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The
Rabbit

Leak me

Avevamo chiesto al mondo dei videogiochi di far succedere qualcosa di frizzantino per darci degli argomenti per riempire i nostri editoriali e direi che il leak di GTA6 è abbastanza, almeno per questa settimana.
In breve, una quantità enorme di materiale relativo ancora alle prime fasi dello sviluppo del sesto capitolo del gioco Rockstar sono stare rese disponibili al mondo da un hacker che, dice, ha bucato la struttura informatica dell'azienda fuggendo col malloppo.
Personalmente non credo che sia mai successo qualcosa di tanto clamoroso, storicamente. I leak sono sempre stati all'ordine del giorno, ma di solito avvengono in una fase molto avanzata, quando il gioco è già in promozione, tanto che è pacifico credere che la maggior parte di loro sia controllata direttamente dal produttore. Qui invece parliamo proprio di video scarnificati con ancora tutte le flag di debug accese, pornografia per developers, poligoni tutti nudi.

Ma alla fine, diciamolo, noi di FTR siamo gente ormai rotta a tutte le esperienze, la mia personale reazione non è stata molto differente da quella di Penny Arcade. Un leak di GTA6 non è esattamente il quinto mistero di Fatima, in realtà stento a credere esista un videogioco il cui leak possa essere considerato da me una reale "notizia". Vediamo che ci sono delle auto e persone che sparano. Vediamo che ci sarà un protagonista donna. Vediamo tutte queste cose e le vediamo giustamente annegate in un work in progress più in progress che si può, ma non ci hanno esattamente detto il finale della nuova serie di Dark con tre anni di anticipo (ah è ovvio, non la guarderemo). In un certo senso, Rockstar non si offenda, abbiamo già una certa idea di come sarà GTA6, non fosse altro che ne abbiamo già visti altri 5.

Nonostante questo socialmente è stato un evento interessante, un altro evento che ci ha dimostrato come viviamo in un'età oscura, in cui gli orchetti dominano e le persone decenti devono nascondersi in tane (da conigli).
Quello a cui avremmo dovuto realmente appassionarci, infatti, sarebbe dovuto essere vedere come viene realmente realizzato un videogioco, come le dinamiche del gameplay vadano provate e affinate mentre la grafica procede piano piano, come letteralmente parliamo di una larva che diventa lentamente farfalla. Invece, nuovamente, la solita torma di Grandi Menti dell'internet, gli stessi che ti spiegano come funzionano i vaccini, perché la terra e piatta e dove caspita si usa il grafene, hanno deciso di intervenire raccontandoci che la grafica in un videogioco è la prima cosa a essere completata e che quindi quello che si vede nei video è già definitivo e possiamo già linciare il titolo perché sarà brutto.
Questo è ovviamente falso e la comunità degli sviluppatori l'ha presa così sul personale che hanno cominciato a spuntare immagini di prototipi di molti noti videogiochi (aggiungo Control perché sapete quanto sono affezionato al gioco) a dimostrazione di quale sia il processo creativo, qualcosa che in realtà fa ancora più felici tutti noi Veri Videogiocatori, perché rappresentano documenti preziosi.
L'internet è fatto così, oggi. Una volta sinceramente l'unica cosa che avremmo colto sarebbe stato il privilegio di poter vedere i professionisti del settore in media res durante il loro lavoro. Non è un piacere che avrebbero condiviso tutti i videogiocatori, ma sicuramente quelli anche informatici si (e ok, una volta le due categorie si sovrapponevano molto molto di più). Oggi, invece, anche davanti a un documento finalmente interessante sullo sviluppo dobbiamo comunque cercare di mostrarci più intelligenti dell'intelligenza e raccontare idiozie, con tanto di codazzo di persone che ci vengono a dietro trasformando le nostre panzane in oggetto di dibattito.

(Si, immagino riconosciate la radice di tanto rancore, considerate anche il fatto che finalmente è uscito Monkey Island. Non lo comprerò, certamente non a breve, ma c'è)

In other news credo di aver comprato per la prima volta un abbonamento a una piattaforma di streaming. Diciamo che per le serie TV sono tutt'oggi legato a vecchie, deprecabili abitudini, però oggi ho messo i dati della carta di credito nel sito di Crunchyroll. La piattaforma, all'incirca dall'oggi al domani, è diventata terribilmente aggressiva, trasformando in premium molti titoli che non lo erano. In questo vi ho visto un po' di scorrettezza, ma la verità è che già da tempo riflettevo sul fatto che pagare Crunchyroll fosse la cosa giusta da fare. E' una piattaforma che uso regolarmente ed è la fonte più importante di un certo tipo di contenuti, contenuti a cui tengo particolarmente. Non mi va di stare qui a dire che "sostengo l'industria degli anime che amiamo tanto", ma in generale, di tante persone a cui credo di poter dare i soldi, loro mi sembravano quelli più interessanti.

L'editoriale di questa settimana finisce qui, gli avvenimenti della settimana hanno avuto la precedenza su un paio di pezzi che ho in canna da scrivere su un paio di temi interessanti. Vedremo se settimana prossima ci sarà tempo disponibile.

“Standing in the line of fire / 32 will lead the way / Coming over trench and wire / Going through the endless grey”