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1063, 30/04/2022 - Fissa il PC
1063
30 . 04 . 2022

Il trono di Amano

La stella di Celes Chere brilla ancora nel nostro cielo, mai dimenticata.
La sua lacrima che sembra una stella cadente contro il cielo nero mentre precipita dal dirupo, quando nel momento più buio di Final Fantasy VI il male ha trionfato, il caos dilaga nel mondo, e Celes tenta il suicidio (!), è stata una delle immagini più forti che il mezzo videoludico abbia mai saputo produrre nella sua breve vita.
Nei primi anni '90 questa roba era una bomba, e non si stupiscano dunque i giovani d'oggi se il nome Final Fantasy viene pronunciato dagli anziani con la riverenza che si riserva alle dinastie più nobili... nonostante la sciatteria di SquareEnix lo abbia più volte trascinato nel fango.
Ho parlato la volta scorsa di Final Fantasy VI Pixel Remaster, ma su queste colonne non c'è nessun editor a fermarmi e se nessuno mi ferma potrei continuare a parlarne all'infinito. Quand'è stata l'ultima volta che un videogioco vi ha costretto a fermarvi un paio di minuti per ascoltare la colonna sonora? Un gioco di trent'anni fa, che avete già ascoltato fino a consumare le cuffie? Eppure il Terra's Theme fa questo effetto, e così tutti gli altri brani. A proposito, anche Terra avrà la sua celebrazione su queste pagine, ma la vecchiaia avanza e la mano che stringe il pennino è sempre meno ferma: dovremo attendere ancora, ma non troppo perché altrimenti poi la nostra Esper preferita si ingelosisce, visto il trattamento da regina che abbiamo riservato a Celes la volta scorsa.
Ma Terra può consolarsi in altri modi: il mondo la celebra e la lusinga con manifestazioni di affetto straordinarie ancora oggi, come questa statua in scala 1/6 dipinta a mano che la ritrae sulla Magitek Armor come nell'illustrazione originale di Yoshitaka Amano.
Vedere il Maestro Amano in persona che la commenta sottovoce, assiso su un trono scolpito nella sala reale del palazzo di SquareEnix (?!), incute quasi un timore reverenziale. Costa come un'automobile, ma l'arte non bada al cartellino del prezzo. E vedere questo acquerello prendere forma in 3D mi fa sognare come sarebbe un vero e proprio Remake di FF6: rispetto a quanto fatto per il 7, in questo caso ci sarebbe da reinventarsi quasi tutto, perché Final Fantasy VI è indissolubilmente legato alla sua identità fatta di pixel 2D visti attraverso un tubo catodico. Ma sarebbe un bel viaggio.

Ma i vecchi, si sa, faticano a distinguere sogno e realtà: dobbiamo restare aggrappati al presente, per quanto poco seducente. E il presente e il prossimo futuro è Final Fantasy XVI: proprio in questi giorni il produttore ha rilasciato una dichiarazione impressionante: “Tante persone sono cresciute, hanno cominciato a lavorare, si sono rese conto che la realtà non è facile come un videogame e a un certo punto hanno abbandonato Final Fantasy. Ebbene, è proprio a quelle persone che vogliamo ricordare la passione che nutrivano un tempo: stiamo creando un gioco con questa precisa intenzione.”
Parole grosse; parole che hanno acceso in me un sacro fuoco, e quanto vorrei che venisse ora a bruciarmi... Ma quanta responsabilità!

E insomma, siamo ritornati oggi alla programmazione regolare, con i nostri Ingegneri (delle Tenebre) impegnati a tenere a bada gli spettri malevoli che si agitano appena al di là dello schermo. Ma il nostro cuore, avete visto, batte e sanguina ancora per Final Fantasy, perché quello che ci capita da fanciulli ci segna per tutta la vita.

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30 . 04 . 2022

Computer fissi

Sono cresciuto con la convizione che durante le installazioni non potessi allontanarmi dalla stanza del PC, chiamatela scaramanzia. Ho vissuto anni ruggenti, quelli con venti dischetti e i CRC KO, quelli con i prodotti non proprio proprio originali che si rompevano nelle maniere buffe, quelli con gli aggiornamenti di sistema che, a sentimento, ogni tanto ti fottevano il PC trasformandolo in un soprammobile. Di fronte a tanti eventi avversi la razionalità vacilla, come vacillava per i nostri antichi, che non sempre avevano un tetto sopra la testa quando cadevano i fulmini, e si finisce per rivolgersi a numi oscuri per riuscire a ottenere risultati. E quei numi oscuri, in qualche bizzarra maniera, ogni tanto rispondevano.

Quale momento migliore per evocare tempi andati se non la settimana del compleanno? Questa settimana FTR compie ventuno anni che è quella data che in America significa tutto, praticamente passi dall'essere protagonista di un teen drama con la bicicletta, i videogames e al massimo massimo una sbirciatina alle tette dell'amica carina all'essere protagonista di una storia di giovani, che usualmente comprende droga, sesso dissoluto, malattie mortali e possibilmente uno schianto in macchina contro un albero.
Gli americani non sanno fare mai niente di graduale.
Ventuno anni sono TANTI, ma erano TANTI già venti, ora non ha senso esaltalci più di quanto non abbiamo già fatto. Non c'é granché da dire se non che ormai si, FTR è a vostra disposizione e potrebbe raccontarvi storie. Non sono orgoglioso di tutti gli editoriali che ho scritto, ce ne sono molti, anzi, decisamente illeggibili, un po' in tutte le epoche. Non sono mai stato, lo confesso, pignolo nella redazione di questi pezzi, donandovi sempre opere piene di refusi ed errori e ogni tanto anche grammaticalmente zoppicanti. In tutto questo marasma di parole, però, c'è la Storia, o meglio un punto di vista sulla Storia dei videogiochi e del mondo nerd in Italia nel mondo, non una di quelle cose in retrospettiva, dove sembra sempre che tutto avvenisse solo per propiziare l'oggi, ma una presa diretta in cui ogni momento è stato l'oggi. Se vi capita davanti qualche argomento con solide radici nel passato (come Monkey Island, per dire qualcosa di recente) inserite pure la keyword nel nostro motore di ricerca, troverete informazioni di ogni genere, a volte soltanto i deliri paranoici di un paio di ragazzi, a volte delle considerazioni che riflettevano un zeitgeist di cui si è persa traccia.
Oggi, diciamocelo, basta farci regali a noi, questo sito è qui per voi. E non l'abbiamo fatto per voi. Diciamo che però è ormai qui e troviamo divertente tirarvelo in testa.

La notizia un po' vecchia e un po' nuova con cui celebriamo questo giorno è triste, ma ci riguarda assai: Le sale LAN sono state chiuse dalle Sale Giochi.. Si, anche di Sale Giochi troverete spesso parlare su FTR, quando le Sale Giochi erano ancora "a thing", all'incirca quando i giochi da Sala Giochi li trovavi solo in Sala Giochi e non solo per lo schermo grande o il controller buffo, ma anche perché la potenza di calcolo necessaria a volte non te la potevi permettere. C'è stato tutto un mondo degli arcade, che poi ricadeva sui giochi di casa, che poi tornava sugli arcade, qualcosa di cui ormai si parla più che altro con nostalgia, ma che come tutto ha avuto i suoi momenti di scintillante glora.
Cosa sono, invece, le sale LAN? A sua volta sono l'evoluzione di qualcosa di antico come i LAN Party, sono luoghi dove giocare in cui non c'è più l'enfasi di un tempo sulla macchina da gioco e dove quindi ti trovi davanti dei PC, però assettati per quelli che sono i metaversi più importanti della nostra epoca, cioè computer che sono finestre su reami ancora in gran parte non sviluppati come quello degli eSport. Le Sale Giochi, grandi dinosauri tristemente morenti, si schierano contro le sale LAN perché vedono in questi nuovi modi di gestire l'intrattenimento digitale un loro diretto concorrente, concorrente sleale. In un certo senso non mi sento di dar loro torto, sappiamo quanto la burocrazia italiana può essere capziosa e complicata e quanti anni di atteggiamenti sbagliati hanno probabilmente complicato il rapporto delle Sale Giochi con la legge, anche nei termini delle mere autorizzazioni. Una sala LAN, di contro, presentandosi come poco più di un coworking ben attrezzato, ha ovviamente delle vie preferenziali e delle prospettive diverse. Anche loro non hanno realmente colpa, sono solo nati in un punto differente della timeline.
In un certo senso, di fronte a questo scontro, mi sembra quasi di vedere l'antico che si oppone al nuovo, dove però l'antico è qualcosa di molto diverso, molto più colorato, molto più potente, come immaginario. Forse quello di cui si vede la mancanza in questo fatto, il vero disagio che si avverte, è il modo in cui abbiamo sempre considerato le Sale Giochi dei luoghi reietti, quando meritavano ben altra attenzione. Io dico che le Sale LAN dovrebbero rimanere, perché coprono un nuovo modo di giocare, però avremmo bisogno che questo mondo rispettasse altrettanto le Sale Giochi. Forse per quello abbiamo perso il treno e per questo siamo giunti alla situazione odierna. Ciò lascia amarezza.

Siamo in chiusura, abbiamo parlato di molto passato, oggi, ma sapete che a FTR il passato piace e noi crediamo che sia un'ottima medicina contro le storture del presente. A volte è un Final Fantasy col numero inferiore al 7, a volte è un vecchio film, a volte è un luogo. C'è più passato che presente e futuro messi insieme, ricordatevelo. Solo noi, nel nostro piccolo, facciamo un editoriale dell'oggi che si deve confrontare con più di mille editoriali dello ieri. E di editoriali del domani qui non se ne vedono ancora. Mi sa che vi dovere regolare.

“You get mistaken for strangers by your own friends / When you pass them at night / Under the silvery, silvery Citibank lights / Arm in arm in arm and eyes and eyes, glazing under / Oh, you wouldn't want an angel watching over you / Surprise, surprise, they wouldn't wanna watch / Another un-innocent, elegant fall / Into the un-magnificent lives of adults”

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