Fare bene
Se è impegnativo per voi, o Ingegneri delle Tenebre™, immaginate che terribile ordalìa dev'essere per La Gente™!
Il cambiamento delle abitudini per noi non è poi così radicale, e la Situazione non ci ha certo sbalzati fuori dalla nostra zona di comfort. Anzi. Ma ormai nemmeno questi atteggiamenti da sfigati perduti fanno più ridere: siamo tutti ridotti a fare il topo di casa, va bene, ma se siamo qui ad ironizzare significa che il tocco freddo della tragedia ci ha soltanto sfiorato, e dunque va bene così.
Settimana scorsa è stata una delle più autobiografiche che ho mai scritto in ormai diciannove anni che scrivo qui. Ma su, per Final Fantasy VII me lo posso concedere. Da più parti si fa notare come questo gioco sia “fatto bene”: fa male al cuore pensare che un gioco che reca il nome di Final Fantasy, e VII per giunta, potrebbe essere qualcosa di meno che “fatto bene”... Eppure hanno ragione, non possiamo dare nulla per scontato, siamo stati traditi e abbandonati troppe volte, e quindi è davvero un gran sollievo vedere che SquareEnix si è impegnata tanto e ha confezionato un prodotto di fattura pregevole sotto tutti gli aspetti tecnici, che spesso raggiunge vette elevatissime e sinceramente sorprendenti.
Sì, ma possiede questo gioco almeno una scintilla della famosa Grazia?
Questa è la domanda. Perché “fatto bene”, onestamente, mi suona come un insulto: i giochi fatti bene lasciateli alle masse dei mediocri, qui abbiamo investito tanto di noi stessi ventitré anni fa e non ci rassegneremo mai a qualcosa di meno della Grazia.
Il verdetto, naturalmente, non è unanime. Taluni vorrebbero rischiare tutto e volare oggi in Giappone per strozzare Nomura con le loro stesse mani, a causa di quel finale. Altri hanno ritrovato i primi amori della loro vita, Tifa e anche Aerith, che ci sono state restituite dalle nebbie della memoria in altissima definizione, animate divinamente, e persino scritte molto bene. I loro personaggi sono degni di riprendersi quel posto speciale nelle nostre fantasie.
Non si poteva chiedere di più e di meglio di questo.
Mi rendo conto che queste colonne si sono fatte parecchio austere nelle ultime settimane. Ma non posso lasciarmi scappare una di quelle notiziole pervertite che un tempo costituivano il nostro pane quotidiano.
E allora, in onore dei vecchi tempi: pare che l'UFC si stia riorganizzando per affittare una remota isola privata sulla quale invitare i suoi lottatori per un torneo al sicuro e in isolamento.
Cioé Dead Or Alive Xtreme Beach Volleyball fatto realtà.
Non voglio assolutamente sapere se è una notizia vera oppure no: il mio cuore ha già deciso.
Dopo una discesa inarrestabile durata mesi dentro la realtà di Death Stranding, ci voleva proprio un cambio di genere.
Lo-Rez: arte, storia, web design“Tell me about the loneliness of good, He-Man. Is it equal to the loneliness of evil?”
Elementi di contrasto
E' possibile che questa quarantena ci impedisca di guardarci intorno con lo stesso acume di un tempo, è possibile che ci manchi realmente qualcosa? No, non è una domanda stupida, non qui dentro, perché noi siamo nerd e abbiamo sempre guardato il mondo da una finestra che è lo schermo del nostro computer. Forse non siamo solo nerd, forse non siamo sempre nerd, ma è certo che quando veniamo qui, nella tana, lo facciamo proprio per andare a esplorare quegli anfratti della parte nerd di noi e, abbiamo sempre creduto, l'oblò per osservare quelle cose sempre facile da raggiungere: é il nostro video (i nostri video, naturalmente, siamo nerd). Eppure, dopo tante settimane in una condizione innaturale (innaturale? Per noi? Veramente?) ecco che anche la semplice capacità di vedere sembra annebbiata.
Non è vero, dice l'uomo tra il pubblico, non è che non riuscite più a vedere, è che c'è meno da vedere. Perché anche se noi viviano del frutto delle macchine e dei bit e nuotiamo nel mare digitale è vero che anche la luce purissima della conoscenza che ci bagna è creata frantumando, da qualche parte, pietre reali. E quelle pietre, da settimane, non subiscono più il vibrare di martelli come una volta. Serie TV sospese, che chissà quando riprenderanno, per esempio. Forse la (solo passabile) prima stagione di Batwoman non riuscirà ad arrivare al suo finale, per esempio. Legends of Tomorrow, fortunatamente, ha tutto il girato necessario già in cantina, ma la post-produzione (in smartuorchi!) si è fatta più lenta. Le serie TV SKY dove le mettiamo? Volevo pigramente vedere Westworld in italiano (in italiano si!) e invece niente perché il gruppo dei doppiatori è tutto rintanato in casa.
Eppure non è così. Ci sono sempre cose da vedere nel mare magnum dell'internet che, prendendoci in giro, ha cercato per anni di convincerci di contenere tutto (SPOILER: non è vero). Ci sono cose nuove, ci sono cose vecchie (una quantita inimmaginabile di cose vecchie). Ci sono fenomeni che addirittura sono fioriti con la quarantena, come per esempio il fatto che Canale5 sia passato dall'essere un canale televisivo generalista a una specie di organizzatore di eventi per disagiati del Twitter e che quindi non potendosi più trovare ai festival, ai concerti e alle feste ora ci aggreghiamo in questi spazi tra il virtuale e il reale, fingendo di stare solo guardando un film, ma in realtà condividendo una socialità che, passando per i sistemi di trasmissione cibernetici, non aveva mai avuto una tale intensità e un tale ritorno. Twitter è una bolla, lo so, non sono qui a dire che Canale5 dovrebbe cambiare tutto il suo modo di lavorare per adattarsi a questi eventi, ma queste cose per Twitter, all'interno di Twitter rimangono eventi. Eventi virtuali. Come le grandi battaglie di Dark Age of Camelot o gli eventi di Fortnite o i mega raduni di World of Warcraft. Solo che a organizzare tutto è Canale 5. Non mi viene in mente niente di più boomeroso.
Non vediamo perché la luce splende nel buio, perché l'occhio umano funziona per contrasto, perché un oblò serve a qualcosa solo quando la barca si sta muovendo. Vivevamo le nostre vite, ingurgitavamo realtà, realtà stupida, realtà banale, realtà fatta di autobus pieni, marciapiedi, pioggia, uffici e quando poi posavamo gli occhi su un trailer di Death Stranding, su un video musicale di League of Legends o su un dietro le quinte di Arrow, la prima cosa che percepivamo, quella che ci permetteva di orientarci era la differenza, il distacco da quello che vedevamo sempre. Il fatto che tutte quelle cose fantastiche e luccicanti su cui ci concentravamo erano differenti rispetto a qualcosa, qualcosa di più grande, qualcosa che, volenti o nolenti, ci apparteneva.
La realtà, paradosso, era il nostro green screen, era quella cosa sufficientemente banale, sufficientemente sbiadita, sufficientemente sciapa da poter essere ritagliagliata via da noi quando noi decidavamo di dedicarci a qualcosa di sontuoso e ammiccante, era il fondo da cui ci scontornavamo per essere sicuri di essere proprio noi, tutti noi, completamente noi quando ci tuffavamo dall'altra parte.
La gente dice "Ora avrei tempo per seguire i miei interessi, ma non faccio niente" e ha ragione, perché questo ritmo sempre uguale, sempre lui, monotono non sembra fatto per acuti, non sembra pronto a vederci spiccare il volo verso qualcosa.
La gente dice "Da questo impareremo qualcosa" e io dico che ha ragione ancora, perché Follow the Rabbit è fatto di inaciditi pessimisti solo quando si parla del futuro delle produzioni ludiche e video, mica in generale. Perché anche questo è un momento di contrasto, non di contrasto tra la vita reale e i nostri mondi fantastici, ma di contrasto tra la vita di adesso e la vita di prima. E questo adesso, tra le altre cose, ci è utile per vedere quante cose vivide e bellissime c'erano nella vita di prima, nella loro banalità, nel loro ritmo che era banale, ma non assente, uno stupido reggaeton da muovere le anche e da abbassare quando veniva voglia di mettere su Bach.
Ci sono cose infinite, conigli, nell'universo intorno a voi. Potete raggiungerle tutt'oggi, ma non stupitevi se fate fatica, peggio, non sentitevi in colpa se vi appare tutto sbiadito. Ricordatevi solo di continuare a guardare. Non siete invulnerabili di fronte all'isolamento, ma siete pur sempre quelli più abili a giocare con i diversi modi di concepire la realtà.
Cymon: testi, storia, site admin“The point is, ladies and gentleman, that greed - for lack of a better word - is good. Greed is right. Greed works. Greed clarifies, cuts through, and captures the essence of the evolutionary spirit. Greed, in all of its forms - greed for life, for money, for love, knowledge - has marked the upward surge of mankind. And greed - you mark my words - will not only save Teldar Paper, but that other malfunctioning corporation called the USA.”