Vampiri abbronzati
Le vampire di Vampire Hookers (1978) (#nonguardatelo) hanno i segni dell’abbronzatura.
È la cosa più divertente del film (l'unica), ma il cultore dell'orrore vintage involontariamente comico è abituato a questi ed altri spettacoli di inettitudine estrema...
Mentre il mondo in cui viviamo è ormai giunto al crepuscolo, e iniziamo a sentire in faccia la brezza della discesa a precipizio verso cui è diretto, perfino alla Vigilia di Ognissanti™ non abbiamo cuore di abbandonarci all'orrore vero. L'orrore vero con i suoi bordi taglienti e il terrore catartico. No, piuttosto ci sentiamo attratti ancor di più verso questi filmacci che non fanno nè paura nè ridere, abbandonati da tutti, compresi i loro autori, perché ci danno coraggio: tutti questi incapaci hanno saputo nondimeno farsi produrre i film e portarli a termine... e dunque davvero tutto è possibile.
Basta soltanto essere molto fortunati.
Una nebbiolina molto appropriata alle ricorrenze di questi giorni è scesa sul nostro mondo, almeno lei prevedibile e rassicurante. Ma l'autunno tutto attorno arde di colori caldi, arde al punto che persino ACRONYM ha scoperto che esistono altri colori oltre al nero. Sarei tentato di commentare qui l'ultima collezione, se non altro per rendere onore al merito di stilisti che sono riusciti a inventare un nuovo tipo di cerniera nell'anno 2020 (a quanto pare molto comoda in certi casi), o che fissano prezzi totalmente a casaccio (una cuffia che costa quanto una giacca) per dimostrare il loro supremo disprezzo per chi compra questa roba guardando il cartellino del prezzo.
Ma non c'è tempo, perché questa settimana è stato svelato all'umanità il sito di Final Fantasy XVI.
Ho già riportato le mie impressioni calde calde sul filmato presentato all'evento di Playstation 5. Diciamo che attendo questo gioco con il misto di speranza e trepidazione con cui si può attendere la nascita di un figlio. Voglio tantissimo che faccia bene, e ho avuto segnali incoraggianti soprattutto dal suddetto sito, ma la paura è ancora tanta.
Resta confermata la strada intrapresa da Yoshida (non Akiko, quell'altro: 'sti giappi sono tutti uguali anche nei nomi!), ovvero un ritorno al passato della serie con un'ambientazione puramente High Fantasy e una trama fatta di intrighi e lotte di potere tra regni e casati. Perfino nel design dei titoli questo gioco ricorda Final Fantasy XII.
La mappa del mondo di gioco mi restituisce una sensazione buonissima, anche se forse irrazionale: tutti quei regni punteggiati da giganteschi Cristalli Madre tutti diversi, ognuno custodito da un evocatore potentissimo... C'è una struttura solida, uno schema preciso con un grande potenziale: forse un pochino troppo videoludica, ma anche per questo è deliziosa.
Lo-Rez: arte, storia, web design“Ownership permanently and significantly increases the unwearability of all other beanies. If you lose it, you will cry. If not, it could be the last beanie you ever buy.”
I tre porcellini
La produzione di serie tv da parte di HBO è serrata. Ovviamente difficile possa pareggiare il quantitativo di produzioni Netflix, ma sicuramente surclassa facilmente il suo livello qualitativo. Non bisogna, però, essere ingiusti. Non si parla solo di abilità, fatto sta che gli investimenti che HBO fa nei suoi lavori sono sempre molto superiori a quelli operati da Netflix che spesso maschera con le sciarade social una disponibilità di mezzi ridotta (coerente con il costo del suo abbonamento).
Raised by wolves è una cosa enorme che qui in Italia sta avendo risonanza nulla (forse perché difficilmente vendibile anche sul canale di predilezione di HBO, SKY). E' l'ultimo progetto di Ridley Scott ed è intriso, nel bene e nel male, di tutta la poetica che l'autore ha portato avanti negli ultimi anni. Mettiamo SPOILER se no a metà mi blocco e non so come dire le cose.
Nel bene e nel male perché è abbastanza evidente che oggi Scott è un autore "controverso". La sua lettura del proseguo della saga di Alien, infatti, ha sollevato molte più discussioni che entusiasmo, in qualche modo il suo modo di osare ha fatto arricciare il naso a molti. Se, insomma, sgrossate le sue ingenuità, il nocciolo dei vari Prometheus continua a risultarvi indigesto probabilmente Raised by Wolves vi risulterà indigesto altrettanto. Allo stesso tempo se il lure di Prometheus vi ha detto qualcosa qui ne trovere dell'altro, non in continuity, ma quasi (si, gli androidi sanguinano bianco).
La storia in breve: la Terra sta morendo, una coppia di androidi, Mother e Father, vengono lanciati sul pianeta Kepler 22b con una serie di embrioni umani che alleveranno come figli (da cui i loro nomi). In questo però, saranno ostacolati da molte insidie. Intanto, vedranno arrivare in orbita al loro stesso pianeta l'arca dei Mithraic, la fazione teocratica terrestre avversa alla loro filosofia atea e poi scopriranno che il pianeta non è esattamente disabitato, ma, anzi, conserva insidie a molti livelli.
Raised by Wolves, quindi, torna a mettere al centro l'ossessione di Scott per la maternità, la gravidanza e l'esplorazione dell'ignoto che è, di fatto, essere genitori. Non manca però un confronto diretto col tema del divino, sia nel momento in cui viene usato in senso politico, sia quando invece è proprio contatto con il piano mistico con gli inganni che potrebbe comportare. Questa prima stagione, nella migliore tradizione, è dalle tante domande e dalle pochissime risposte. Qual è la fonte del potere del Necromante? Chi è la voce che parla nella testa della gente? Cosa sono veramente le creature che si aggirano per il pianeta? Chi ha scavato i pozzi che arrivano fino nelle viscere della terra? Alcuni di questi quesiti sembrano avere soluzioni abbastanza ovvie, per chi è un po' scafato in misteri fantascientifici, ma ovviamente questi dieci episodi non esauriscono un bel niente per cui non si può mai dire. Quello che speriamo è che uno come Scott non si faccia sedurre dalla rete e alla caccia a chi è più intelligente che ormai ammorbano il mondo delle serie TV moderne interconnesse coi social e vada dritto per la sua strada, senza guardare in faccia a nessuno. Un'idea probabilmente ce l'ha, un'idea confusa, magari, ma che spero riesca a conservare nella sua dizione genuina fino alla fine.
Stiamo parlando di una serie difficile, che non fa niente per venirvi incontro. Pur con lo stesso Ridley dietro la macchina da presa, infatti, il pilot è piuttosto straniante, con questi due protagonisti vestiti quasi con taglio anni sessanta che parlano in maniera bizzarra e reagiscono in completa disarmonia con quello che accade loro intorno e l'azione rarefatta per lunghi periodi che cresce fino alla cruda e crudele escalation finale. L'introduzione dei vari personaggi Mithraic, fortunatamente, contribuisce a normalizzare un po' la situazione anche se dovete intendere questi ultimi come una specie di deriva pacata dell'universo Warhammer 40k, a metà tra gli invasati religiosi e i marine, con tanto di bizzarre armi bianche da brandire all'uopo.
Purtroppo, sempre col purtroppo di chi ne ha viste tante, il proseguo comincia a vedere profezie, voci di Dio e templi alieni nonché avvenimenti un po' tirati via. Il climax finale è poi, ovviamente, dedicato a una gravidanza dai risvolti raccapriccianti, in classico stile Alien.
Ho già scritto questa cosa diverse volte in riferimento ai prodotti di Scott: dovete guardare Raised by Wolves perchè è fantascienza, fantascienza nella sua accezione ortodossa. E' qualcosa che mette lo spettatore a disagio perché prende le distanze da lui, ti fa vedere qualcosa che non c'è e con cui devi faticosamente prendere confidenza. Una volta però che lo fai ti esplode davanti un universo nuovo, una serie di meccaniche e soluzioni che a loro voltano allargano la tua immaginazione e liberano la mano dell'autore. Se anche poi la storia ha le sue fragilità (ma quale storia non ne ha) fate conto comunque di materiale del materiale di Scott, dal punto di vista della cura visuale, che regala piacere ai vostri occhi a prescindere dalla narrazione.
Cymon: testi, storia, site admin“Once upon a time there were three little pigs. The first little pig was very lazy so he built a house out of straw. The second little pig worked a little bit harder and built a house out of sticks. The third little pig worked very hard and he built a house out of stone. One day a big bad wolf came along...”