La Fortezza della Solitudine
Tra le lucine sbrilluccicanti dei server rack e l'aria condizionata, a volte è facile dimenticare che il data-center di cui Bob è amministratore (!) si trova nelle profondità del sottosuolo. E come ben sanno i Nani di molte leggende, nonché il Dottor Quatermass in almeno uno dei suoi film, a scavare troppo in profondità si rischia di trovare cose che dovevano restare sepolte...
E così l'atmosfera ctonia, sulfurea di questa strip prelude all'appuntamento demoniaco di settimana prossima, quando la numerazione di questo fumetto raggiungerà il fatidico “666”.
Ma scacciamo subito questi pensieri tenebrosi, e gioite! perché questa settimana accade un evento ormai raro, e cioè ho fatto un'altra illustrazione al di fuori del dovere di una strip (o due) alla settimana. In effetti non è ben chiaro perché qualcuno dovrebbe gioire.
Il soggetto è la Regina dei Ghiacci, Elsa di Arendell: il titolo è “La Fortezza della Solitudine”. Già qualche tempo fa ho accennato alla mia predilezione per le Principesse Disney, e da tempo meditavo di rendere omaggio in qualche modo alle protagoniste di Frozen, che davvero è un film che riporta il Film Disney Natalizio alla gloria dell'epoca d'oro.
In particolare il personaggio di Elsa mi affascina perché la sua storia ricorda la classica genesi di un super-cattivo dei fumetti: una bimba dotata non riesce a controllare i suoi superpoteri, la gente ha paura e la isola, lei si rifugia in una fortezza remota e trama vendetta. Poi le cose vanno diversamente perché è un film Disney dopotutto, ma per noi grandicelli è sempre bello fantasticare sulla seduzione del Lato Oscuro. E allora vedendo il castello di ghiaccio ho subito pensato alla Fortezza della Solitudine di Superman, il castello tra i ghiacci in cui il nostro eroe si rifugia quando è un po' depresso.
La nostra nuova principessa Disney preferita è disponibile anche in formato wallpaper, se qualcuno di voi ancora possiede un desktop di cui cambiare lo sfondo. Ma direi che per oggi basta parlare di principesse, non vorrei mai che qualcuno di particolarmente malizioso (so che ci siete, cari lettori!) si facesse idee sbagliate.
No, in realtà non me ne frega nulla. E poi non sono così ossessionato: su una scala da 1 a 10, dove 1 è non sapere che esiste un fenomeno culturale come le Principesse Disney, e 10 è possedere la collezione completa della biancheria intima ufficiale ispirata ai personaggi (di cui non vi fornirò un link), direi che raggiungo appena il 6.
Amarcord
Che periodo buffo e strano, per il mondo dei videogiochi. Non che sia stato mai un mondo molto normale, ma oggi particolarmente mi sembra che ci siano in giro un mucchio di idee anomale, che non stanno bene al loro posto.
Sicuramente la più clamorosa è il remake di Pokemon Zaffiro, clamorosa per motivi molto buffi. E' un remake, insomma, ed è una cosa su cui il 3DS un pochino marcia, ma l'hype e le emozioni di contorno sembra quelli di un titolo triplaA. Tutto il periodo che ha preceduto l'uscita di X e Y è stata una specie di festival degli appassionati, con voci che si rincorrevano, screenshot, aneddoti e tutto un parlottare di mostriciattoli buffi e dal taglio teneroso. La cosa che stupisce è che quel periodo sia pronto a tornare, quasi intatto, con questa uscita, che però è solo un remake.
Abbiamo parlato nelle settimane scorse di cui Nintendo sia un pochino in difficoltà, personalmente non riesco a togliermi dalla testa che l'uscita di questo titolo sia il "rompere il vetro in caso d'emergenza". Eppure non riesco a provare rancore per la grande N. La sua è un'operazione commerciale di becero livello, una calcolata mossa di marketing privo di scrupoli, un crudele sfruttamento della passione, eppure tutti ne sono felici. Tutti. Ne. Sono. Felici. E chi sono io per mettermi contro qualcosa del genere?
Poi ci sono gli annunci di Unreal Tournament Free to Play. Giocavo UT quando ancora non avevo l'ADSL, lo giocavo da solo e mi divertivo un casino, giuro. E' un gioco che ho amato molto, forse anche per il modo solipsistico in cui l'ho vissuto. L'ho certo amato più del suo avversario diretto, Quake3Arena, e sono rimasto affezionato alla serie in molti termini. La prima riflessione che mi è venuta in mente vedendolo tornare alla ribalta è che il suo genere, a suo modo, è morto come tanta altra roba dell'epoca d'oro. Gli sparatutto in prima persona sono molto scesi nel gradimento di sviluppatori e giocatori. Quello che è avvenuto è stata una fortissima polarizzazione verso titoli come COD e Battlefield, che appartengono sicuramente alla stessa razza, ma che hanno donato all'esperienza di gioco, soprattutto online, un taglio tutto loro. L'FPS genuino, quello che giri l'angolo e spari come non ci fosse un domani, è un po' uscito dal centro della scena, dopo averla occupata a lungo e con grandissima soddisfazione. L'ultimo titolo che ha portato avanti gloriosamente il genere è forse Bioshock, ma vi faccio notare che, per quanto bella, la sua modalità multiplayer non ha segnato la nostra era.
UT torna e decide per il Free to Play. E' una scelta interessante, forse meno rischiosa che rilasciare un gioco a prezzo pieno, comunque ambiziosa nel tentativo di rilanciare il suo marchio. Io continuerò a fare il tifo per lui, senza giocarlo comunque, visto che probabilmente il mio PC non me lo permetterà.
Eppoi bho. C'é Ultra Street Fighter IV che ci riprova con i picchiaduro e lo fa mantenendo l'accento sui personaggi, che è quello che un buon picchiaduro fa. C'é Wolfenstein, la cui ricomparsa fa il paio con quella di UT, in un certo qual modo, anche se i suoi presupposti sono molto diversi, c'è sulla home di M.it un progetto per Mugen... Non so, c'è un'aria deliziosamente caciarona e retrò tutt'oggi, sembra che la gente voglia tornare a divertirsi, divertirsi e basta, sentirsi ignorante. E considerate che questa è la mia idea di ottimismo.
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