Bonus
Monochrome (Sanaka-chan song) italian translation diary — Cymon
Partiamo dal fatto che c'è un complotto (c'è sempre un complotto).
Questo complotto fa sì che girino per internet delle traduzioni di canzoni giapponesi completamente casuali che fanno credere al mondo occidentale che in nippolandia i parolieri allineano parole senza senso logico sotto effetto di saké e sostanze stupefacenti.
Poi aggiungiamo il fatto che io non so il giapponese e che il giapponese è una lingua cattiva.
Con queste premesse comincia l'avventura della Monochrome Italian Translation, bizzarra cronistoria delle mie peripezie per tradurre Monochrome, insert song di Star Driver per cui sono andato assai in fissa. La canzone in sé non la linko su Youtube perché la produzione ha indetto una vera e propria guerra santa contro le sue riproduzioni in rete e quindi qualsiasi video vi proponessi ora probabilmente tra un mese sarebbe già stato eliminato.
Ripeto, non sto dicendo che so tradurre, non sto dicendo che questa è la versione corretta, non sto criticando chi l'ha tradotta prima di me. Secondo lo stile FTR sto facendo qualcosa di nerdico e folle e voglio parlarvene nel dettaglio.
Ovviamente non ho portato a termine quest'avventura tutta da solo. Ho usato come riferimenti due o tre traduzioni in inglese presenti in rete (ovviamente discordanti tra loro, chi più chi meno) e un paio di utili link tecnici. Per quello che riguarda le traduzioni vi linko solo questa principalmente perché non ho voglia di riportare qui la versione in kanji della canzone (di cui scopriremo l'importanza) quindi potete usare questa pagina come riferimento. Per gli strumenti cito l'indispensabile EUdict dictionary e vari estratti da questo ottimo sito, soprattutto specchietti riassuntivi sull'uso dei verbi. Google translator, con i kanji, funziona più o meno come l'oracolo di Delfi, sconsigliato a meno di voler ottenere risposte umoristiche.
Qui a casa (non linkabili) ho avuto il sostegno dei miei due dizionarietti giappo-ita e dei primi due volumi del corso di giapponese HOEPLI. E adesso ho proprio paura che dobbiamo andare a cominciare... sarò verboso e graforrico, ma questo è qualcosa di avvelenato e merita ogni singolo carattere.
Mau yuki wa hoshi no kakera tentai ni te wo nobashite
ikikau negai kanjite irune
subete ha ima monokorumu no naka
Cominciamo con le premesse che ci permettono di dimostrare che il giapponese è cattivo. I verbi in giapponese non si coniugano secondo le persone, il che vuol dire che un verbo qualsiasi significa faccio/fai/fa/facciamo/fate/fanno senza alcuna distinzione. I libri di giapponese (quelli che vogliono convincerci che i giapponesi parlano veramente così) dicono che la persona del verbo la puoi desumere dal contesto, il che in una canzone non è esattamente semplice. Da qui deriva perché ogni tanto si trova tradotto alla prima, alla seconda o alla terza persona, singolare o plurale. Io ho deciso per la seconda persona singolare perché il tono della canzone mi sembra "esortativo" (è quello che si sente anche nel cartone, in fondo).
La prima frase, miracolosamente, ha tutti i crismi di una frase giapponese con niente sottinteso ed è estremamente semplice (no, giuro, fidatevi). Molti traducono il "Mau" con termini molto poetici, io mi sono attenuto al prosaico "cadere" che comunque è abbastanza giusto, visto che parliamo di neve. Alcune traduzioni ardite vedono in questo paragrafo un periodo ipotetico, riportato anche nella traduzione italiana fatta nei fansub Subzero. Ha senso, ma io sono più incline a vederci una causale.
Sul "ikikau" grasse risate. Oggettivamente non si tratta di una parola, nessun vocabolario la riporta, quello su cui siamo tutti d'accordo è che è l'accostamento di "iki" (andare, come ci ha insegnato Gundam) e "kau" (venire). Ok, trovate in giro un mucchio di "che vanno e vengono" ma per me fanno troppo stazione del metrò. "Sfuggenti" è una forzatura, ma lo preferisco.
L'ultimo verso, il cuore della canzone, è ovvio. Tutte le lingue hanno un po' di difficoltà a tradurre monokorumu senza usare una circonlocuzione, ma questa è un'altra fantastica caratteristica del giapponese. Il giapponese mette una parola in una frase e le dice di arrangiarsi. Purtroppo le altre lingue devono far armonizzare col resto.
La neve che cade sono frammenti di stelle.
Tendendo la mano verso il cielo senti i desideri sfuggenti, vero?
Tutto ora è avvolto in un solo colore.
Hirake, denki hitsugi!
Sotto koboreta shiroi iki tsutaetakatta kotoba no katachi
kitto nukumori no bun dake sora wa honnori akaruku natta
"kotoba no katachi" vuole dire all'incirca "forma della parola" motivo per cui molti traducono come se il respiro bianco (shiroi iki) si sia congelato a formare delle parole. Ora, ok che siamo in un cartone, ma il tono del brano mi sembra un po' più romantico di una gag disney. Poi secondo me il bianco respiro E' la neve che scende, non viene fuori da chi parla, quindi ho tenuto tutto un po' più impersonale. "Tsutaetakatta" dimostra la mia profonda ignoranza in giapponese, visto che devo fidarmi che significa "voler comunicare" come molti hanno tradotto. Non sono riuscito a risalire al costrutto usato.
Per quanto riguarda il secondo verso dobiamo accettare per fede che "nukumori no bun dake" è complemento di mezzo.
Silenziosamente il bianco respiro che soffia vuole dirti qualcosa
Il cielo si è un po' rischiarato anche solo con parte del suo calore.
Ora una strofa che nella versione dell'anime non c'è, ma c'è nella (più brutta e jpop) versione del disco:
Sono senaka wo osu deai sore wa nozonda Inishieeshion
jitto kurayami me wo korasu kodoku wa mou owatteita
Innanzitutto guardate la parola "inishieeshion" e provate a pronunciarla a voce alta. E' un po' come se io scrivessi "iniscescion" e il suo significato è proprio quello: "initiation" in inglese. E' una cosa molto comune in giapponese, di cui ci si accorge appena ci si avvicina alla lingua: molte parole sono bene o male la translitterazione fonetica di termini inglesi. Con molta fantasia e qualche piccolo trucco (tipo ricordandosi che la r spesso è la sostituta della l) si può così risalire al significato di molte parole. Per esempio te-buru si può "sentire" come tebùl e effettivamente significa "table", tavolo. Un rapido controllo sulla versione kanji ci fa vedere che la parola è scritta in katakana, l'alfabeto usato per questo tipo di termini. Monochrome, nel primo verso, segue all'incirca gli stessi ragionamenti, ma è meno evidente.
Per il resto, riguardo il primo verso, rimane il problema di mettere assieme la prima parte della frase con la seconda. Quello da cui non si scappa è che "sore wa" è soggetto, la particella "wa" in questo senso è abbastanza indicativa. "Sono senaka wo osu" significa letteralmente "spinta alla schiena" il che, oltre a essere fallo da ammonizione, direi che intende proprio uno "spintone" con cui il protagonista è stato convinto a fare un certo incontro (deai). Ancora diciamoci che questo incontro è causa dell'iniziazione.
Il verso sotto è un po' più chiaro (oltre a essere molto poetico), ma mi lascia perplesso il verbo "owatteita" al passato. Lo ho lasciato, ma la tentazione di portarlo al presente è forte...
Con l'incontro a cui sei stato spinto il cielo ha avuto l'iniziazione desiderata
La solitudine che ha abituato pazientemente i tuoi occhi all'oscurità stava già finendo
Torniamo a trattare strofe presenti anche nel cartone. A questo punto il tempo zero sarà già partito...
Kanashimi ni nureta tsubasa kasanariou junbaku he
watashi atta mirai he no yasashii yuuki
Intanto "kasanariou" che significa sovrapporsi, mettersi uno sull'altro. Visto che parliamo di ali (tsubasa) ho pensato fosse un buon verbo per rappresentarle nell'atto di richiudersi. C'è una cosa che non ho sottolineato nei vari casi precedenti, ma che ormai vi è chiaro: le relative in giapponese non vengono segnalate. Semplicemente c'è un verbo lasciato a sé stesso che per disperazione si attacca alla parola dopo. Per questo "kanashimi ni nureta" si appiccica a tsubasa. Questo perché altrimenti sarebbe una lingua troppo semplice.
Questo paragrafo, poi ci dimostra l'importanza dei kanji. "Watashi" infatti, per uno che ha un pochino di orecchie con la lingua, rimanda subito al pronome "io", ma in questo caso significa "traghetto" (o almeno credo, nessuna delle traduzioni inglesi avalla questa ipotesi). In romanji non c'è alcun modo per accorgersene, ma guardando i kanji si può notare che quello usato in questa frase è molto diverso da quello esistente per "io" (questo per intenderci). Volendo complicare le cose, poi, pure yuuki, nel parlato, è difficile da distinguere dai tanti yuki (neve) precedenti, ma fortunatamente in questo caso il problema non si pone. In verità il giapponese trabocca di termini assonanti che fanno fare confusione, ulteriore dimostrazione che è una lingua crudele.
Se anche il primo verso è abbastanza facile da rendere, sono piuttosto convinto di aver sbagliato clamorosamente tutto il secondo, non riuscendo a uscire da certi grovigli grammaticali. Abbiamo di nuovo un verbo al passato (che ben si accorda con la strofa precedente, ma perché?) e poi c'è il costrutto "he no" di cui non ho trovato precisa spiegazione. Alla fine ho messo insieme il tutto a martellate, dopotutto lo show deve andare avanti.
Davanti alla purezza del bianco le tue ali umide di tristezza si sono chiuse
c'era un traghetto verso il tenero coraggio del futuro
Con la strofa dopo è andata un po' meglio.
Daremo shiranai sekai no yoake wo matteiru kodou
hikari wo tsurete tabidatsu watashi ni hajimaru ashita
A parte quel kodou in fondo alla riga tradotto in "con trepidazione" e che più che altro mi lascia perplesso lì in fondo alla riga, direi che il primo verso è nuovamente banale, il più classico dei soggetto-verbo-complemento. Nella seconda frase sono giunto a conclusione che watashi è usato come "io". Un po' perché fa più scena del traghetto e poi perché nel testo in giapponese è portato in hiragana e non con il kanji precedente. Sarebbe quindi un viaggio "verso di me per il domani che inizia". Rimescoliamolo e facciamolo più figo con un bel "raggiungermi".
Qualcuno sta aspettando con trepidazione l'alba di un mondo sconosciuto
Prendi la luce e comincia il viaggio per raggiungermi nel domani che inizia
APPRIVOOOOISE!!!
Mau yuki wa hoshi no kakera tentai ni te wo nobashite
ikikau negai shinjiteiru yo
subete wa ima monokurumo no naka
Bhe, ritornello. Riportiamo pari pari da sopra evidenziando, da un punto di vista artistico, il climax dato dal "sentire" che diventa "credere" Anche il "ne" diventa "yo". Cosa voglia dire "ne" è scritto ovunque, in pratica significa "vero?". Sullo "yo" non ho trovato niente. Caviamocela con un esclamativo.
La neve che cade sono frammenti di stelle.
Tendendo la mano verso il cielo credi nei desideri sfuggenti!
Tutto ora è avvolto in un solo colore.
Altro verso esclusivo della versione jpoppica
Tsuyoi ishi ga ugoiteiru michikake ni jibun wo utsushite
mou mayowazu ni ikeru to hohoemu me ni kirameku rashin
"Michikake" meriterebbe da solo un romanzo. Se buttate i kanji direttamente in Google Translation il sistema, con estrema disinvoltura, tira fuori un "crescere e calare". In molte traduzioni online si trova riferimento a questa buffa idea che però va infilata a forza nella frase e non vuol dire niente. Se vagate nella rete, invece, potete trovare questo buffo libro hawaiano dove è scritto (in piccolo) che "-kake" si può usare come suffisso per "essere sul punto di". Considerando che "michi" significa più semplicemente "pieno" con molto coraggio si può arrivare alle ardite conclusioni a cui sono giunto io. "Ugoiteiru" significa "si sta muovendo" quindi sostanzialmente il tutto può venire "essere sul punto del pieno che si sta muovendo" che a me ispira (si, ispira, mica ha logica, ispira soltanto) "essere sul punto di completare il suo viaggio".
Come se non bastasse questo primo verso, il secondo contiene il "rashin", l'ago della bussola, che nelle varie traduzioni finisce negli occhi della gente, sugli occhi della gente, all'interno degli occhi della gente, in una visione steampunk che mi ha un po' agghiacciato. Sebbene è chiaro che gli occhi sorridono (hohoemu) non mi piace vederli trafitti da una lancia magnetica scintillante. L'ultimo ostacolo è "mayowazu ni ikeru" che suona tipo "puoi andare a confonderti". Anche qui ho dovuto forzare.
Una volontà forte si vede quando è sul punto di completare il suo viaggio
Ormai anche quando puoi confonderti l'ago della bussola brilla ai tuoi occhi sorridenti
Dazzling the stage
kogoeta kioku wo tokasu te ni ireta ai to tomo ni
furimukazu ni kanjiaou sora no kanata
Sembrano versi facili e invece no (quando mai!). Nella prima frase abbiamo due oggetti distinti: ricordi sciolti (ehm...) e amore in mano (ehm...2). "To tomo ni" ci dice insieme. Ancora una volta ci affideremo a una brutale giustapposizione. "Furimukazu ni" invece è la solita polpetta avvelenata alla giappa che può anche consumare il cervello dei solutori (si, ormai è enigmistica) più abili. il costrutto "-zu ni" rappresenta "quella cosa che avresti dovuto fare e invece no! (antipatico!)". Ma il verbo qual è? Furimuka risulta essere una parola irreperibile. Possiamo spezzare in Furi- (suffisso per libero) e mukau (dirigersi). Possiamo credere di essere davanti a una mutazione di furimukeru (girarsi), se invece stiamo a guardare la versione kanji sopralinkata sappiamo che, qualunque cosa sia, è composta da scuotere, vibrare e oltre, davanti. La mia idea, in generale, per far quadrare le cose, è che questa altra sponda del cielo (sora no kanata) non si fa notare o comunque non è a vista sebbene tu riesca a sentirla (o almeno ti sembra, visto che il verbo è in forma volitiva). Mettiamo giù qualcosa che c'entri con tutto questo.
Sciogli i ricordi congelati assieme con l'amore che stringi
Ti sembra di sentire l'altra sponda del cielo anche se non freme
Immagino stiate notando che anche con tutta la buona volontà e anche con moooolte licenze, capita di ricadere nelle frasi assurde che all'inizio di quest'avventura abbiamo deciso di evitare. Il giapponese è quindi assurdo, per quanta buona volontà ci si metta? Non credo avremo risposta... non oggi... Ma vediamo come affrontare le ultime strofe.
Ginga bishounen!
Sorezore ga tadoru kidou tatoe mou aenakutemo
hikari ga miseru ginga no dokoka de tsunagatteiru ne
chiru hoshi wa suna no youni mata mune wo amaku naderu
shizuka ni nemuru yume no zanzou
subete wa mada monokurumu no naka
Argh, una strofa lunga lunga. E non vi inganni l'ultimo verso, in questo caso non ci troviamo di fronte a una terza ripetizione della prima strofa. Dovremo armarci di abbondante pazienza.
La trappola assassina di questo livello è aenakutemo. Lo so, sembra una parola innocua, ma in realtà non lo è. Non è nemmeno una parola. Il suo nome è legione perché loro sono molti. Innanzitutto spendiamo una parola per il verbo giapponese incontrare, che si traduce semplicemente con "au" che ha anche il suo bel kanji che svetta all'inizio di questo termine. La confusione è che tu hai davanti un kanji, che visivamente ti fa pensare a una parola, qualcosa di corposo, e intanto devi tradurla semplicemente con "a". Ovviamente poi non è finita. Il verbo è au, ma questa a non è seguita da una u, ma da una e. Questo perché il verbo è in forma potenziale, quindi è "aeru". In questo costrutto perde la desinenza -ru, lasciando solo una maledetta e a dirci che ci troviamo di fronte alla forma potenziale. E nakutemo? In un post nascosto nelle profondità di un forum trovato solo sfoggiando il piglio eroico di chi cerca in internet stringhe d'errore per la compilazione di un pacchetto Slackware che nessuno usa, ecco che mi viene rivelato che -kutemo è suffisso per "anche se" e il na è la sua negazione. Quindi tutto questo (dove tutto questo è una singola parola) significa "anche se non puoi incontrarlo". Notate che "tatoe" significa quasi uguale visto che vuol dire "persino se" o "sebbene", ma lo appiccicheremo alla frase prima, quella che racconta delle tadoru kidou, le orbite che segue ognuno (sorezore).
Visto quanto ho già scritto vi risparmio la disanima del secondo verso, una passeggiata, rispetto al resto. Il terzo ha "you ni" che significa all'incirca "è come", un costrutto interessante. "naderu" significa spazzolare gentilmente, mi sono permesso di renderlo come "cullare". "Amaku" non è arrivato qui in regia. E' forse la versione negativa di "amai" (dolce)?. Il suffisso -ku degli aggettivi in -i ha qualche potere che non so? (alcuni poteri li ha e li so, ma in questo caso non hanno molto senso) Sorvoliamo e accontentiamoci di un dolcemente.
Il verso successivo è ancora easy as a pie e l'ultimo ormai lo sappiamo a memoria (no, non fate quella faccia, lo so a memoria davvero) quindi forse possiamo arrivare alla chiusa anche stavolta.
Sebbene Tutti hanno una strada da seguire e tu non possa ancora incontrarla,
la luce è collegata a qualche punto dell'universo che vedi.
Le stelle che cadono sono come sabbia e ancora cullano dolcemente i desideri
ricordi di un sogno fatto dormendo in pace
Tutto è ancora avvolto in un solo colore
Tauburn!
La versione dell'anime a questo punto si ferma, lasciando i personaggi a menarsi tamarri. La jpoppica riprende alcuni dei versi precedenti per ribadire il ritornello e andare a sfumare
Daremo shiranai sekai no yoake wo matteiru kodou
hikari wo tsurete tabidatsu watashi ni hajimaru ashita
mau yuki wa hoshi no kakera tentai ni te wo nobashite
ikikau negai shinjiteiru yo
subete wa ima monokorumu no naka
Non vorrete che stia qui a spiegarvi del palloso copincolla...
Qualcuno sta aspettando con trepidazione l'alba di un mondo sconosciuto
Prendi la luce e comincia il viaggio verso il traghetto per il domani che inizia
La neve che cade sono frammenti di stelle. Tendi la mano verso il cielo, credi nei desideri sfuggenti!
Tutto ora è avvolto in un solo colore.
Bene, si conclude così la nostra avventura! E così vorrei che la consideraste: un'avventura. Non una lezione di giapponese, non una traduzione professionale, non una presa di posizione contro il popolo del fansub che tanto bene fa a noi amanti degli anime. I miei pochi mezzi mi hanno portato a questo risultato, ho scritto questo "diario" perché mi sono divertito a svelare i misteri del giapponese e visto che siete Super Utenti Ninja di Follow the Rabbit, magari potreste avere un umorismo tanto contorto da riuscire a farvi quattro risate anche voi leggendo delle mie goffe esperienze.
Quello che anche è vero è che in modo decisamente patologico Monochrome è entrata nella mia testa, portando oltretutto a casa per Star Driver più lodi di quanti l'anime probabilmente meriti, per cui tutto questo è anche un esorcismo per rompere una volta per tutte il sigillo della ragazza pesce e poter tornare in pace.
Il testo in italiano completo e senza i miei sproloqui in mezzo