Strip
serie
542, 03/12/2011 - Time machine
542
03 . 12 . 2011

L'ennesimo coniglio bianco

Vi avevamo promesso che dopo la conclusione del capitolo di Kunoichi Clara saremmo tornati alla consueta programmazione di strip indipendenti, non legate da alcuna continuità di trama.
Mentivamo.
Mentivamo sapendo di mentire, ma l'abbiamo fatto per il tuo bene, o caro Lettore: la tua mente, se dobbiamo dar fede alle statistiche, è troppo piccina per reggere il sovraccarico di informazioni portato da una mini-serie di strip collegate tra loro. Tanto più che questa mini-serie (che sarà davvero mini-mini!) riguarda un argomento così intricato come i Viaggi nel Tempo... un argomento capace di spaventare perfino i Capitani della Flotta Stellare di Star Trek, che per contratto possono affrontare solo un paio di puntate al massimo su quel tema.

Veniamo ai giochi, che si va di fretta. Già la volta scorsa avevo iniziato a presentare il primo titolo di una ennesima rassegna sulla Perversione Orientale, un argomento che ci sta sempre molto a cuore su queste pagine. Oggi proseguiamo con un altro videogioco nipponico fuori di testa, tale Diabolical Pitch.
È un gioco di baseball, all'inferno. Le pubblicità televisive, da quel che si può capire di tra il giapponese stretto parlato con vocine esaltate, sembrano incoraggiare la gente a giocarlo dopo aver assunto stupefacenti, per massimizzare l'effetto allucinogeno del gioco. O forse siamo noi che abbiamo capito male. Comunque, si tratta di un'opera in cui c'è lo zampino di Suda51, quel pazzo scatenato della società di videogiochi più fuori di testa al mondo, la Grasshopper Manufacture.
Sempre questi tizi ci regaleranno a breve un altro capolavoro-spazzatura: Lollipop Chainsaw, il gioco che sarà ricordato nei secoli come “quello della cheerleader con la motosega che ammazza gli zombi”.

Chi frequenta anche il forum, perché magari non si fa già abbastanza male leggendo queste pagine, sa che io e Cymon abbiamo ottenuto l'accesso alla Beta Riservata di Diablo III. È solo uno dei tantissimi privilegi di cui godiamo noialtri in qualità di Autori di questo fumetto... ma in questo caso non ve lo dico solo per farvi morire di invidia. Ve lo dico perché Diablo III si presta decisamente ad essere giocato in compagnia, per cui se qualcuno tra voi, popolo mediocre, è anche lui un Eletto con l'accesso a questo magico mondo, può se vuole contattarci per organizzare scorribande per umide cantine.
Sul gioco in sé avrei molto da dire, ma non sono cose interessanti: è un gioco eccellente in tutti i modi che potete immaginare, se già conoscete Diablo II. Le musiche in particolare (che stanno aggiungendo proprio in queste settimane) mi hanno sorpreso per una qualità decisamente inaspettata. La direzione artistica è tra le migliori disponibili oggi sul mercato Occidentale, con un design dei personaggi favoloso al punto che si rimane paralizzati sulla schermata di scelta iniziale senza saper che fare.
Anche il mondo di gioco è come un presepe (infernale) rifinito con amorevole cura dei dettagli. La versione che stiamo testando è piuttosto breve, e dunque si presta ad essere ripetuta più e più volte con personaggi diversi, ed ogni volta scopro nuovi dettagli: uno stormo di corvi che si solleva, un covo di cultisti che stanno assemblando scheletri, un cimitero di zombi che escono dalle tombe mentre i ratti scappano impazziti... piacevolezze di questo genere.

Il particolare più commovente, però, è il coniglietto bianco che si può evocare perché raccolga per noi l'oro che cade copioso a terra. Vederlo zampettare al nostro fianco mentre percorriamo quei tetri corridoi, soprattutto per noi di FTR, dà una certa emozione.

Lo-Rez: arte, storia, web design
03 . 12 . 2011

TeleTutto

Questa strip è molto vecchia, nella mia testa. L'ho pensata tempo fa con certi presupposti, poi, magicamente, i presupposti sono cambiati, ma lei è rimasta sempre la stessa. Ora ve la proponiamo così com'era, com'è e come sarà. E direi proprio che è il modo giusto per dirlo.
Cambiando argomento (o forse no) credo sia giunto tempo di mettere un po' di ordine nelle serie TV che sto seguendo in questo periodo. Dopo aver collezionato e divorato ogni frammento di celluloide prodotto per il Dottor Who moderno, infatti, mi sono trovato un po' perso in mezzo alla strada, senza nulla di veramente significativo da vedere. Ho cominciato a vagare, ben consapevole che difficilmente avrei potuto trovare qualcosa di simile, deciso invece a provare nuove strade, magari per scovare qualche perla.
Così mi sono preso la briga di provare Misfits, serie inglese, formato standard di sei episodi a stagione. Versione bifolca di Heroes in cui i personaggi dotati di superpoteri sono dei ragazzi di un quartiere degradato di Londra, affidati ai servizi sociali a causa di piccoli problemi con la legge. Misfits è una serie cialtrona in tutto e per tutto. Cialtrona negli ambienti, nelle trame, nella gestione della componente fantastica. La scena in cui i protagonisti acquisiscono i poteri è così kitch che avrebbe fatto impressione già negli anni sessanta. Ci sono parolacce, scene di sesso, doppisensi ed eccetera eccetera. Come la maggior parte, devo dire, delle serie inglesi è tecnicamente superba. Grandi ambienti, ben girata, ben recitata. Purtroppo però è proprio poca cosa sul fronte della sceneggiatura. Al giro di boa della seconda stagione, poi, ha perso uno dei suoi pezzi pregiati nel cast, l'istrionico Nathan, e nella terza stagione tutt'ora in corso, avanza un po' a casaccio. Aveva del potenziale, Misfits, ma personalmente direi che ormai lo ha proprio buttato via.
Ben diverso Once Upon a Time, mio personale sbarco in America per quello che riguarda le serie TV che guardo in originale senza sottotitoli. E' una serie che può dimostrare che ormai anche gli sceneggiatori sono alla frutta: nel mondo delle favole la regina cattiva lancia una maledizione che catapulta tutti nel nostro caro mondo. Essendo il nostro il mondo della sfiga tutti divengono tristi. La figlia tettona di Biancaneve, richiamata dal a sua volta di lei figlio nel paesino deve lottare per spezzare la maledizione.
Ho sentimenti contrastanti su OUAT, la serie porta avanti in parallelo sia vicende del mondo reale che lunghi flashback sul mondo delle favole. Le vicende del mondo reale sono un pochino prive di nerbo e banali e mancano di un tocco di fascino, ma lo scenario delle favole è potente, anche grazie a un tocco di nero decisamente generoso che sporca e rende accattivanti tutte le storie. Questo continuo rimbalzare tra i due mondi, oltretutto, permette un buon approfondimento dei personaggi, che dopo cinque episodi stanno emergendo molto bene. A parte la Regina Cattiva, che ha ovviamente un posto particolare nel contesto e riesce a realizzare un'inquietante commistione di malvagità e fragilità, anche gli altri cominciano a mostrare più di un risvolto.
La prima stagione di Once upon a Time è ancora in corso, vediamo come si evolve.
La controprogrammazione di Once upon a Time, ovvero la serie di altra gente che però tò, casualmente, tocca gli stessi temi, è Grimm. Grimm vorrebbe che le favole dei Grimm, appunto, siano in realtà un'attività di profiling svolta dai fratelli sulle minacce peggiore tra i mostri per il genere umano. Da loro sarebbe discesa una stirpe di cacciatori di creature delle tenebre eccetera eccetera.
In una serata di sconforto mi sono guardato il pilot, ma ho abbandonato subito. Mi è parsa la solita serie di indagatori dell'incubo mischiata alla ancor più classica serie sui serial killer. Un sovrapporsi di banalità e sciacquatura di piatti con un tocco di Buffy. Ok, foooorse ad andare avanti sarebbe maturata, ma ci sono cose migliori da vedere in giro e non ho mica tempo di aspettarla.
La probabile vera chicca di questa rassegna, che metto qui in chiusura di rassegna, è Alphas. Alphas parte dagli stessi presupposti di Misfits, ovvero raccogliere l'eredità dello svaccato Heroes. E' una serie americana piena di cose standard, ma... funziona.
La sua ossatura è quasi scontata: uno psichiatra, con l'appoggio del governo, raccoglie sotto la sua ala alcuni Alphas, persone con vari superpoteri che però, proprio a causa di questi, hanno tutti sviluppato patologie psichiche più o meno gravi, da una certa difficoltà a comunicare a un'incapacità a gestire lo stress fino via via all'autismo. Col loro aiuto cerca di fermare o mettere sotto controllo gli altri alphas a piede libero che, essendo come detto un po' tutti psicotici, spesso mettono a repentaglio la sicurezza delle persone.
Gli Alphas più cattivelli (e che soprattutto non sono destinati a divenire main characters della serie) vengono poi mandati a una specie di istituto che, ovviamente, già dai primi episodi viene dipinto come una specie di lager per esperimenti segreti alla X-Files.
Come ho già detto Alphas non è originalissima nei contenuti, ma l'approccio al mondo dei superpoteri ha carattere. L'idea di unire le capacità superiori a problemi di carattere psichico, forgiando dei veri e propri supereroi con superproblemi, con una trattazione delle patologie anche abbastanza circostanziata e seria, fa si che la solita vicenda in cui freaks salvano il mondo abbia una sfaccettatura tutta sua che, unita a una buona realizzazione, rende le puntate degne di essere guardate.

- Esiste una narrativa, non terribilmente dissimile da quella che tu e io stiamo percependo, secondo la quale sono andati a esplorare la nave. Il loro progetto è di arrendersi senza opporre resistenza non appena qualcuno li nota.
- C'è un motivo particolare per cui ci hanno lasciati qui?
[...]
- Gli altri hanno ripreso coscenza in una traccia di mondo in cui io e te siamo morti.
- Morti.
- Te l'ho appena detto.
- Quindi non ci hanno portato con loro per questo.

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