La Baronessa
Chiamateci pure miserabili venduti, ma in questo periodo una strip su Vampiri, Lupi Mannari ecc. dovevamo farla. Mi riferisco al periodo di Ognissanti, e non ovviamente all'uscita di certi film, rivolti prevalentemente ad un pubblico femminile, e tratti da una serie di libri che comincia come Buffy e finisce come un horror agghiacciante sui pericoli della gravidanza adolescenziale.
La preferenza tra vampiri e lupi mannari è sempre stata una specie di test psicologico tra noialtri poveri ossessionati, che magari siamo rimasti affascinati dai giochi di ruolo da tavolo della White Wolf. Io preferisco i vampiri: scommetto che Cymon preferisce i lupi mannari. In quei film, però, questo confronto si riduce a quale attore risulta più affascinante per le masse di ragazzine sbavanti... e i lupi mannari partono in vantaggio, presentandosi rigorosamente a torso nudo (mi è stato spiegato, in loro difesa, che “la loro temperatura corporea è molto calda e quindi hanno sempre caldo”... il che pone interessanti quesiti di termodinamica, ma lasciamo perdere).
In alcune parti del mondo la gente va in giro di notte mascherata con costumi buffi, per cui mi pare una buona occasione per parlare di cosplay. Tra l'altro, chi volesse vedere tutto il cosplay che vuole, può recarsi in questi giorni al Lucca Comics: io personalmente non lo voglio.
Il cosplay è una scusa da pervertiti, si sa... e allora cogliamo la palla al balzo, e gettiamoci nella perversione anche noi, con questa galleria fotografica di The Baroness. Ammirate la cura di ogni dettaglio del costume, le cuciture perfette, i materiali così realistici, le riproduzioni delle armi... eh, sì, questo signori si chiama cosplay: ammirate quel, ehm, costume IN TUTTA LA SUA GLORIA AD ALTA DEFINIZIONE.
Come nota a margine bisogna citare, ma solo per completezza, che dentro il costume c'è Alodia, la giovane asiatica famosa nel settore del cosplay, o almeno così pare.
Per finire in tema di streghe, sta per uscire Bayonetta (!), e su Famitsu ha ottenuto il punteggio perfetto di 40/40. C'era una volta in cui questo contava qualcosa. Ora, per la stessa ammissione della rivista, il voto massimo viene dato a chi spende più soldi per promuovere il gioco. Basta saperlo.
Lo-Rez: arte, storia, web designelle minuscola
Abbiamo personaggi come Hideaki Anno che ogni tanto partono per la psichedelia. Abbiamo personaggi come David Lynch che a loro volta imboccano delle derive fuori di testa. Eppure non si può confondere l'allucinazione di Anno, l'allucinazione giapponese con l'allucinazione di Lynch, l'allucinazione occidentale perchè vengono realizzate tramite strumenti profondamente diversi e seguendo meccaniche in forte contrasto. L'idea giapponese è carica di simbolismi, di visioni antiche, di archetipi, la visione occidentale invece molto spesso non fa altro che prendere la realtà e rimontarla nel modo sbagliato, cercando nel quotidiano e nella sua distorsione quel quid capace di disorientare.
Serial Experiments lain (oh, ci siamo arrivati) è un anime giapponese, ma, paradossalmente, sembra impostare già da subito uno straniamento tutto occidentale. Le prime scene, con dialogo quasi nullo, mostrano la protagonista, una ragazzina di nome lain, che va a scuola, ma suggeriscono già un paesaggio onirico. Opprimenti, sopra la testa della piccola, i cavi che formano la rete, il wired, mutazione della nostra internet, le ombre, stranamente, hanno riverberi rossastri tali da farle sembrare porte su galassie lontane e anche lain stessa, quando si perde nei propri pensieri, mostra deformazioni della realtà più o meno lugubri, più o meno spiazzanti.
La storia parla di lain, appunto, e del suo viaggio all'interno del wired, una rete che un po' sembra una semplice BBS, un po' sembra un'avveniristica realtà virtuale, senza che ci si soffermi su come possa apparire alla gente l'una o l'altra cosa. E' una rete che va oltre il tecnico, in modo tutto gibsoniano (altro riferimento occidentale), solcata da hacker mitologici noti come knights, abitata (forse) da Dio, superiore piano di realtà. Lain stessa evolverà dentro e fuori di sé addentrandovicisi, come i migliori personaggi cyberpunk che si dissolvono nel tao cibernetico del mondo in cui tutto è connesso.
Lain è un cartone vecchiotto (1998), ma non sente il peso degli anni. I suoi concetti sono abbastanza complessi, dimostrano una certa maturità narrativa, mentre tecnicamente la scelta di essere molto pulito e minimalista fa in modo che la resa del poco che c'è sia molto buona e definita. Nonostante andando avanti l'anima giapponese prenda il sopravvento, rimane un'opera molto gibsoniana sotto molti punti di vista, sia per lo sviluppo che per i concetti espressi, estremamente coerente (raro fatto, considerando la psichedelia giappa) tanto che, sebbene le conclusioni siano clamorose, rimane tutto molto coeso.
Di lain si parla benissimo un po' ovunque, altrimenti, a tale distanza dalla sua realizzazione, non credo proprio che sarebbe finito nel mio radar, eppure non mi ha esaltato. E' un'opera difficile da seguire, pretende un notevole impegno e non ripaga esattamente di tutto. I dialoghi rimangono abbastanza centellinati per tutta la durata, l'azione è minima, i misteri così eterei e superiori da non riuscire a intrigare. Dio è un ottimo personaggio, ma pochi altri spiccano e il fatto di non avere una reale spiegazione di come funzioni il wired lascia spesso perplessi in alcuni frangenti. Non è che si possa definire brutto, ha una sua forte personalità, ma è una personalità che concede veramente pochissimo all'entertainment e non si lascia catturare, quindi non credo che tutte le tipologie di pubblico possano trovarlo intrigante. Lo so, sono spesso eretico a dire queste cose, ma come sapete ho tutto un mio sistema di entusiasmo piuttosto difficilotto da digerire.
Volendo potrei portarvi un'altra esperienza multimediale, avendo visto da poco Inglorious basterds, che poi è proprio un orgasmo cinematografico a ben vedere, ma non so quanto sia in target con il sito e poi non posso passare tutto il giorno a fare il Morandini della situazione, no?
L'editoriale si chiude, questa volta pubblico in orario e avremo anche la strip M.it che già Lo-Rez annunciava settimana scorsa, sono contento che siamo tornati diligenti. La diligenza ci serve. Soprattutto se dobbiamo raggiungere Fort Apache e farci attaccare dagli indiani.
Cymon: testi, storia, site adminLain Iwakura: Why? Why did you die?
Navi [Dictating Chisa's response]: God is here