Strip
serie
1003, 13/02/2021 - S.Valentino 2021
1003
13 . 02 . 2021

Amor mi mosse

“Amor mi mosse, che mi fa parlare”, qui su FTR, ora e sempre.
“Amor mi mosse, che mi fa parlare”, ma che gli vuoi dire a uno che da 700 anni di distanza ti distrugge con un solo verso, te e tutto quello che potrai mai scrivere su queste colonne? E non vado fiero nemmeno dell'illustrazione odierna, che come ogni anno celebra la Festa Innominabile, S. Val.
Non ne vado fiero perché nella mia testa doveva essere ben diverso, questo momento all'apice di un'avventura meravigliosa, quando dopo mille peripezie, pericoli affrontati e mostri sconfitti finalmente Link, il piccolo grande Guerriero, giunge al cospetto della sua Principessa Zelda da salvare, la salva e... E poi boh? Non è che hanno poi molto da dirsi, questi due: uno è un ragazzotto di campagna, l'altra è una principessa.
È un momento di disagio su cui tanti prima di me hanno ironizzato, disegnando meglio. E sono consapevole che in questo clima culturale potrebbe sembrare un affronto gravissimo, insinuare che la Principessa debba in qualche modo sentirsi in debito o innamorarsi di un tizio solo perché l'ha salvata.
E anche questa storia della Principessa da salvare ovviamente è obsoleta e anacronistica, la versione moderna vuole l'inversione dei ruoli, o l'annullamento proprio del ruolo del piccolo Link. Il quale Link, se vi sembra strano con le scarpe da ginnastica, è lo stesso apparso in The Legend of Techwear Zelda, un'altra illustrazione di qualche settimana fa.

Ma se dobbiamo proseguire su questa china, e far imbufalire i benpensanti, facciamolo fino in fondo: guardiamoci questa maratona Twitch di Tokimeki Memorial per SEGA Saturn.
In cui il nostro eroe (l'odioso e antipaticissimo Tim Rogers) si gioca questa simulazione di appuntamenti in lingua originale giapponese degli anni '90 con l'unico obiettivo di conquistare il cuore di Megumi, una delle ragazze più elusive del gioco.
Le ragazze, va detto, sono tutte studentesse liceali. E il gioco, va detto anche questo, è un inferno di frustrazione e tentativi a vuoto con un'interfaccia che vorrebbe essere punta-e-clicca, ma non lo è perché è per Saturn.
Ad ogni modo questo video rappresenta la felice conclusione di un tiro di dadi estenuante durato decine di ore, fino ad arrivare alla particolare congiunzione fortuita in cui: A) è novembre, B) all’uscita da scuola sta piovendo e C) La dolce Megumi, la nostra timidissima compagna di banco, ha dimenticato l’ombrello. Ed ecco che entriamo in scena noi, con UN OMBRELLO GIGANTESCO! HA HA HA!

Che tristezza. Senza dubbio si potrebbero scrivere volumi interi sullo squallore di questo genere di giochi e della cultura che li ha generati e che li porta avanti ancora oggi nella loro natìa isola di Nippon. Si potrebbe, ma oggi limitiamoci alla tristezza.

Lo-Rez: arte, storia, web design
13 . 02 . 2021

La rosa si chiama rosa

Succede tutti gli anni. Apro la strip che mi arriva da Lo-Rez pensando "Vediamo come ha reso la batt... ah no già che è S.Valentino" e mi trovo davanti l'illustrazione rosa. Un giorno qualche antropologo col gusto del disaddatato ci studierà e non ci capirà dentro un bel niente. Perché qui su FTR in realtà non abbiamo mica voglia di parlare di S.Valentino o dell'amore. L'amore, al massimo, è il love-interest, un plot device per portare avanti la serie TV che stiamo guardando, è l'unico caso in cui ci interessa. E comunque il più delle volte crediamo che le storie andrebbero avanti meglio senza.

Da questa parte della barricata non avete sentire dire neanche una parole su GameStop. La verità è che la vicenda mi ha intrigato al quanto per molti motivi, ma nessuno così vicino ai videogiochi da volergli dedicare un approfondimento. La vicenda GameStop è stata clamorosa sotto molti punti di vista, ma la domanda "Internet ucciderà Wall Street?" anche se suona apocalittica, nei miei pensieri è sovrastata, in questo frangente, da una domanda più pressante: "Il game retail fisico è morto?". Molti hanno avvicinato la faccenda GameStop al declino che ha avuto, ormai molti anni fa, Blockbuster. Il modello di Blockbuster, però, non riguardava il concetto di supporto fisico in toto, ma soltanto il noleggio del supporto fisico. Che questo sia divenuto obsoleto nelle grandi realtà a causa dell'arrivo dell'internet è abbastanza pacifico. Se invece GameStop tramontasse (l'unica realtà di commercio dedicato di videogiochi di fatto nel mondo occidentale) parleremmo di qualcosa di più grosso, parleremmo del fatto che i videogiochi non si potranno proprio più toccare e sebbene infinte schiere di protagoniste di anime e di JRPG ci hanno insegnato che si può amare anche profondamente qualcosa che non si può toccare (ehm...) comunque sarebbe molto triste accettare già adesso nel 2021 una tale evoluzione. Fate conto che io mi sono ripreso a stento quando le confezioni dei videogiochi reali sono passate dall'essere grosse scatole colorate a custodie di DVD e ancor meno ho incassato quando i manuali hanno cominciato a essere inseriti solo in formato digitale. Lo so, questo mio atteggiamento è legato a doppio filo con quello che mi impedisce di leggere i libri sul Kindle e quindi mi costringe a riempirmi la casa di oggetti cartacei, ma continuo a ritenerlo un atteggiamento sano. A questo declino dovremo mettere un fermo.
Quindi tornando alla domanda iniziale: è la morte di GameStop e quindi del videogioco fisico? Sinceramente io credo che non siamo messi ancora così male, GameStop come unica realtà credibile mondiale può forse ancora trovare abbastanza ritorno da rimanere in piedi. La prossima generazione di console sarà probabilmente full-online, ma questa forse non lo è ancora. Rimangono probabilmente ancora delle sacche orientate al passato che potrebbero giustificare il mercato ancora per qualche anno. La vicenda finanziaria oggi ha completamente oscurato quello che dovrebbe essere il reale andamento dell'azienda, ma presto immagino vedremo il suo destino reale. E comunque i giochi usati di Mario per 3DS saranno sempre e comunque a 40 euro.

Parlando d'altro SKY ha portato in Italia Raised by the Wolves. Lo so che SKY è la piattaforma dei bimbi ricchi, ma adesso avete ancora meno scuse di prima per non guardarlo, tanto più che pure la stampa locale ne sta parlando. Io non vi dirò più nulla, perché vi ho già detto tutto qui. Raised by the wolves è l'unico progetto genuinamente di fantascienza che potete trovare in giro (fantascienza tout-court, non quelle declinazioni paracule che mette in piedi Netflix) e fa il paio con The Expanse che ha chiuso da poco un'ottima quinta stagione (dopo una quarta piuttosto faticosa da guardare) e preannuncia un grande finale nella sesta. Expanse, purtroppo, è quel tipico progetto a cui non hanno dato abbastanza soldi, si vede piuttosto bene in vari punti che si è tenuta insieme la trama con degli espedienti. Non sempre la cosa è riuscita bene, ma rimane un prodotto (compreso i libri) che ha cambiato il nostro modo di intendere lo spazio (fantascientificamente) e dovremo sempre tributargli rispetto.

Sto continuando a sollazzarmi con i giochi messi in regalo da Epic. Per ogni gioco scaricato si avvicina il momento in cui farò il mio editoriale peso sugli indie e sui rogue-like. Sarà interessante parlarne, peccato che non verrà letto abbastanza per sollevare polemiche. In ogni caso non avete da temere: non è questo il giorno. Oggi si pensa ancora all'amore. Guardando dall'altra parte.

“Il guaio é che quella Resistenza è un valore indistruttibile anche per le Brigate rosse: credono di esserne i figli, di continuarla o di ripeterla. Nessuno ha spiegato loro che non si trattava di una rivoluzione lasciata a mezzo e con la riserva di riaccenderla a più conveniente momento, ma di un ritorno invece: un ritorno all'Italia prefascista [...] in cui, in qualche modo, a tentoni, ad improvvisazione, si sarebbe tenuto conto delle idee, dei fatti delle cose nuove e miglior che intanto correvano nel mondo”

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