Principesse Disney
Di solito, e specialmente su queste pagine, non ci occupiamo della realtà. Ma oggi potremo fare un'eccezione, perché alla realtà aggiungeremo l'aggettivo virtuale.
A ben pensarci non mi importa nulla dell'Oculus Rift, della sua acquisizione da parte di Facebook di cui tutti parlano, e neppure del concetto astratto di Realtà Virtuale. Se è scritto nelle stelle che questa debba essere la prossima evoluzione del genere umano, ci volerò dentro come tutti i geek di questo mondo.
Però mi sembra molto interessante che dietro a questa rivoluzione ci sia più di uno dei tizi giovani, ingenui e coraggiosi che nella notte dei tempi, in un garage texano, inventarono in un colpo solo i Motori Grafici su licenza, i First Person Shooter, i videogichi con grafica 3D, i Videogiochi Violenti, il multiplayer via internet, i Contenuti Generati dagli Utenti, e le gare di Videogiochi Competitivi. Questi tizi occhialuti e capelloni all'inizio degli anni '90, con la loro Id-Software, hanno dato forma al settore del Divertimento Elettronico moderno. Sarebbe davvero un destino bizzarro se fossero ancora loro a costruire infine la Realtà Virtuale già vista in tanta fantascienza.
Eppure sembra che siano sulla buona strada, se si deve dar retta alle parole un po' commoventi di uno di questi tizi.
Peccato, io aspetto ancora il remake di Quake 1, stesso identico gioco ma con una grafica di nuovo rivoluzionaria. Ormai mi sa che per giocarlo dovrò mettermi quel casco buffo.
Ma queste considerazioni sbiadiscono a confronto della folgorazione che ho ricevuto tramite Penny Arcade questa settimana.
Il relitto ritrovato dalla Sirenetta è la nave che portava i genitori della principessa di Frozen al matrimonio di Rapunzel.
Per chi è ossessionato fino alla morbosità dalle Principesse Disney (e io non ho detto di esserlo), si tratta di uno shock importante.
L'ora d'aria dell'ingegnere
Il video scemo che spopola oggi su Facebook è questo qui, non ve ne parlerò, ma va benissimo per entrare nel mood perché oggi mi dedico all'autobiografia ingegnera, che fa più hipster, e perché le cose che ho a dire le si sposano.
Per esempio la strip odierna ricade, al solito, nelle storie vere. Se volete apparire fighi non portatevi un ingegnere alle riunioni con gente che non conoscete. Tanto l'ingegnere si veste male, appare scazzato e fa di tutto per deprimere il vostro entusiasmo. E se non fa tutte queste cose si vede che non è un buon ingegnere, le persone alla riunione se ne accorgeranno e non si fideranno mai della vostra azienda. Non portate in giro gli ingegneri. Non fateli uscire dalla loro stanzetta. E voi non entrateci. Fa parte delle massime per un mondo migliore.
E poi si sa, c'è quell'imbarazzante momento prima e dopo la riunione vera, in cui, per rompere il ghiaccio, si parla un po' di sé, dei propri interessi e della propria vita privata. Gli ingegneri non hanno interessi in comune con la gente che hanno intorno, ma hanno degli interessi a cui sono smisuratamente appassionati. Se mai fingerete curiosità ve ne parleranno, inaridendo la discussione come neanche il potere di Sauron. Anche questo non aiuterà granché l'atmosfera generale.
Per esempio tra i miei interessi, dove per interessi si intende il campo allargato dei modi imbarazzanti in cui occupo il mio tempo libero, ultimamente c'è sicuramente Strehler! Cos'è Strehler? Ah-ah! Ormai l'avete chiesto!
Strehler è la mia libreria perl che ho da poco rilasciato su CPAN, come questa pagina dimostra. E' basata su un framework web chiamato Dancer2, il suo scopo è rendere felici tutti quei bimbi che vogliono fare un sito web rapidamente, ma non vogliono un CMS, soprattutto non lo vogliono in PHP e pensano che le cose che gli interessano possono anche programmarsele, magari con un linguaggio demodé, ma sempre valido come il perl.
Dal mio punto di vista Strehler non è stato importante per quello che fa, visto che quello che fa è abbastanza semplice, ma proprio per la mia volontà di renderlo usabile in generale. Penso che tutti gli sviluppatori in erba abbiano scritto del codicillo più o meno funzionante, ma è enorme il guadagno che si ottiene, in termini di esperienza, quando si pensa al proprio codice fuori da casa propria, a muoversi con le sue gambe, in mano a utenti che non hanno intenzione di aprilo per comprenderlo come lo comprendiamo noi. Ragionare in quest'ottica ti pone davanti un'infinità di problemi che altrimenti non ti saresti posto, problemi che in molti hanno affrontato e risolto, problemi per cui esistono delle conoscenze che non puoi acquisire altrimenti.
E sapere poi di dover arrivare a un repository globale, che presuppone anche un rilascio in qualche modo formale, fa si che tutti gli ostacoli che si decide di affrontare non solo hanno una giustificazione precisa, ma permettono, in fondo, di vedere un risultato concreto di ciò che si fa, anche se poi magari (come probabilmente capiterà a me) quanto rilasciato non verrà mai usato da nessuno.
Non vorrei che questo mio editoriale finisse con l'avere un taglio didattico (saccente si, ma didattico no) anche se l'andazzo sembra un po' quello lì. Per rendere più chiaro il mio tono da chiamata alle armi, che invece è quello a cui tengo di più, vorrei invece dire che i programmatori o nerd codatori all'ascolto (che, se vi abbiamo selezionati come si deve, sono parecchi) dovrebbero mettersi in gioco così, creando progetti nell'ottica di condividerli sui canali ufficiali, oppure partecipare a progetti che già lo sono, tanto per capirlo, una buona volta, sto mondo del software libero dove tutti collaborano e sono amiconi, invece di riempirsene la bocca solo quando cliccano download di qualcosa.
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