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serie
1062, 23/04/2022 - Celes Chere
1062
23 . 04 . 2022

Non cercatelo tra i morti

Final Fantasy VI non cercatelo tra i morti.

Final Fantasy VI vive ora e sempre perché è un mondo chiuso, delimitato da confini precisi nello spazio e nel tempo. FF6 è e non potrebbe non essere, come si dice. In quest'epoca di rifacimenti perpetui, di giochi-servizio, trovo molto rassicurante che FF6 sia la stella fissa del firmamento.
E nel nostro cielo non c'è stella più brillante di Celes Chere (non me ne voglia Terra, che avrà il suo momento). La vedete qui raffigurata in una illustrazione speciale che interrompe la programmazione regolare di questo fumetto. Ho scelto il chara-design che si vede nel gioco (meno il mantello), che nella conversione in un mucchietto di pixel è stato completamente stravolto rispetto ai bozzetti originali di Yoshitaka Amano. Il risultato è che la povera Celes de-pixellizzata è conciata come una Sailor Moon che è stata scartata al provino, come un Cavaliere dello Zodiaco apocrifo... del resto l'epoca e i riferimenti culturali sono quelli. C'è anche il formato grande per chi vuol farsi male agli occhi.
Celes è protagonista anche del momento più alto e del più basso della versione Pixel Remaster: il più alto è la Scena dell'Opera rifatta in isometria e con una colonna sonora cantata (!), e il più basso è che ancora dopo trent'anni la scena dell'interrogatorio è censurata. Celes è un generale disertore che viene rinchiusa in una cella e malmenata dai soldati, tutto qua, ma oggi per proteggere gli spiriti sensibili Celes non viene più colpita: e questa pavida omissione sminuisce sia la sua forza d'animo che la ferocia del nemico.
Ma pazienza. La leggendaria traduzione inglese originale di Ted Woolsey, quella che si prende un sacco di libertà ma è divertentissima (e non censurata) è sempre lì immortalata in secula seculorum se la rivolete.

Final Fantasy VI è vivo oggi come tanti anni fa, perché la sua grafica 2D e i suoi meccanismi semplici ma sofisticati lo rendono immortale e sempreverde.
La versione Pixel Remaster ne ha smussato gli angoli più grezzi e ha rinnovato i pixel quel tanto che basta per renderlo guardabile anche su uno schermo digitale e non sul tubo catodico analogico per il quale è stato disegnato l'originale. Nondimeno, si tratta di un'edizione che fa solo il minimo indispensabile, e presenta ampi margini di miglioramento grazie ad alcune sintonizzazioni manuali: sostituite quel font obbrobrioso con la sua versione giapponese (che ha anche l'alfabeto latino ovviamente), e applicate un filtro che emula i fosfori bruciati e le tempeste elettromagnetiche di uno schermo CRT (quello di default è carino però aggiunge un brutto effetto interlacciamento). E siccome lo giocate in lingua inglese, che è l'unica traduzione degna di considerazione, impostate la parte cantata della Scena dell'Opera™ in lingua italiana, che è quella autentica dell'aria.
Ecco, così il gioco è presentabile.

Final Fantasy VI, dicevo la volta scorsa, è la mia casa e il mio rifugio. Non è invecchiato di un giorno, ma forse è perché siamo invecchiati insieme.

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23 . 04 . 2022

Fecero un deserto

E' praticamente impossibile in questo periodo del cispolo scrivere una frase, un pensiero, un'idea che sia anche solo vagamente epica e altisonante e non sentirla di cattivo gusto perché, in qualche modo, richiama questa o quella tragedia. E' una fortuna che FTR abbia il suo scudo a difenderlo dalla Vita Reale e che quindi qui l'effetto sia un po' attenuato, ma non crediate che i vostri autori preferiti non lo avvertano.

E' giunta la fine della Console War? si chiede Multiplayer.it. E' una domanda che, out of the blue, mi ha colpito al punto da farci su un editoriale, perché è assurda oppure è solo un brutto modo per dire qualcosa che stiamo dicendo anche noi, dal basso della tana,. Sta tramondando un'era, lo abbiamo scritto non molto tempo fa, con la fine di un'era, con "la fine della storia" potremo quindi iniziare un'epoca di pura pace o rimarrà, sepolto nella natura umana, il seme della violenza (e ridalli con i parallelismi sgradevoli e di cattivo gusto).

La Console War intesa come un violento scontrarsi di persone basato sul produttore di console di riferimento di ognuno non è mai esistita. Non nel senso sgradevole in cui potreste considerarlo. Nessuno ha mai preso a bastonate uno perché era boxaro o sonaro, nessuno si è trovato contro la gang avversa in un vicolo a prendersi a coltellate. Nessun Sonaro ha mai impedito alla propria figlia di vedere un Boxaro portando a una tragedia Shakespeariana. La Console War è nata nell'internet "di una volta" e l'internet di una volta era una terra feroce, un paese in continua guerra in cui tutti giravano armati e vigeva la più stringente legge del più forte, ma era una terra che non aveva nessun reale collegamento con il mondo reale, era un sanissimo MMORPG in cui potevi esprimerti cattivo quanto vuoi e tutti intorno a te capivano che stavi scherzando. Potevi sparare le peggio idiozie e non ti ritrovavi, per dire, la settimana dopo in un articolo di Repubblica, due settimane dopo in una trasmissione TV, tre settimane dopo a candidarti per un part... (BASTA RIFERIMENTI ALLA VITA REALE! BASTA!).
La Console War "vera" invece era un simpatico pretesto per insultarsi tra utenti, un gioco nel gioco, un roleplay in cui ognuno sfogava bassi istinti occupandosi di qualcosa di stupido, ogni tanto si infiammava veramente, ma, poiché si parlava solo di console e solo di videogiochi alla fine della fiera non succedeva realmente niente. Diciamola, una di quelle cose un po' forti che diciamo noi di FTR, consapevoli che tanto non ci leggerà nessuno: la Console War era divertente, folklore locale come il carnevale di Ivrea in cui rischi di beccarti un'arancia in faccia, un po' sanguigna, forse, certo non il territorio dove vorresti crescesse il tuo bambino, ma non cattiva, non strettamente cattiva.

Quindi perché tutto questo dovrebbe finire? Perché Microsoft e Sony hanno fatto la pace (la digressione su Nintendo è deliziosa)? Ma cos'è la pace? Ma perché? Ma per come?
Gli "ecosistemi" del futuro, lo abbiamo già scritto qua, saranno qualcosa di più labile di una scatola di plastica sotto il vostro televisore, saranno astratti luoghi cibernetici, metaversi. Il grande inganno del diavolo di internet è credere che oggetti che non si possano toccare possano essere ovunque, è una credenza che avevamo un po' tutti, negli anni 90, quando la Grande Rete Libera stava venendo a salvarci. E' ovvio che se ho un gioco Sony sembra proprio non volerci niente per giocarlo dal metaverso XBOX e pare ovvio anche viceversa. Che sarebbe come credere che io non ho bisogno di avere aperti i client di GOG, Epic e Steam contemporaneamente per avere visione di tutta la mia collezione di titoli comprati online.
L'unica pace assoluta che può esistere tra Microsoft e Sony potrà esistere quando Microsoft e Sony moriranno, quando moriranno come produttori di sistemi di gioco, virtuali o reali che siano. Se un giorno smetteremo di aver bisogno di intermediari del genere allora forse entrambe le aziende faranno altro e non avrà più senso parlarne. Finché però lo scopo di Microsoft e Sony sarà quello di portarci a casa videogiochi non è possibile che smettano di farsi la guerra, perché la guerra i bimbi grandi la chiamano concorrenza ed è endemica nel mercato. DEVE esserci qualcosa che Microsoft ti fa fare che non puoi fare con Sony per convincerti stare con Microft e DEVE esistere viceversa. Ovvio, se come ci siamo detti Microsoft e Sony si troveranno a fare più soldi costruendo videogiochi mediante le società delle loro recenti acquisizioni allora avranno entrambi gioco a far sì che i giochi siano tutti distribuiti capillarmente, avranno bisogno di un mercato comune e libero, ma per arrivare a quello credo che l'industry dovrà cambiare pelle non una sola volta, come sta facendo, ma due. E' insomma qualcosa ancora di là da venire.

Editoriale di geopolitica, notizia di geopolitica fresca fresca: Il governatore della Florida ha tolto l'autorità di auto-governo a Disneyland.. A parte che io nemmeno sapevo che Disneyland si autogovernasse, a parte che ho una voglia matta di vedere quali poteri effettivamente aveva Disneyland sul suo terreno, in questo mondo che ha un po' troppi problemi di confini violati questa sembra la parodia grottesca di quello che sta succedendo in altre parti del mondo. In questo senso è una notizia che mi colpisce assai.

“I Could Of Cried / I Could Of Cries... When She Said / I Don't Love You Any More / I Was Slade And Showin' The Door / Ain't No Room Here Anymore / Please Don't Look To Me For Help / All The Pain Is With Yourself / All The Blame Is With Yourself”

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