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1027, 31/07/2021 - Ferie separate
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31 . 07 . 2021

Pixel bugiardi

Si parla di vacanze persino qui, nei pannelli incorniciati della sacra Strip Settimanale di FTR: e quando la gente parla di vacanze, mi sembra, ha il labbro tremolante e l'occhio acceso e psicotico della Matilda Lutz nostrana in un filmaccio di vendette sanguinose.

Ma questo è il momento in cui il Vostro riflette sui pixel. Lo anticipai settimane e settimane fa, e ora infine sono uscite le Final Fantasy Pixel Remaster I-II-III, e gli episodi IV-V-VI sono in arrivo.
Ci sono vent'anni di miei editoriali su questo sito a testimoniare il mio amore matto e disperatissimo per Final Fantasy. Non sarò un professore di fama mondiale di Final Fantasy, e non ricordo a memoria dove si trova ogni pezzo della Onion Armor dell'Onion Knight, ma nel mio piccolo posso dire senza paura che il mio cuore trema e sanguina al solo nominare la leggendaria saga giapponese.
E poi ci sono i pixel: tanto importanti che persino il marketing di SquareEnix li ha messi esplicitamente nel titolo di questa ennesima riedizione, senz'altro per prevenire le critiche feroci che hanno accompagnato tutte le altre riedizioni in questi trent'anni, colpevoli di aver alterato i sacri intoccabili pixel scolpiti nella nostra memoria d'infanzia.
Ebbene, qui i pixel ci sono, non c'è dubbio. Per ridisegnarli è stato riunito il team di artisti originale, e questi vecchiarelli giappi canuti e curvi hanno preso in mano il pennino una volta ancora per reinterpretare quei vecchi mucchietti di pixel e trasformarli... in nuovissimi mucchietti di pixel, solo un pochino diversi. Che senso ha? Ha senso, e lo vedremo.
E poi nulla di che, solo qualche colore in più, qualche dettaglio in più, una minimappa, qualche effetto di luce per le magie, qualche ritocco alle statistiche, ehm, qualche modifica al sistema delle classi, qualche area leggermente alterata, qualche, ehm, qualche opzione per migliorare la Qualità della Vita, un bestiario, una galleria, un jukebox, le musiche riarrangiate... No no, tranquilli, nulla di che.

Ciascun ritocchino è impercettibile di per sé; ma tutti insieme fanno una valanga.
I vecchiacci bavosi che conservano ancora negli occhi e nelle dita il ricordo indelebile di Final Fantasy per NES sono imbestialiti.
Dovrei forse esserlo anch'io, essendo più o meno nel numero di quelli là... e invece sono esaltatissimo. SquareEnix non ha fatto una riedizione di questi titoli solo per rifarli identici: quello sì sarebbe stato squallido! La nostra crudele padrona invece ha puntato a un obiettivo assai più ambizioso, ovvero vendere questi giochini di trentacinque anni fa alle giovani generazioni di oggi.
SquareEnix se ne frega dei vecchi bavosi; e i vecchi bavosi dovrebbero fregarsene di SquareEnix, mettersi il cuore in pace, sistemarsi la copertina sulle ginocchia, e avviare un emulatore con la versione originale di Final Fantasy, i suoi pixel e i suoi bug e tutto quanto com'era nel 1987. Non è che questi titoli non esistano più, eh? Questi videogiochi sono preservati in eterno nell'ambra digitale.
E dunque si rassegnino i vecchiardi: una riedizione per sua stessa natura è rivolta al pubblico di oggi, e questa sì è un'impresa ambiziosa! Direi quasi che è un atto d'amore, se volessi fare il romanticone... osare proporre i giochi che abbiamo tanto amato ai nostri tempi ai ragazzini di oggi, svecchiati e rimaneggiati appena appena quel tanto che basta.

Ma dicevamo dei pixel. Voi sapete che su queste pagine siamo da sempre molto interessati ai pixel. I pixel ci piacciono. I pixel ci attirano.
I pixel, però, una volta non esistevano.

I pixel una volta non esistevano. I pixel sono un'invenzione recente, una fiction romanzata e popolare diffusa dai giochi indie e, appunto, dalle riedizioni dei giochi vecchi. Un falso storico, perpetrato da giovincelli ignoranti come capre che si atteggiano a giocatori retrò.
Quando gli artisti di SquareEnix disegnavano gli sprite del White Mage e del Black Mage nei primi anni ottanta, o quando Nona dipingeva le cosce di Mai Shiranui nei primi anni novanta, nemmeno loro vedevano gli stramaledetti “pixel”.
Non li vedevano perché loro, proprio come tutto il pubblico dei videogiochi di allora, potevano vedere i mondi digitali solo attraverso uno schermo a tubo catodico, cioé un inferno ruggente di campi magnetici analogici in fiamme a malapena racchiuso da uno spesso vetro bombato.
Una roba super, super analogica! Che i pixel se li mangiava per risputarli masticati e ridotti a un frullato spiaccicato sullo schermo.
Abbiamo giò citato su queste pagine le comunità di ossessionati cultori della visione analogica che si dedicano alla fotografia degli schermi CRT (quei pochi reperti storici che restano funzionanti): onore e gloria a loro, la loro opera di divulgazione è fondamentale per chi conosce soltanto gli schermi perfetti e digitalissimi di oggi, su cui si vedono i pixel.
Quando Final Fantasy è stato emulato su uno schermo LCD o LED, ecco che per la prima volta l'occhio umano ha visto quei pixel nudi, puntini di Rosso/Verde/Blu nudi e senza poesia.
E grazie che fanno schifo, imbecilli!

La forma ultima di restauro di questi videogiochi, dunque, è paradossalmente applicare filtri elaboratissimi che emulano il funzionamento fisico degli schermi CRT, con le linee di scansione e la bombatura e tutto il resto.
Chissenefrega dei pixel. Altro che preziosi tesori! Quella roba non avrebbe mai dovuto essere vista così, non è mai stata disegnata per essere vista così. In mancanza di un filtro CRT perfetto, ben venga dunque questo tentativo di rifare gli sprite originali per gli schermi moderni, cercando di mantenerne lo stile e l'impressione che ci fecero all'epoca sui nostri grassi e grossi televisori casalinghi.

E far scomparire finalmente quei pixel bugiardi.

Lo-Rez: arte, storia, web design
31 . 07 . 2021

Esce il mio libro (3)

Che diamine, mi sono detto, ho fatto l'editoriale a modino, supino alla sponsorizzazione della mia opera letteraria, già le altre due volte, perché mancare questa? Certo, vi ho già ribadito la vicenda un paio di volte lungo questi ultimi mesi, ma questo è il momento dell'annuncio ufficiale: Esce il mio libro.

"Il pozzo dei soldati" è un romanzo di spionaggio in puro stile Segretissimo. Di cosa sia Segretissimo ho già scritto in un paio di editoriali passati, ho voluto attenermi il più aderente possibile al suo modo di essere perché è un modo che mi diverte, che esalta la mia vena creativa giocosa e che, pur col suo alfabeto consolidato, lascia certe libertà. Una persona cresciuta con James Bond non ci mette molto a cogliere i principi quasi sovraumani su cui si basano quest tipi di storie. Nell'esasperazione di certi comportamenti, di certe ambientazioni e anche di certi simboli c'è il motore utile a coinvolgere il lettore.
Mi son fatto persuaso, più leggendo Segretissimo che scrivendolo, che a suo modo la sua forma sia l'unica forma in cui si possa mettere in romanzo una storia di supereroi. Una storia di Supereroi fatta e finita, con tutte le sue caratteristiche, a mio parere non si può produrre attenendosi al media romanzo. Ha la sua culla nei fumetti, è riuscita (non senza sforzo) ad affermarsi al cinema e alla TV, ma certi colori saturi di cui ha bisogno non possono andare oltre. Un Segretissimo, per come la vedo io, è l'idea di un tipo di eroe altrettanto assoluto, altrettanto "inumano" come i vari Capitan America e Batman, ma che è arrivato in quella posizione da tutt'altro percorso e affrontando differenti scenari. Cosa rimane, quindi, del supereroismo? Probabilmente quel senso di grandezza, nei gesti, quell'epicità così faticosa da rendere senza degenerare nello stucchevole, quel senso di eroe di cui abbiamo a volte bisogno a livello inconscio, tanto per poterci dare un punto di riferimento.
E, a suo modo, proprio come i Supereroi, anche i personaggi di Segretissimo sono giocattoli per nerd, con il loro worldbuilding tutto reimpastato di politica reale e fantapolitica, le loro stringenti e complicate continuity (la mia stessa speranza è dare a Clausewitz ben più di un romanzo), i loro dettagli su armamenti, situazioni e tecnologie. Sono creature che vivono in mondi fatti per divertire la mente, a volte fino a ossessionarla, ma in quel modo bonario e simpatico che celebriamo proprio qui nella tana da sempre.
"Il pozzo dei soldati" è una trama classica, ci sono i narcos, ci sono le belle donne, c'è anche qualche sprazzo timido di fantascienza sotto mentite spoglie e poi naturalmente ci sono i miei personaggi, a cui mi sono affezionato anche perché, nel buio della mia cameretta, è parecchi anni che ne scrivo. Clausewitz è un bizzarro tentativo di ammazzasette intellettuale, un po' presuntuosetto, inglese quel tanto che basta per comportarsi in società. Un tattico, uno stratega, un teorico, non certo un combattente da divano, ma uno a cui piace soffermarsi sulle raffinatezze della guerra e su quei pochi centimetri che distinguono una pallottola a segno da una pallottola mandata a vuoto. Ha con lui una squadra (di cui, oltretutto, non è nememno il comandante) di personaggi altrettanto particolati, in cui credo il mio ventennale consumo di anime giapponesi mi abbia fatto infilare subliminalmente persino degli adolescenti combattenti.
Insomma, il libro è tutto questo e poi delle cose che esplodono e del sesso (ma così non vorrei poi sia troppo spoiler).

Non voglio trattenervi di più, deve essere già stato un bel tedio. Il libro sarà disponibile tutto il mese di Agosto tramite quel grande strumento di distribuzione nazional-popolare che sono le edicole (vi è anche la distribuzione in ebook). Al di là di acquistarlo qualsiasi commento vogliate fare a riguardo mi risulterà gradito (si, anche gli insulti, significa comunque che ci avete speso tempo). Lo so che FTR è un sito del secolo scorso che non da troppe possibilità di interagire con noi, ma diciamo che la mia personalità-scrittore, ha aperto un inetto e squallido profilo Instagram che lui stesso non sa usare, ma che almeno ha i messaggi diretti. (ora scusate, ma ho scritto Instagram qui e devo andare a lavarmi le mani).

Bene conigli, ormai è Agosto, piena estate, vacanze. Persino i videogiochi ci vanno stretti. Io vi ho datto un utile consiglio di lettura sotto l'ombrellone, chissà cosa potremo ancora dirvi prima di andare a tuffarci pure noi altrove

“Pensiero stupendo / Nasce un poco strisciando / Si potrebbe trattare di bisogno d'amore / Meglio non dire. / E tu / E noi / E lei / Fra noi / Vorrei / Vorrei / E lei adesso sa che vorrei.”

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