperimento: “A Weapon To Surpass Metal Gear”, appunto.
Viviamo tempi interessanti. Le notizie quotidiane, fuori dalla bolla dei videogiochi, sembrano tratte da una spy-story cyberpunk come avrebbe potuto scriverla Neal Stephenson o William Gibson.
Ma l'essere umano è resiliente. Si adatta a tutto. C'è anche chi ormai trova normale spendere 100 euro per i costumini nuovi dei personaggi di Omaccini di Strada 6.
Ecco, qui magari avete fatto male ad abituarvi: va bene l'inflazione, ma dove andremo a finire signora mia? Ai miei tempi al mercato... Capisco che un modello 3D super-dettagliato come questi sia più caro di un palette-swap di 16 colori, ma possibile che per togliere quegli orrendi leggings della Decathlon alla nostra adorata Cammy si debba spendere così tanto?
Se avessi il tempo, come forse avrei avuto vent'anni fa quando cominciammo questo fumetto, oggi mi metterei a fare la recensione di ogni singolo costumino. Ma per fortuna non ce l'ho. Mi limito ad osservare che quello di Chun-li è ottimo (se quell'abito per lei è “casual”, non immagino cosa si metterà in un'occasione speciale), e quello di Ryu lo fa sembrare un disoccupato alcolizzato e tabagista che passa le giornate in fumose sale da pachinko: il suo destino se non avesse intrapreso la via delle arti marziali?
Ma Cammy è l'unica cosa che conta: e in realtà il suo nuovo costume è assai deludente. Sembra che CAPCOM ormai dia ascolto solo alla frangia di fan più depravati, quelli che pensano solo a Juri (e ai suoi piedi): e le ha fatto una tuta rosa da gatta che sembra davvero molto morbida e soffice. Sospetto che i soli proventi di quel costumino basteranno a ripagare per intero i costi di sviluppo del gioco. Viviamo tempi interessanti.
Ubertosa stagione
Questo Natale non mostrerà quella fiumana di super-titoli che una volta affollavano la ricorrenza, ma per varie ragioni ha portato alle mie orecchie un sacco di informazioni relative al mondo delle serie TV, abbastanza perché faccia un bell'editoriale elenco riassuntivo per guidarvi della stagione a venire. Curiosamente, il calendario delle cose importanti, che una volta era molto simile a quello delle scuole, oggi sembra più allineato a quello solare cosicché quando si dice "un 2024 molto ricco di cose" è veramente il 2024, da inizio a fine.
Cominciamo con i lieti eventi. Habemus back Doctor Who. E' un po' crudele rimarcare la distanza con l'età oscura dopo aver visto un solo episodio, ma The Star Beast, nella sua semplicità e linearità, rappresenta esattamente quello che per anni abbiamo cercato di dire qui, ovvero l'importanza di una scrittura. Non conta avere un brand fortissimo o attori importanti o anche un budget, se non sai scrivere questo emerge. Purtroppo negli ultimi tempi molti nell'industry dell'intrattenimento si sono convinti che non fosse così importante avere brave persone ai timoni delle storie, abbassando di molto la qualità e il valore della professione. Spero che questo ritorno di RTD alla guida di Doctor Who e l'evidente salto che grazie a lui la serie ha fatto rispetto a Chibnaill aprano un po' gli occhi a tanta gente. So bene che una parte della stampa e dell'utenza stanno cercando di sfumare i contorni di questa discontinuità tirando fuori le polemiche sul woke che i soliti quattro babbuini provano a cavalcare, non fatevi fuorviare: Chibnaill non sapeva scrivere Dottor Who, Russel T. Davies si (questo tacendo che non credo possa esistere autore più vicino alle tematiche del LGBTQI+ di RTD, eh, ma per l'appunto non è questo il tema da affrontare oggi).
Lasciamo la BBC alla sua gioiosa cavalcata verso il Natale e spostiamoci su House of The Dragon, di cui è uscito il primo teaser della seconda stagione. La serie, come ben sapete, ha fatto breccia nel mio cuore cogliendomi di sorpresa, visto quando sono sempre stato generalmente freddo nei confronti di GoT. Questa seconda stagione sembra promettere una guerra aperta, rientrando nel solco della storia di cui è spin-off. Questo un po' mi preoccupa perché purtroppo gli sceneggiatori del mondo di Game of Thrones, a partire da G. R. R. Martin, hanno sempre mostrato una certa sciatteria nel presentare i grandi conflitti, più interessati ai destini delle persone che vi sono intorno. Anche le poche scaramucce che si vedono nella prima stagione mi hanno fatto storcere il naso e il coinvolgimento, qui, di ancora più draghi, speriamo sostenuti da abbastanza CG, renderà tutto ancora più difficile. Speriamo che, di contro, le vicende umane dei vari protagonisti abbiamo sviluppi soddisfacenti, mantenendo il livello della prima stagione.
Nelle promesse che abbiamo paurissima verranno tradite, invece, mettiamo Fallout. Abbiamo paurissima perché Amazon ci ha tradito innumerevoli volte, soprattutto negli adattamenti e pure Nolan ha le sue belle colpe nel recente passato. Il teaser in questo caso è particolarmente straniante, ma abbastanza in linea con la serie dei videogiochi (ricordiamo a chi l'avesse visto solo di sfuggita, che l'ironia è uno dei pilastri di Fallout), sappiamo che la trama non seguirà nessuna storia raccontata nei giochi e questa mi pare una cosa buona, perché la struttura di Fallout non ha mai permesso alla narrativa di esprimersi appieno, un po' di libertà in questo seno potrebbe essere utile. Infine rimarchiamo la presenza come padre nobile di Kyle MacLachlan (e Michael Emerson. Voi lo ricorderete per Lost e Person of Interest, io per Arrow e Evil, ma possiamo essere amici lo stesso).
Credevamo di poterci dire già satolli così e invece ecco che Paramount se ne viene fuori con il teaser della seconda stagione di Halo. Ora, ho visto la prima stagione di Halo e non mi ha messo addosso tutta questa necessità di vederne ancora, però Halo è quel tipico show che potrebbe essere partito nella pochezza per poi spiccare il volo verso qualche luogo migliore. Dal trailer sembra che la serie si sia affrancata almeno in parte dal palloso messianesimo della prima stagione e sicuramente non gli sarà più possibile marciare sulla storia del supersoldato manipolato. Il comparto tecnico e visuale era piuttosto buono quindi possiamo anche dargli una seconda chance. Cortana poi era un ottimo personaggio (almeno lei).
Ci sono poi progetti che seguo già da un po' e che penso di incrociare nel prossimo futuro. Penso infatti che affronterò l'impresa di vedere The Continental per l'affetto che provo per John Wick e Monarch per l'affetto che provo per Godzilla (beh tutti amiamo Godzilla). Magari quando avrò trovato tempo di dedicarmi a queste (dopo aver concluso l'ignominiosa impresa di completare The Flash) magari scriverò qualche riga.
Bonus track: su Crunchyroll c'è Suzume. Non avevo avuto modo di vedere gli altri film di Shinkai, ma stasera ho voluto affrontarlo. E' un'ottima storia, profondamente giapponese, ma anche profondamente commovente, che riesce a usare il fantasy anche per processare dolori molto reali e intimi. Tecnicamente buono, purtroppo io sono piuttosto sensibile a come le tecnologie digitali moderne "appiattiscono" l'immagine, ma capisco che le produzioni debbano farne uso e lo accetto, anche se la grandeur Ghibli è più avanti (ma forse ha anche più budget).
Cymon: testi, storia, site admin“A un certo punto sono diventato una tigre. E il nome di quella tigre è "game designer"”