Un'orribile minaccia
Chi non è addentro alle discipline mistiche degli Ingegneri (delle Tenebre) si stupisce sempre di certe pratiche superstiziose, di certi riti a cui ci sottomettiamo. E noi ci stupiamo del loro stupore... perché sappiamo che appena dietro tutte le dimostrazioni matematiche e gli schemi logici c'è IL BARATRO OSCURO DELLA FOLLIA.
Non a caso molti principi che regolano il funzionamento di un sistema POSIX somigliano alle pratiche occulte della tradizione popolare, e non a caso i consigli che si sentono dal reparto IT, quando il software non funziona, somigliano ad assurde superstizioni. Neo e Gödel non fanno eccezione, in questo, e anzi trovano perfettamente normale che il loro Direttore sia un demone dell'inferno.
Ma lasciamo da parte questi discorsi autobiografici. È uscita la prima recensione ufficiale di Final Fantasy XIII, sulla rivista di videogiochi più popolare dell'Oriente, Famitsu. Il voto: 39/40. Lo sappiamo da un tizio coreano che ha messo le mani, preferiamo non sapere come, su una copia pre-stampa dell'edizione sudcoreana di Famitsu (che per ragioni oscure esce prima dell'edizione giapponese).. ma è ufficiale, ci sono le prove.
Per festeggiare, se siete delle adolescenti asiatiche (questa è per te, Google!), perché non vestirsi come una delle fanciulle protagoniste? Questo sito elenca tutti i capi e gli accessori che vi servono per un costume completo da Serah, la tipa appena maggiorenne (pare abbia 18 anni, mentre ad averne 17 è la clone di Paris Hilton). Costo complessivo: meno di 100$. Avete appena trovato il regalo perfetto per queste feste, direi.
Ma prima di esaltarci troppo ecco un annuncio per deprimersi a dovere: il trailer del film di King Of Fighters. Vi avverto, se ancora non l'avete visto: fermatevi finché siete in tempo! Se avete mai avuto un minimo di interesse o di rispetto per King Of Fighters, in nome di tutto ciò che vi è caro, fermatevi!
Siete ancora in tempo per fingere che nulla sia reale, che sono tutte false le voci su un film tratto dalla più gloriosa serie di picchiaduro da bar 2D di tutti i tempi. Potete fingere che il film non esista, e vivere sereni, ricordando con affetto e nostalgia il passato... oppure potete distruggere la vostra anima, e guardare il trailer di questo film. Qualcuno di voi starà pensando forse che i film di serie B in fondo sono divertenti lo stesso, proprio perché sono fatti male... ma non è il caso di questo film. Questo film è posseduto da un orrore così profondo, così smisurato, che NON è divertente lo stesso. Fa piangere e basta.
E ora, dopo aver gioito per un lieto evento e avervi messo in guardia da un'orribile minaccia, posso dire di aver svolto il mio dovere settimanale anche stavolta, e rapidamente mi congedo.
Lo-Rez: arte, storia, web designBuilding web: alcolisti anonimi (1)
Incredibile! La verve del Cymon è scesa così in basso che deve ricorrere nuovamente alla sua pallosa rubrica informatica! E' proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni! Eh si che siamo sotto Natale...
Nei precedenti capitoli di BW (fa più figo in acronimo, vero?) abbiamo affrontato gli aspetti di progettazione software che stanno dietro la creazione di un sito. Abbiamo cercato di sviscerare le problematiche legate agli MVC e poi ne abbiamo scelto uno in particolare, Catalyst, per realizzare i nostri pastrugni. Ma io mi chiedo: abbiamo chi? Che mi era sembrato di esser solo fino adesso! Chi diavolo sono tutti questi altri che si sono imbucati in aula? Fuori, disgraziati, che qui si parla seriamente!
Tirando le somme fino a questo momento è stata trattata solo una delle due anime del creatore di siti, ovvero quella relativa alla programmazione e alle architetture. Ce n'è un'altra non meno importante di cui ci occuperemo oggi, quella del sistemista.
Sistemista e programmatore sono due creature opposte. Spesso incarnate da due diversi esseri umani hanno modi di pensare che remano l'uno contro l'altro, litigano e si azzuffano notte e dì, non sono mai d'accordo su niente e partono entrambi da un presupposto che considerano sacro: loro ci hanno ragione, l'altro no. Un duello mitologico che rende le guerre tra orchi e elfi dei bisticci di cattivo vicinato. Se però si è webmaster fai-da-te (ahi ahi ahi) e quindi magari si è deciso di sobbarcarsi tutti gli sbatti per mettere insieme un sito, "deployarlo" e vararlo nella grande rete rimangono comunque incombenze da assolvere, anche se si è già sputato sangue per programmarlo. E non me ne frega niente delle balle che vi hanno raccontato fino a oggi: l'azione non è immediata.
La prima cosa da fare è procurarsi dello stramaledetto ferro. Una volta era un'impresa proibitiva per un privato o per un amatore, principalmente per una questione di prezzi, ma oggi come oggi le server farm danno via macchine virtualizzate a tassi convenienti. Lo spazio di Follow the Rabbit è nelle mani di Tiscali per via di alterne vicende, ma per boicottare Tiscali non ve ne parlerò. Un provider di macchine di cui invece parlan tutti bene e presso cui anch'io mi sono trovato ok è Linode. VI avverto però che parliamo di gente molto orientata verso gli Ingegneri delle Tenebre.
Non basta mica ottenere questo! Quando si parla di server si parla di un computer, un computer fatto e finito, entrate nell'ottica che, bene o male, è fatto come il vostro. Sul silicio bisogna quindi installare un sistema operativo. Qui la scelta si basa ovviamente sulla vostra sensibilità e su cosa considerate più comodo. Io non abbandono la Slackware nemmeno in questo caso, ma nessuno vi guarderà male se deciderete per una Debian o anche per una Fedora. Certe serverfarm permettono anche di mettere su Windows, ma è evidentemente un errore, probabilmente cliccare su quell'opzione vi porterà a una pagina di cortesia o qualcosa del genere. Così non fosse segnalatelo, farete solo un piacere alla loro azienda. Lo so, di solito non sono così sarcastico e lapidario col mondo Win, ma stiamo parlando di server, non si scherza con questa roba.
Avete una macchina con su un sistema operativo. Vedete icone e finestre? Ok, avete già sbagliato. Un desktop environment in un server non serve a un ciufolo, macchine di questo tipo si gestiscono via terminale, X e compagnia sono solo zavorra. Pensate che sia nuovamente troppo drastico e prima dovre parlare dell'interfaccia web messa a disposizione dal vostro provider? Ok, anche voi avete sbagliato. Sbagliato articolo. Quello sulle adolescenti coreane era il mese scorso.
Ovviamente certe funzioni via web il vostro provider ve le mette a disposizione. Linode ha dei cruscotti con cui gestire l'installazione del sistema operativo, il restart e lo shutdown. Questo ha senso, per tutto il resto c'è SSH. SSH e basta.
Accettato che dovete usare SSH saltate sulla vostra macchina e vi loggate come rùt, cosa che dà sempre un brivido di libidine. Potreste scoprire a questo punto che sul vostro server non c'è... tipo... per esempio... il server! Distinzione per bambini cretini: una cosa è il server inteso come la macchina, quella ragazza ubriaca che vi farà dannare un sacco, un conto è il server come software. Di server ne esistono centinaia di tipi, perchè in campo informatico la parola non è necessariamente relativa a internet e copre un vastissimo campo di funzionalità. In particolare a voi interessa il webserver (comincia con web! Adesso si che si ragiona!) che dovete intendere come un qualsiasi programma, non dissimile da Office, WinAMP o VLC. In questo campo la parte del drago la fa Apache, ma vi invito a guardarvi in giro e divenire consapevoli che non è l'unico. La prima differenza di Apache dal resto del software che vi ho elencato prima è che ha un comportamento "demoniaco", ovvero deve essere sempre acceso, nell'attesa che qualcuno lo interpelli. Una volta installato quindi dovrete smandruppare affinché si avvii e, una volta avviato, che resti tale fino alla morte della macchina. Fatta questa semplice operazione, la prima magia della giornata vi gratificherà: inserendo in un qualsiasi browser il lungo indirizzo che la server farm ha legato alla vostra macchina ecco comparire una spartana schermata che ci avverte che qualcosa funziona.
Cosa? Perché? Come mai sono su internet e non ci sono donne nude? Eh, cari miei, mi accorgo che in questo Building Web ho usato un sacco di parole e detto poche cose per cui il nostro tempo è giunto a scadere. Sappiate che non avete mosso nemmeno un passo completo nell'intricato mondo del sistemismo (???) e che quello che avete fatto è niente rispetto a quello che vi attende!