Final Fantasy: Belli Capelli
L'occhio cieco del nostro astro ci fissa con ferocia ormai da settimane, e non è ancora estate. Magari ve ne sarete accorti.
Che dolce tormento dunque è praticare tutte le nostre tipiche attività all'aperto iper-cinetiche, sotto un simile solleone... Come gli sport di squadra che dopo neanche un'ora, sul campetto prenotato pietosamente tardi, ti riducono a uno straccio bagnato (e i capelli come il “funerale di uno scopino”, per citare la talentuosa scrittrice di cui si parlava).
O come le arrampicate ridicole a mezzo metro da terra su una parete scaldata dal sole e coperta di caccole di pongo colorato, osservati da una nutrita folla promiscua di gente seminuda e accaldata che attende il suo turno, parlando forte come al bar.
O come le rampate su sentierini ombreggiati (poco) dai larici a strapiombo su uno specchio d'acqua molto brillante, la gamba assistita dal miracolo elettrico, ma poi quando devi scendere del miracolo elettrico non te ne fai più nulla e precipiti a 70 km/h giù per i tornanti ghiaiosi, schivando sventurati ciclisti tedeschi a terra con una spalla fuori posto...
Le solite cose, insomma, che vanno fatte al caldo anche se poi te ne penti subito.
E quando invece ci capita di passare del tempo seduti al riparo di quattro mura, ingobbiti su uno schermo, giusto per perdere tutti i benefici delle attività all'aria aperta di cui sopra, che vediamo?
Vediamo tanti eventi trasmessi in streaming che ci presentano tanti giochi vecchi e nuovi, grandi e piccini. Ma niente di interessante, tranquilli, non vi siete persi nulla. Di solito questi eventi hanno nel nome parole come “Summer”, o “Fest” o “Indie”, spesso tutte insieme. Un sacco di roba sparata a ritmi che per noi vecchi sembrano frenetici, per i giovani non so. Mille giochini che si perdono nel mucchio, una tonnara rossa di sangue.
E cosa emerge da questa tonnara sanguinaria? Sempre la solita roba, due o tre titoli un po' più grossi, con la grafica supertecnologica e un budget alto... Ma non ce ne frega nulla nemmeno di quelli, tranquilli.
Piuttosto allora mi segno qualche giochino piccino picciò da mettere nella mia Wishlist personale. Ce n'è per tutti i gusti, a patto che i vostri gusti comprendano soltanto giochi dove devi dare da mangiare ai conigli, giochi dove devi mettere a posto mentre il gatto ti scompiglia tutto con la zampina, o giochi dove sei una mosca che vola, ma in 2 colori e coi pixel grossi come pugni.
Tutte queste idee e questa buona volontà mi riscaldano il cuore, badate bene... ma mi riservo il diritto di non giocare proprio tutta sta roba.
E proprio a margine di questa grande stagione di festicciole, quando tutti eravamo oramai estenuati da questo stillicidio di giochini... ecco giungere una Meteora in rotta di collisione con il Pianeta: e quasi quasi speriamo che ci colpisca.
La seconda parte di Final Fantasy VII Remake, che si chiamerà Rebirth perché Nomura ci vuole veder soffrire tutti. Almeno non si chiama Final Fantasy: Belli Capelli Edition, ma potrebbe.
Quel filmato lo dice chiaro e tondo: il passato è lassù e non si tocca, scolpito per sempre nei nostri cuori... ma il presente e il futuro si possono ancora plasmare come ci tira il capriccio! Come a dire ai fanatici vecchi bavosi che venticinque anni fa hanno giocato un gioco chiamato Final Fantasy VII: rifugiatevi nelle vostre nostalgie e fatevi da parte, che qui abbiamo un futuro tutto nuovo da scrivere.
E sebbene io sia il primo della fila dei vecchi bavosi, mi sento di sposare in pieno questa filosofia... certo, se il futuro oltre ad essere nuovo e diverso fosse anche, ehm, bello, sarei ancora più contento.
Ma in fondo forse mi basta anche solo che il futuro sia pieno di Tifa, Tifa Lockhart.
Sempre meno gioia di vivere
Avevamo già dedicato un editoriale a 86 qui e sapete che bene o male, anche se le serie continuano, non è detto che continui a tenerne traccia su questa colonna. Rispetto a quando ne scrissi, però, 86 ha aggiunto alla sua storia un'altra dozzina di episodi in una seconda cour che, a causa di una travagliata produzione, è diventata sostanzialmente una seconda stagione e io torno qui perché ogni tanto bisogna ammettere con sé stessi che un anime è perfetto, è un anime cioè che consiglierai con passione agli amici e che ti rimarrà dentro a lungo e a cui ogni tanto riandrai con la mente. 86 è così e noi siamo qui di nuovo. Qualche spoiler, tanto per gradire.
Avevamo lasciato 86 in una situazione così disperata che più disperata non si poteva, gli ultimi sopravvissuti della Spearhead, abbandonata San Magnolia, veleggiavano verso il cuore dello schieramento della Legione, aspettando di affrontare un numero di nemici sufficientemente vasto da trovare morte certa. E, diciamo, la regia suggerisce che la trovano, nell'ultima scena, dopo un combattimento impossibile da vincere in cui vediamo i loro Juggernaut cadere uno dopo l'altro.
Ovviamente le divinità del marketing sanno che se vuoi andare avanti con la storia i protagonisti non possono morire. Dopo aver visto uno scorcio della vita di Vladilena, rimasta sola praticamente contro tutti a tutelare gli 86 e combattere la Legione nel menefreghismo di una nazione che ormai ha perso contatto con la realtà, scopriamo che il nostro Shinei e l'intera sua squadra è stata salvata dalla nazione che ha preso il posto dell'Impero di Giad, dopo che l'orrore per la Legione ha portato a una rivoluzione. Questa nazione, per il mondo a cui siamo stati abituati, è esageratamente buona, dobbiamo ammetterlo, soprattutto nella figura del suo presidente e in qualche modo offre ai nostri eroi la possibilità di una vita serena. Gli 86, però, un liet motive che rivedremo spesso lungo questa stagione, hanno ammesso con sé stessi di essere fatti per la guerra e quindi sono attratti di nuovo verso i peggiori campi di battaglia.
La prima stagione di 86 era basata sulla simmetria tra la vita di Vladilena e quella di Shinei, in questa seconda gli autori mettono Vladilena sullo sfondo, mostrandoci solo la nuova guerra degli 86. In compenso, introducono il personaggio di Frederica, il trope della "bambina che dice onicchan", l'ultima erede dell'impero di Giad. Frederica, oltre a portarsi addosso le colpe dei suoi padri, ha anche un "amato" sul campo di battaglia, un soldato al suo servizio che nella rivoluzione è stato sconfitto ed è diventato preda della legione. Costui (che oltretutto è molto simile a Shinei per varie ragioni) diventerà la nuova "quest" di Undertaker, prendendo il posto di suo fratello.
E' quindi questa storia un more of the same, con un altra macchina della Legione da abbattere (naturalmente più grossa) e i nostri che arriveranno sempre al limite rischiando il tutto per tutto? Eh no, questo non sarebbe bastato a elevare la serie che invece cerca nuovi punti di vista da scavare, soprattutto in riferimento a Shinei, e nuove prospettive. L'assenza di Vladilena, che però rimane sullo sfondo come una specie di spettro e il comportamento della Federazione rompono e ribaltano la prospettiva. Gli altri componenti della Spearhead mostrano che nel mondo della Federazione di Giad esiste un futuro, ma decidono di tornare al fronte. Shinei, in maniera ancora più marcata, ci fa vedere invece come non ci sia niente per lui e come sia il vuoto a portarlo sul campo di battaglia, un vuoto che non vuole ammettere dipende anche proprio dall'assenza di Vladilena. In questo senso va a formare un rapporto tossico con Frederica, perché il desiderio della bambina di uccidere il suo cavaliere lo trascina verso il combattimento.
Non aspettatevi una serie incredibilmente action, 86 non lo è mai stata e non può esserlo. Quando racconti con tanta ricchezza di dettagli la morte in battaglia non puoi continuare a far vedere i tuoi personaggi combattere, devi far sentire anche allo spettatore il peso dello scendere in campo. Ci sono in verità alcuni tempi un po' lunghi, a tratti, in cui i personaggi si limitano a confrontarsi, ma personalmente non li ho trovati fastidiosi perchè la sensazione di catastrofe che aleggia su tutto mantiene alta la tensione.
In compenso la Federazione di Giad ha finalmente provveduto ad aggiornare i Juggernaut dei nostri eroi in dei mezzi molto simili nel funzionamento, ma molto più carismatici, elevando di molto il mecha design. Certo, la maggior parte dei mezzi mostrati rimangono degli scatolotti in CG, ma almeno i Reginleif sanno come presentarsi sul campo di battaglia.
Questo editoriale non vuole essere una recensione, come molti miei editoriali non lo sono. Serve solo per rimarcare che ogni tanto, guardando guardando, si trova qualcosa che sul serio merita attenzione e sul serio rimarrà nel tempo. Per testimoniarvi l'amore per la serie vi dirò che mi sono anche procurato i tre tankobon che rappresentano tutta la prima cours. Il fumetto è un derivato come l'anime, perché in verità l'opera nasce Light Novel (e sinceramente non so come sia il mercato per quelle qui in Italia), ma il senso del possesso che mi restituiscono questi acquisti mi da soddisfazione.
86 sembra avrà una terza serie. In realtà la parabola dei suoi protagonisti si chiude in questa in maniera perfetta. Certo, rimane la Legione da sconfiggere, ma almeno un po' tutto ciò che è avventuto a trovato un senso. Poco importa. La prossima stagione di 86 sarà probabilmente brutta o ucciderà persone in modo stupido oppure parlerà di tutti altri personaggi. Però ci fa piacere che ci sia, semplicemente perché ci piacciono le cose belle.
Cymon: testi, storia, site admin“ I'm telling you not to go! Why don't you obey, you impudent fool? You regret not telling your brother not to go, right? You still regret that he went to his death without you saying anything! So why are you trying to do the same thing he did? Why are you trying to make me suffer as your brother made you suffer? ”