Strip
serie
503, 26/02/2011 - Script cinesi
503
26 . 02 . 2011

Un po' rivoluzionari

Certi programmi sono così astrusi nel funzionamento e imperscrutabili nei risultati che vien da pensare, a volte, che al loro interno ci sia in realtà un esercito di scimmie impazzite che spostano a caso gli 1 e gli 0. Quando poi il programma non è open-source, e non potete guardarci dentro voi stessi, questa impressione diventa certezza.
Il filone principale di questo fumetto, oramai da anni, ha per protagonisti un paio di Ingegneri (delle Tenebre): la prima cosa che un Ingegnere (delle Tenebre) impara è non fidarsi mai del software, e scoppiare in una risata diabolica ogni volta che sente parlare di “Scienza Informatica”. Ogni riferimento autobiografico è puramente casuale.

Le scorse settimane siamo stati impegnati ad autocelebrarci, per via del decimo anniversario di FTR che cade quest'anno eccetera, ma dobbiam tornare a concentrarci su altro: i festeggiamenti riprenderanno a tempo debito, e vi avviseremo con ampio anticipo. Ma anche no!
Ad ogni modo, nelle prossime settimane i Sacri Numi che proteggono il mondo dei videogiochi scateneranno sulle nostre povere teste una tempesta di Titoli Eccezionali, o almeno speriamo. Alcuni, come Dead Space 2 e Marvel VS Capcom 3, sono già usciti. E poi attendiamo Portal 2, Crysis 2, Assassin's Creed Brotherhood, Deus Ex... roba buona, che stranamente si trova anche per PC.
A fare notizia è soprattutto questo: i giochi per PC continuano ad esistere. L'Industria odia gli utenti PC come gli ultimi tra i miserabili, e non perde occasione per umiliarli. L'ultimo episodio di Assassin's Creed esce con un ritardo giustificato solo dalla crudeltà spietata di Ubisoft, per giunta imprigionato da un sistema di protezione delirante di cui abbiamo già avuto modo di parlare.
Perfino il gioco simbolo dell'orgoglio PC, Crysis, ha ceduto alle lusinghe delle console senza pensarci un nanosecondo. Questo Crysis 2 esce anche per computer, e di questi tempi è già molto. Chi credeva di avere trovato un paladino della giustizia, nei simpatici autori di Crysis, si è dovuto pentire amaramente: l'età degli Eroi, forse, è davvero perduta. Ignoti doppiogiochisti hanno diffuso una versione preliminare, non autorizzata del gioco, le masse l'hanno scaricata dalle solite fonti... e qual'è stata la reazione dei diretti interessati? Un comunicato stampa scritto dagli avvocati con la consulenza del reparto Pubbliche Relazioni di Electronic Arts.
Queste sono le cose che fanno male al cuore. Non abbiamo più a che fare con persone vere, con tizi geniali che vivono da rock star, coi capelli lunghi e le Ferrari, e che se il loro gioco gli viene sottratto da sotto il naso si sfogano sui forum gridando insulti infantili... Una volta era così, ma quel tempo è passato.
Queste press release senz'anima sono molto peggio dei ritardi, del rialzo dei prezzi, dei sistemi DRM, dei giochi che escono pieni di bug e dei contenuti a pagamento inutili. Sono benzina sul fuoco, sono rosso per il toro, sono le statue d'oro del dittatore erette tra le folle ridotte ormai alla fame: sono un gioco pericoloso.
Ci confermano che il Nemico non è umano.
E quando il nemico non è umano, come da sempre insegnano i giochini dove si spara agli alieni, lo si può massacrare allegramente e senza rimorsi di coscienza.

Lo-Rez: arte, storia, web design
26 . 02 . 2011

Un momento di assoluta chiarezza

Ultimamente ho rispolverato il mame, ho ricominciato a scaricare compulsivamente rom e a mettermi a giocare del vecchiume di classe. In questa modalità anch'io ammetto di adorare i picchiaduro uno contro uno. Se per Lo-Rez l'amore discende principalmente dalla pixel art che questi giochi esprimono, per quello che mi riguarda sono sempre stato affascinato dall'esplosione di personaggi che rappresentano. Minuzioso studio grafico, background tamarro e assurdo, qualche colpo di classe. Anche i picchiaduro meno curati alla fine presentano delle tali assurdità, tra le loro file, che non possono non essere amati. Da piccolino ricordo che avevo progettato anche il mio picchiaduro privato, naturalmente. Non ricordo quasi nulla, tranne un personaggio che era vestito tipo maschera di Venezia e tirava uppercut seguiti da note di violino.
La lettura assidua degli editoriali di Lo-Rez mi ha anche spinto a comprendere i picchiaduro dal punto di vista strategico. Dalla mia infanzia a... ieri sono sempre stato uno smanettone, uno di quelli che continua a sdrullare i tasti in attesa che una supermossa si realizzi da sola, uno di quelli che si fissa sull'eseguire una particolare sequenza incurante di quante botte si prendono durante i tentativi, uno smanettone del genere fabbro ferraio, più utile nelle fucine di Efesto che in una sala giochi. Devo ammettere che, mentre mi comportavo così, non credevo veramente che ci fosse nei picchiaduro della raffinata arte, pensavo che la mia condotta, disillusa e cinica, fosse l'unica possibile. Oggi devo dire di aver capito invece cosa vuol dire armonia dei movimenti, scelte di tempo, ritmo e oculata selezione della strategia. ho cominciato a usare questo approccio tempo fa, con Last Blade 2 e Samurai Showdown numeroalto (4 o 5, più 4 però). Mh, va da sé che però non ho un controller fatto in casa, ma spero che questo non rovini il senso del discorso
. In questo recente rifiorire della mia passione per il retrogaming ho deciso di dedicarmi con un certo piglio a Street Fighter Alpha 3. Volevo uno Street Fighter moderno, con una grafica al passo e con tutto il senso di Street Fighter in sé e questo mi è sembrato una buona scelta. Ho deciso di giocare usando Cammy, perché ha un bel culett... ehm, perché è protagonista di TLE... cioè... insomma, Cammy. Non è Bortolazzi Gianmaria, quindi non credo di dovervi dare troppe spiegazioni.
Però, mentre mi metto a dietro con l'amabile soldatessa, ecco che subetra, purtroppo, il mio sangue cattivo.
Sono una persona amabile e simpatica, tranquilla e decisamente poco propensa all'ansia. Non sono un monaco zen, certo, ma non è nemmeno così facile farmi andare il sangue al cervello. Però esistono determinate aree dell'universo che colpiscono il mio sistema simpatico con violenza mostruosa, lo scuotono, lo elettrizzano, lo costringono a stringere il mio cervello in una morsa di rabbia e furia tale e io divengo una specie di lupo mannaro coi reumatismi in una notte piovosa dopo che ha bevuto cinque caffé e un bimbominkia quindicenne gli ha parcheggiato sugli zebedei.
Insomma, non esattamente un bel vedere.
Hai voglia, in una condizione del genere, cercare la mossa, la strategia, la calma necessaria ad affrontare il cattivo di turno. Hai voglia urlare contro il video e contemporaneamente sperare che le tue dita vadano a tempo nell'esecuzione della supermossa. Il tuo cervello, a quel punto, è teso solo ad accusare, violentare la realtà, piagnucolare, frignare e aggredire l'etereo personaggio digitale, con molta più forza e violenza di quanto riesca la tua parte razionale giocando.
Il cammino del coniglio, però, ti insegna che il videogioco non è solo videogioco. O meglio, è solo videogioco, ma il videogioco, di per sé, è molto più di quanto credi. A suo modo il videogioco è un frammento della tua vita come tutti gli altri, e come tutti gli altri frammenti può essere affrontato per essere vinto e, nel contempo, usato per migliorarti. Con tutti i vantaggi di essere assolutamente privo di conseguenze e potersi ripetere nonostante infiniti sbagli con il semplice uso di un nuovo gettone (che col mame ha costo nullo, ricordo).
Così ho deciso, per una volta, di provare un gioco nel gioco che non riguardava sconfiggere l'avversario che avevo davanti, che era più forte di me, ma di certo non così tanto. Un gioco che riguardava mantenere la mia parte razionale al comando, fermare le ondate di rabbia, calmare i miei sensi. A quale pro, dopotutto, arrabbiarsi? A quale pro in senso assoluto? Voglio dire, stiamo parlando solo di un videogioco (eccola qui, tutta la grandezza dell'idea).
E così mi sono sentito come un piccolo allenatore di pokémon a un passo dalla sconfitta che decide di avere il tipico flashback figo che lo rinfranca e ristora le sue forze. Esattamente quella condizione. E i miei nervi hanno cominciato a calmarsi. I muscoli di tutta la mia anima (eh?) hanno cominciato a tendersi e a stringerli affinché non potessero più agitarsi. Non in tempo zero, non con facilitè, sono tornato lucido.
E il mio nemico è caduto. Sono questi i momenti che ti rendono degno di essere chiamato videogiocatore. Sono i momenti in cui fai qualcosa di veramente grande, ma che non serve a niente. Ma una cosa grande rimane grande.

“All along the watchtower, princes kept the view While all the women came and went, barefoot servants, too.” (ah, ho finito di guardare Battlestar Galactica, ma non credo ne parlerò)

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