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serie
804, 18/02/2017 - Test d'integrazione
804
18 . 02 . 2017

Lapins d'Amour

Passata la festa più rosa del calendario, ripiombiamo tra le ombre della sala server, piena di lucine ammiccanti e di Ingegneri senz'altro più a loro agio qui che tra cioccolatini e rose rosse.
Ben venga quindi questa dose di sano fanatismo, direi quasi religioso, riguardo ai Test d'Integrazione, da sempre il campo di battaglia dove si consumano gli scontri più sanguinosi tra le armate degli Ingegneri delle Tenebre.

Voglio solo restare un momento ancora sulla festa del commercio amoroso per presentarvi la consueta Idea Regalo in Ritardo™, anch'essa parte integrante della nostra bizzarra tradizione quindicinale. Questo S. Val. 2017 sarebbe stato molto bello regalare questa illustrazione di James Jean firmata e in edizione limitata, dal titolo “Lapins d'Amour”.
Mi sembra molto appropriato parlarne qui ed ora, dato che in sostanza raffigura un'orgia tra conigli.

E pazienza, ormai ci siamo indirizzi su questo genere di argomenti e tanto vale proseguire per tutto l'editoriale: vi faccio quindi notare un articolo sulle allusioni sessuali che abbondano in Fire Emblem Heroes.
Del gioco ha parlato Cymon la volta scorsa, e anzi a quanto pare l'ha persino giocato, e gli è persino piaciuto. Io invece sono sempre stato insensibile a questa serie, sebbene in teoria dovrebbe appassionare molto di più me, essendo un RPG strategico giapponese... ma la legge del Karma è inflessibile: quel che piace a uno di noi autori deve essere detestato dall'altro, sempre e comunque.
Curiosamente, quindi, non ho Fire Emblem Heroes installato sul telefono, come non avevo gli altri giochi sul Nintendo 3DS. Questo però non mi impedisce certo di conoscere la sua arte attraverso tutte le illustrazioni che sono state pubblicate in giro, in particolare i chara-design che (mi dicono) emergono di prepotenza e a tutto schermo durante i combattimenti.
Non mi colpiscono granché, questi chara-design: mi sembrano la solita roba giappo-fantasy. Mi ha quindi stupito la piccola polemica nata intorno ad essi, anche se in fondo ormai la polemica è diventata la reazione di default della nostra società a qualsiasi cosa, sempre.
La gente si scandalizza perché ci sono le pose sexy, le forme prosperose, gli addominali scoperti, i vestiti lacerati nelle pose di sconfitta, le battute allusive a sfondo sadomaso, i personaggi ambigui... ma scusate, dove avete vissuto fino ad oggi? 'Sta roba si vede da trent'anni in questo genere di giochi.

Cioé, non ve lo volevo dire.

Ci tocca proprio spiegare tutto ai giovinetti di oggi, e alle masse insipienti con in mano il cellulare che vengono esposte per la prima volta nella loro vita alla gloria degli RPG orientali.
Ma dove andremo a finire.

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Game changer

Quindi settimana scorsa abbiamo rotto il tabù e ci siamo messi a parlare dei videogiochi per cellulare come se fossero qualcosa di vero. Anche Penny Arcade gli ha dedicato dei fumetti e anche se è già da tempo meno rigido di noi questo è comunque un segnale.

Visto che ho la tendenza a essere un po' dogmatico nell'esporre le mie opinioni, questo cambio di rotta potrebbe essere vissuto come una specie di tradimento del mio credo, ovvero la dimostrazione che, tutto sommato, nemmeno io sono sinceramente convinto di quello che scrivo e parlo giusto per darmi un tono (che poi è quello che fa la maggior parte delle persone su internet). Proprio a smentita di questo fatto e per dimostrarvi che non prendo affatto alla leggera il nuovo stato delle cose sono qui a scrivere un editoriale un po' più articolato sull'argomento.

Innanzitutto quando io scrivevo che il mercato dei videogiochi era innocuo una delle ragioni che adducevo era il fatto che nessuno dei player di primo livello avesse voglia di entrarvi. Questi anni, in realtà, hanno visto muovere timidi passi in direzione dei telefonini da parte di realtà giapponesi di un certo livello (Capcom e Square/Enyx), ma sempre nell'ottica di tenere sotto controllo il mercato in attesa di un effettivo cambiamento. La decisioni di Nintendo di legarsi esplicitamente al mercato dei telefonini e soprattutto l'annuncio che le sue divisioni d'elite si sono messi a sviluppare a riguardo è forse quel passo in più che finora non avevo visto e che ritenevo passaggio necessario per una visione più ottimistica del futuro.

In particolare, quello che Nintendo ha dichiarato per prima, è stata la sua volontà di intervenire sul mercato dei videogiochi per cellulare in termini di game design, cioè studiare le caratteristiche della piattaforma per capire come ottenere da questa una esperienza di gioco di qualità.
Purtroppo non posso tutt'oggi stabilire quanto questa sia una sparata. Non ho provato Supermario Run e sebbene sono state spese molte parole sull'ottimizzazione dell'esperienza per un dispositivo mobile è innegabile che ci troviamo comunque di fronte a un continuous run come ne esistono dozzine. Allo stesso tempo Fire Emblem è ancora da capire. In particolare vorrei capire quanto la strategia ingame conta e quanto invece conta il farming dei personaggi. Se la prima fosse in realtà solo un trucco per enfatizzare la seconda ci troveremmo di fronte al solito non-strategico dove vince la pazienza (e le microtransazioni), mentre la possibilità che realmente si possa riproporre parte del gameplay Fire Emblem su cellulare sarebbe una notevole rivoluzione.

Quello che comunque è rilevante è come questa tendenza di avvicinamento al mondo mobile sia presente solo nei player giapponesi, quando sappiamo bene che il mercato cellulare nella terra del Sollevante non è enfatizzato come qui da noi. E' come se queste case, che rappresentano gli esponenti più duri e puri dello sviluppo di giochi "alla giapponese" sentissero che ormai il mercato è troppo occidentalizzato, tra logiche di triplaA e PI ipersfruttate e abbia bisogno di un mercato che gli permetta di farsi conoscere. Dopotutto, l'utenza non videoludica potrebbe non avere, oggi, quell'amore per Supermario che è sempre stato un cardine del mercato Nintendo, ma potrebbe scoprirlo mediante smartphone. La stessa serie Fire Emblem non è esattamente la più famosa tra le serie Intelligent (in America qualcosina in più, ma in Europa la distribuzione è stata un disastro). Cosa dire se da domani casual e non casual la vedranno rivaleggiare col prosaico Clash Royale?

La mia conclusione è che, comunque, gli smartphone non sono tutt'oggi canale privilegiato tramite cui potremmo ottenere dei giochi importanti, ma comunque sono ufficialmente entrati a far parte dell'ecosistema videoludico, avendo ora a disposizione le condizioni per portarci qualcosa di interessante. Staremo al solito a vedere.

“Un uomo degno di questo nome non odia mai” - Napoleone

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