Profumo
La strip di oggi insiste sulla rivalità Gödel/Clara, una faida interna che si trascina da settimane ormai.
Lui & lei, naturalmente, sono solo i campioni di due opposti modi di concepire il lavoro, la vita, il tutto: a un angolo del ring l'Ingegnere, all'altro Quella che si Occupa di Altro. Scusate se non riesco ad essere imparziale.
Oggi ci si attende, da ogni rispettabile fonte di informazione videoludica, che l'argomento dominante sia l'annuncio della PS4. Ma per fortuna a noi non ci rispetta nessuno.
Dico questo perché l'annuncio di una nuova console oramai non suscita in me alcuna emozione, e non ho nessuna osservazione interessante da esternare su queste pagine. Sarà perché ho imboccato da lungo tempo il viale del tramonto videoludico. I numeri, i video, i giochi e i concetti che hanno presentato all'evento di Sony non mi dicono proprio nulla. Al massimo possiamo provare un po' di gioia perché il ciclo della vita prosegue, l'evoluzione continua, e c'è la speranza generica di un miglioramento dei videogiochi futuri. Mi piace pensare che la tendenza al miglioramento sia normale, ma è bene non dare nulla per scontato.
Mi ha un po' colpito, lo ammetto, anche la presentazione di Destiny, il prossimo gioco di Bungie. A colpirmi è l'ambizione sconfinata di questo progetto, pianificato a lunghissimo termine (almeno in questo ambiente): 10 anni, tutte le console e i PC attuali e futuri, oltre ad app per i telefoni e altre robe sui social network. Creare un impero così dal nulla non può essere impresa facile, e sopratuttto credo che la riuscita o il fallimento saranno determinati da fattori incontrollabili. Il popolo è bue.
Però l'ambientazione mi piace, come dicevo qualche settimana fa. Dubito che lo giocherò mai, comunque.
Molto più dell'annuncio di PS4 questa settimana mi ha esaltato un altro annuncio, di ben altra portata: il profumo di Final Fantasy Versus XIII.
È bastato un tweet di una sola parola (ovvero un ideogramma, che significa “Principe”) accompagnato dalla classica foto sfocata presa col cellulare, per riaccendere d'un botto tutte le nostre speranze su questo Final Fantasy oramai leggendario, dato per perso e poi ritrovato innumerevoli volte nel corso di questi 7 anni trascorsi dal primo annuncio. Sarà stato cancellato, sarà quasi pronto, sarà per PS3 o per PS4... chi lo sa: però ci vorrebbe un giapponese ancora più pazzo del solito per produrre un flacone di profumo ispirato al protagonista di un gioco cancellato, che non uscirà mai. Non posso crederlo. E allora fantastichiamo pure su questo profumo da 7400 yen, nella sua boccetta dal design raffinatissimo, e su tutto ciò che potrebbe rappresentare per il futuro di Final Fantasy. Ma anche no.
Bhe, già che è qui...
Direi che anche se non ne ho molta voglia, è eticamente corretto dedicare un editoriale alla PS4 e all'eventone streaming organizzat dalla Sony che ha tenuto sveglio mezzo mondo. Ha tenuto sveglio mezzo mondo tranne me (tranne meeee tranne meeee tranne meeee) perché, come sapete, sono divenuto piuttosto insensibile ai baracconi pubblicitari delle grandi case e preferisco stare a sentire il distillato di ciò che dicono poi, assaporando le ondate di zeitgeist che provocano.
Cosa ci è stato detto della PS4 in questo evento? Bhe, è una console su cui gireranno giochi. Questo sembra essere stato il punto centrale della vicenda. Ecco, vedi? Ci sono dei giochi. Poi, tanto per scaldare di più l'ambiente, hanno detto che alcuni di questi giochi apparterranno a serie famose. E altri apparterranno a serie molto famose. E poi... bon... poi basta.
Contestualizziamo: l'annuncio di PS4 arriva oggi dopo mesi di assoluta desolazione mediatica. Abbiamo sottolineato molto spesso lo stato comatoso dell'agenzia stampa Sony e la sua incapacità di incuriosire che, a conti fatti, è molto più importante che informare, al giorno d'oggi. Dall'oggi al domani, però, ecco che usciamo con una conferenza che, pur mostrando alcune feature di ciò che sarà il futuro (ne parlo tra poco) si centra sui giochi, sulle line-up, sulle uscite. Una conferenza, insomma, che nel ciclo di promozione di un nuovo hardware solitamente non è esattamente la primissima che si fa, ma, al massimo, è quella più a ridosso della messa in commercio. Prima, insomma, si cerca di portare all'attenzione della gente l'oggetto console e poi, solo in un secondo momento, si mostra che quell'oggetto serve a qualcosa.
Da dove viene, quindi, questo nuovo atteggiamento? E poi, è questo l'atteggiamento giusto? Gli ultimi anni e probabilmente anche il lancio di Wii-U hanno dimostrato che l'amore fetistico per l'hardware non è più cosa. La gente non ne può più di specifiche tecniche e poligoni. La console che ha vinto la console war precedente (barando) era la più mediocre in questo senso e, in generale, non esiste più un'evoluzione tecnica che possa far fare il salto di qualità. Il gioco in cloud, poi, rende anche questi discorsi piuttosto campati in aria, ormai la potenza di calcolo è qualcosa da cui dobbiamo astrarci.
Eppure, nonostante questo deponga a favore della strategia Sony, non sono comuque convinto che il nostro mondo sia pronto a una tale, categorica rinuncia. Perché il nostro mondo, l'ho sempre detto, è un mondo di persone sognanti che poco interesse hanno nella realtà. Celebrare la macchina, il suo design, la sua linea, il modo in cui si pone nei confronti dei videogiocatori e, sul finire, anche millantare u po' le sue possibilità mostrando filmati a caso, fa parte di quello che ci è sempre servito, ovvero quel gratuito pretesto per esaltarci e sognare senza limiti. Le console, ricordiamolo una volta ancora, sono giocattoli. E i giocattoli hanno il dovere di luccicare.
E poi, direi, c'è forse un discorso più ampio relativo a quanto poco Sony e Playstation siano riusciti a identificarsi con le loro proprietà intellettuali di riferimento e quindi come, in fin dei conti, i suoi giochi possano raccontare veramente poco la console su cui girano.
Poi, al di là di questo discorso molto astratto, ci sono i temi più strettamente tecnici di cosa ci offre di più PS4 rispetto a PS3 e, in generale, al mercato.
Sul sensorame la mia perplessità nota da tempo. Touchscreen, sensori, recettori del pensiero, captatori di smadonnamenti, tutte queste robe sono sempre state, nella mia idea, orpelli. Orpelli perché comunque hanno aperto vie di gameplay che nessuno ha voluto esplorare e quindi poco importa che ci siano. In particolare, poi, in PS4 queste cose non sembrano rappresentare una scelta organica per dare una certa impronta all'esperienza di gioco, ma un patchwork di quanto hanno fatto di interessante gli altri. Ancora una volta, insomma, Sony si umilia a fare la follower senza presentare nulla di nuovo.
Il tasto share... bhe... è una vergogna, dai, non parliamone neanche. Ma chissenefrega. Cioè, veramente plastica sprecata in nome di un social che alla fine interessa più alle aziende che agli utenti. Mettiamoci una pietra sopra.
Infine, rimane invece interessantissimo il discorso del cloud, dell'online assoluto e di tutte le questioni relative al nuovo modo in cui si possono distribuire e fruire i videogiochi. Al di là del tema usato che avrà il suo tempo per essere sviscerato è probabilmente questo il campo in cui effettivamente Sony cerca di fare la differenza. E' un campo delicatissimo e rischioso, ma almeno è qualcosa che ha del potenziale. Vedremo come verrà sfruttato e inteso.
In conclusione, immagino che i fan di Sony siano stati contenti di questa conferenza. Ci sono i giochi, una nuova console, qualche idea. Insomma, è giusto considerare comunque questo evento come qualcosa che riporta vita in un brand morente (no, non volevo fare giochi di parole infelici dicendo "vita"). In generale, però, la sensazione che mi è rimasta addosso è che, una volta di più, Sony sia stata costretta a mettere sul mercato questa nuova console, semplicemente per affermare la sua esistenza. E, in realtà, non ha ancora capito dove sta andando. Sentire che probabilmente la accomuna anche alle altre grandi case, eh, ma che, proprio per lo stato di Sony, suona ancor più cupo.
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