Ghiaccio
Bé, certo, “Porta tua madre in azienda”... cosa potrebbe mai andare storto? Lo imparano a loro spese quei bambinoni dei nostri Ingegneri nella strip di oggi.
Il freddo ormai non ci impensierisce più e la primavera è un'idea sempre più concreta, ma in compenso ci pensa Capcom a stringere la nostra ANIMA in una morsa di gelo. Non mi riferisco solo al nuovo personaggio di Street Fighter V che è stato rivelato da poco, la bionda Kolin impellicciata che domina il potere del ghiaccio... no, è un gelo molto più profondo: è il brivido che ci attraversa la schiena quando capiamo che stavolta Capcom ha fallito miseramente, e che il povero Street Fighter V sembra ormai al di là di ogni speranza di salvezza.
Kolin è un chara-design sfigatissimo e non farà vendere neppure una copia in più, nemmeno inguainata nell'uniforme da segretaria che indossava in Street Fighter III vent'anni fa. Un costume che costa 4 euro. Ecco, qui sta il primo problema di Capcom: hanno avuto l'arroganza sbalorditiva di chiederci CENTOVENTI EURO, anche oggi a un anno dall'uscita, per un totale di 28 personaggi, di cui 4 sono ancora ignoti. Per un gioco che offre poco o nulla al giocatore singolo, e online ha un sacco di problemi.
Non soddisfatti di questa cifra esorbitante, gli avidi manigoldi di Capcom ci propongono di acquistare una manciata di costumini extra, come una favolosa Chun-Li in versione sgualdrina di lusso, a 4 euro l'uno. E lo potrei accettare serenamente se solo il gioco base, quello che ho pagato il doppio di un gioco normale, fosse solido e ricco di contenuti: invece è una demo, una roba che sembra un titolo free-to-play per telefonino.
Non sono arrabbiato, amore. Però devi capire che così mi stai facendo soffrire! Noi adoriamo molti dei nuovi chara-design, e la giocabilità pura a livello di scuotimento della levetta e pigiatura dei tastini è eccelsa. Ma lo stesso mi sento sfruttato, e abusato. Non so se voglio andare avanti.
Noialtri amanti dei giochi di combattimento 1 vs 1 siamo abituati a stringere i denti e sopportare i periodi bui, e anche stavolta voglio concedere a Capcom un po' di tempo per riprendersi. Ma non posso stare ad aspettarti per sempre, tesoro.
Basterebbe così poco per farmi contento: ridammi i personaggi storici che tanto amiamo tipo Sakura, non una gatta morta come Kolin! E falli disegnare a uno dei tuoi eccezionali artisti veterani tipo Kinu Nishimura o Akiman, non a degli stagisti vietnamiti di 16 anni!!1! Regalaci una piccola speranza, un minimo segno di affetto (non farcelo pagare 4 euro).
Bimbo Day
Una pratica insospettabilmente diffusa nelle aziende moderne è dare la possibilità alla gente di portare sul posto di lavoro i propri figli, anche per fargli vedere cosa si fa tutto il giorno lontani da casa. Non avendo famiglia di mio ovviamente non è qualcosa con cui possa empatizzare granché, ma secondo me sarebbe altrettanto divertente, in questa società ormai corrotta dalla sindrome di Peter Pan, avere un giorno in cui portare le proprie madri in ufficio. Divertente, per gli altri. Non so se posso parlare per tutti voi, ma ci sono certi atteggiamenti e certi comportamenti che non sono sicuro riuscirei a mostrare a cuor leggero a mia madre. Magari per la maggior parte della giornata non ci sarebbero problemi, ma sappiamo che ci sono certi momenti in cui devi lasciare uscire il lupo dal tuo lato oscuro e quelle cose è meglio che rimangano confinate nell'ufficio e soprattutto non trasbordino nel parentado.
Questa è la settimana in cui il Nintendo Switch è arrivato nelle redazioni di molte riviste italiane. Il mondo dei social ha celebrato ovviamente questo evento più di raccontare effettivamente qualcosa delle console, ma va bene così. I social, in effetti, dovrebbero essere usati soprattutto per portare dietro le quinte, far sentire il respiro della redazione che c'è dietro una testata giornalistica videoludica. Ultimamente, per motivi che non riesco a spiegare, mi è tornata nostalgia dei bei tempi delle riviste cartacee, non tanto per le informazioni che passavano, sempre più limitate rispetto a oggi, ma proprio per quella specie di affiatamento che si raggiungeva con i redattori, che si spendevano sempre per apparire persone più che firme e che condivano sempre i riferimenti ai videogiochi con la loro vita reale. Paradossalmente ho l'impressione che questa cosa funzionasse più al tempo di quanto funziona oggi, quando invece ci sono un mucchio di strumenti fatti apposta per mostrarci il lato privato di chi lavora per noi. Il problema, secondo me, è che dal lato realmente privato delle persone non ci interessa veramente quanto facciamo credere, quello che vorremmo è vedere un'attività affascinante e di grande appeal come quella del redattore di una rivista di videogiochi messa in relazione con il nostro quotidiano. Per questo quello che contava veramente erano le cene fuori dopo le nottate per pubblicare, le colazioni, le sessioni di gioco extra-lavorative e i momenti in cui i rapporti in redazione si rimescolavano con quanto veniva scritto e fatto. Dei selfie in bagno, della vita privata, dei momenti troppo lontani dalla rivista nessuno voleva interessarsi, non si era devi veri e propri guardoni, quello che si voleva vedere era la vita di un redattore, che mostrava di essere un redattore anche nei momenti che condivideva.
Tutto questo tanto per dire che non è ancora tempo di un nuovo editoriale relativo a Nintendo Switch, ma che anche spendere due parole sull'editoria, ogni tanto, non fa poi così male.
Questa settimana la chiudiamo qui senza troppo clamore. Possiamo imputare questa mollezza alla primavera che si approssima? Forse no, perché in fondo fa ancora piuttosto freddo, anche nelle giornate di sole più furiose. Ma in fondo un po' di primavera dentro la sento. Non fosse altro che nel giardino intorno a casa mia cominciano ad aggirarsi delle cavallette grosse come mostri finali di Bayonetta.
Cymon: testi, storia, site admin“E mia madre non lo deve sapere, non lo deve sapere, non lo deve sapere...”