I viaggiatori
L'amore era ieri: qui su FTR cerchiamo di circoscriverlo a una sola volta l'anno, in occasione della Festa Innominabile.
Stavolta abbiamo stupito noi stessi con editoriali emotivamente onesti invece del solito cinismo, e con un'inquadratura dei piedi di Tifa di fronte ai piedi di Cloud capace di riscaldare anche il cuore più duro (c'è anche in versione un po' più grandina).
L'amore doveva essere soltanto ieri, ma allora perché anche oggi ci sono Gödel e Clara così pericolosamente, uhm, vicini?.
Il mio cuore però appartiene da sempre a... a diverse cose, ma qui diciamo pure che appartiene ai Giochi Di Ruolo Giapponesi. Quelli con un party di personaggini col testone, i combattimenti a turni, la mappa del mondo e i dungeon. Final Fantasy ma non solo: l'Epoca d'Oro degli anni '90 ha prodotto infatti tanti tesori a 16 e 32 bit, una ricchezza strabordante che potrebbe ben bastare fino ai giorni nostri. Square ed Enix hanno prodotto molti di quei tesori, e continuano tuttora.
Niente acrimonia, oggi: niente musi lunghi. Sì, SquareEnix esiste ancora, e sebbene occorra sovente un certo gusto perverso per farsi calpestare dai suoi tacchi a spillo, continua a produrre ogni tanto dei giochi adorabili.
Voglio snocciolare i loro nomi, dolci nel ricordo, per farmi forza in questo viaggio: ricorre infatti il Ventennale di Final Fantasy Tactics Advance con illustrazione di Ryoma Ito (noi c'eravamo già), e poi c'è stato Bravely Default che ci ha ricordato come si fa, e poi saltando al presente Triangle Strategy, la riedizione di Tactics Ogre, di Live A Live, il derivativo ma ottimo Chained Echoes, fino ad arrivare oggi a Octopath Traveler 2.
Il 2 nel titolo sta ad indicare che c'è stato un Octopath Traveler 1 (fatto non scontato, sapete come sono bizzarri questi giapponesi e la loro onomastica), e mi riempie di orgoglio vedere come questo seguito migliora l'originale in tanti modi, e se pure non arriva alle vette assolute dei grandi classici, si difende bene e sfoggia una grafica “HD-2D” che va vista in movimento per assaporarla appieno.
Su Steam si trova una demo molto generosa di 3 ore, ma se questo genere è stato il vostro pane per trent'anni potete andare sulla fiducia, questo è un gioco che ci fa sentire subito a casa.
Parlando di viaggi, quello di Raquel Welch è giunto al termine in questi giorni.
Ma di lei ha parlato perfino qualche editoriale dei nostri, e il viaggio di quello che Raquel Welch ha rappresentato continua: bikini di pelliccia di un milione di anni fa, poster in bianco e nero, ispirazione per Frank Frazetta (e per David Foster Wallace in una delle scene più agghiaccianti di Infinite Jest, e ce ne vuole!), la sua immagine impressa per sempre nelle matrici di diffusione delle intelligenze artificiali, e nei cervelli più umidi di una catena ininterrotta di esseri umani, che forse è più fragile ma è più preziosa.
Crucio
Ci sono alcuni giochi che a volte anche se non ti interessano continuano a bussare insistentemente alla porta, come se lo sapessero che te millanti di essere un opinionista videoludico e sapessero pure che facendo leva sulla tua pur scarsa deontologia professionale finirai per parlare di loro.
Non è che vogliono essere giocati, eh, su come si possa aggirare questo scoglio la nostra particolare deontologia professionale ha già speso fiumi di inchiostro, ma vogliono essere solo nominati, come se avessero paura, se il loro nome non viene completamente ripetuto, di cessare di esistere.
Hogwarts Legacy sta letteralmente intasando i nostri canali di comunicazione e appartiene a quelle zone grige in cui non si sa bene davanti a che tipo di fenomeno ci troviamo. Potremmo dirci che questo è il triplaA uscito in questo momento, in quel periodo di relativa stanca che è l'inverno, ma a suo modo triplaA è un termine sia riduttivo che sbagliato, perché al di là della qualità tecnica del prodotto e delle sue caratteristiche in questo caso, come è stato per altri, davanti a tutto spicca lo sfruttamento del brand. Sfruttare i brand è una cosa che i videogiochi fanno da sempre, probabilmente il più lungimirante a riguardo è stato George Lucas, che praticamente fondò i destini della sua divisione videoludica sul fatto di avere a disposizione il materiale di Star Wars (e non solo), ma a parte questi casi illuminati molto spesso, negli anni, il brand ha significato di contro un po' di pigrizia realizzativa, come se alla fine la presenza del marchio potesse far passare in cavalleria tutto il resto. Fortunatamente oggi il mercato è troppo spietato perché un autore se la possa passare liscia con un espediente del genere, un prodotto moderno deve reggersi su tutte le sue gambe, anche quando ha a disposizione un marchio come Harry Potter. Ovvio, senza Harry Potter vedremo numeri ben diversi per questo titolo, ma le recensioni che certo non si fermano al fanboysmo dicono che comunque materiale videoludico ce n'è. Certo, gli openworld fanno parte ormai di quei generi standard che non fanno più gridare al miracolo, sono qualcosa di consolidato. Se poi volete approfondire come questo sia declinato nel mondo di Hogwarts vi pregherei di rivolgervi a chi il gioco l'ha giocato e quindi magari poi l'ha anche recensito, io proprio non me la sento di fare analisi di dettaglio.
Personalmente, lo giocherei? Io provo un certo amore per Harry Potter, come molti se non tutti i nerd, ma non è una passione ardente, forse perché generazionalmente mi ha preso solo di striscio. A leggere parliamo di un gioco semplice (che per la mia vecchiaia ormai è più un bonus che un malus) ricchissimo di contenuti. Potrebbe essere un'esperienza rilassante. Dopotutto anche Death Stranding, per come lo sto vivendo, è un'esperienza rilassante: prendi, gambe in spalla, e ti fai una passeggiata sperando di non incontrare morti e quasi morti fatti di petrolio, passando un po' di tempo per conto suo. Però, sia chiaro, sia un gioco che l'altro ti fanno rilassare per un tempo molto lungo, che probabilmente è più di quello che posso mettere a disposizione. Insomma, il quid del fascino profondo deve sempre esserci perché giochi a un titolo del genere davvero, deve scattare una scintilla che vada oltre alla qualità.
Naturalmente, però, su FTR quello che interessa di più non è questo gioco, ma la polemica che si è portato dietro, quell'ennesimo tentativo moraleggiante che l'internet cerca di applicare a un mercato che fa spallucce e va avanti per la sua strada. Immagino che non debba dirvi io, in questa sede, della grande campagna contro la Rowling, che ha espresso in diverse occasioni alcune opinioni piuttosto opinabili sui transessuali. Questa polemica che si trascina di prodotto in prodotti lungo le varie incarnazioni di Harry Potter nel mondo è ricaduta anche su questo titolo, visto un po' come il mostro di fine livello, il bastione da attaccare con risolutezza per ottenere finalmente una grande vittoria. Questo ha significato fiumi e fiumi di inchiostro digitale dovunque qualcuno abbia avuto la malaugurata idea di lasciar parlare gli utenti.
Non entrerò qui nel merito del pensiero della Rowling sulla transessualità o quant'altro, farlo mi incastrerebbe in un discorso che non voglio fare. Come sapete FTR vive delle sfumature che non interessano al mondo e qui lo ribadiremo. Prendendo la polemica a monte io credo che abbia dei punti deboli piuttosto evidenti, perché al suo cuore c'è innanzitutto il desiderio di sganciare l'autrice dalla sua opera per poter continuare a fruire dell'opera senza doversi portare dietro il pensiero dell'autrice. Ora, è evidente che un'assurdità del genere è figlia di questa epoca in cui il pubblico pretende sinceramente di avere l'ultima parola sul processo creativo, ma difficilmente tale pretesa potrà uscire dal sogno d'onnipotenza dell'internet. Se pensate che contestare la Rowling debba discendere su quello che ha realizzato, mi dispiace, ma dovete dimenticarvi di Harry Potter, non potete prendervi l'opera e portarvela via, c'è proprio una dissonanza di concetto in questo tipo di atteggiamento. Non si tratta di non far arrivare più soldi alla Rowling (che comunque, spiace anche qui, se li merita visto che il libro l'ha fatto lei), si tratta di una posizione ideologica che mischia diversi piani e assume Harry Potter come dogma intoccabile, superiore.
Sono d'accordo con voi che in Harry Potter, su sette libri, non emerge mai nulla del pensiero vituperato della Rowling, sarei anche d'accordo con l'ammettere che non emerge perché comunque l'universo di Harry Potter è quanto di medioborghese e conformista che ci sia e proprio per questo non si ha occasione di trattare certi temi. Non bisogna prendere questa come una critica negativa, nel momento in cui il focus non è su certi argomenti passarvi sopra senza trattarli è ragionevole per una questione di pesi e misure che, nuovamente, venendo verso il presente, si è un po' perso. Insomma, se non esistesse il maledetto internet e la gente non vi parlasse sopra a sproposito, soprattutto famosa, la Rowling avrebbe potuto continuare ad avere le sue idee senza esprimerle e voi avreste potuto continuare a leggerla in santa pace. E anche questo sarebbe andato benissimo.
Su Hogwarts Legacy l'ascia si è abbattuta più pesantemente che su altri prodotti sia perché parliamo di un prodotto grosso e di grande richiamo mediatico sia perché secondo me, proprio in quanto videogioco, si sposta un po' dal focus di quel tipo di utenza internet che cavalca questo genere di polemica. Insomma, Hogwarts Legacy non è solo qualcosa di legato alla Rowling, ma è anche qualcosa di ampiamente sacrificabile, per certi polemisti e visto che di contro rischia di avere un ritorno monetario imponente è perfetto per stare al centro di una guerra santa.
Come credo traspaia già dalle mie parole questo boicottagio mi pare sterile. Io credo che confrontarsi con la Rowling su quello che dice abbia sempre senso, darle torto in sede di dibattito anche, di certo non è sano avallare le sue idee solo perché ci è piaciuto qualcosa che ha scritto. Di contro se qualcosa che ha scritto ci è piaciuto non possiamo rinnegare l'autrice e non l'opera, non si riesce mai veramente a togliere i canditi dal panettone. E non possiamo neanche concretizzare come al solito il nostro cliccattivismo dando ascolto a gente che ci dice di non comprare qualcosa che loro non comprerebbero mai. La saga di Harry Potter è della Rowling, che avrà delle idee del cazzo, ma ha avuto una grande idea per scrivere di maghetti. Questo è il pensiero che dovete imparare a gestire, anche se è giusto di una tacca più complesso di quanto ammette l'internet di oggi. Maneggiatelo come esercizio per sopravvivere all'epoca moderna. E se volete comprate Hogwarts Legacy e giocate ai maghetti e urlate a voce alta gli incantesimi mentre li lanciate (io lo farei). Perché tanto lo sapete che qui su FTR quello a cui teniamo veramente è che sappiate coltivare sempre il vostro lato fanboy, di qualcunque cosa fanboy siate.
Cymon: testi, storia, site admin“Ora che ho trovato le parole già mi salta il petto / Come treni in corsa tra le nuvole uno spazio altro / Come due uragani che distruggono ma per dispetto / Credo, credo anch'io, che non puoi darmi il mondo / Se non guardi il mondo come lo guardo anch'io / Non lasciarmi solo / Non lasciarmi qui / Non lasciarmi solo / Non lasciarmi qui”