Topless bar
Questa strip è dedicata a qualunque disgraziato programmatore, sottomesso alle dipendenze di una società di marketing, che abbia mai sognato di infilare uno scherzo del genere nelle sue innocue appplicazioni gestionali. Costringere tutte quelle PR altezzose a premere assurde sequenze di tasti per svolgere i loro compiti meschini... obbligarle ad assaggiare l'essenza vera dei videogiochi che devono promuovere... far loro impugnare con quelle mani fresche di manicure i joypad che le masse di videogiocatori stringono ossessivamente per infinite ore... questa sarebbe la soddisfazione più dolce!
O forse no, forse sarebbe solo l'ennesimo errore di una vita vissuta all'insegna della sfiga.
Non vi diamo certezze, qui a FTR, e particolarmente sotto le festività natalizie: preferiamo una sottile ambiguità morale, come quando avevamo la tradizione di proporvi la serie di Gran Theft Rabbit in questo periodo. Purtroppo quest'anno la tradizione si è interrotta, ma questo non significa che la nostra passione per GTR sia finita.
Tutte le case di quest'industria si stanno affannando per noi, per conquistarci il cuore (si fa per dire) in questo periodo in cui il nostro cuore è più debole. Ma quest'anno non hanno speranze: il mio cuore appartiene a una sola.
Final Fantasy XIII esce in Giappolandia tra meno di due settimane, e oramai i dettagli, le immagini, le interviste piovono copiosi. Tanto per dire, è stato svelato finalmente che Vanille (la rossa che sembra Paris Hilton) può evocare un robot gigante chiamato “Hecatoncheir” e dotato ad occhio e croce di duecentomila braccia. Si tratta di uno dei design più impressionanti visti finora, insieme a un altro robot, femmina, che si chiama Brunhildr. Naturalmente è sottinteso che anche il peggior design di questo gioco è comunque meglio di qualunque cosa si sia vista in tutto il mercato Occidentale di quest'anno, soprattutto negli altri RPG. E sapete a cosa mi riferisco.
Avevo qualche speranza per The Saboteaur, per via dell'idea originale di un irlandese donnaiolo a Parigi durante la Guerra Mondiale 2, che corre in macchina e ridona il colore ai bordelli francesi resi tristi dai nazisti. La faccenda del colore va presa alla lettera, nel senso che prima il mondo è grigio e quando arriva lui si colora, proprio come in Okami.
Comunque sia, la cosa più esilarante del gioco è che la prima schermata che uno vede quando infila il disco, a quanto pare, è una pubblicità che suggerisce di comprare un DLC con le donnine nude. Le donnine nude infatti, dopo essere apparse praticamente su ogni singola immagine pubblicata, sono state leggermente censurate nell'edizione in vendita, e tenute in ostaggio tra i famosi “Contenuti a Pagamento” che vanno di moda oggi.
Credo che la notizia si commenti da sola.
Uniti si vince
Ci sono interfacce, soprattutto per la gestione del HR, che sono realmente bizzarre. Questo quando ti va bene, altrimenti ci sono i fogli Excel.
Un po' di settimane fa ho voluto dedicare i miei vaneggiamenti a Opera e alla sua decima incarnazione. Da quell'analisi avevo appositamente escluso Opera Unite, il giocattolo next-gen sviluppato con questa release, perché allora non lo avevo ancora installato. Ora che anche questo oggetto è entrato a far parte della release standard e ho avuto modo di giocarci (e poco più) posso dirvene un po', tanto vi vedo dalle vostre facce che siete proprio interessati.
Innanzitutto partiamo proprio da qui: Unite è stato integrato nella release standard del browser. Personalmente non mi sembra la scelta corretta, fosse stato per me lo avrei lasciato a parte, così da far sì che gli utenti scelgano o no di prenderlo. Magari rilasciando due rami distinti di Opera (senza e con) oppure distribuendolo proprio a sè, come plugin del software principale o anche come pacchetto autosufficiente, questo anche in virtù della natura specifica dell'oggetto.
Cos'è Opera Unite? Sostanzialmente un server in ascolto su una porta abbastanza innocua del vostro computer che però, grazie ai sistemi di rete di Opera, può essere raggiunto anche con una certa URL da internet usando tranquillamente un browser (bhe, Opera sarebbe meglio, ovviamente). E' un server capace di distribuire su internet innumerevoli servizi, che ovviamente esistono sotto forma di apps scaricabili. Può funzionare come un piccolo e stupido apache e fare il webserver (possibilità che non credo verrà molto sfruttata) oppure può essere usato come un jukebox in cui suonare tutti gli MP3 del proprio harddisk. Altri usi prosaici sono quelli utili a caricare e scaricare files o esporre foto. Non ho ancora messo le mie manine sulla documentazione per sviluppare queste apps, ma capirete anche voi che, messa così, sky is the limit. Qualsiasi cosa riusciate a sviluppare può finire sul web direttamente dal vostro harddisk, senza servizi di mezzo o anche sole pallose configurazioni server.
In nome della scienza ho creato il mio account e ho installato il media player, attività da pochi click banali. Con un altro browser ho poi constatato l'effettiva raggiungibilità della mia musica come in una pagina di last.fm. Il suo sfruttamento, ovviamente, è ostacolato dalla banda effettivamente a mia disposizione in upload, ma non è questo il tema. In un quarto d'ora ero su internet.
Vedo almeno due grossi campi d'applicazione per una cosa del genere. Innanzitutto la nascita di apps collaborative anche solo per poche persone. Potrebbe nascere un vero e proprio mondo di giochi online su Opera Unite con persone che hostano partite e altre che vi partecipano come guest. Lo so, è un mondo che, per dire, non è mai particolarmente decollato quantomeno collegato ai programmi di IM, ma chi può dire che in questo caso non abbia una sua dimesione più opportuna. Ovviamente i videogiochi sono solo una specializzazione delle infinite possibilità di software per più persone implementabili.
La seconda opzione, da non sottovalutare, è usare Opera Unite per rendere più agile la condivisione di risorse in una rete locale. Considerate la macchina A su cui avete otto giga di canzoni in MP3. Con un paio di clicco-clicco potete metterli su internet e, da rete locale, ascoltarli dal portatile con cui state lavorando nella camera accanto. Lo so, mi direte, esistono già mille modi di fare questa cosa, ma io vi sto parlando di qualcosa che corre su http. Oggi qualsiasi mezzo anche minimamente informatico può essere legato a un altro via http quindi potreste mettere assieme il vostro PC con la Playstation che tenete in salotto, senza preoccuparvi che la Microsoft di Windows o la SONY della Play se ne interessino. E parlare dei vostri MP3 è riduttivo. Potete condividire qualsiasi cosa in qualsiasi modo, anche potenza di calcolo, in un certo senso. Potete costruire un'applicazione server che giri sul vostro super mostro e sfruttarla dal portatile scassone (anche se questo è ovviamente un esempio più forzato). Vi ricordo che in questi casi il passaggio da internet non è necessario, Opera Unite è comunque un server che in rete locale potete raggiungere in millemila modi. Oltretutto il mio Windows virtuale, appena acceso, si è accorto subito della sua presenza nella macchina guest, a dimostrazione di come l'integrazione sia rapida. In questo caso vengono a decadere tutti i limiti dati dalla banda e da internet.
Probabilmente non siete ancora convinti e credete che il mio entusiasmo sia dovuto ai soldi che Opera mi passa (uuuh, non immaginate quanti!). Tutti voi conoscete almeno un servizio online che ricada nei social network o nel cloud computing che sostituisce qualsiasi idea stimolante possa venire da Opera Unite. Potreste aver ragione, ma per me non è tanto nell'uso che si può andare a cercare la potenza di questa idea, ma nella rivoluzione architetturale che rappresenta. Stiamo parlando sostanzialmente di cloud computing distribuito in cui, dopo aver demandato alla rete il controllo delle strutture che usiamo ci riappropriamo di queste strutture mantenendo però l'ottica completamente orientata a internet. Sono contento di parlarne qui perché solo gli Ingegneri delle Tenebre bruciati fedeli al coniglio possono intuire cosa significhi il paragrafo appena scritto, ma secondo me è importante che ci sia questo qualcosa di nuovo proprio per quello che può rappresentare in termini di programmazione e sviluppo software.
Un limite allo sfruttamento e allo sviluppo di questa tecnologia è naturalmente la limitata diffusione di Opera. Se una roba del genere l'avesse fatta Google o fosse in Firefox mi preoccuperei meno, ma vista la fetta di mercato controllata dal browserino è probabile che tutto muoia per scarsa partecipazione. Lungi da me fare di questo editoriale una chiamata alle armi o uno spot, però anche di questo fattore bisogna tener conto per quelle che sono le previsioni sul domani.
Bhe, probabilmente ho esagerato, ma questa column vuole anche essere uno spazio di discussione sul codice, i suoi derivati e la deliziosa arte che li usa. Potreste chiedervi come mai perda così tanto tempo a parlare di Opera. Sbagliereste. Perché scommetto che seguite almeno mezza dozzina di blogger che ogni tre per quattro decantano come è figo Firefox e la cosa vi sembra assolutamente normale. Oh bhe, ma Frafocs è OpenSource, quindi è sicuramente una figata parlarne.
Vi lascio con queste interessanti riflessioni, ci vediamo quando capita (e qualcosa mi dice che sarà tra sette giorni).
Cymon: testi, storia, site admin“I got somethin' and it goes thumpin' like this / All you need is my uhn tiss uhn tiss uhn tiss / I got somethin' and it goes thumpin' like this / All you need is my uhn tiss uhn tiss uhn tiss”