Strip
serie
191, 01/01/2005 - GTR: December 1993 (3)
191
01 . 01 . 2005

Pro/Con

Se state leggendo qua, probabilmente avrete superato in un modo o nell'altro anche questo Capodanno. Magari avrete organizzato party a base di Eye-Toy, oppure da ubriachi avrete commesso un omicidio per impadronirvi di un raro pokémon completamente addestrato. Ma non importa. Come ogni anno, di malavoglia, sono condannato a portare avanti la tradizione delle Classifiche Di Fine Anno. Prima però due cose sulla strip.
E' il terzo episodio di Grand Theft Rabbit, e siamo a metà di questa miniserie. La volta scorsa ho citato l'importanza della cultura arcade per questa serie ambientata negli anni '90, e anche in questa strip potrete riconoscere in sovraimpressione un HUD che ricorda alcuni successi di guida dell'epoca, come Outrunners. L'altro elemento di questa tavola che mi manda in visibilio sono i nomi dei due Koniglietti Kommando.

Trovo già irritante dover compilare questo riassunto dell'annata videoludica, non pretendete anche che sia ordinato. Cominciamo con un anime, tanto per dire: Last Exile è appena finito e anche se il finale mi ha un pò deluso resta un'ottima serie, originale e tecnicamente sfavillante. Ci sono tocchi di classe notevoli, l'alfabeto greco e i titoli degli episodi tratti dalle mosse degli scacchi... Sinceramente ho dovuto riguardare gli screenshot per capire che il mondo di Last Exile è fatto a clessidra, con le due terre unite al centro dal Grand Stream, e tuttora mi sfugge il senso della trama, ma comunque mi accontento di guardare le figure e ascoltare la bella colonna sonora, ed è già divertente così. Maestro Delphine è un personaggio memorabile. Su MTV è iniziato Wolf's Rain, chissà che non diventi il miglior anime televisivo del 2005.
Prima di passare ai videogiochi mi preme sottolineare che quest'anno sono usciti i fumetti di Street Fighter della Udon, anche in Italia. Non li ho ancora comprati, ma i disegni sono eccellenti. La storia a quanto pare contiene diverse imprecisioni rispetto al Canone Ufficiale della Capcom, ma tanto alla Capcom sono i primi a non prendersi sul serio. Il 2004 segna il disastro per questa gloriosa serie, visto che la Capcom giapponese ha ceduto tutti i diritti alla sede americana, il che significa che probabilmente non vedremo mai più un picchiaduro 2D originale di Street Fighter. Questo fatto, insieme con il definitivo tramonto del mitico Neo-Geo di SNK, fa di quest'anno il peggiore che la storia ricordi per il settore arcade.
Se c'è stata una svolta in questo 2004, a farne le spese per primi sono stati gli appassionati dei coin-op. Le sale giochi sono in via d'estinzione da molti anni, ma quando anche una serie storica come King Of Fighters manca l'appuntamento del 2004, che avrebbe segnato il decimo anniversario della saga, sono tempi bui. E' vero che SNK ha organizzato diversi progetti commemorativi, ma manca KOF2004, ed è un segnale importante. Poco importa se ci sono ben due nuovi picchiaduro della saga, uno per Atomiswave e uno addirittura in 3D (!)... non è la stessa cosa. Eravamo abituati a ricevere il nuovo KOF puntuale con le festività natalizie, ma quest'anno SNK ci ha voluto punire come i bimbi cattivi. Forse non siamo stati abbastanza fedeli, avremmo dovuto comprare i cabinati originali da 1500 euro, o le pessime conversioni per PS2 dei giochi di 4 anni fa... forse così avremmo potuto mantenere in vita il mito. KOF si svolge in una realtà parallela, in cui il torneo di lotta è organizzato ogni anno, e mi chiedo come faranno a spiegarci questo, l'anno prossimo. Sempre che esca KOF2005.

Ma lasciamoci alle spalle la disperazione e passiamo ai lieti eventi del 2004. A memoria d'uomo non si ricorda un'annata più carica di ottimi giochi, da HL2 a GTA San Andreas, da Doom 3 a World Of Warcraft, da Halo 2 a Metal Gear Solid 3, da PoP Warrior Within a Ninja Gaiden... per un attimo ho perfino sperato che uscisse Duke Forever, per unirsi a questa grande festa di ritorni gloriosi. Ormai alla 3D Realms si saranno stufati di realizzare cartoline natalizie con il Duca...
Grandi capolavori sono arrivati anche sul piccolo GBA, una macchinetta che come saprete mi sta particolarmente a cuore: Boktai è un titolo ripieno di Stile Konami, Kingdom Hearts: Chain Of Memories è un RPG di Square basato su carte (e non c'è da dire altro), e Zelda Minish Cap ci ricorda perchè la gente si getta a terra lacerandosi le vesti al solo sentire il nome glorioso di questa saga Nintendo. Anche se Minish Cap è realizzato da Capcom, per la precisione. Ma lo spirito è di pura nintenditudine, come ci piace chiamarla, con quell'attenzione al gameplay che fa venire le lacrime agli occhi.
Sul fronte dei nippo-RPG c'è stata grande attesa, tante promesse, ma poca sostanza. I tre o quattro titoli dell'eredità di Final Fantasy VII sono buoni nelle intenzioni, resta da vedere se renderanno giustizia al loro antenato. Per il film sono fiducioso, e Before Crisis è senz'altro il miglior gioco per cellulare mai creato, a sentire i nipponici. Dragon Quest 8, una volta l'arci-concorrente di Final Fantasy, ora è pubblicato dallo stesso editore, ma sembra che resti fedele alle sue origini. Sto terminando il 6, come ho già accennato varie volte, e non è ancora giunto il momento di parlarne su queste colonne. State tranquilli, quando finalmente comincerò vi stancherò fino alla noia.
La tendenza dell'anno sono i giochi per cellulari, del resto era solo questione di attendere una tecnologia sufficientemente matura. Speriamo che dall'anno prossimo arrivino giochi decenti, non solo prodotti squallidi da gettare in pasto alle masse incolte, bensì anche qualche titolo onesto che possa soddisfare il gusto dei Veri Videogiocatori. Ah, bè.

Lo-Rez: arte, storia, web design
01 . 01 . 2005

Il rito

Esistono momenti dell'anno in cui ho piacere di apparire disgustosamente prevedibile e banale, perciò: Almanacco dell'an... pippiripppirippippiripipippipirip...Un momento! Un moment! Non avevo ancora finito la presentazi...pippirippipiripipi! Piripipippipirippi...BUONI!
Ehm, cerchiamo di fare le cose per bene: Almananacc...pirippipipiripippipipi...Ok, ok, basta con i siparietti e cominciamo!
Duemilaequattro significa dodici mesi di videogiochi, videogiochi di tutti i tipi e di tutte le forme. Come mia consuetudine io mi occuperò in questa sede del mercato PC, che è quello che mi sta più a cuore, cercando di individuare tendenze e schizofrenie che hanno caratterizzato l'ultimo grande ciclo calendariale. Naturalmente farò tutto ciò con la consueta umiltà di fondo e sicumera di forma, come siete abituati sentirmi parlare in questa sede ormai da un bel mucchietto di tempo.
Anno con le sue stranezze, questo 2004, prendete ad esempio il settore degli RTS. Uno dei generi più vigorosi sul fronte picchio, a valle di Warcraft III, pare essersi sgonfiato, supportato solo da Ground Control 2, Rome: Total War e Warhammer 40k: Dawn of war. Si noti, oltretutto, che fra questi titoli l'unico RTS in senso stretto è quello dedicato a Warhammer (che guardacaso è quasi un clone di WC3) mentre gli altri due titoli sono già derivazioni affermatesi in passato, presentate quest'anno in una nuova veste (per Rome, soprattutto, possiamo parlare di veste più che lussureggiante). Le avventure grafiche, l'angolo più buio del viggimondo, hanno al contrario rialzato un po' la testa: dietro il faro sfolgorante di Syberia II sono diversi i nomi che possiamo sgranare in questa sede: Shizm 2, Viaggio al centro della terra, The Westerner, Midnight Nowhere e molti altri...Interessante notare che nessuno di questi titoli (tolto forse, appunto, Syberia2), nel corso dell'anno, ha strappato una copertina, un megaparty gnocca-munito, uno sbuffo d'hype. Le avventure grafiche appaiono come un esercito silente che marcia a testa bassa attraverso le nostre lande, sfruttando le crepe nel rigido sistema del mass-market per prosperare. Si sussurra che costi piuttosto poco realizzarle perchè si può usare un motore grafico di tre-quattro anni fa e un paio di buoni scrittori e che quindi se anche si ha solo la nicchia a sostenerle si può investire in loro e mangiare pranzo e cena tutti i giorni senza problemi. All'interno del genere, quale ultima citazione, impossibile scordare ben due Myst. Un clamoroso flop (Uru) e un gioco ancora legato alla vecchia scuola e che paradossalmente pare aver ottenuto un maggior successo. Deve esistere una setta molto in alto nei governi del mondo che protegge il concept di Myst, visto che mi sembra (pur apprezzandolo) uno dei più anti-commerciali del pianeta e che comunque ha sempre ossigeno.
Al di là di queste situazioni estreme possiamo analizzare ora il nostro bene rifugio, i cari action-adventure in terza persona, la cui vena probabilmente non si esaurirà mai. Si possono quasi considerare, ormai, il rumore di fondo del mercato, una costante in mezzo a cui si crea tutto il resto. Per quest'anno gli esponenti sono stati di varia qualità: abbiamo avuto l'ennesimo tentativo di sfruttare il concept di legacy of Kain con Defiance, un paio di Survival Horror chiamati Obscure e, guarda un po' che novità, Silent Hill (capitolo 4: the Room), un nuovo Hitman e il tie-in di Catwoman. A parte questi, però, la categoria è stata tenuta in piedi dal ritorno di due disgraziati: er principe (passato dalla scuola per tamarri di Vin Diesel) che comunque è un personaggio che merita rispetto e er ladro (Thief: Deadly Shadows) che ha riportato in primo piano una serie che, a causa del destino della sua software house, pareva condannata a scomparire e invece si è ritrovata con un nuovo convincente capitolo. Altrettanto interessanti, nell'ambiente, Manhunt, anche (soprattutto?) per le solite polemiche relative alla violenza gratuita (la violenza è gratuita, il gioco invece si compra come tutti gli altri...) in pieno "stile Rockstar", Kill.Switch che ha riscosso forse più successo su console che su PC anche se secondo me è un videogioco molto...come dire...videogioco, asciutto e frenetico come i prodotti di una volta e infine Full Spectrum Warrior che, se vogliamo, è abbastanza fuori categoria e magari starebbe persino meglio tra gli RTS. Un gioco dal gameplay atipico, che ha riscosso consenso e che ha, di fondo, un'ottima idea, sebbene serviranno almeno altri 2-3 capitoli, magari, per svilupparla al meglio. Non che 2-3 capitoli siano un problema, coi ritmi odierni per farli uscire bastano 6 mesi. Ah, a proposito, abbiamo avuto anche un nuovo Splinter Cell.
Affrontiamo ora il tema FPS: gente, il 2004 ci ha portato in una nuova era. I suoi pilastri sono Far Cry, Doom III e Half-Life 2, il suo dogma è pomparsi il computer (azz!). A parte gli scherzi abbiamo per l'ennesima volta voltato pagina nel genere, ci sono stati proposti prodotti tecnicamente trascendenti e/o dotati di idee interessanti per il futuro. Sarebbe il caso di riportare nelle cronache quanto si è detto di Doom III, soprattutto per certi aspetti, ma credo che niente di tutte quelle parole (anche con tutta la mia cattiva volontà, palese ai più) potrà mai far uscire il nuovo gioco id dalla struttura portante del mondo che verrà, non fosse anche per il motore grafico del videogioco, già strausato (spesso meglio o quantomeno più intelligentemente) in altri titoli. Sicuramente la svolta di quest'anno è molto più incisiva di quella che vi è stata l'anno scorso, i suoi sviluppi però, saranno tutti targati 2005. Se non altro abbiamo qualcosa da aspettare. Attorno alla Storia con la S maiuscola i soliti giochi sulla WWII, un Men Of Valor che invece decide di andare per il Vietnam, un nuovo Deus Ex che cerca quel qualcosa in più e forse non lo trova. Un Painkiller che sembra tanto un Serious Sam (tamarro e spara-spara), ma almeno ha la grafica all'altezza, un nuovo UT che, esattamente accade per i capitoli della serie FIFA, è uguale e diverso dal predecessore, convince, ma non dice niente di importante (e nuovo). Infine, anche un contributo made in Star Wars: Battlefront, orientato al multiplayer.
Passiamo agli amanti dei giochi di ruolo. Se siete massivi (no, non è una malattia, non credo almeno) quest'anno ci pensano i giappi: Ragnarok Online e Final Fantasy XI. Entrambi i giochi sono usciti in questo lato del mondo, ma le loro software house possono già comprarsi piccole isole con i guadagni casalinghi, rimpinguati anche dall'esaurimento e l'abbrutimento di certa gente piuttosto inquietante. Si tratta di giochi un po' diversi da quelli a cui siamo abituati (basti guardare la grafica di Ragnarok) e secondo me è bello che ci siano. A parte costoro è uscito City of Heroes, un gioco con un concept un po' nuovo, ma che forse non potrà godere della longevità dei suoi antagonisti più robusti. Lo so, dovrei parlare di World of Warcraft, ma il mio calendario segue le uscite su TGM. E' un modo stupido di fare le cose, lo so, ma è maledettamente comodo, perciò World of Warcraft sarà presente nell'almanacco 2005. Questo ci consentirà anche di valutare i confini del suo successo e il suo effetto nel mondo dei videogiochi. Non male, quindi. Per i bimbi che giocano da soli, invece, è stato un anno funesto: nessun gioco traboccante di statistiche e calcoli complessi né occidentale né orientale. Qualche ibrido, qualche hack'n slash, ma nemmeno un Baldur's Gate di qualche tipo. Forse possiamo ascrivere a questa categoria almeno Vampires: Bloodlines, che però non è RPG come era RPG il suo predecessore. Insomma, un anno di magra. C'è da interrogarsi sul perchè di un atteggiamento del genere, sembrerebbe quasi che le software house più importanti ormai buttino tutte le loro risorse relative all'argomento nei giochi massivi, magari perchè attirano più gente o rendono di più e si dimentichino di chi vuole farsi del sano xp-run senza tuffarsi nel cyberpelago, magari sviluppando una trama scriptata nei dettagli, piuttosto che risolvendo una quest di intensità comunque relativa. Bhe, esiste un nuovo capitolo di Elder Scrolls in cantiere, forse il 2005 vendicherà gli appassionati di D&D più accaniti.
Siamo arrivati in fondo, le ultime citazioni sono per Pirates!, il ritorno ufficiale di Meier alla guida di un progetto (nel caso un omaggio un po' nostalgico al passato) e FIFA 2005 che sembra aver segnato una svolta nella saga. Dobbiamo però trattare ancora due argomenti succosi: il primo è il ritorno dei Sims, che finalmente, dopo un fottìo di espansioni, arrivano al loro secondo capitolo e si fanno apprezzare da...bhe, dai fan dei Sims...che tecnicamente non so se sono o meno dei videogiocatori. Accanto a questo titolo, che è impossibile incasellare in qualche genere, ha avuto successo nel mondo una sua versione un po' più licenziosa, The Singles, che tratta l'argomento rapporti sociali più dal lato "rapporti" che dal lato "sociali". Il secondo tema interessante è il lavoro che quest'anno ha fatto tra noi la FX Interactive, aggressiva casa di distribuzione che ha spacciato titoli quali Patrician III e Sacred, il tutto applicando una politica aggressiva di prezzi bassi e qualità alta. Non avremo, probabilmente, da lei Doom IV o il super-gioco-della-morte, ma a mio parere il suo modo d'agire è l'unico sensato per quei titoli buoni, ma che, non essendo il top del loro genere/ambito/periodo non vengono acquistati perchè l'esborso necessario per averli non permetterebbe di giocare loro e anche il top del top. E' giusto che si prenda coscienza che c'è gioco e gioco sia dal lato utente che dal lato distributore e vedere, al momento della monetizzazione del lavoro delle software house, una ponderata scala di grigi, piuttosto che o bianco o nero.
Bene, l'almanacco chiude qui, è stato un lungo viaggio attraverso lunghi dodici mesi, immagino sarete stanchi e non vorrete sentirmi blaterare oltre. Direi che posso ritirarmi silenziosamente, con un'artistica dissolvenza al nero, senza più fiatare oltre.

"La neve cadeva come riso al matrimonio del diavolo" Max Payne

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