Strip
serie
951, 25/01/2020 - Sì o no
951
25 . 01 . 2020

Acconciature principesche

La strip di oggi ci insegna che nell'eterna guerra tra Ingegneri (delle Tenebre) e Quelli del Marketing la prima vittima è il buonsenso.
Fiuuu! Bene, ora che ci siamo liberati da quel fastidioso buonsenso, possiamo proseguire la nostra cavalcata selvaggia attraverso il Passato, la Storia, e i Siti Vecchi.

Abbiamo iniziato settimana scorsa a ficcare il naso nei guardaroba delle principesse (forse Disney) come vecchi curiosoni (per non dire di peggio). Il nostro obiettivo: ricordare quant'era bella l'Internet di una volta, quando uno per dire qualcosa al mondo doveva quantomeno volerlo, doveva giusto sforzarsi appena un pochettino... e quanta differenza faceva quella sia pur minima barriera all'ingresso!
Era tutto un proliferare di covi per ossessionati maniacali: gente che conosceva fino all'ultima cucitura di tutti e 36 gli abiti indossati da Padmé Amidala nella trilogia dei prequel, oppure gente che ha tentato di riprodurre fedelmente tutte e 7 le acconciature della Principessa Leia, scoprendo che alcune di esse sono effettivamente compatibili con le leggi della fisica e la capigliatura umana.
Quest'ultimo link è di una decina d'anni fa, ma ormai abbiamo tanti di quegli anni sul groppone che possiamo spingerci anche più indietro (seppur con l'ausilio della Macchina del Tempo): ecco riemergere dalle nebbie del passato altri santuari dedicati alle acconciature principesche delle principesse di Guerre Stellari: Princess Bunhead e Imaginary Styles.
(Quest'ultimo, per chi ha la pazienza di aggirarsi tra le macerie dei link rotti, offre dissertazioni minuziose su tutte le pettinature di tutti i personaggi di Guerre Stellari, Il Signore degli Anelli e Star Trek, giusto per non scontentare nessuna famiglia di nerd.)

La prima lezione che ci insegna la storia di Internet, dunque, è che una volta era pieno di gente con un sacco di tempo libero, proprio come oggi. Ma almeno giravano meno meme.

Lo-Rez: arte, storia, web design
25 . 01 . 2020

C'è crisi

Possiamo noi evitare di dedicare un editoriale a Crisi delle Terre Infinite? In fondo nella fetta italiana dei fan delle Serie TV i seguaci dell'Arrowerse sono sempre stati una minoranza piuttosto pacata, ma nonostante ciò ben sapete che il vostro scrittore preferito ne è fan fin dall'inizio e quindi chi meglio di lui potrebbe riportarvi le emozioni, le cialtronerie e i botti anche di questo evento?

Eventi. Sembra che questo 2019piùqualcosa non smetta di fornircene. Ce lo eravamo detto giusto alla fine del 2018 che quest'anno sarebbero finite un mucchio di cose e così, dopo aver chiuso Avengers e dopo aver portato a termine persino Star Wars ecco che viene il momento per l'universo televisivo della DC di mettere un punto fermo, trasmettendo il crossover dei crossover, che a sua volta diventa una pietra miliare della sua storia.
Potrei mettermi qui a dirvi che è difficile darvi idea di cosa sia Crisi delle Terre Infinite perché è un progetto che coinvolge direttamente cinque serie TV, si prende la briga di coinvolgerne una sesta senza farsi ospitare da lei e forse dà un paio di idee per una settima e un'ottava, senza dimenticarsi di distribuire camei di almeno altre tre. Vista così il lavoro è ciclopico, ma stiamo parlando di CW quindi è tutto molto semplice: dei tizi in costume si trovano per combattere un cattivo. Cose esplodo. Altre cose esplodono. Qualcuno muore. Esplosione più grossa. Il cattivo viene sconfitto. Fine. Ed è bello così.

Come scrittore, ma soprattutto come feticista delle sceneggiature come voi mi conoscete, è sempre con un certo imbarazzo che vado a osservare con occhio critico le serie dell'Arrowerse. Da una parte è evidente che la caratteristica in cui eccellono è la linearità delle loro storie, che arriva senza troppi problemi all'ottusità, dall'altra il modo onesto e schietto con cui ciò ci viene sbattuto in faccia rende tutto facilmente digeribile persino per il mio stomaco delicato.

Il fumetto, come tutti gli altri media, ha avuto un'infanzia, una crescita e infine una maturità. Come tutti i media, per ottenere tutto ciò si è preso i suoi tempi. Oggi un fumetto, anche un fumetto di supereroi, può essere uno spunto per una riflessione anche importante, non c'è da vergognarsi a dirlo.
Quando però si prende il fumetto e lo si usa su altri media non possiamo credere, sinceramente, di avere ancora a che fare con un fumetto. Nel momento in cui un fumetto diventa cinema, nel momento in cui un fumetto diventa serie TV allora ci troviamo davanti a qualcos'altro, qualcosa che è tornato alla sua infanzia, con tutta l'ingenuità che questo comporta. Senza riaprire il vasto discorso sul cinecomic, qui affrontato più volte, quello che è accaduto con l'Arrowerse è stato che un gruppo di autori si è trovato davanti questo media tutto in divenire e in esplosione, oserei dire pubescente, le Serie TV, e ha deciso di contaminarlo con il fumetto, consapevole che stava facendo qualcosa di nuovo, qualcosa che non poteva soffermarsi su riflessioni profonde, ma che in fondo non ne aveva nemmeno bisogno.
Dal mio punto di vista potete provare amore per l'Arrowerse nei termini in cui potevate amare i fumetti nei loro anni ruggenti, negli anni 70 dello sbocciare degli eroi Marvel, per esempio, in cui la linearità del pensiero dei loro personaggi, così come delle loro storie era l'impalcatura su cui montare un'epica fatta di immagini, figure gigantesche, colori e moralità tagliata con l'accetta. L'Arrowerse è la stessa cosa: buoni, cattivi, dialoghi epici come se piovesse, costumi e coreografie e l'happy ending. Certo, obietterete, quando noi amavamo quei fumetti lì eravamo adolescenti. Ok, boomer, lo ero anch'io, e infatti non crediate che l'Arrowerse si rivolga a un pubblico differente. Gli si rivolge però con tale umiltà e assenza di presunzione che riesco a seguirlo senza problemi anch'io.

C'è poi, intorno a questo grandioso baraccone, un tale amore meta-produttivo e trasversale che non può che andare a titillare esattamente quel lato nerd della mia figura che credevo ormai non potesse più chiedere gioie al mondo. Per ragioni che ci sono misteriose sembra che gli autori dell'Arrowerse siano convinti che TUTTO ciò che è stato realizzato per la televisione a partire dal mondo DC deve essere interconnesso, in una specie di monolitico disegno superiore.
Non parliamo solo di Crisi delle Terre infinite. Il padre del Flash di questa serie (a meno di timeline), per fare un esempio, è John Wesley Shipp, che era stato Flash nel 1990-91, in una serie che non solo nessuno ricorda, ma che di certo non può avere collegamenti con niente di recente. Allo stesso modo già nel Crossover dell'anno scorso, mostrando la fattoria natale di Superman, gli autori non si sono fatti nessuno scrupolo di suonare "Somebody save me", riportandoci direttamente all Smallville del 2001, altro prodotto assolutamente fuori contesto.
Crisi delle Terre Infinite non è stato solo un crossover tra serie TV, ma anche un'esplosione di questo fenomeno, andando a recuperare serie TV e personaggi che realmente solo pochi intossicati (ovviamente io) potevano ricordare, senza freni. Abbiamo così il ritorno di Birds of Prey, una dimenticabile serie di una stagione del 2002, abbiamo il finale di Smallville che i fan originali non avevano avuto, abbiamo l'inevitabile cameo di Will Weathon che tanto è in ogni roba nerd che fanno in giro e abbiamo persino il ritorno di Brandon Routh nei panni del "suo" Superman, quello di Singer, in spregio del fatto che già avesse un ruolo in questa serie, come Ray Palmer.
E non sono questi quei ruffiani easter egg nerd di cui mi sono lamentato millemila volte perchè lasciavano intendere un tentativo di abbindolare un certo pubblico? Certo che lo sono, ma nessuno è mai stato contro gli easter egg come nessuno è mai stato contro il farsi abbindolare, il problema è sempre stato quando questi erano gli unici strumenti messi in campo dagli autori di un prodotto. In questo caso invece sono solo la glassa appiccicosa e dolce su una grossa torta di meravigliosa cialtroneria. E anche la cialtroneria, quando è cucinata bene, è buona.

La conclusione è che Crisi delle Terre Infinite poteva essere un epico romanzo a fumetti con grande storia e intreccio, personaggi potenti e mosse brillanti, ma non lo è stato. Non lo è stato per un mucchio di motivi, tra cui secondo me contano anche i problemi produttivi dietro un lavoro del genere. Nonostante ciò però è stato esattamente quello che voleva essere e quello che abbiamo sempre saputo sarebbe stato e allora per una volta è proprio per me il caso di premiare quello. L'Arrowerse è gente povera, povera, ma onesta.

Su altri schermi, dove la gioia invece non arriva, la nuova stagione di Doctor Who. E vi assicuro, VI ASSICURO che sto raccogliendo le forze per guardare Picard

“You failed this universe!”

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