Non doveva per forza essere la magia
E poi un mattino esci di casa e ti ritrovi circondato dai fiori.
Ma da dove sono sbucati? Ci hanno circondato in silenzio nella loro morsa irritante e tossica: esattamente un anno fa ricordavamo la stessa invasione con lo stesso nervosismo. Non è per fortuna questione di allergie, è che i fiori sono i nemici di noialtri videogiocatori perché annunciano l'arrivo della stagione della luce e del calore, ci tentano con una Natura che, insomma, esiste nonostante i nostri sforzi di ignorarla.
Grazie, Natura. E grazie anche a Frieren che, pur essendo un cartone animato giapponese (!) e dunque anatema su questa colonna del sito, esattamente un anno fa mi faceva scoprire significati profondissimi attraverso la contemplazione dei suoi prati fioriti.
La somma Frieren.
“Ho capito che il tempo che uso non è soltanto mio”: una battuta che esce dopo neanche due puntate, e già ci frantuma l'anima in mille pezzettini... figuriamoci alla fine delle 28 puntate, che bagaglio emotivo abbiamo accumulato, e quanto poco basti ai personaggi giganteschi di Frieren e Fern per muoverci a commozione.
L'ho citata la volta scorsa a chiosa di un editoriale avvelenatissimo contro l'ultimo gioco di Ubisoft. Perché è soprattutto questo che mi fa male: giochi fatti così sono solo uno spreco di tempo, sia quello speso da migliaia di dipendenti del carrozzone francese, sia quello che vorrebbero far spendere ai giocatori. E vale lo stesso per certi film molto costosi e molto, molto, molto brutti... è un uso del tempo assolutamente irresponsabile.
Un modo di fare giochi e cinema così non è, ehm, “sostenibile”.
Ma appunto, le stagioni mutano inesorabili, la Terra gira e il nostro tempo è poco: non spendiamolo avvelenandoci lo spirito con le cose brutte. Torniamo un momento a Frieren.
Ne riparlo perché la primavera e i prati fioriti me l'hanno ricordata, ma anche perché i capricci irrazionali e crudeli degli stupratori cocainomani che maneggiano i Diritti di Pubblicazione hanno fatto approdare questo anime anche su Netflix Italia.
Bisogna essere pragmatici: tanti sono tuttora in balia di quei capricci scellerati, che nulla hanno a che vedere con la valorizzazione delle opere artistiche. E dunque questi poveretti avranno soltanto ora l'opportunità di imbattersi a caso, o per volere dell'Apprendimento Automatico che governa le loro visioni domestiche, in questo classico contemporaneo.
Frieren è un'opera di rara delicatezza, che “sussurra, non grida”... ma sotto quelle movenze placide e quegli sguardi impassibili si celano tempeste tumultuose (e anche tantissima sana perversione). Perfino l'adattamento italiano non ha rovinato quelle emozioni raffinate.
Quindi, ehm, grazie Netflix?
“Non doveva per forza essere la Magia”, si dicono la millenaria Frieren e la sua giovanissima allieva Fern. Forse questa “magia” non ci piace nemmeno così tanto. Però almeno è nostra. È quello che sappiamo fare, è il nostro posto nel mondo. È quello che ci accompagna quando siamo soli e fuori è primavera.
Lo-Rez: arte, storia, web design“Io non sarei mai riuscita a vedere quest'alba da sola.”
Otto mostrotto
Kaiju No. 8 è sicuramente uno dei maggiori successi dell'anno scorso e uno degli anime che hanno fatto più presa sull'occidente di recente. Come al solito lanciandomi in un confronto ardito secondo me ha molti punti di contatto con Attack of Titans, un altro prodotto che ha venduto benissimo anche deqquà. Come in AoT, anche Kno8 vede la razza umana a confrontarsi con una serie di mostri irrazionali che cercano di distruggere le sue città. Come in AoT anche qui c'è molta enfasi sulla squadra di distruzione dei mostri e sull'attrezzatura che hanno a disposizione per combattere. Come in AoT il protagonista è sia un distruttore di mostri che un mostro a sua volta, anche se la sua natura rimane nascosta per la maggior parte del tempo. Nessuno poi mi toglierà dalla testa che il vicecapitano Soshiro è Levi in una realtà alternativa.
La storia però: il Giappone viene periodicamente invaso da enormi mostri denominati Kaiju e ha predisposto una forza di difesa per debellarli. Kafka per lungo tempo non è riuscito a arruolarsi, riducendosi a lavorare nella squadra di smaltimento dei cadaveri, ma un bel giorno ingoia un ripugnante insetto gigante e diventa un Kaiju a sua volta per cui, con questi superpoteri, riesce finalmente a entrare a far parte della terza divisione della Japan Defense Force che, tra le altre cose, è comandata da Mina Ashiro, per cui ha un crush da quando erano amici d'infanzia.
Parliamo ora delle profonde differenze di Kno8 da AoT. Lo scenario, intanto, è il Giappone dei nostri giorni, con quel tocco di fantascienza che giustifica le armi anti Kaiju, l'ambiente non è chiuso, anche se un worldbuilding imperfetto impedisce di capire se i Kaiju sono un problema globale o solo giapponese e i complotti interni al governo hanno un peso infinitamente minore rispetto alla guerra ai mostroni, i quali da subito rivelano alcuni capi "intelligenti" che ne guidano le strategie.
Soprattutto, Kaiju No. 8 ci concede ogni tanto qualche risata, al confronto del plumbeo e tragico AoT, alleggerendo spesso la tensione delle scene più cupe e rendendo più facile apprezzare la storia. Soshiro, in particolare, si comporta costantemente da buffone, il che ne fa un personaggio molto bello, soprattutto nel contrasto con le sue straordinarie capacità con la spada.
Per Kafka vale quel discorso che avevamo già rilevato ai tempi di Sasaki and peeps. Lui è un trentenne, che ormai sta vedendo scomparire i suoi sogni giovanili, di nuovo come la generazione che guardava shonen 15 anni fa e non ha smesso oggi. Sono molte le scene in cui i vecchi-giovani (!) potranno facilmente identificarsi, molto più che i ragazzini. Il contesto di Kaiju No.8 rimane adolescenziale nel senso che tutti i personaggi che circondano Kafka hanno appena finito il liceo, ma questo non fa che accentuare il chiaro intento escapologico di presentare un uomo ormai adulto che riesce comunque a realizzare i sogni di gioventù.
Per quello che riguarda la parte action e i combattimenti personalmente uno scoglio che ho dovuto superare è accettare che i fucili sparano più forte a secondo delle capacità combattive del soldato, il che significa che Mina, ovviamente la tsundere overninethousand della situazione, poi abbattere una montagna delle dimensioni di Godzilla con un colpo del suo grosso cannone così come Kikoru Shinomia, la recluta prodigio, può smitragliare via mostri come fossero sagome del Luna Park mentre gli altri tocca buttare caricatori su caricatori anche solo per accoppare un minion.
Molto più facile accettare che Soshiro può tagliare in due King Kong con le sue katane gemelle. Questo quantomeno, gli anime ce lo insegnano da anni.
Kaiju No. 8 è un prodotto molto divertente e fresco, lasciate stare il giochino di paragonarlo a AoT, un mio vezzo più che altro, è proprio l'anime che ti libera la mente con tanto buon action e qualche battuta di spirito, come facevano film d'azione tamarri americani prima che Hollywood dimenticasse come realizzarli. L'escalation degli scontri è sempre piuttosto interessante e molti personaggi arriveranno sul punto di tirare le cuoia, dandovi un bel kick di adrenalina e sentimento. La trama generale, la grande storia che fa sperare di vedere stagione dopo stagione, non sembra imponente, anche se ci sono ancora un mucchio di cose da spiegare, però quelli che per ora sono stati realizzati sono i primi 13 episodi di un brand che secondo me rimarrà con noi a lungo e quindi anche in quel senso ha modo di evolvere.
Tecnicamente è un buon prodotto, la scelta dei colori non molto saturi e la morigeratezza in (quasi tutti) gli equipaggiamenti non permette, secondo me, di urlare la capolavoro estetico, ma compensa con un'ottima regia e dei mostri, che, nella loro ignoranza, hanno comunque carattere, ricordando in un certo senso gli orrori di Devilman. La opening, a rimarcare la strizzatona d'occhio al mercato occidentale, è una canzone di Yungblud, quindi ingiudicabile secondo i consueti parametri che usiamo.
Kaiju No. 8 è consigliato. Ammetto di non aver visto tutte le "cose grosse" 2024, sapete che sono un po' snob, ma questo sicuramente assolve i suoi doveri di blockbuster. E poi, ripeto, i protagonisti sono un sacco simpatici. Oltretutto la squadra di smaltimento cadaveri in cui Kafka milita all'inizio rappresenta un tema veramente interessante nel mondo dei Kaiju e quasi mi è dispiaciuto che a un certo punto si siano dovuti abbandonare i suoi affari per passare alla più prosaica battaglia. Sapete che, da queste parti, si ha un po' il kink per i Kaiju e sarebbe proprio bello, secondo me, se qualcuno provasse sinceramente a scrivere una storia interessante sui tizi che devono rimuovere un cadavere di migliaia di tonnellate dal centro di una città, possibilmente in fretta per far riprendere a scorrere il traffico.
Cymon: testi, storia, site admin“Combat Power Maximum Release, 92%. Let's begin this neutralization, shall we?”