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511, 23/04/2011 - GTR X Redemption: 2001 (4)
511
23 . 04 . 2011

Ei fu

Dove andiamo quando la Vita Reale muore? Su questo sito, naturalmente.
La settimana scorsa Neo X, NegaNeo, Neo Nemesis o comunque vi piace chiamarlo, è apparso in tutto il suo tetro splendore ed è disceso per la prima volta a visitare queste pagine. Da bravo principe delle tenebre, la sua venuta è stata un evento molto allegorico pieno di effetti colorati, ma la sua apparizione per Neo e per tutti quelli come lui significa: ROVINA.
Neo, videogiocatore spento da troppe battaglie perse, lo aspettava: nel suo cuore sapeva che la resa dei conti con la Vita Reale è solo questione del tempo, si può rimandare ma prima o poi arriva sempre. E poi è arrivato Il Coniglio.

Hanno ucciso la Vita Reale di Neo, ed è stato Il Coniglio. Da oggi non c'è più ritorno, tutti i ponti sono bruciati: l'esistenza stessa di Neo, la sua gioventù e le sue energie sono state consacrate per sempre col sangue sparso oggi. E allora va', Neo... spendi la tua vita e le tue forze, e dedicati al Videogioco in tutte le sue forme. È tutto quel che ti resta: la parte di te che era sensibile al Mondo e alle sue lusinghe è morta per sempre.

A volte, a scrivere questi editoriali, mi faccio paura da solo. Eppure questa serie, GTR X: Redemption, mi fa questo effetto, è più forte di me... devo dire cose epiche, e sembrare ridicolo. O ossessionato.
Il problema è che queste cose io le sento davvero. Tutto quel che ho scritto in questi 10 anni, dal 28 aprile 2001 al 23 aprile 2011, tutto è sempre stato vero. Se non riuscite proprio a credere ai conigli bianchi parlanti, alle Guerre dell'Amiga/PC, ai rifugiati della Dreamcast in Cambogia, all'eterna lotta tra il Mondo e i Veri Videogiocatori... vul dire soltanto che la Vita Reale che è in voi non è ancora morta. (È una bella cosa.)
Se ci leggete da una minima frazione di questi 10 anni, saprete comunque che cerchiamo di mantenere le nostre strip ben piantate a terra, sparando battute più o meno idiote ma senza scivolare troppo nel surrealismo e nell'assurdo. Per questa serie, la serie speciale per festeggiare il nostro decimo anniversario, Cymon ha voluto affrontare temi ambiziosi, e il risultato è questa storia metafisica di Gemelli Cattivi e Incappucciati Misteriosi, che sembra quasi un cartone giapponese di quelli che detestiamo, quelli dove l'ultima puntata è un casino incomprensibile e ti delude sempre. Ma volevamo indagare le origini di questo fumetto, e non potevamo certo basarci sulla realtà.
Come nelle puntate precedenti di questa mini-serie, ho cercato di versare in questa strip tutto quello che siamo stati in questi 10 anni. Se siete lettori di lunga data, potreste perfino cogliere qualche autocitazione da altre strip di anni e anni fa, o piccoli camei buffi. L'effetto di luce da fotocamera di bassa qualità, ad esempio, l'avevo già usato in questa tavola del 2003, ma me ne sono accorto solo dopo averlo finito.
La scena al tramonto con Neo e TheRabbit in cima a un tempio potrebbe forse esservi familiare: viene da questo wallpaper, anch'esso risalente a tanti anni fa. Mi piace pensare che sia lo stesso tempio, se non lo stesso tramonto, e che dopo la loro conversazione malinconica i nostri eroi si siano messi a fare un po' di kung-fu.
E così via. Ci sono altri riferimenti, perché tutto ritorna e nulla di quel che siamo sarà lasciato indietro. E anche perché ho poche idee. Ma se davvero vi interessa, indovinateli da soli.

Questa settimana tutta la nostra industria è concentrata su Portal 2. Se lo merita. A suo tempo esaltai il primo Portal, e in questo secondo episodio la trama si infittisce. Ma sono soprattutto Atlas e P-Body, la coppia di robot pasticcioni, a dominare la scena: la Disney dovrebbe farne un film. Portal 2 è stato anche un gioco nel gioco, con il reparto Pubbliche Relazioni di Valve che si è scatenato a disseminare indizi in giro per la rete, culminati nel magnifico GLaDOS@home.
Ma in questo periodo siamo troppo concentrati sulle nostre ossessioni personali per dare spazio a queste cose. Cymon ci ha sorpreso con un allucinante viaggio nella Lingua Nipponica, e altre sorprese ci attendono, e altri regali.
Settimana prossima, quella in cui cade il Decimo Anniversario, l'epica vicenda si conclude.

Lo-Rez: arte, storia, web design
23 . 04 . 2011

Vita reale

Settimana scorsa il receditoriale mi ha impedito di celebrare come doveroso il cattivo di GTR Redemption, ma Lo-Rez mi ha sostituito incredibilmente bene col suo editoriale epic. Ovviamente questo non vi risparmierà l'editoriale epic mio ora.
Non voglio dire che si butti sangue a scrivere la sceneggiatura di un GTR, ma non è esattamente facile, più che altro non sai mai da dove cominciare. Deve essere una cosa semplice, deve essere una cosa breve, deve essere una cosa forte. E alla fine della fiera devono esserci videogiochi vecchi e assurdità. Frasi a effetto decenti, se ne vengono, sono un miracolo.
Viso che questo GTR è anche e soprattutto la serie del decennale ho pensato che in qualche modo l'origine del coniglio fosse il punto giusto dove mettere l'orologio, anche perché, cronologicamente, così avremmo seguito con coerenza Genesis. A leggere i nostri primi editoriali e alcune tra le prime strip, poi, è indubbio che emerge, soprattutto grazie a Lo-Rez, l'evento della fine del Dreamcast e allora vabbè, anche il momento storico è soddisfatto. A un certo punto, poi, mi è venuto in mente di metterci Neo, tanto per rendere tutto autoreferenziale. Ma, ma, ma, anche con tutte queste cose non riuscivo a scrivere una sola riga, una sola vignetta, qualcosa che potesse essere l'inizio, la fine o lo sviluppo di una storia. Perché mancava il cattivo.
Parlare di cattivo in GTR è curioso. Non ce ne sono, in realtà, di veri cattivi negli episodi precedenti. Certo, i KK sono antagonisti del coniglio nel primo capitolo, poi c'è la folla urlante dei fan di Dragon Quest e i criminali vogliono corrompere la povera B.Janet, ma ammetterete anche voi che non sono proprio cattivi, dai. Genesis è troppo psicologico perché si possa parlare di cattivi, anche considerando i major-shinobi... insomma, niente cattivi prima di oggi. Stavolta, però, lo sentivo necessario, avevo bisogno di un motore, di qualcosa che si potesse identificare come un nemico. Un nemico più grande e malvagio di quanto The Rabbit lo sia stato per sé stesso nelle run precedenti.
Doveva essere qualcosa del 2001 e doveva appartenere ai videogiochi, questi erano assunti ovvi. Doveva essere qualcosa che rappresentasse l'epoca, ne ero certo, e doveva essere vicino al videoludo del tempo. O forse no.
La prima volta che mi è venuto in mente Real Life lo ho scartato perché era banale. La balla della RL che ci insidia e ci funesta ormai la meniamo da tempo immemore, non è quasi un colpo di scena. Mi sembrava che il pubblico potesse aspettarselo un colpo del genere, non so come mi fosse chiara questa percezione. Ho creduto che tutti fossero convinti che fosse il momento di Real Life, anche se niente, negli anni precedenti, suggeriva qualcosa di questo tipo.
Poi ci ho riflettuto, Real Life non era un nemico, non era il livello successivo nel gioco dell'esistenza di Neo, non era solo il next step della lotta per la sopravvivenza. Real Life era, Real Life è IL nemico, IL nemico di Neo nei suoi momenti di sconforto, IL nemico di tutti noi videogiocatori che non abbiamo mai tempo per le nostre passioni, IL nemico che fa ritardare le strip o fa scrivere editoriali senza nerbo, IL nemico a cui abbiamo dichiarato guerra nell'Aprile 2001, magari senza accorgercene e che tutt'oggi combattiamo in prima linea, per quanto diventi forte, per quanto diventi seducente, per quanto diventi subdolo.
Allora si, allora Real Life in Redemption, nella pietra della fondazione di FTR assumeva un senso, era giusto che fosse il suo sangue a benedire il sorgere della nostra fortezza, era sensato che fosse lui a lavare i peccati del The Rabbit cattivo per renderlo finalmente il Coniglio, quello con la C maiuscola e il gl con la i finale (perché, dopotutto, abbiamo finito regolarmente le elementari). E anche se così ho dovuto rendere Neo un po' più depresso di come pensavo, e anche se così ho dovuto farvi vedere un po' di backstage di FTR, e anche se così ci sono stati meno botti, meno sangue e meno scene action e più pistolotti psicolabili, credo che così la serie sia riuscita, per la quinta volta, a essere esattamente quello che volevo.
E' strano, se arrivasse il solito psicologo da operetta che si occupa di videogiochi, potrebbe leggere queste mie righe come un chiaro manifesto dell'estraniamento a cui i videogiochi portano, potrebbe portarlo a esempio nei salotti bene della TV per sostenere la tesi che il videoludo brucia il cervello e svuota di senso le persone. Sono persone piccole quelle che leggono qualcosa del genere in questo editoriale, sono persone che credono veramente che la Real Life sia qualcosa da assecondare. Invece no, se per Real Life intendiamo tutte le nostre preoccupazioni, i nostri problemi, tutti i nostri conflitti e tutto quello che ci riempie inevitabilmente la testa nei giorni, allora pensare di non doverla prendere di petto, pensare di doversi rassegnare a farci trascinare da essa è, secondo me qualcosa di assurdo. Dobbiamo ritagliarci il tempo per le nostre passioni, per i nostri sogni e per le persone e le cose a cui vogliamo bene, ma non possiamo aspettarci che questo tempo sia solo quello che ci viene regalato mentre tutto il resto ci scorre addosso.Dobbiamo sempre, sempre essere convinti di dover lottare per ogni momento ci faccia sentire noi stessi e contenti di noi stessi, arraffando qualsiasi cosa sia possibile. E di tutti questi momenti che ci saremo conquistati con le unghie e con i denti, se anche ne vorremo dedicare qualcuno ai videogiochi, magari non molti, ma qualcuno, allora non ci sarà niente di male.
Lottate, lottate sempre e spero possiate lottare col cuor più contento, sapendo che un badass come il coniglio lotta al vostro fianco.

“When we were young the future was so bright / The old neighborhood was so alive / And every kid on the whole damn street / Was gonna make it big and not be beat / Now the neighborhood's cracked and torn / The kids are grown up but their lives are worn / How can one little street / Swallow so many lives”

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