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serie
960, 28/03/2020 - Rilassarsi
960
28 . 03 . 2020

La storia della nostra vita

In questi momenti il nostro pensiero va all'Uomo Comune che tribola e soffre, mentre noialtri, la sparsa dinastia di solitari selezionata da una natura un po' più capricciosa, tiriamo avanti più o meno come sempre.
Oggi Neo ci rappresenta tutti più che mai: chi si sente un leone in gabbia e chi è nel suo habitat naturale. Però una cosa mi chiedo: va bene che la tuta/pigiama è l'abbigliamento tecnico ideale oggigiorno... ma c'era proprio bisogno delle orecchie?

Ma in realtà no, non è così. Non so nemmeno se lo vorrei. Anche noi triboliamo e soffriamo come voi, e se ci pungete facciamo sangue. E mentre state affogando nella schiuma della vostra iniquità, se alzerete lo sguardo verso di noi implorando “Salvaci!”, e se noialtri abbasseremo gli occhi su di voi e risponderemo: “No”... non sarà perché non volevamo.

Questa settimana è uscito Half-Life: Alyx, e davvero non poteva scegliere un momento migliore. Un gioco solo in Realtà Virtuale, l'evasione totale e completa, per quanto imperfetta.
Le recensioni più che di un gioco parlano di sensazioni strane, che appaiono innaturali e quasi contro natura... sono resoconti medici e psichiatrici, non le recensioni di un videogioco.
La nostra razza ha cercato questo genere di evasione fin dall'inizio dei tempi, ma ora ci scopriamo rivestiti di un corpo inadeguato, e la nostra natura animale mostra tutti i suoi limiti. Forse davvero siamo arrivati al limite massimo a cui potevamo spingerci senza trascendere la carne...! Half-Life: Alyx forse è quel limite.
E dunque scopriamo che dopotutto no, sentirsi accerchiati da mostri orribili che ci vogliono morti non è poi questa gran bella sensazione. Scopriamo che ingannare i sensi è fin troppo facile, che basta poco perché il nostro cervello e il cervelletto e l'amigdala ci credano davvero, a quello che stiamo vedendo e sentendo e facendo. Scopriamo che anche solo una mezz'ora passata a correre e sparare e nascondersi dietro gli angoli per sfuggire alla morte è molto stressante. Ma guarda un po'.

Quando è stato annunciato, Half-Life: Alyx ci sembrava un gioco per pochi perché richiedeva un equipaggiamento assai costoso e specifico soltanto per esso.
Non sapevamo che invece era sì un gioco per pochi, ma per ben altro tipo di selezione. Questo gioco seleziona solo i più disperati tra i disadattati, coloro che sono disposti a spogliarsi delle natura umana come di un abito scomodo.

Nel congedarmi, mi piace ricordare che durante l'epidemia di peste del 1665 l'università di Cambridge era chiusa e Isaac Newton, lavorando da casa, inventò il calcolo infinitesimale. E ora torniamo pure a fare quello che stavamo facendo.

“Can you read my mind?
Do you know what it is that you do to me?
I don't know who you are. Just a friend from another star. Here I am, like a kid out of school. Holding hands with a god. I'm a fool. Will you look at me? Quivering. Like a little girl, shivering. You can see right through me.
Can you read my mind? Can you picture the things I'm thinking of? Wondering why you are... all the wonderful things you are. You can fly. You belong in the sky. You and I... could belong to each other.
If you need a friend... I'm the one to fly to. If you need to be loved... here I am. Read my mind.”

Lo-Rez: arte, storia, web design
28 . 03 . 2020

Consiglia una serie TV

Ok, fatemi finire questa cosa dei consigli dai. Lo so che dobbiamo parlare di qualcosa di molto importante, ma lo facciamo settimana prossima. A me piace allineare contenuti ordinati e quando mi ci metto sono un po' ossessivo-compulsivo.

Questo breve excursus nei consigli, dal mio punto di vista, doveva essere un po' un'occasione per andare un po' fuori da quello di cui comunque vi parlerei nella mia colonna, quindi ho cercato di trattare temi che non erano già stati toccati. Con le serie TV è sicuramente più difficile che con i film e i libri, perché io non ne vedo poi così tante e molto spesso il semplice format serie TV rende le cose potabili per la mia colonna, indipendentemente dal genere. Ho dovuto scartabellare un po' per trovare qualcosa di interessante e allo stesso tempo non ancora giunto alle vostre orecchie.

The Capture è una serie BBC e questo già ci ben dispone a riguardo, è un thriller con ampi sfondamenti nello spionaggio e alcune pucciatine nella fantascienza alla Black Mirror. La storia è quella del rapimento e omicidio di un'avvocatessa a opera, denunciano le telecamere pubbliche, di un ex-soldato già coinvolto in un brutto episodio di violenza in guerra. Una delle cose migliori di questa serie è che la partenza è così, linearissima, volutamente banale, ma poi l'evoluzione della vicenda va in tutt'altra direzione, finendo col porre interrogativi assai inquietanti sulla nostra attuale società.

Tratteniamoci, come abbiamo già fatto negli altri casi, dal fare una disanima ragionata e andiamo dritti al: perché dovrei vederlo? Innanzitutto, ma questa è una cosa mia, molto personale, per l'avvenenza delle due protagoniste, la vittima e la poliziotta che indaga. Non saranno l'esagerazione del femminone, direte voi, ma a me piacciono proprio per questo. Sono convintissimo che le inglesi non siano, in media, il tipo di donna più avvenente in circolazione, ma questo tipo, fascinoso e discreto, ha un particolare posto nel mio cuore. Se non vi bastano, comunque, aggiungeteci il fascino nel grande attore di Ron Perlman, in un ruolo di un certo peso. Se, comunque, il materiale umano non vi bastasse, credo che quella che sia la vera forza di The Capture sia riuscire a rimanere sottilmente sospeso tra il banale thriller, il complotto spionistico di alto livello e, per l'appunto, questa fantascienza da near future che forse oggi rappresenta uno dei migliori modi disponibili per raccontare la fantascienza, soprattutto in TV. Con l'andare avanti della serie, col disgregarsi della patina di normalità che questa cerca di indossare, le atmosfere si fanno abbastanza distopiche, con anche una certa vena di rivolta cyberpunk.

The Capture è fatto bene, per dirlo basta dire che è una serie BBC. E' una tipica miniserie tutta dialoghi, sguardi, non detti e gente che osserva schermi pretenendo di capirci tutto della vita (ci capiscono, ok, ma solo perché è una fiction). Sicuramente, da italiani, è difficile che possa far leva sul fetich nei confronti delle CCTV che invece sembra irrimediabilmente pervadere i londinesi, ma non devo dirvelo io che l'aura british, ancor più di quella americana, riesce a dare a tutto un tono fascinoso.

E', infine, una serie con cui potete anche tirare delle belle polemiche sull'internet. Infatti, nel finale, più che non prendere posizione sul tema trattato, sembra proprio prendere la posizione sbagliata. Credo che questo non pregiudichi il valore della pellicola, anzi, aggiunge quella nota di pepe che ci sta bene. Potete metterla un po' come volete, potete credere che alla fine, in puro stile Black Mirror, la serie abbia un finale negativo. Potete addirittura credere che ci sia più di una morale da sviscerare. Oppure potete semplicemente convincervi che gli autori vi abbiano voluto portare proprio lì, dove non vi piace, tanto per farvi sentire l'effetto che fa.

The Capture sono sei episodi, è quello che a me piace definire "sceneggiato", cioè non ha nessun tipo di serialità, è solo una storia molto lunga spalmata su più puntate (ma senza filler a rompere le balle). Come recuperarla non so/non rispondo perché sapete che qua siamo tutti bravi bambini, davanti alle telecamere, comunque se ci riuscite potrebbe portarvi via altre sei orette di questo periodo un po' balordo.

“ E per mia nonna ti giuro / Che ha conosciuto il digiuno / È il rimedio più sicuro / E toglierà il dottore in futuro / Il calcolatore si è evoluto / Il muro è caduto / Un inventore muore nella mela che morde c'era il cianuro ”

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