Fantazio
La natura ha ripreso a fare quella cosa che fa di solito in questa stagione, quando ti blandisce con cieli azzurri e tanto sole, con la luce fino a tardi, con la rugiada del mattino e l'erba medica e il frumento quasi pronto. I monti azzurri in lontananza ci chiamano, il brillio delle onde negli scorci di mare dopo le curve tentano di strapparci alla sedia davanti allo schermo in una stanza in penombra.
A volte ci riescono, a volte no.
L'industria videoludica sembra saperlo molto bene, che c'è questo rischio, e proprio in questo periodo intensifica il canto delle sue sirene. Con crudeltà e cinismo, riempie i nostri calendari di Fiere ed Eventi, strapieni di delizie videoludiche presenti e future. Soprattutto future.
Abbiamo cominciato la volta scorsa, e oggi dobbiamo rincarare la dose. È in queste occasioni che mi sento nulla più di una macchina: la rete neurale umida che abbiamo tra le orecchie non è poi capace di produrre roba molto migliore o molto più originale di un Modello Linguistico Grosso di quelli che vanno di moda in questi giorni. Ci sono oltre mille e cento editoriali su queste pagine che possono darci un'idea abbastanza precisa di quel che ci piace o meno, di quel cattura la nostra attenzione o meno, e dunque cosa volete mai che possa scrivere sugli Eventi Estivi 2023?
Ma le cose cambiano, chissà che non salti fuori qualcosa di interessante.
La conferenza di Microsoft ha annichilito il mondo videoludico: non poteva essere nulla di meno, ne va della sopravvivenza stessa della divisione Xbox, conciata malissimo sia dalle esclusive Sony che da quelle Nintendo. Serviva uno sfoggio disperato di opulenza: c'è stato.
Io, che ormai mi diverto più a guardare le pubblicità che a giocare col pad in mano, ho trovato molto simpatico il nuovo Fable, che si è presentato con un filmato fatto con il gioco: se non ce l'avessero detto non lo avremmo mai sospettato. Lo vorrei ribadire perché è giusto tenere desto il senso di meraviglia, anche se rischiamo di essere obnubilati da tutti questi miracoli tecnologici.
E poi mi ha incuriosito tantissimo Cocoon, un giochino piccino piccino in confronto agli altri giganti, ma probabilmente uno dei pochissimi che giocherò per davvero, invece di limitarmi a premere Play su un video.
E ora ecco la predizione più banale, quella che potrebbe essere scritta da una qualsiasi IA generativa che abbia ricevuto in pasto un migliaio di questi editoriali: Metaphor Re: Fantazio (!!!). Sia sempre lodata l'onomastica giapponese, che tanto divertimento ci ha regalato negli anni!
(Si pronuncia Fantazìo, sembrerebbe)
L'arte è come sempre ai massimi livelli, anche se confesso che queste UI tipiche di ATLUS mi sono sempre apparse un po' troppo arroganti e ingombranti. E i chara-design sono talmente virtuosi che ormai rischiano di appiattirsi sul loro stesso virtuosismo.
Di Starfield non so che dire: tanta abondanza mi ha ammutolito. Sembra che Microsoft abbia deciso di sfondare le porte del nostro cuore con la pura forza bruta: Starfield è un assalto arrogante a tutti i nostri sensi. È un calcio prepotente, una mano che ci afferra la gola con rabbia: “Lo vedi, cosa stavamo preparando in tutti questi anni?”
Questa presentazione di Starfield incute quasi un timore reverenziale, in noi videogiocatori di lunga data: perché noi conosciamo tutta la strada per arrivare qua, tutti i primi passi incerti e le lacrime & sangue per salire faticosamente fin quassù, al vertice tecnico dell'esperienza videoludica.
Quaranta minuti che sono bastati appena per scalfire la superficie di tutto quello che aspetta il giocatore dentro Starfield.
Infine devo commentare un altro nuovo annuncio, arrivato dalla direzione più inaspettata: da quella Ubisoft cagna maledetta che da vent'anni amiamo odiare. Un odio che è forse espressione di un amore irrequieto: perché la verità è che i tuoi giochi sarebbero anche belli, o detestabile Ubisoft, ed è questo che ci fa più rabbia.
E ora se ne escono con questo Star Wars Outlaws, un'avventura per giocatore singolo che pare aver indovinato proprio il tono di Guerre Stellari che piace a noi. Un'avventura in cui, apparentemente, si può passare senza soluzione di continuità da un inseguimento sulle moto volanti a una bevuta in una cantina malfamata a un salto nell'iperspazio con la nostra fidata monoposto.
Tutto troppo bello per essere vero: quanto c'è di mascherato in questi filmati lo scopriremo poi, e temo sarà una sorpresa amara. Questi filmati sono giochi di fumo e specchi, ci promettono di farci vivere le avventure dei nostri sogni nell'universo che tanto amiamo, ma magari ci ritroveremo soltanto con una mappa piena di segnalini da spuntare, e un gameplay che ci risucchia l'anima.
Oppure no: magari potremo davvero scorrazzare per la galassia come contrabbandieri scapestrati, cogliendo qua e là scintille di Grazia.
Tutto si può credere, in un sogno d'inizio estate.
Visioni dal futuro
Ah si, Silo, ma lasciatemelo finire, prima.
Apple presenta Apple Vision Pro al prezzo di 3.499 dollari. La gente tentenna, vorrebbe dire che è una cazzata, ma è la stessa gente che ha sbertucciato l'iPhone un po' di anni fa e così si trattiene. La frustrazione della stampa è palpabile, la stampa odierna può dire solo l'ovvio e purtroppo con Apple, nel bene e nel male, l'ovvio non funziona, quindi non sanno cosa fare se non sciorinare specifiche tecniche, far notare che è uguale uguale il visore di Ready Player One e raccontarti i filmatini in cui si vede cosa fa, ignorando che te li sei già visto da solo su YouTube.
Noi qui a FTR non ci vantiamo, abbiamo un ego già grosso così che non ci pare nemmeno il caso di sottolineare le cose, però è giunto quel momento in cui vi linko il mio articolo del 2014 quando Facebook si comprò Oculus Rift e ipotizzai che avrebbe creato Meta per dirvi che andando poco oltre l'ovvio, in fin dei conti, si possono fare tanti bei ragionamenti che da qualche parte arrivano (in un altro momento facemmo una vignetta, sempre nel 2014, con Goedle che si faceva aiutare nel debug da ChatGPT, ma adesso non vorrei esagerare).
Apple ha deciso di mettere in vendita un visore a 3500 dollari però non è solo un visore, è un computer completo. Come abbiano fatto a mettere tutto in qualcosa che indossi proprio non lo so, come sia che la chassis non arrivi a 95 gradi sfigurandoti per sempre altrettanto mi è oscuro, ma è quello che dicono di avere fatto e se lo hanno messo nelle brossure proprio falso non deve essere. E' un bel po' di tempo che cerco di spiegarvi che abbiamo bisogno di un cambio di paradigma, soprattutto nel mondo dei PC. Dai tempi del mouse non è cambiato niente, anche l'interfaccia touch, che oggi domina il mondo telefoni/tablet, non è mai riuscita a sfondare nella produttività dura. Da quando i visori si sono affacciati sul nostro mondo io continuo a sottolineare che sarebbe molto più interessante vedere cosa potrebbero fare in ambito industriale e professionale prima di dedicarli unicamente a prendere a pistolettate gli alieni. Apple non è un'azienda che mette al centro del suo business i videogiochi e sembra aver attaccato proprio il punto debole dei visori tutti ovvero l'eccessiva immersività. Uno dei problemi principali che dà l'uso continuato di questi prodotti è proprio il fatto che ti catapultano in un luogo diverso da quello in cui ti trovi fisicamente, senza compromessi, e per quanto questo sia affascinante è inaccettabile nelle attività di routine. Anche se vogliamo fare tutti gli appassionati di cyberpunk c'è quella parte di noi che condividiamo col criceto che ha bisogno di sapere dove si trova e tenere sotto controllo la realtà come anche ha bisogno, magari, di andare al bagno senza necessariamente staccarsi lacci e lacciuoli.
Apple, riprendendo l'idea di Google Glass in un'epoca in cui la tecnologia può fare molto di più, è un dispositivo principalmente per la realtà aumentata ed è quindi molto versatile. Può diventare un ereader, può permetterti di vedere dei film, può anche farti consultare una ricetta mentre cucini, il tutto con un'ergonomia che gli altri device si scordano.
Di contro ci sono forti limiti sempre molto antropologici, perché in ogni caso se l'impiegato del futuro dovrebbe usare solo il visore significherebbe tenerlo su continuativamente all'incirca per tutto il giorno, indossarlo anche solo per controllare la posta e sebbene non abbia mai avuto modo di provarlo fisicamente difficilmente mi convinceranno che questo non sia comunque claustrofobico, immersività totale o no. Vedere il mondo costantemente da dietro un vetro, per quanto avveniristico, potrebbe non essere facile da digerire.
Ah, beh, poi vetro per vetro ci siamo pure noi miopi da tenere in considerazione. Ho letto che il Vision verrà anche venduto con lenti graduate, a esborso maggiore, si tratterà quindi di fare "un paio di occhiali in più" da mettere dentro l'oggetto, probabilmente facendo sì che a questo punto l'oggetto non possa usarlo nessun altro in famiglia. La soluzione mi appare ancora un po' barocca. Se volete decidere un campo di ricerca pensate a un proiettore di realtà aumentata che riesca a deformare l'immagine digitalmente in modo che appaia corretta a noi miopi. Una tecnologia del genere vi frutterà i soldi veri.
In conclusione forse Apple Vision Pro, come ai tempi iPhone, sarà l'applicazione che spingerà di nuovo la tecnologia a evolvere. Apple può sempre contare sul suo bacino di utenti zeloti che lo compreranno e si convinceranno a usarlo sempre, nonostante i suoi limiti e appena questi faranno massa critica spingeranno qualcun altro a uscire con un prodotto simile. Vero però che Apple non può essere infallibile sempre sempre sempre e quindi forse non andrà così, forse la vera grande interfaccia per il metaverso del futuro non è qualcosa che oggi siamo in grado di prevedere, ma non è il visore, quindi sarà un altro buco nell'acqua, da cui però certamente impareremo qualcosa.
E' un po' prestino per capire la situazione, l'annuncio personalmente mi ha esaltato proprio per il potenziale che ha a livello di impatto globale, non perché ho intenzione di comprarlo, ancora una volta saremo curiosi stalker del futuro, da dietro il cespuglio col nostro impermeabile chiaro.
La notizia quasi contemporanea che Death Stranding arriverà anche su macchine Apple, comunque, non può far pensare che un pochino, alla mela, ai videogiochi stanno pensando anche per il loro nuovo giocattolo (abbiamo detto tanto di Death Stranding, ma non riesco a immmaginare gioco più perfetto per il VR).
Passiamo oltre, abbiamo un po' di notiziole a corollario. Stanno rimasterizzando Ghost Trick. Ghost Trick è stata un'avventura grafica deliziosa del tempo che fu. Arriverà distribuito su tantissime piattaforme ed è stato consigliato tanto tanto qui. Non so come verrà venduto come prezzo e quant'altro, ma tenetelo in considerazione. Sempre Capcom, intanto, che in queste settimane sta facendo proprio la parte del leone nel mondo videoludico, ha anche inaugurato un villaggio virtuale dove festeggiare i suoi quarant'anni, potrebbe meritare una visita.
Cymon: testi, storia, site admin“Downtown hot spots / Halfway up the street / I used to be free / I used to be seventeen / Follow my shadow / Around your corner / I used to be seventeen / Now you're just like me”