Attractor Field Theory
Qualche settimana fa avevamo lasciato Neo & Gödel, Ingegneri delle Tenebre, in vacanza in una città piena di ponti: probabilmente l'hanno scelta per sperimentare l'eccitazione di risolvere nella Vita Reale™ un problema di teoria dei grafi. Ora comunque sono strisciati nei loro cubicoli, di nuovo pienamente operativi. La crittografia sembra essere la nuova passione di Neo.
Per quanto riguarda la nostra, di Vita Reale™, e in particolare di noi italiani, bisogna dire che davvero tra neutrini che viaggiano nel tempo e satelliti che precipitano su zone abitate, il mondo oggi assomiglia un po' a quello di Steins Gate, il cartone giappo di cui parlavo qualche tempo fa.
Steins Gate è finito da pochissimo sulla televisione nipponica, e sono stati 24 episodi molto notevoli. Mi pare che vada di moda nei cartoni di oggi dividere una serie in due mini-stagioni, ma non sono molto esperto di anime: ad ogni modo anche in Steins Gate i primi 12 episodi sono molto diversi nel tono dagli ultimi 12... gli uni spensierati, gli altri oppressivi. L'idea che il CERN usi l'invenzione della macchina del tempo per dominare il mondo è molto affascinante, e in particolare noialtri di FTR siamo già stati piuttosto affascinati da storie di scienziati in camice bianco che diventano dittatori super-cattivoni, direi abbastanza da scrivere un libro.
La struttura della serie è molto, molto complicata, visto che ci sono di mezzo i viaggi nel tempo, ma a differenza di quasi tutti i cartoni nipponici in questo caso ha una sua logica e una sua coerenza, che non si risolve banalmente con i mistici poteri della classica liceale superdotata. Esiste infatti anche un wiki dedicato, che cerca di spiegare (con diagrammi che sembrano grandi spaghettate) cosa caspita è successo/succederà, e soprattutto le reali teorie sui viaggi nel tempo che costituiscono la base scientifica del cartone. Ovviamente di scientifico in realtà non c'è una mazza, ma gli autori sono stati molto bravi a dare l'impressione che ci sia una base scientifica, ed è quello che conta.
A dare l'impressione di un certo realismo, perlomeno se abitate a Tokyo, c'è anche il fatto che tutti i luoghi del cartone sono la replica fedele delle stesse locazioni nella realtà, ad Akihabara. A furia di guardare questi dannati cartoni, uno quasi si convince che sarebbe in grado di girare Tokyo ad occhi chiusi... oltre che di saper parlare giapponese, naturalmente.
Devo restare in tema di roba giapponese, e in particolare di roba ambientata in luoghi reali del Giappone contemporaneo, perché voglio parlare di Persona 4. P4 è un RPG uscito ormai diecimila anni fa, uno degli ultimi titoli per Playstation 2 e secondo molti anche uno dei migliori in assoluto. Visto che oggi va di moda pubblicare sulle console piccine piccine versioni riviste dei grandi classici, ecco che anche Persona 4 si è dato alla prostituzione più svergognata. Oltre a Persona 4: The Golden (the golden... cosa???), che è in pratica lo stesso gioco venduto per PSP (o PSVita, ormai le confondo), è previsto anche un fottio di spin-off, tra cui il più straordinario è senza dubbio Persona 4: The Ultimate in Mayonaka Arena (questi titoli mi fanno morire).
P4: The Ultimate (come per brevità lo chiamano gli amici) è un gioco di combattimento uno contro uno, in 2D, in alta definizione. Ho già le lacrime agli occhi. I chara-design di Persona sono sempre stati favolosi, e questo gioco di certo è un ottimo modo per valorizzarli. A realizzarlo sarà Arc System Works, una casa di grande esperienza nel genere. Non sarà Capcom o SNK, ma se la cavano molto bene anche questi tizi.
Ci sono grandi speranze.
Collapsing universe
In particolare nella strip si parla del protocollo Kerberos, come recita con precisione Wikipedia. Un giorno, quando sarete abbastanza ubriachi da crederlo interessante, vi racconterò le mie avventure con questo bizzarro oggetto e vi insegnerò un protocollo nuovo, che permette magicamente al vostro utente Windows di fare cose in giro per le intranet. Ovviamente sarà una storia piena di colpi di scena, avventura, mostri cattivi e caos. Come tutte le storie di informatica spinta.
Anche come nerd, creature asociali che vedono il mondo attraverso una lente bizzarra, avevamo delle certezze a cui eravamo affezionati. Una è appena crollata: la velocità della luce è stata superata. Perchè si tratta di una certezza nerd? Perché il concetto di velocità della luce era utile a distinguere la fantascienza professionale dalla fantascienza bimbesca. La tua astronave va più veloce della luce? Sei un ciarlatano. La tua astronave non va più veloce della luce però fa quella cosa allo spaziotempo per cui il prima è ora, l'ora è dopo e soprattuto il 64 guardi che è appena passato? Ecco, allora si che ci troviamo di fronte a fantascienza professionale.
Non per niente Star Trek, come insegnano i libri di fisica scritti a riguardo, non va di velocità, ma fa si che lo spazio davanti a sé sia più stretto e quello dietro più largo e un paio di altre idiozie del genere.
Non sto scherzando granché, internet è piena di discussioni così, discussioni che oggi possiamo gettare nel cestino (potevamo farlo anche prima, ma vuoi mettere il gusto di farlo in questa maniera?).
Ovviamente colpevole di tanto casino è il CERN di Ginevra, il lungo anello che avremmo fatto meglio a non inventare. Dopo aver messo a repentaglio il nostro pianeta generando buchi neri ora fa crollare le nostre certezze e tutta la simpatia che avevamo per Einstein. Si tratta proprio di un coacervo di gente antipatica, che passa tutto il giorno a vantarsi e atteggiarsi solo perché loro hanno un acceleratore di particelle e noi no.
Un po' più prosaica, ma altrettanto nerd e sconvolgente la notizia che un satellite ci sta per cadere sulla testa. Cioè, facciamo i seri, la notizia è assolutamente un'idiozia e non merita le prime pagine, ma è sempre bello vedere l'ingenuità dei giornalisti nell'ingigantire il nulla al puro scopo di spaventare la gente. Sapete, leggendo di questa storia comincio a credere che i media siano sinceramente preoccupati che la gente non si spaventa più facilmente. Non c'è altra ragione che pompino tante assurdità se non una certa disperazione nel far breccia nell'animo ormai gommoso della gente, troppo stordita per preoccuparsi realmente di qualcosa a livello globale, troppo presa dalle proprie preoccupazioni (reali) per angosciarsi delle cose del mondo.
Forse non dovrei riempire i miei editorali di così tante notizie provenienti dalla Vita Reale, ma mi affascina pensare che anche il mondo reale ogni tanto condivide i nostri stessi interessi e solitamente risulta sempre lento a comprenderli, più lento di quanto facciamo noi. Comunque oggi ho costruito questo piccolo editoriale con la prima pagina di un giornale prosaico, non vogliatemene. Probabilmente questo è anche frutto di una settimana decisamente stressante. Mi premurerò di rimediare il prima possibile.
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